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L’enorme striscione era drappeggiato diagonalmente nell’enorme vetrina. Diceva:


CASE
COSTRUITE SU ORDINAZIONE
$ 500 A VANO
VALUTIAMO A PREZZI ALTISSIMI
LA VOSTRA VECCHIA CASA

In vetrina si vedeva una casa di cinque o sei locali, al centro di un giardinetto con prato, piccolo ma realizzato splendidamente. Nel giardino c’era una meridiana e sopra il garage annesso si vedeva una cupola con la banderuola segnavento a forma di anatra in volo. Sull’erba ben tagliata stavano due poltroncine bianche da giardino, e un tavolo bianco rotondo, e sul vialetto scintillava un’auto nuova e lucente.

Ann strinse il braccio di Vickers.

«Entriamo.»

«Dev’essere di questo che stava parlando Crawford,» disse Vickers.

«Tanto, hai tutto il tempo per prendere l’autobus,» disse Ann.

«Andiamo pure. Se quella casa riuscirà a interessarti a sufficienza, nel frattempo non avrai il tempo per mettere in croce me.»

«Se lo ritenessi umanamente possibile, ti prenderei in trappola e ti sposerei.»

«E trasformeresti la mia vita in un inferno.»

«Certamente,» disse Ann, in tono soave. «Per quale altra ragione dovrei sposarti?»

Entrarono, e la porta si chiuse dietro di loro, silenziosamente, smorzando i rumori del traffico: si avviarono sulla moquette verde che simulava un prato.

Un incaricato li vide, e si avvicinò.

«Passavamo di qui per caso,» cominciò Ann, «e abbiamo pensato di entrare a dare un’occhiata. Sembra una casa così bella, e…»

«È una bella casa,» li rassicurò il venditore. «E ha molte caratteristiche speciali.»

«È vero quello che dice lo striscione?» domandò Vickers. «Cinquecento dollari a vano?»

«Me lo chiedono tutti quelli che entrano. Leggono lo striscione, e non ci credono, e così la prima cosa che mi domandano è se veramente vendiamo queste case a cinquecento dollari a vano.»

«Ed è vero?» insisté Vickers.

«Oh, certo,» disse il venditore. «Una casa di cinque vani costa duemilacinquecento dollari, e una di dieci vani cinquemila dollari. Molti, però, inizialmente non sono interessati a una casa di dieci vani.»

«Perché ha detto ’inizialmente’?»

«Be’, vede, le cose stanno così,» disse il venditore. «Questa casa, potremmo dire, cresce. Lei ne compra una di cinque locali, diciamo, e dopo un poco decide che le occorrerebbe una camera in più… e allora arriviamo noi, riprogettiamo la casa, e la facciamo di sei stanze, e così la sua esigenza viene soddisfatta.»

«Ma questo verrà a costare parecchio!» esclamò Ann.

«Oh, no,» disse il venditore. «Le costa soltanto cinquecento dollari per la stanza in più. Il prezzo è fisso.»

«Si tratta di case prefabbricate, vero?» chiese Ann.

«Be’, sì… credo che le si possa definire così, anche se si tratta di una definizione che non rende giustizia alla casa. Vede, quando si dice ’prefabbricata’, si pensa a un edificio messo insieme con pezzi già pronti… qualcosa di provvisorio, di diverso da una vera casa. Invece questo è diverso. In una casa prefabbricata, occorrono da sette a dieci giorni per montare i pezzi… e poi ci si ritrova ad avere soltanto un guscio… niente impianto di riscaldamento, niente camino, niente di niente.»

«A me interessa il particolare della stanza da aggiungere,» disse Vickers. «Se ho capito bene, lei ha detto che se qualcuno la vuole, vi chiama, e voi gli appiccicate la stanza in più.»

Il venditore s’irrigidì leggermente.

«Non proprio, signore. Noi non appiccichiamo niente. Noi riprogettiamo la casa. Ogni volta, la casa è ben progettata e pratica, secondo le più elevate concezioni scientifiche ed estetiche della moderna edilizia. In alcuni casi, aggiungere una stanza significa dover cambiare l’intera casa, ridisporre gli altri ambienti, e così via.

