Né Raeker né il suo assistente prestarono alcuna attenzione all’allontanamento di John e della sua compagna. Erano troppo occupati a manovrare registratori e telecamere, per prima cosa. Easy e il suo compagno potevano ora vedere il gruppo degli indigeni indirettamente, ma i due bambini non erano al corrente delle normali attività degli indigeni per accorgersi di qualcosa d’insolito. Inoltre, i bambini stavano prestando grande attenzione alle descrizioni geografiche, nella speranza piuttosto irragionevole di essere in grado di riconoscere almeno una parte della regione descritta.
Perché ora il batiscafo si trovava in alto e all’asciutto. Il fiume che lo aveva trasportato era svanito con l’arrivo del giorno, e l’astronave aveva rotolato in maniera piuttosto sgradevole (anche se, per fortuna, altrettanto lentamente), fino ai piedi di una collina che Easy aveva prontamente ribattezzato Monte Ararat. I bambini si trovavano un po’ sconcertati, perché non soltanto avevano potuto dare una prima occhiata agli indigeni, grazie all’osservatorio della Vindemiatrix, ma avevano dato per la prima volta uno sguardo anche alla superficie solida di Tenebra… se da questa superficie vogliamo escludere il fondo di un lago e di un fiume. Cercavano perciò di coprire entrambe le scene meglio che potevano, alternandosi davanti allo schermo e agli oblò: ma ciascuno cercava di tenere al corrente il compagno di quanto si verificava, minuto per minuto, con risultati abbastanza caotici. Le parole che i due bambini si scambiavano arrivavano fino a Raeker e agli altri che si trovavano nell’osservatorio, portando il loro piccolo contributo alla confusione che già regnava lassù. Raeker non osava interrompere i bambini, in parte per non influire sul loro morale, e in parte perché era pur sempre possibile che quello che si trovava davanti all’oblò avesse qualcosa di sostanziale da riferire. Raeker sperava soltanto che la registrazione dei rapporti degli indigeni risultasse intellegibile per i geologi.
Jane terminò il suo rapporto, Raeker le pose un paio di domande per chiarire alcuni punti oscuri, e poi fu sostituita da Oliver, il quale mostrò la sua mappa. L’assistente di Raeker la fotografò, Raeker si assicurò del funzionamento costante del registratore, e i due si disposero ad ascoltare con una certa tranquillità… termine piuttosto relativo, visto il bailamme che imperava nell’osservatorio.
Raeker era sul punto di concludere che la sua presenza non era più necessaria, e stava preparandosi a usufruire del suo più che meritato turno di riposo.
Non aveva ancora parlato di questa decisione, però, quando la vedetta dei cavernicoli si accorse della presenza di John. Tre secondi dopo, il biologo abbandonò qualsiasi intenzione di andarsene.
La vedetta reagì quasi immediatamente. Era rimasta nascosta tra la vegetazione, appiattendosi nei limiti consentiti dalla sua anatomia; in quel momento balzò sulle sue gambe deambulatone e cominciò a camminare. John si trovava a sud-ovest, Fagin e gli altri a sud-est; la vedetta si diresse verso nord. Immediatamente Betsey apparve in quella direzione, e la vedetta si fermò, indecisa sul da farsi. Nick, che non aveva mai perso d’occhio la cresta della creatura, da quando Betsey l’aveva avvistata, interpretò correttamente la situazione, anche senza essere in grado di vedere John e Betsey. Balzò sulle sue gambe deambulatone, interruppe Oliver senza cerimonie, e cominciò ad emanare degli ordini. Gli altri rimasero sorpresi, ma reagirono con sufficiente prontezza; e dopo pochi secondi l’intero gruppo stava scendendo dalla collina, verso il punto in cui era svanito l’abitatore delle caverne, lasciando gli osservatori umani a gridare una sequela di futili domande per mezzo degli amplificatori della macchina. Vedendo che le parole erano inutili, Raeker fece muovere la macchina nella stessa direzione presa dai suoi allievi, e usò un linguaggio che fece sollevare le sopracciglia di Easy, aumentandone la violenza man mano che la macchina si faceva distanziare dall’orda galoppante degli indigeni. Nick e i suoi amici sparirono dietro la cima della collina sulla quale si era nascosta la vedetta, e la voce di Raeker sovrastò il frastuono che si era scatenato nell’osservatorio.
Fu Easy a instradare le sue parole lungo una direttrice più costruttiva, non tanto per la sorpresa, quanto per la sua innata curiosità.
