— Dimenticati quei rottinculo! Non sono altro che carne morta! Chi ne ha bisogno?
Non aveva mai visto Brevis in quello stato. Nella sua immagine, Axxter osservò i lineamente eccitati del suo agente. — Io credevo che noi ne avessimo bisogno. Ecco perché li sto cercando.
— Sono patate, ragazzo… capisci quello che ti dico? — Brevis gli agitò la mano davanti alla faccia. — È arrivato il momento. Come ti avevo detto. Davvero un grosso affare. Non dovrai più correre dietro a dei buffoni per racimolare qualche lira. Questo è il grande colpo, Ny… ti avevo detto che sarebbe arrivato anche per te.
Axxter era seduto a gambe incrociate nel suo bivacco e si fregò gli occhi. Che diavolo di modo d’essere svegliato, con Brevis che gli starnazzava dietro in quel modo; be’, almeno quella volta l’agente aveva usato i suoi soldi per comunicare… magra consolazione. E oltretutto stava borbottando qualcosa sull’abbandonare la ricerca dei Violenza, che aveva inseguito per giorni. E proprio quando stava ormai per acciuffarli… ora che li sentiva vicinissimi. — Allora, cosa sarebbe questo grande affare?
Il viso di Brevis divenne più grande, come se riuscisse ad avvicinarsi e entrare nei fili dei servizi di comunicazione dell’edificio. — La Folla ti vuole.
Un attimo di pausa. — Cosa? — Si picchiettò le orecchie: doveva esserci stata un’interferenza. — Hai detto la Folla? Come la tribù dei Folla Devastante?
— Già, già… forza, chi diavolo se no? — Brevis non riusciva a stare fermo, sempre più eccitato. — Ti ho detto che si trattava di un grosso affare.
— Cristo! — Be’, che io sia dannato, come qualcun altro aveva detto di recente. La tribù militare numero due su tutto l’edificio — quella destinata a diventare in breve la numero uno, se le informazioni di Guyer erano corrette. E anche se non fossero diventati i numeri uno, vincendo gli Amalgama che erano dei veri barbari, avrebbero continuato a essere fondamentali per mantenere gli equilibri di potere, protraendo una situazione che durava ormai da un paio di decenni sul Cilindro. Accidenti… Axxter avvertì la parte più ingorda del suo cuore assaporare i possibili guadagni… far parte della Folla, con i suoi enormi conti correnti, i territori controllati, proprietà e collaborazioni con altre tribù, anche se minori… tutte le alleanze, le fedeltà, i matrimoni misti, i tributi, le estorsioni… facevano parte dell’organizzazione che l’Amalgama si era data per mantenere il potere che deteneva ormai da molto tempo. ’Fanculo; al solo pensiero Axxter si sentì stordito. Chi se ne frega di chi sarà il vincitore? Se mai ci sarà un vincitore. Avvicinarsi ai piaceri d’alto bordo, ai soldi… avvicinarsi alla vera e propria fonte, invece di arrabattarsi sulla superficie del Cilindro, dove giungono solo le briciole ormai passate di bocca in bocca. Non sarei più uno stupido libero professionista alla ricerca della grande occasione. Avrei un contratto considerevole; guadagnerei considerevoli somme di denaro per i servigi offerti a una tribù considerevole, proprio come tutti i contraenti considerevoli…
Ma un pensiero lo colpì, strappandolo a quelle piacevoli fantasticherie. — Ehi! — Fissò con sospetto l’immagine di Brevis. — E la DeathPix? Cosa ne è stato di loro? Credevo fossero loro a fare gli innesti per la Folla Devastante.
L’entusiasmo di Brevis vacillò, sostituito da un’espressione più familiare. Alzò con cautela le mani. — Non devi preoccuparti di loro, Ny. Questo affare non ha nulla a che fare con i DeathPix, davvero. Capisci?
— Sì, capisco. — Grazie tante, stronzo. La grande fortuna della Folla Devastante e quel poco che avrebbe potuto ricavarne lui stavano allontanandosi. È questo il tuo grande affare? Interferire negli affari della DeathPix? Scosse il capo. — Grandioso! Riceverai davvero un’ottima commissione per questo affare. Quando i DeathPix manderanno i loro scagnozzi per tagliarmi i coglioni, dirò loro di tagliarne solo il novanta per cento e di prendere il resto da te. D’accordo?