«Naturalmente,» aggiunse, «se lei vuole cambiare in modo radicale, la cosa migliore sarebbe quella di renderci la vecchia casa per prenderne in cambio una nuova. Per questo applichiamo una tariffa dell’uno per cento annuo sul costo originale, più ovviamente la spesa per le stanze aggiunte.»

Poi li guardò, speranzoso:

«Loro hanno già una casa, magari?»

«Una villetta, su, nella valle,» disse Vickers. «Ma non è granché.»

«Quanto potrà valere, secondo lei?»

«Quindici o ventimila dollari, ma non credo che riuscirei a venderla, a questo prezzo.»

«Noi gliene daremmo ventimila,» disse il venditore, «secondo la stima. Posso aggiungere che le nostre stime sono molto generose.»

«Stia a sentire,» disse Vickers. «Io vorrei soltanto una casa di cinque o sei locali. E verrebbe solo duemilacinquecento o tremila dollari…»

«Oh, perfettamente,» rispose il venditore, con calma. «Le pagheremmo la differenza, in contanti.»

Vickers spalancò gli occhi.

«Ma è assurdo! Non ha senso!»

«Certo che ha senso. Noi siamo disposti a pagare all’attuale valore di mercato, sopravvalutato in molti casi, i vecchi edifici esistenti, per introdurre i nostri. Nel suo caso, le pagheremmo la differenza, poi porteremmo via la sua vecchia casa e monteremmo quella nuova. È molto semplice.»

Ann si rivolse a Vickers.

«Su, avanti, ringrazialo dell’offerta e digli che non ci stai. A me sembra un ottimo affare, e quindi, di conseguenza, tu rifiuterai.»

«Signora,» disse il venditore, «temo di non avere capito bene.»

«Non si preoccupi,» spiegò Vickers. «È il suo modo di scherzare.»

«Ah… bene, stavo dicendo che questa casa ha alcune caratteristiche speciali.»

«Continui, la prego,» disse Ann. «Ce ne parli.»

«Con molto piacere, signora. Per esempio, c’è la centrale solare. Loro sanno cos’è, vero?»

Vickers annuì.

«Una centrale elettrica che funziona grazie al sole.»

«Precisamente,» sorrise il venditore. «Tuttavia, questa è molto più efficiente delle solite centrali solari. Non si limita a riscaldare la casa durante l’inverno, ma fornisce anche l’energia elettrica per tutto l’anno. Elimina la necessità di affidarsi a un’azienda elettrica. Potrei aggiungere che produce energia in abbondanza, più di quanto possa essere necessario alle normali esigenze di una famiglia.»

«Una caratteristica molto simpatica,» osservò Ann.

«Inoltre, è completamente attrezzata. Nel prezzo sono compresi un frigorifero, un refrigeratore, una lavatrice, una lavastoviglie, un inceneritore automatico di rifiuti, un tostapane, un ferro da stiro, radio, televisione, ed elettrodomestici vari.»

«E si paga un extra, naturalmente,» disse Vickers.

«Oh, no certo. Lei paga soltanto cinquecento dollari a vano.»

«E i letti?» chiese Ann. «Le sedie, e il resto?»

«Dolente,» disse il venditore, «Al resto del mobilio debbono provvedere loro.»

«C’è una spesa suppletiva,» insisté Vickers, «per la rimozione della vecchia casa e l’installazione di quella nuova?»

Il venditore si eresse in tutta la sua statura e parlò con tranquilla dignità:

«Desidero farle comprendere bene, signore, che questa è un’offerta onesta. Non ci sono clausole nascoste e postille truffaldine. Lei acquista la casa e la paga, o si accorda per pagarla, al prezzo di cinquecento dollari per vano. Noi abbiamo squadre di operai specializzati che portano via la sua vecchia abitazione e montano quella nuova. Tutto questo è incluso nel prezzo. Non ci sono aggiunte. Naturalmente, alcuni acquirenti desiderano cambiare località: c’è chi non è soddisfatto del posto in cui vive, e chi invece desidera semplicemente spostarsi, perché si annoia a rimanere troppo a lungo in un posto. In tal caso, di solito riusciamo a concludere uno scambio accettabile tra la vecchia proprietà e la nuova ubicazione prescelta. Immagino però che lei voglia rimanere dov’è adesso. Mi ha detto che abita nella valle. Un posto molto bello.»