«Dottor Raeker! Ho sentito davvero uno di essi dichiarare che c’era da prendere un cavernicolo? Come ha fatto ad arrivare così presto? Credevo che li aveste lasciati al fiume.» La domanda era così simile a quella che Raeker aveva rivolto a se stesso fin dal primo momento, che non gli parve necessario rispondere; ma, per lo meno, smise di parlare, ed ebbe la decenza di arrossire lievemente.
«Mi era parso, Easy. Non so come abbiano fatto a trovarci; ho sempre creduto che questo territorio fosse molto lontano dal loro, così non riesco a capire come siano riusciti a trovare così in fretta una scorciatoia per superare il fiume… ti dirò anzi, che non riesco a capire come possa esistere una scorciatoia; quel fiume era largo più di un miglio. Dovremo aspettare il ritorno di Nick e degli altri; forse ci porteranno un prigioniero da interrogare. Credo che sia questa la sua intenzione; l’ho sentito dire «prendere» non «uccidere».»
«È esatto, ha detto proprio così. Bene, potremo vederli tra un paio di minuti, quando la macchina sarà arrivata in cima alla collina; a meno che loro non siano già saliti su un’altra.»
Scoprirono che questa eventualità non si era verificata; gli osservatori umani poterono seguire agevolmente la caccia, anche se non c’era poi molto da vedere. La valle nella quale si era cacciata la vedetta dei cavernicoli era quasi completamente circondata dalle basse colline arrotondate che costituivano una caratteristica comune, nel panorama di Tenebra; John e Betsey erano riuscite ad arrivare in cima a due di esse prima di essere visti, in modo che, quando il cavernicolo aveva cominciato a correre, i due si trovarono in una posizione di netto vantaggio. Il cavernicolo aveva tentato più volte di fuggire da una parte che gli era sembrata indifesa, ma aveva rinunciato ogni volta, vedendo che John e Betsey, e gli altri membri del gruppo di Fagin, avrebbero potuto sfruttare il loro vantaggio per tagliargli la strada. Quando la macchina arrivò in cima alla collina, il cavernicolo era in piedi al centro della vallata, mentre il gruppo di Fagin stava formando un anello che si rinchiudeva lentamente intorno all’intruso. Il cavernicolo pareva intenzionato a lasciarli avvicinare, prima di tentare la fuga, sfruttando qualsiasi segno di debolezza degli altri; o forse intendeva combattere. Era più grosso di Nick, e aveva due lance corte dall’aria micidiale.
Nick, comunque, pareva avere acquisito un certo numero di cognizioni militari, e una buona dose di diplomazia. Fermò i suoi uomini a circa cinquanta iarde dal grosso cavernicolo, e li fece disporre in circolo, intorno all’intruso, a intervalli regolari, in modo che il cordone di sicurezza non presentasse alcun punto debole. Fatto questo, iniziò a parlare nella lingua di Veloce.
«Tu credi di poterti allontanare da noi?»
«Non lo so, ma alcuni di voi rimpiangeranno di avermi voluto fermare,» fu la risposta.
«A che ti servirà questo, se poi verrai ucciso?» La vedetta non parve in grado di trovare una risposta a questa domanda; anzi, la stessa domanda parve sconcertarlo alquanto. La questione gli era parsa così ovvia, che non gli era passato per la mente di poterla esporre a parole. Stava ancora cercando le frasi adatte, quando Nick proseguì. «Tu sai che Fagin ha detto che avrebbe di buon grado acconsentito a insegnare a Veloce qualsiasi cosa egli avesse voluto sapere. Lui non vuole combattere. Se tu abbasserai le tue lance e verrai a parlargli, non ti sarà fatto alcun male.»
«Se il tuo maestro è così desideroso di aiutarci, perché è fuggito?» replicò l’altro. Nick aveva la risposta pronta.
«Perché voi l’avevate sottratto a noi, e vogliamo che lui insegni anche a noi. Quando sono venuto a prenderlo nel vostro villaggio, lui è venuto con me per aiutarmi a fuggire. Mi ha trasportato attraverso il fiume, cosa che non avrei potuto fare da solo. Quando avete assalito per la prima volta il nostro villaggio, lui voleva che noi vi parlassimo, invece di combattere; ma voi non ce ne avete dato la minima possibilità.» Tacque, pensando che il suo antagonista avrebbe avuto bisogno di tempo per dare una risposta. Invece, gli fu risposto con un’altra domanda.
«Tu farai qualsiasi cosa che il tuo Maestro ti dirà?»
«Sì.» Nick non menzionò le volte in cui aveva esitato a obbedire agli ordini di Fagin; onestamente, non vi pensò, in quel momento.