— Ny… dai! — La voce non era più così sicura. — Tu sei mio cliente. Ti combinerei qualcosa del genere?
— No, non credo che tu riesca a combinare. Tu sei solo uno stupido stronzo che non sa quello che sta facendo. Cristo! — Non poteva crederci. Tutti sapevano che era una follia intromettersi negli affari della DeathPix, una follia vicinissima al suicidio. Tutti i grafici liberi professionisti lo sapevano: era un’informazione che i più anziani erano felici di tramandare ai giovani, completa di descrizioni minuziose su ciò che era accaduto a quelli che erano stati tanto stupidi da cedere alla tentazione. E malgrado le inevitabili esagerazioni, quei racconti racchiudevano la verità: i DeathPix non erano i tipi da farsi fottere. Avevano l’arroganza del potere e lavoravano tranquillamente sia per la Folla che per l’Amalgama e chiunque altro potesse permettersi le loro tariffe. La DeathPix era un’organizzazione potente e i suoi guadagni erano di gran lunga superiori a quelli delle tribù di serie B, tanto da essere considerata lei stessa una tribù. Ma non era affatto divertente; la sua tetra gerarchia aveva allontanato da Axxter l’idea di accettare il lavoro che gli avevano offerto. Non sarebbe certo stato un lavoro “liberatorio”: si sarebbe trattato di una triste prigione invece di un’altra. Avrebbe guadagnato qualche soldo e forse sarebbe salito di qualche gradino nella scala gerarchica prima di morire. Quando aveva rifiutato il lavoro, rendendo il contratto al reclutatore della DeathPix, aveva pensato che sarebbe stato meglio morire di fame in qualche settore desolato dell’edificio, piuttosto che fare una vita come quella. Da allora, aveva spesso ripensato a quella decisione e ora non ne era più tanto sicuro.
— Ny, credimi. So a cosa stai pensando, ma non è così. — Brevis, con calma, elaborò la sua strategia. — Non sto cercando di convincerti a intrometterti negli affari della DeathPix e farti rompere il culo. È qualcosa di molto diverso. E su cui non devi aprire il becco con nessuno. D’accordo? Mi hai capito bene?
Segreti, nientemeno. — È meglio che sia davvero buono.
— Promesso. — La voce di Brevis si abbassò e assunse un tono confidenziale. — Ci sono grandi cambiamenti in vista. Intendo davvero grandi. La Folla Devastante sta pensando di scaricare la DeathPix. Vuole proprio buttarli fuori dalla finestra. — Si appoggiò al suo schienale, osservando la reazione di Axxter.
Sinceramente impressionato: Axxter si morse le labbra e fece un respiro profondo. Santo Dio, forse Guyer ha ragione quando parla di rivoluzione nell’aria. Davvero grandi cambiamenti. Se non un vero capovolgimento ai vertici del potere sul Cilindro — quello che Guyer con la sua fede messianica aveva intravisto — era comunque un cambiamento fondamentale nei legami organizzativi tra la Folla e l’Amalgama. Come se una delle due avesse deciso di cambiare l’intero stile di vita del Cilindro. Grandi cambiamenti; Axxter continuava a rimuginarci. E un sacco di soldi. Un enorme mucchio di soldi, che non sarebbe più passato direttamente dalla Folla ai conti correnti della DeathPix. Axxter immaginò una sfera dorata che si muoveva a spirale, illuminando con calda radianza tutte le facce dell’edificio, come un nuovo, inquietante sole. Quando qualcosa di enorme sfuggiva alle mani che l’avevano tenuto stretto per tanto tempo, molti erano i frammenti che volavano via, pronti a essere afferrati dai più piccoli e veloci. Ecco cosa significavano quei grandi cambiamenti.