«Be’, non saprei…» disse Vickers.

«Dimenticavo una cosa,» continuò il venditore. «La nostra casa non ha mai bisogno di essere ridipinta. È costruita di un materiale che è dello stesso colore anche all’interno. Un colore che non si sciupa e non sbiadisce mai. Abbiamo una gamma molto vasta di belle combinazioni di colori, e possiamo progettare tonalità diverse, a richiesta del cliente.»

«Non vogliamo approfittare troppo del suo tempo,» disse Vickers. «Vede, non siamo dei veri e propri clienti. Passavamo di qui, e siamo entrati per pura curiosità.»

«Però lei ha una casa?»

«Sì, ho una casa.»

«E noi siamo disposti a cambiargliela con una nuova, e a pagarle una discreta somma.»

«Ho capito,» disse Vickers, «Però…»

«Mi sembra,» disse il venditore, «che dovrebbe essere lei a cercare di convincere me, invece di dover essere io a cercare di convincere lei.»

«Ho una casa, e mi piace. Come posso sapere se una di queste case nuove mi piacerà?»

«Ma, signore…» esclamò il venditore. «Le ho appena detto…»

«Io sono abituato alla mia casa. La conosco, e la casa si è abituata a me. Ci sono attaccato.»

«Jay Vickers!» esclamò Ann. «Non puoi esserti attaccato tanto a una casa in tre anni. A sentirti, si direbbe che sia la tua vecchia dimora avita.»

Vickers era capace di ostinarsi, su un argomento, al di là dei normali limiti accettabili.

«Ma la conosco. La capisco. In sala da pranzo c’è un’asse che cigola, e io ci passo sopra apposta, qualche volta, per sentirla cigolare. E poi c’è una coppia di pettirossi che ha fatto il nido nella vitalba del portico, e in cantina c’è un grillo. L’ho cercato tanto, quel grillo, ma non l’ho mai trovato: era troppo furbo. E adesso non lo toccherei, neanche se potessi, perché fa parte della casa, e…»

Il venditore sorrideva. Pareva perfettamente a suo agio, come se Vickers gli stesse dicendo cose che lui capiva e conosceva, e avesse degli argomenti validi per controbattere.

«In una delle nostre case non avrà mai il fastidio dei grilli. Hanno un repellente per gli insetti incorporato nel materiale da costruzione: una sostanza perfettamente innocua e atossica. Non sarà mai infastidito dalle zanzare o dalle formiche o dai grilli o da cose del genere.»

«Ma quel grillo non mi dà fastidio,» disse Vickers. «Ed è questo che cercavo di spiegarle. Mi è simpatico. Non sono sicuro che mi piacerebbe una casa dove un grillo non potesse vivere. I topi, vede, sono un’altra faccenda.»

«Le assicuro,» dichiarò il venditore, «che in una delle nostre case non avrebbe topi.»

«Non ne avrò più neppure nella mia. Ho chiamato il disinfestatore per sbarazzarmene, e quando rientrerò non ce ne sarà più neanche uno.» Questo gli ricordava qualcosa che aveva detto Joe al mattino, pensò. Qualcosa sui guai che incontrava, perché nessuno aveva bisogno di far disinfestare la propria casa.

«C’è una cosa…» disse Ann al venditore. «Si ricorda tutti gli elettrodomestici che ha nominato… la lavatrice, e il frigorifero, e…»

«Sì, certo.»

«Però non ha parlato della cucina elettrica.»

«Davvero?» fece il venditore. «Ma come ho fatto a dimenticarmene? Certo che viene fornita anche la cucina elettrica!»

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