«Allora voglio sentirgli dire di non farmi alcun male. Adesso lui sta arrivando. Aspetterò qui, ma terrò le mie armi, finché non sarò sicuro di non averne bisogno.»
«Ma tu non conosci la sua lingua; non capirai quello che lui ci dirà.»
«Quando è stato con noi, ha imparato qualche parola della nostra lingua, anche se non è mai riuscito a pronunciarle molto bene. Credo di potergli domandare le sue intenzioni, sapere cioè se ha intenzione di uccidermi o meno, e capire se lui risponderà si o no.» La vedetta tacque e restò a guardare l’avvicinarsi della macchina, stringendo sempre con forza le sue lance. Era pronto a colpire, non a lanciare.
Perfino Raeker fu in grado di capire l’atteggiamento del cavernicolo, quando la macchina raggiunse il cerchio degli assediatiti, e provò un certo disagio; qualsiasi cosa fosse accaduta, lui avrebbe reagito con un ritardo di due secondi. Non per la prima volta, provò il desiderio che la Vindemiatrix si trovasse in un’orbita più stretta, ai confini dell’atmosfera di Tenebra.
«Che succede, Nick? Ha intenzione di combattere?»
«No, se riuscirai a convincerlo che non è necessario,» replicò Nick. Fornì un riassunto delle richieste della vedetta. «Non so esattamente cosa farmene di lui, adesso che è nelle nostre mani,» confessò alla fine.
«Non direi che sia già nelle tue mani, per il momento,» fu la secca risposta di Raeker. «Ma capisco qual è il problema. Se lo lasciamo andare, Veloce sarà su di noi nel giro di poche ore, al massimo entro un giorno. Se lo teniamo qui, dovremo mettergli addosso una continua sorveglianza, e questo sarebbe fastidioso, e lui potrebbe comunque riuscire a scappare. Ucciderlo, naturalmente, sarebbe ingiustificabile.»
«Anche dopo quello che è accaduto ad Alice e Tom?»
«Anche, Nick. Credo che dovremo servirci di questo individuo, e affrontare il fatto che Veloce saprà dove siamo. Lasciami pensare.» La macchina tacque, ma così non fecero gli uomini che la manovravano; vennero proposti dei piani, discussi e rifiutati, e tutto si svolse con una velocità frenetica, mentre gli indigeni aspettavano. Easy non aveva cessato l’ascolto, ma non offrì alcun consiglio. Una volta tanto, perfino i diplomatici, che ora potevano ascoltare dalla sala delle comunicazioni nella quale si trovavano, mantennero il più dignitoso riserbo.
Il cavernicolo, naturalmente, non era stato in grado di seguire la conversazione tra Nick e il Maestro, e dopo il primo minuto di silenzio chiese a gran voce una traduzione. Riuscì comunque a formulare la richiesta in modo tale da mettere Nick nella condizione d’animo di riparare a un torto, e non di fare un piacere, quando egli fornì le informazioni richieste.
«Fagin sta decidendo quello che è meglio fare. Dice che non dobbiamo ucciderti.»
«Deve dirlo a me, lui stesso. Io sarò in grado di capirlo.»
«Non si interrompe il Maestro quando sta pensando,» replicò Nick. Il cavernicolo parve colpito da queste parole; per lo meno, non aggiunse parola finché la macchina non ricominciò a parlare.
«Nick.» La voce di Raeker tuonò nell’atmosfera densa. «Voglio che tu traduca molto attentamente quello che devo dire a costui. Traduci, per quanto possibile, parola per parola; e pensaci anche tu, perché ci saranno delle informazioni che non ho ancora avuto tempo di fornirti.»
«Va bene, Maestro.» Tutti gli uomini di Nick concentrarono la loro attenzione sulla macchina; ma se anche la vedetta se ne era resa conto, per lo meno non fece alcun tentativo di sfruttare questo vantaggio. Anche il cavernicolo ascoltò, attentamente, come se avesse cercato di comprendere non solo la traduzione di Nick, ma anche il discorso umano della macchina. Raeker cominciò lentamente, lasciando diverse pause onde permettere a Nick di fare la sua traduzione.
«Tu sai,» cominciò, «che Veloce mi voleva con lui perché io potessi insegnare a lui e al suo popolo come accendere il fuoco, allevare il bestiame, e tutte le altre cose che ho già insegnato ai miei allievi. Volevo fare questo, ma Veloce ha pensato, a causa di qualcosa che Nick ha detto, che la mia gente avrebbe fatto delle obiezioni: così è venuto combattendo, quando questo non sarebbe stato necessario.