Eppure… Devi essere prudente. Non può essere una cosa tanto semplice. — Perché la Folla Devastante vorrebbe liberarsi della DeathPix? — Una domanda logica; quell’organizzazione aveva delle risorse per gli innesti che nessun altro possedeva: strumenti, progettisti, tecnici e scagnozzi per terrorizzare la concorrenza. E poi anni di esperienza; era difficile ottenere la stessa qualità da altre parti. C’erano buone ragioni per cui le tariffe della DeathPix erano così alte.
Brevis scosse le spalle. — Vuoi sapere la mia ipotesi?
— No, non voglio sapere la tua dannata ipotesi. Voglio quello che sai di preciso.
— D’accordo, Ny; ma se ti lasci scappare anche solo una parola di quello che sto per dirti, nessuno di noi due avrà più bisogno di preoccuparsi per i propri coglioni. Capito bene?
— Sì, sì. — Axxter cambiò posizione nella cintura. Quelle chiacchiere misteriose erano durate un sacco di tempo e nel frattempo gli erano venuti i crampi alle gambe. — Muoviti a parlare.
La voce di Brevis suonava metallica. — Questo è l’affare, Ny. La Folla Devastante sta per fare la sua mossa. Finalmente! Era tempo che la stavano preparando e ora finalmente l’avrebbero giocata. Non oggi, né domani; non questa settimana o il mese prossimo. Non quest’anno e forse nemmeno il prossimo, ma la ruota è in moto oramai, Ny. Il processo è cominciato; pensano che sia arrivato il momento di andare diretti alla cima. Hanno i numeri; hanno le alleanze… ragazzi, hanno alleanze segrete a cui nessuno potrebbe credere senza vederle con i propri occhi. Forse saranno in grado di detronizzare l’Atroce Amalgama dai livelli più alti o forse si bruceranno nel tentativo di farlo. Ma il momento è arrivato. Ecco tutto.
Il momento è arrivato. Quella dannata Guyer. Axxter doveva chinare il capo in ammirazione davanti a lei. Lei sapeva. Nell’aria c’era qualcosa che la donna aveva annusato con i suoi sensi finissimi. Le era bastato tirar fuori la lingua ed era riuscita ad assaporare le molecole insurrezionali che correvano insieme al vento lungo la superficie dell’edificio. Senza dimenticare tutte le chiacchiere e i pettegolezzi intimi che si è portati a fare a una persona che fa il suo lavoro. In un modo o nell’altro, comunque, lei sapeva quello che c’era nell’aria e glielo aveva raccontato. Eppure…
— Bene… fin qui tutto bene. Immagino che vogliano più potere per loro — Axxter studiò l’immagine dell’altro per scorgere qualsiasi espressione che potesse fargli intuire qualcos’altro. — Ma cosa c’entro io con tutto questo?
— Ci sto arrivando. Questo è l’affare: la Massa vuole fare due cose per prepararsi alla grande offensiva. Vogliono rinnovare del tutto la loro immagine: le insegne di rango, le decorazioni dei trofei, le icone, insomma ogni cosa. Vogliono che siano ridisegnati da capo a piedi. E vogliono evitare che anche solo una minima parte del loro piano giunga fino all’Amalgama: quando sferreranno l’attacco le nuove insegne militari dovranno cogliere di sorpresa sia loro che i loro alleati. È chiaro adesso?
Axxter si grattò il viso. — Non lo so… non capisco perché la Folla dovrebbe voler eliminare la DeathPix. Ammesso che sia davvero quello che vogliono. La DeathPix può fare magnificamente questo lavoro di rinnovamento grafico; Cristo, gliel’avranno già fatto tre o quattro volte! — Quando stava lavorando e risparmiando il più possibile per diventare un libero professionista, aveva studiato attentamente ogni nuovo lavoro di innesto, in modo da saperne il più possibile. Era importante conoscere quello che era già stato fatto in precedenza ed essere quindi in grado di presentare idee personali e originali; inoltre non era stata una ricerca costosa, se si eccettua la tariffa del Sindacato delle Comunicazioni che lo metteva in contatto con gli archivi dei copyright delle alte sfere. Alcuni lavori di rinnovamento grafico della DeathPix per la Folla Devastante erano considerati dei classici, grandi avanzamenti concettuali nell’arte degli innesti… questo dieci anni prima: l’icona del “Mangiatore Emofiliaco” era stato il primo lavoro in cui si erano usati subliminali ottici a fasi mobili; solo questo era bastato a far convogliare i Coltelli di Dio, una delle tribù-chiave nelle alleanze di potere, all’interno della Folla. L’Amalgama avava dovuto rinnovare tutte le sue insegne per non perdere altri appoggi. La DeathPix era stata la vera vincitrice di quella schermaglia artistica e aveva fatto pagare a entrambe le parti parcelle salatissime, che avevano ulteriormente cementato la loro reputazione. Quindi perché qualunque tribù che si potesse permettere di pagarlo, avrebbe dovuto volersi liberare di un simile impresario? Il meglio in assoluto… davvero non riusciva a capirlo.
