Loro erano esattamente come lui si aspettava.
Erano seduti davanti all’emporio, sulla panca e sulle casse rovesciate, e lo guardavano a occhi socchiusi, e dicevano: «Peccato per tuo padre, era un così brav’uomo.»
Dicevano: «Dunque scrivi dei libri, adesso. Perdio, un giorno o l’altro dovrò leggerne uno. Non ne ho mai sentito parlare.»
Dicevano: «Vai a casa tua?»
«Questo pomeriggio,» disse Vickers, umilmente.
«È cambiata,» lo avvertirono. «È cambiata parecchio. Adesso non ci abita più nessuno.»
«I campi vanno in malora,» gli dissero. «Non ci si guadagna più niente con la terra. Tutta quella storia dei carboidrati, accidenti a loro. Molti non ce l’hanno più fatta a tenere le loro fattorie. Le banche gliele hanno portate via, oppure hanno dovute venderle per quattro soldi. Molte fattorie, qui in giro, sono state comprate per farci dei pascoli… aggiustano i recinti e ci mettono dentro il bestiame. Non cercano neppure di coltivare la terra. Comprano il bestiame all’ovest e d’estate lo lasciano libero, e poi lo ingrassano per l’autunno.»
«Anche a casa mia è successo lo stesso?»
Quelli annuirono, solennemente.
«Proprio lo stesso, figliolo. Il tizio che l’aveva comprata, dopo che è morto tuo padre, non ce l’ha fatta a mandare avanti.
«Proprio lo stesso, figliolo. Il tizio che l’aveva comprata, dopo che è morto tuo padre, non ce l’ha fatta a mandarla avanti. La terra di tuo padre non è stata la sola. Ce ne sono state tante altre. Ricordi la vecchia tenuta dei Preston, no?»
Vickers annuì
«Be’, è successo lo stesso anche a quella. Proprio la stessa cosa. Eppure era terra buona, ricordi? Una delle migliori. Non c’erano terre migliori in tutta la regione, dico io.»
«Non ci abita più nessuno?»
«Neanche un’anima. Qualcuno ha chiuso con le assi le porte e le finestre. Secondo te, per quale motivo qualcuno avrebbe dovuto prendersi tutto il disturbo di chiudere la casa con delle assi?»
«Non saprei,» disse Vickers.
Il bottegaio uscì fuori, e venne a sedersi sui gradini.
«Dove stai adesso, Jay?» chiese.
«All’est,» disse Vickers.
«Te la passerai bene, immagino.»
«Mangio tutti i giorni.«
«Bene,» disse il bottegaio, «allora non ti va male. Chiunque riesca a mangiare una volta al giorno se la passa bene.»
«Cos’è quell’automobile che hai?» domandò un altro.
«È un nuovo tipo di auto,» spiegò Vickers. «L’ho presa proprio l’altro giorno. Si chiamano Aeterna.»
E loro dissero:
«Che razza di nome da dare a una macchina.»
Dissero: «Immagino che ti sarà costata una barca di soldi.»
Dissero: «Quanti chilometri fa con un litro?»
Lui salì in macchina e se ne andò, attraverso il paesino polveroso, con le vecchie automobili stanche parcheggiate lungo le strade, e la chiesa metodista sulla collina, e i vecchi che camminavano per la via con i bastoni da passeggio e i cani addormentati nella polvere sotto gli arbusti di lillà.