«Adesso questo non è molto importante, se non perché la faccenda ha ritardato qualcosa di veramente importante, sia per Veloce che per noi. Fino a questo momento, tutto quello che ho saputo dare è stato il sapere. Ero il solo della mia gente che si trovava quaggiù, e non potrò mai più tornare da dove vengo, e così non potrò prendere delle altre cose da darvi.
«Adesso sono venuti degli altri membri del mio popolo. Viaggiano in una grande cosa che hanno fatto loro; non avete alcuna parola per definirla, dato che non ne ho mai parlato a Nick, e credo che il popolo di Veloce non abbia mai sentito parlare di niente di simile. Si tratta di una cosa che noi abbiamo fabbricato, come voi fabbricate le lance e le lame, e che può trasportarci da un posto a un altro; perché il luogo dal quale io vengo è così lontano che nessuno potrebbe mai andare a piedi fin lassù, ed è in alto, così che solo un volatore sarebbe in grado di andare nella giusta direzione. La gente che è venuta sarebbe stata in grado di andare e venire servendosi di questa macchina, e avrebbe così potuto portare degli strumenti migliori per tutti voi, prendendo in cambio, magari, delle cose che voi potreste dar loro. Purtroppo, la macchina non ha funzionato come avrebbe dovuto; come una lancia dalla punta incrinata. È scesa dove voi vivete, ma abbiamo scoperto che non era più in grado di volare. La mia gente non può vivere al di fuori di essa, e così non è possibile ripararla. Abbiamo bisogno di aiuto da parte della gente di Nick e, se questo è possibile, anche dalla tua gente. Se riuscite a trovare la macchina nella quale si trovano i miei amici, e ascoltando le mie istruzioni riuscirete a ripararla, essi saranno in grado di salire di nuovo, e di portarvi poi molte cose; se non potrete farlo, o non vorrete, i miei amici moriranno, e per voi non ci sarà più neppure quello che io posso insegnarvi… perché sapete che un giorno, prima o poi, io morirò.
«Voglio che tu porti questo messaggio a Veloce, e poi, se lui te lo permetterà, dovrai ritornare con la sua risposta. Vorrei che lui e la sua gente mi aiutassero a cercare la macchina; e una volta trovata, la gente di Veloce e di Nick potrebbe aiutarmi a ripararla. Non ci sarà nessun bisogno di combattere ancora. Farai questo?»
Nick aveva tradotto questo discorso con la massima esattezza permessa dalla sua conoscenza della lingua di Veloce. La vedetta, alla fine, tacque per circa mezzo minuto. Stava ancora stringendo fermamente le sue lance, ma Raeker capì che il suo atteggiamento era un po’ meno aggressivo. Naturalmente, poteva trattarsi solo di una pia illusione; gli esseri umani sono inclini a credere nella verità delle cose che essi desiderano, almeno quanto i drommiani sono convinti della bontà delle loro idee.
Poi la vedetta cominciò a fare delle domande, e il giudizio che Raeker aveva formulato sulla sua intelligenza crebbe di molti punti; il biologo era stato propenso a considerare il cavernicolo un semplice selvaggio ignorante.
«Dato che tu sai quello che accade ai tuoi amici e alla loro macchina, devi essere in grado di parlare loro, in un modo o nell’altro.»
«Sì, noi… io posso parlare con loro.»
«Allora perché hai bisogno di cercarli? Perché loro non possono dirti dove sono?»
«Non lo sanno. Sono scesi in un posto che non hanno mai visto prima, e per cinque giorni hanno galleggiato su di un lago. La notte scorsa sono stati trascinati dalla corrente di un fiume. Erano sul fondo, e non hanno potuto vedere niente; e inoltre non conoscono la regione… come ho detto, non l’hanno mai vista prima. Il fiume adesso non c’è più, e possono perciò guardarsi intorno, ma questo non serve a niente.»
«Se puoi sentirli parlare, perché non puoi andare da loro, allora? Io posso trovare tutto quello che sento.»
«Noi parliamo per mezzo di macchine, proprio come viaggiamo. La macchina produce un tipo di rumore che può essere udito solo da un’altra macchina, ma che viaggia molto più velocemente di una voce. La loro macchina può parlare a una che si trova nel luogo da cui io vengo, e poi quest’altra parla a me; ma è così lontana che non può dire dove ci troviamo, né io né gli altri. Possiamo semplicemente farci dare una descrizione del luogo in cui essi si trovano; poi io potrò fornirvi questa descrizione, e voi potrete cominciare la ricerca.»