Brevis scosse il capo. — Sono superati, Ny. Cos’hanno fatto recentemente, se non la solita vecchia merda? La Folla Devastante vuole sangue fresco. Vogliono qualcosa che non si sia mai visto in giro prima.
— Già, be’… forse. — Malgrado non volesse, sentì un leggero brivido d’eccitazione penetrare le sue scettiche difese. Avrebbe dovuto essere una cosa selvaggia… Qualcuno dei lavori che aveva in archivio, quelli su cui aveva lavorato e rilavorato, facendo in modo che ogni linea e ogni effetto fossero perfetti, in attesa del giorno in cui… Qualcosa di totalmente folle. Forse il momento era davvero arrivato. — E cosa mi dici del resto? Del fatto che la Folla Devastante non vuole che questo trapeli fino all’Amalgama?
— Esatto. — La voce di Brevis si alzò, alimentando l’interesse che aveva scorto nel suo cliente. — È top-secret, Ny. Davvero segretissimo.
Quella era la parte che suonava strana… e falsa. E lo infastidiva. — Io credo che qualcuno ti abbia fatto imparare la lezione a memoria, Brev. Non ha senso. La Folla Devastante crede che la DeathPix abbia fatto il doppio gioco con loro? Che abbia venduto informazioni confidenziali all’Amalgama? Non ci credo. Perché mai la DP dovrebbe rischiare di perdere un simile cliente? Senza considerare le storie sulle varie vendette della Folla: questa gente ama dare esempi di quello che succede a chi sgarra con loro. Inoltre, se la DeathPix sopravvivesse alla vendetta, il suo mercato monetario verrebbe ridotto almeno della metà; senza la concorrenza della Folla, l’Amalgama potrebbe avere i suoi lavori per due soldi. E in una situazione simile dovrebbero scordarsi la possibilità di acquistare nuovi clienti. — Scosse il capo. — Non capisco, vecchio mio. La DeathPix fa una vita troppo dolce per fottersela facendo il doppio gioco.
Brevis sorrise. Un sorriso soddisfatto e traboccante di autostima. — Vero, vero; la DeathPix non vorrebbe mai giocarsi un simile affare. Ma tu dimentichi una cosa… la DeathPix è una compagnia pubblicitaria sulle cui azioni si investe. Compare nella mia lunga lista; Cristo, anch’io ho qualcuna delle sue azioni. Per ora sono solide, anche se potrebbero non esserlo più a lungo, quando qui incomincerà a volare merda. Ma anche loro devono presentare dei rapporti trimestrali alla Commissione Commercio e chiunque può leggerli; basta chiamare la Commissione e richiederne una copia. Non sono informazioni segrete. Quei rapporti includono i guadagni di corporazione, Ny. È qui che si sono involontariamente traditi. La DeathPix può anche aver fatto un lavoro completo di rinnovamento per la Folla Devastante in passato, ma mai in una volta sola. E mai legato al tipo di offensiva che stanno per lanciare. Se i soldi che dovrebbero pagare alla DeathPix per un lavoro di tale portata comparissero su quei rapporti, allora l’Amalgama intuirebbe immediatamente cosa c’è in ballo. E sarebbe la fine del fattore sorpresa per la Folla. Hai capito adesso, Ny?
Capito. Tolse lo sguardo dal muro e da quell’immagine, lasciando che la luce del mattino illuminasse il suo agente come fosse un fantasma. In lontananza scorse una puntino nero che fluttuava, come un granello di polvere attaccato al suo occhio. Sbatté le palpebre, ma il granello era ancora lì. Non ci pensò, preso com’era dalle parole di Brevis. Capito? Pensava di sì. Avrebbe dovuto trattarsi di qualche cosa selvaggia… Aspettava solo l’opportunità di poterla tirar fuori dai suoi archivi e proporla a qualcuno, per poi metterla sulla pelle e sulle armature dei guerrieri della… Folla Devastante? Sarebbe stato carino. I miei innesti per la Grande Offensiva che avrebbe sfidato l’Amalgama. Sarebbe stato proprio bello. Il momento è arrivato. Forse lo era davvero.
La voce di Brevis s’intromise, più eccitata che mai. — Capisci perché la Folla Devastante vuole qualcuno piccolo per questo progetto? Vogliono un unico titolare che non debba fare rapporto sul proprio commercio. Qualcuno che non debba aver nessun contatto con la Commissione Commercio. Hanno bisogno di un libero professionista.
— Uhm — Bene, ogni cosa stava cominciando ad aver senso, anche se faceva un po’ paura. Questo era quello che la Folla avrebbe desiderato. — Ma perché proprio me?
— Cristo, Ny! — Brevis si prese la faccia tra le mani, come per impedirle di esplodere. — Mi stai facendo impazzire. Non hai proprio fiducia in te stesso, ragazzo. Vogliono te perché sei in gamba. Tu hai il tipo di materiale che vogliono.
— Hanno mai visto uno dei miei lavori, prima?
— Ricordi le insegne che hai fatto lo scorso anno per quella piccola tribù… come diavolo si chiamano? I… uhm, la Squadra degli Arrabbiati, o qualcosa del genere. Te li ricordi?
Molto bene e con un po’ di rimpianto. Aveva davvero fatto un buon lavoro per quei ragazzi; tempo e fatica. Erano in dodici in tutto e ognuno voleva qualche segno distintivo e grandioso, del tutto inutile, considerati i loro metodi operativi frenetici e scoordinati. Però era stato contento di lavorare per loro, come se fossero tra le tribù più abili: erano impazziti per le solite aquile artigliate e i serpenti velenosi che aveva creato, ma non si erano nemmeno accorti della metallina nera più sottile su sfondo lucido: erano dettagli raffinati, i denti dentro le cornee… minuscole capocchie di spillo che, al ritmo del battito cardiaco, si muovevano di un millimetro dentro e fuori quelle scintillanti cavità. Aveva dovuto collegare dei nodi sensori tra i biofogli innestati e la vena giugulare e aveva dovuto creare cavità di risposta per modificare il segnale che animava le immagini. Era stato un lavoro d’alta classe; poteva richiamare le immagini dal proprio archivio molto chiaramente. Un lavoro troppo buono per quegli zotici: come gettare perle ai porci. Oltre tutto non aveva mai più visto denaro da loro. — A proposito, cos’è successo a quei ragazzi? — Alla fine aveva cancellato l’ordine al Consorzio della Piccola Luna, facendo eliminare i segnali che creavano le immagini e le facevano muovere.
Brevis scosse le spalle. — Già, be’… avevano cominciato forte, ma non hanno concluso niente. Sono stati assorbiti dalla Folla Devastante…
— Cosa? E dov’è la mia percentuale sul bonus di reclutamento? Fa parte del contratto!
Brevis fece una smorfia. — Non è stato proprio così, Ny. Più che altro, si può dire che sono stati… inghiottiti dalla Folla. Capisci?
Axxter sospirò, voltando gli occhi al cielo. Capiva. Maledette sanguisughe.
— Comunque — proseguì Brevis — è così che la Folla Devastante ha avuto modo di vedere il tuo materiale. E gli è piaciuto. Non ne sono certo, ma è anche possibile che… sai… l’abbiano pelato di dosso a quei ragazzi e se lo siano tenuti, almeno fino a quando il segnale animatore non è stato cancellato. La tua firma e il copyright erano là sopra; loro hanno scoperto chi fosse il tuo agente e mi hanno contattato. Segretissimamente. Se non prenderemo al volo questo affare — e io spero che tu non sia un simile idiota, Ny — sarà bene che ci cuciamo la bocca. Capisci cosa voglio dire?