«Allora non sai a che distanza si trovano.»
«Non proprio. Siamo quasi certi che non sono molto lontano… non più di due o tre giorni di cammino, probabilmente anche meno. Quando comincerete a cercarli potremo dire loro di accendere le loro luci più vivide, come queste…» i fari della macchina lampeggiarono brevemente… «E voi sarete in grado di vederle da grande distanza. Comunque, hanno delle luci sempre accese,»
Il cavernicolo rifletté per qualche altro minuto, poi abbassò le sue lance.
«Porterò a Veloce le tue parole, e se lui avrà qualcosa da dirti verrò a riferirtelo. Resterai qui?»
La domanda provocò un certo disagio, ma Raeker rispose di sì, perché non c’era altro da fare. Poi gli verme in mente un’altra cosa.
«Se non restiamo qui, quanto impiegherai a ritrovarci?» Fu la domanda. «Noi abbiamo notato che tu sei giunto da questa parte del fiume, e in vista del nostro gruppo, molto prima di quanto avessimo aspettato. Siete in possesso di un mezzo per attraversare il fiume prima di giorno?»
«No!» Replicò l’altro, con una sincerità piuttosto sorprendente. «Il fiume fa una curva verso nord non molto lontano dal luogo in cui voi lo avete attraversato, e procede in quella direzione per un buon numero di miglia. Un certo numero di uomini è stato mandato da Veloce lungo il corso del fiume, con l’ordine di attraversarlo in diversi punti non appena esso si fosse prosciugato, e di dirigersi immediatamente verso il mare, per rintracciarvi.»
«Allora molti altri, presumibilmente, si sono imbattuti nella nostra pista… e ci hanno rintracciati.»
«Senza dubbio. In questo momento ci stanno guardando, o forse, quando hanno visto che mi stavate assalendo, sono corsi a riferirlo a Veloce.»
«Voi sapevate della curva del fiume. Il tuo popolo conosce bene una regione che è così distante dalle caverne?»
«Non abbiamo mai cacciato qui. Naturalmente, tutti possono dire la strada seguita da un fiume, e i luoghi in cui possono sorgere colline e valli.»
«Quello che la mia gente chiama un ottimo senso dell’orientamento. Vedo. Ti ringrazio; ora sarà meglio che tu vada a portare il messaggio a Veloce, prima che egli arrivi con un’orda di lance per vendicare l’attacco fatto a uno della sua gente.»
«D’accordo. Ma prima, vuoi rispondere a una domanda? A volte tu dici «io» e a volte «noi», anche quando evidentemente non ti riferisci a te e a questo tuo gruppo. Che significa? Siete più d’uno all’interno di quella cosa?»
Nick non tradusse la domanda; preferì rispondere direttamente.
«Il Maestro ha sempre parlato a questo modo,» disse. «Anche noi spesso ci siamo chiesti il perché; ma quando gli abbiamo rivolto la domanda, lui non ci ha dato spiegazioni… ha solo detto che non aveva importanza, per il momento. Forse Veloce saprà capire il perché.» Nick non vide nulla di male nell’usare quella che avrebbe definito psicologia, se avesse conosciuto questa parola.
«Forse.» La vedetta si diresse a sud senza aggiungere altro, e il resto del gruppo, che già da tempo aveva abbandonato l’accerchiamento e si era radunato intorno al Maestro, seguì con lo sguardo il suo allontanarsi.
«Mi è parso giusto, dottor Raeker. Dobbiamo tenere accese le luci, per ogni evenienza, d’ora in avanti?» La voce di Easy Rich ruppe il silenzio.
«Per il momento, non direi,» rispose Raeker, riflettendo profondamente. «Vorrei essere sicuro di desiderare che Veloce vi trovi… ma per il momento, desidero solo che non ci attacchi.»
«Che cosa?» La voce di Aminadabarlee suonò stridula, e forte, perfino più del consueto. «Sta forse ammettendo di servirsi di mio figlio come di un’esca per tenere lontani quei selvaggi dal suo stupido e inutile progetto? Vuole forse dire che lei considera quegli indigeni dall’aspetto ridicolo più importanti di un essere civile, solo perché li ha istruiti per pochi anni? Ho sentito dire che gli esseri umani erano creature a sangue freddo, e che gli scienziati rappresentano il massimo di questa tendenza, ma questo non sarei mai arrivato a crederlo, neppure di un essere umano. Questo è davvero il colmo. Consigliere Rich, devo domandarle il favore di concedermi l’uso del nostro incrociatore; andrò subito su Dromm e inizierò i lavori della nostra operazione di salvataggio. Per troppo tempo mi sono fidato di voi uomini. Ho chiuso con voi… e così pure il resto della galassia!»