— Già, già, certo — Axxter annuì, perso nei suoi pensieri. Se tutto quello che gli aveva detto era vero, si trattava di un’incredibile opportunità, dell’ordine della differenza tra orizzontale e verticale. Dentro o fuori. O, più precisamente, tra l’aver soldi e l’essere a bolletta. Il ricordo di una porta sbattuta contro il suo naso quando era incorporeo; quello non sarebbe mai più successo. I soldi possono tutto.
— Ny… Ny, cos’hai intenzione di fare?
La voce supplichevole risuonava in lontananza nelle sue orecchie, ma era facile ignorarla. Ce n’era una molto più forte che ripeteva: Il momento è arrivato.
— D’accordo. — E tirò il fiato con la schiena appoggiata alla cintura di sicurezza. — Mi hai convinto; lanciamoci. Dimmi solo dove devo andare. — Con una veloce occhiata, inserì la trascrizione del messaggio, giusto per essere certo di avere tutte le istruzioni che il suo agente gli comunicasse. Il suo cervello era ancora troppo confuso per poter essere sicuro che si sarebbe ricordato ogni cosa.
— Sapevo di poter contare su di te, Ny. Credimi, non te ne pentirai — Brevis sorrise e gli fece l’occhiolino. — Stai a sentire. La Folla Devastante vuol vedere cosa sai fare su loro commissione, per esser certi di aver fatto la scelta giusta prima di affidarti tutto il lavoro. Siccome il lavoro è tanto corposo, e implica il totale rinnovamento delle insegne per tutta la tribù e gli alleati, dovranno probabilmente assumere altri professionisti e formare una squadra. Ma tu sarai il responsabile di tutto. Ti piace l’idea?
Axxter annuì, lasciando che la voce dell’agente scivolasse al di là della sua coscienza. Finché Brevis non scomparve con un sorriso radioso e il video tornò a essere bianco. Axxter guardò in quella direzione per qualche altro minuto prima di cambiare posizione.
La Norton si era fermata vicino alla cintura del bivacco; dopo il suo raccolto notturno, ora la conversione della vegetazione in carburante faceva strani gorgoglii meccanici. Le corde che ancoravano la cintura scricchiolarono quando Axxter si alzò per caricare la sua roba nel sidecar.
Addio a tutto questo; grazie a Dio. Dopo aver sistemato ogni cosa, si mise a cavalcioni sul sellino, appoggiandosi al manubrio per alzarsi ogni tanto e guardarsi intorno. Non avrebbe più dovuto scorrazzare per quei settori devastati in cerca di affari: e non ne avrebbe certo sentito la mancanza. Anche se quell’ultima spedizione era stata una specie di “stagione delle meraviglie”, sia spiacevoli, che stupende. La zona devastata, il, metallo lacerato e accartocciato del muro divelto, il terribile odore di bruciato che c’era all’interno, tutti quei ricordi scivolarono via, senza sforzi da parte sua. Ma Axxter aveva in mente un’altra cosa bruciata… ed era più piacevole pensare a lei. Se si doveva affrontare tutto quello per incontrare un angelo, forse ne valeva la pena. Almeno per un po’ di tempo.
Guardò il cielo e vide di nuovo quel minuscolo puntino. Più grande questa volta; poteva quasi riconoscerlo. Prese la telecamera e zumò sull’oggetto.
L’angelo Lahft si muoveva nel cielo. Sapeva che era lei anche prima di metterla a fuoco e vedere il suo viso; il biofoglio con cui le aveva riparato la membrana brillava attraverso la lente, ancora più splendente della sua pelle luminosa.
Rimise via la telecamera e diede gas al motore della Norton, facendole disegnare un ampio cerchio, con le corde che si agganciavano e sganciavano dal muro, puntando verso nord. E sforzandosi di non guardare da nessun’altra parte, se non verso la sua destinazione.