«Mi perdoni, signore.» Raeker era riuscito ad afferrare più compiutamente l’entità del problema rappresentato dal drommiano. «Forse, se lei non può concedermi la sua fiducia, almeno vorrà ascoltare il consigliere Rich, la cui figlia si trova nella stessa situazione del suo bambino. Lui potrà spiegarle che i «ridicoli indigeni» la cui salvezza mi sta a cuore sono gli unici esseri dell’universo che si trovino in una posizione tale da salvare, o per lo meno tentare di salvare, questi bambini; ed egli avrà forse notato che io non ho detto al selvaggio neppure quel poco che ho appreso dalla descrizione fattami da Easy e da ‘Mina della regione che li circonda. Io sono certo che l’aiuto del suo pianeta ci sarà di sommo gradimento, ma lei crede che potrà arrivare in tempo? Prima che la ragazza umana venga menomata permanentemente dalla gravità per lei eccessiva, e suo figlio abbia superato il massimo periodo di sopportazione che un fisico drommiano può sostenere con un’alimentazione e un’atmosfera difettose di vitamine e di ossigeno? Io non le rivolgo queste domande per ferire i suoi sentimenti, ma nello sforzo di ottenere il miglior aiuto che lei può darci. Se c’è qualcosa che lei può fare, ancor più che restare qui a sostenere il morale di suo figlio facendosi da lui vedere e sentire, la prego di dircelo.»
Il volto di Rich era visibile sullo schermo, dietro quello del drommiano, e Raeker vide che il diplomatico umano annuiva e reprimeva istantaneamente un sorriso di approvazione. Non riuscì a trovare qualcosa da aggiungere a queste parole, e saggiamente rimase in silenzio. Prima che Aminadabarlee trovasse una risposta, comunque, Easy avanzò una perorazione personale.
«Non se la prenda con il dottor Raeker, la prego; ‘Mina e io comprendiamo quello che lui sta facendo, e anche a noi piace Nick.» Raeker si domandò quanto di vero ci fosse in queste parole, sia a proposito delle sue azioni personali, sia a proposito di Nick, che la ragazza aveva potuto sentire solo per un paio d’ore, attraverso l’impianto di comunicazione. Easy, naturalmente, era la figlia di un diplomatico. Raeker aveva appreso da poco tempo che sua madre era morta quando la bambina aveva avuto un anno, e che da allora in poi Easy aveva sempre viaggiato col padre. E pareva che l’istruzione diplomatica, oltre alle sue qualità innate, stesse dando degli ottimi frutti. «Non ha molta importanza che Veloce riesca a trovarci,» proseguì lei. «Cosa potrebbe farci di male, e perché dovrebbe?»
«Ha minacciato di usare il fuoco sulla macchina, se essa non lo avesse seguito,» rispose il drommiano. non del tutto placato. «E se farà la stessa cosa allo scafo in cui vi trovate, se voi non gli direte qualcosa che lui vuole sapere, vi troverete certo nei guai.»
«Ma lui sapeva che Fagin non era in grado di parlare nella sua lingua, e ha avuto una grande pazienza, tentando di insegnargliela durante le tre settimane nelle quali egli è stato in suo potere; perché dovrebbe essere meno paziente con noi? Noi abbiamo tutte le intenzioni di insegnargli quello che sappiamo, e potremo parlargli più facilmente che il dottor Raeker… per lo meno, non ci saranno ritardi.»
Un’esplosione di suoni acuti, emessi dalla voce di Aminadorneldo, seguì la perorazione della ragazza e, presumibilmente, venne in sostegno delle affermazioni di Easy; Aminadabarlee si placò visibilmente. Raeker si domandò quanto sarebbe durato. Almeno, la parte politica della questione era salva, per il momento; tornò a rivolgere la sua attenzione a Tenebra e a Nick.
Quel valoroso aveva di nuovo riportato il suo gruppo verso l’originale punto d’incontro, lasciando due uomini indietro… il gregge era rimasto incustodito per troppo tempo. In quanto a Nick, egli era fermo accanto alla macchina, apparentemente in attesa di commenti e istruzioni. Raeker non aveva nulla da dire a questo riguardo, così coprì il suo imbarazzo rivolgendo a Nick una domanda.
«Che ne dici, Nick? Tornerà indietro? O, per essere più precisi, Veloce verrà con noi?»
«Lo sai bene quanto me.»
«No, invece. Tu hai trascorso un lungo periodo con Veloce e la sua gente; tu lo conosci meglio di tutti noi. Ho fatto bene a giocare sul suo desiderio delle cose che possiamo portargli? Lui voleva ottenere delle cose semplici, come il fuoco: secondo te, era solo perché aveva visto come poterlo usare?»
«Mi sembra probabile,» ammise Nick, «ma non credo che si possa essere sicuri dei pensieri e delle intenzioni di un altro.»
«Neppure io lo credo, anche se alcuni del mio popolo continuano a tentare.» I due si mossero per seguire il resto del gruppo, notando a malapena la breve scossa che fece cadere un buon numero di piante, intorno a loro. Nick raccolse quasi senza pensarci della legna da ardere, durante il tragitto, un’abitudine che da anni avevano preso gli abitanti del vecchio villaggio, quando si erano accorti che le riserve della regione si erano quasi del tutto esaurite. Quando raggiunsero gli altri, le sue quattro braccia erano cariche di ceppi. Questi vennero ammucchiati con gli altri; il gregge fu riunito; e infine Fagin convocò una riunione.
«Avete tutti udito quello che ho detto all’uomo di Veloce a proposito della macchina che è bloccata nei dintorni, con a bordo alcuni membri del mio popolo. Se non la si trova e ripara entro breve tempo, queste persone morranno. Voi sapete quanto me che il salvataggio di coloro che si trovano in pericolo è più importante di qualsiasi altra cosa; e per questa ragione, abbandoneremo ora tutte le altre attività, tranne quelle necessarie a sopravvivere, per cercare insieme questa macchina.
«Vi fornirò una descrizione, la più completa possibile, del luogo in cui essa si trova. Controlleremo su tutte le nostre mappe ogni possibile somiglianza… io vi aiuterò in questo; posso farlo più in fretta… e poi andrete in gruppi di due alla ricerca di tutte le zone più probabili. Se non troveremo nulla, l’operazione cartografica procederà con la più grande rapidità possibile, escludendo tutte le altre attività scientifiche.
«Per il resto della giornata, Betsey e Nick si occuperanno del gregge e del campo; i gruppi di ricerca saranno composti da Oliver e Dorothy, John e Nancy, e Jim e Jane. Non appena le mappe saranno controllate, assegnerò una zona a ciascun gruppo; nel frattempo, farete bene a raccogliere legna per la notte.» Il gruppo si disseminò, obbedientemente.
I geologi della Vindemiatrix dovettero per un certo tempo paragonare, o meglio, tentare di paragonare, la descrizione non troppo completa che Easy aveva fornito sui dintorni del batiscafo, con le mappe già fotografate; alla fine vennero fuori quattro o cinque località probabili, ma nessuna di esse era realmente soddisfacente. Comunque, quando fu stabilita anche una sesta possibilità, Raeker convocò le coppie di esploratori e assegnò a ciascuna coppia due delle zone più probabili. Queste si trovavano tutte in direzione del vecchio villaggio, naturalmente, dato che nei tre anni di applicazione del progetto cartografico le esplorazioni si erano diramate a raggiera da quella posizione. Si trovavano tutti comunque nelle vicinanze della regione nella quale il gruppo di Fagin si trovava attualmente, perché i geologi erano stati grandemente influenzati dalla certezza che, nel corso della notte, il fiume aveva dovuto trasportare il batiscafo verso il mare. Sembrava perciò probabile che un giorno per l’andata, un giorno per l’esplorazione, e un giorno per il ritorno fossero stati sufficienti per il primo passo di questa operazione. Al termine di questo periodo Veloce sarebbe senza dubbio stato di ritorno con i suoi uomini, e la velocità delle ricerche sarebbe aumentata grandemente. Ecco perché Nick era stato tenuto al campo; ci sarebbe stato bisogno di lui, molto verosimilmente, in qualità di interprete.
Le istruzioni vennero ascoltate, le mappe degli abitanti del villaggio vennero confrontate, le armi furono esaminate, e le coppie partirono. Nick e Bestey, in piedi accanto alla macchina, seguirono con lo sguardo la partenza degli esploratori; e, molto lontano, finalmente Raeker lasciò l’osservatorio per usufruire del meritato riposo. I diplomatici restarono svegli, parlando con i rispettivi rampolli che descrivevano gli animali che apparivano di quando in quando davanti al batiscafo. In queste condizioni di relativa calma trascorsero il resto della giornata di bordo, una notte, e una parte del giorno seguente. Mentre le coppie di esploratori avanzavano verso le aree loro assegnate.
Era il ventisettesimo giorno di bordo dopo l’incidente del batiscafo, e il pomeriggio del settimo giorno per quanto riguardava Nick e il suo popolo. I bambini erano comprensibilmente impazienti; entrambi i genitori furono occupatissimi a spiegare loro come fosse vaga la possibilità di essere trovati proprio all’inizio delle ricerche. Durante questa giornata, per lo meno, uomo e drommiano andarono perfettamente d’accordo. Malgrado questa unità di intenti, però, i bambini trascorsero dei periodi sempre più lunghi davanti agli oblò del batiscafo con il passare delle ore, e di quando in quando la stessa Easy riportava alla ribalta l’idea di usare i fari per guidare i ricercatori che potevano essere in arrivo. Suo padre continuò a rammentarle che Raeker aveva sconsigliato l’applicazione di questo espediente; ma alla fine lo stesso biologo ritirò le sue obiezioni.
«Farà partecipare maggiormente alle operazioni i bambini, almeno dal loro punto di vista,» disse, parlando in un angolo al diplomatico. «E in questo momento mi pare che il rischio di essere avvistati dagli uomini di Veloce sia pari alla possibilità di venire trovati dai nostri ricercatori. Lasciamola giocare con i fari.»
Easy, sprizzando felicità da tutti i pori, approfittò liberamente del permesso, e il batiscafo brillò di una luce più vivida di quella del sole… dato che il sole, per gli occhi umani, rappresentava la più completa oscurità… squarciando il giorno di Tenebra. Rich non apprezzò molto questo permesso; gli pareva di incoraggiare la bambina nella sua irragionevole speranza di venire salvata così presto, ed egli temeva molto gli effetti della delusione.
«Ma li ascolti!» brontolò il diplomatico. «Si lanciano delle grida di avvertimento non appena qualcosa si muove nel raggio di mezzo miglio. Se riuscissero a vedere più lontano sarebbe ancora peggio… grazie al cielo si servono dei loro occhi, e non delle fotocellule della macchina. Questo durerà finché non avranno sonno; poi ricominceranno al momento di destarsi…»
«Allora saranno probabilmente sott’acqua,» gli ricordò blandamente Raeker.
«Di nuovo alla deriva, immagino. E allora tutto il mondo crollerà, per loro, a un tratto, e avremo a che fare con una coppia di bambini urlanti che probabilmente cominceranno a schiacciare dei bottoni a destra e a manca nella speranza che un miracolo li riporti a casa.»
«Non posso dire nulla sul drommiano, ma credo che lei stia commettendo una grossa ingiustizia nei riguardi di sua figlia,» replicò Raeker. «Non ho mai saputo molto sui bambini, ma secondo me sua figlia è un caso eccezionale, per la sua età. Anche se lei non si fida, farà bene a non dimostrarglielo.»
«Lo so, e nessuno si fida di lei più di me,» fu la risposta, formulata con voce stanca. «Eppure, è solo una bambina, e molti adulti avrebbero ceduto già da tempo. E riesco a capire quando qualcuno è ai limiti della sopportazione. Provi ad ascoltarli, la prego!»
L’altoparlante stava trasmettendo la voce stridula di Aminadorneldo.
«C’è qualcosa da questa parte, Easy! Vieni a vedere questo.»
«Certo, ‘Mina. Un attimo.» La piccola figura di Easy fu visibile per un istante sullo schermo, mentre la ragazza attraversava la cabina di comando per andare nell’altra sezione del batiscafo. «Probabilmente è un’altra di quelle bestie vegetariane, che sono grosse come la gente di Nick. Ricorda, quelli che vogliamo noi camminano eretti.»
«Questo cammina eretto. Guarda!»
«Dove?» Aminadorneldo doveva avere indicato qualcosa; ci fu un momento di silenzio; poi la voce della ragazza. «Non vedo ancora niente; solo un sacco di arbusti.»
«Sembrava proprio Nick. Si è fermato accanto a quell’arbusto per un istante, e ci ha guardato, e poi se ne è andato. L’ho visto.»
«Bene, se hai ragione, tornerà indietro. Non restiamo qui ad aspettarlo.»
Rich guardò Raeker, e scosse il capo, con aria di sconforto.
«Questo li…» cominciò, ma non andò oltre. La sua frase fu interrotta da un improvviso grido, proveniente dall’altoparlante, e tanto acuto che per un momento né il biologo né il diplomatico furono in grado di dire chi fosse stato ad emetterlo.