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Un amico vecchio e stimato era andato a far visita al procuratore generale. Erano stati compagni di stanza a Harvard, e anche dopo il termine degli studi si erano sempre frequentati. Reilly Douglas sapeva di dovere in buona parte il posto che occupava ai buoni uffici e probabilmente anche alle pressioni politiche di Clinton Chapman, il quale era a capo di uno dei più prestigiosi complessi industriali della nazione, e contribuiva generosamente ai fondi del partito.

— So che in questo momento avrai da fare fin sopra i capelli — disse Chapman a Douglas — e perciò farò in modo di non farti sprecare troppo tempo.

— Che piacere vedere una faccia amica! — esclamò Douglas. — Non ti nascondo che non so da che parte rigirarmi. Per adesso, è vero, non siamo ancora entrati in azione, ma la situazione sta precipitando. Il Presidente ha creduto sulla parola a tutta la storia dei viaggi nel tempo, e se anche devo ammettere che nemmeno io riesco a trovare un’altra spiegazione, tuttavia mi pare che dovremmo approfondire un po’ la faccenda, prima di prendere tutto per oro colato.

— Sono d’accordo con te, logico… ma non del tutto. Questo pomeriggio ho convocato alcuni dei miei fisici. Sai che, fra le tante cose, abbiamo anche degli attrezzatissimi laboratori di ricerca scientifica. Be’, come dicevo, ho parlato con qualcuno dei fisici, e abbiamo approfondito la questione dei tunnel temporali…

— E ti hanno detto che i viaggi nel tempo sono impossibili.

— Non proprio — continuò Chapman. — Non è che abbiano detto che sono possibili, almeno allo stato attuale delle cose, però hanno aggiunto una cosa che non ha mancato di sorprendermi. Il problema della direzione in cui scorre il tempo, e perché scorre, è soggetto di studi e discussioni ad altissimo livello da parecchi anni. Hanno detto un mucchio di cose che non ho capito, servendosi di termini che non avevo mai sentito, come frecce temporali e condizioni restrittive. Mi pare di aver capito che le frecce temporali possono essere considerate sotto diversi punti di vista: statistico, biologico, termodinamico, e altri che non ricordo. Hanno alluso al principio del ritardo d’onda e di casualità, e discusso a lungo sulle equazioni di campo simmetrico temporale, finché non hanno concluso dichiarando che, se oggi come oggi, in base alle cognizioni e ai dati scientifici di cui disponiamo, sembra impossibile poter viaggiare nel tempo, non è detto che in un domani non ci si riesca. Pare che la porta sia appena socchiusa, per adesso, ma potrà arrivare qualcuno capace di spalancarla.

— Vuoi dire che fra qualche secolo…

— Credo proprio di sì. Hanno cercato di spiegarmi come potrebbe essere possibile, ma non ci ho capito niente. Mi mancano le basi. Gli scienziati hanno un gergo tutto particolare che per gente come me e te è una lingua straniera di cui ignoravamo perfino l’esistenza.

— Allora potrebbe essere vero — disse Douglas. — E dato quello che sta succedendo, è chiaro che è vero. Pare che non ci siano altre spiegazioni, ma secondo me non ci dovremmo muovere finché non saremo matematicamente sicuri che è vero. Aggiungerò che, se non riesco a trovare altre spiegazioni accettabili, tuttavia mi riesce difficile crederci.

— Ma il governo che misure intende prendere? — volle sapere Chapman. — Ho sentito che progettano di costruire altri tunnel per rimandare ancora più indietro nel tempo la gente del futuro. Hai idea di quanto costerà? Del tempo che ci vorrà? O…

— Nessuno ne ha la minima idea, però, se è una cosa fattibile, la si farà — rispose Douglas. — Non possiamo tener qui tutta quella gente. Dobbiamo far qualcosa per sbarazzarcene.

— Io credo che costerà una somma spropositata — disse Chapman. — E la gente protesterà. I contribuenti non saranno molto entusiasti di dover scucire quattrini. Perché immagino che verranno promulgate delle tasse speciali.

— Tu vuoi arrivare a qualcosa, Clint.

— Hai indovinato.

— Sei sempre stato un buon giocatore.

— Costerà un mucchio di soldi — ripeté Chapman.

— Soldi dei contribuenti — disse Douglas.

— Esatto. E questo può significare che l’anno venturo saremo battuti alle elezioni. Sai che sono sempre stato piuttosto generoso nel contribuire alle campagne elettorali e che ho chiesto pochissimo in cambio. Neanche adesso chiedo favori, ma vorrei che il mio contributo non servisse solo al partito, ma a tutto il Paese.

— Molto generoso da parte tua — commentò Douglas non del tutto soddisfatto della piega che stava prendendo il discorso.

— Naturalmente mi occorrono cifre e dati — disse Chapman — ma a meno che il costo sia troppo elevato per le mie disponibilità, credo che mi assumerei volentieri l’onere della fabbricazione dei tunnel. Posto, ovviamente, che sia una cosa realizzabile.

— In cambio?

— In cambio vorrei la licenza esclusiva per la fabbricazione e la gestione dei tunnel, in avvenire.

— Non so se sia possibile — ribatté Douglas. — Ci sono disposizioni legali, restrizioni. E poi si tratta di una questione internazionale…

— Se ti ci metti di buona volontà troverai di sicuro il modo di sormontare gli ostacoli. Ne sono sicuro. Sei molto in gamba, come avvocato.

— Scusa, non capisco perché tu ci tenga tanto all’esclusiva.

— Quando tutto questo pandemonio sarà finito — spiegò Chapman — la gente non potrà fare a meno di continuare a pensare ai viaggi nel tempo. Sarà un nuovo modo di viaggiare. Un modo per poter vedere posti che altrimenti restano proibiti.

— Ma è pazzesco.

— Non quanto pensi. Immagina cosa non sarebbe disposto a pagare un cacciatore pur di poter andare a caccia nella preistoria, per esempio. Le università manderebbero squadre di scienziati nel periodo dei grandi rettili per fotografare e studiare i dinosauri. Gli storici venderebbero l’anima per andare a osservare coi loro occhi quello che realmente accadde all’assedio di Troia…

— E la chiesa — aggiunse con una punta di sarcasmo Douglas — pagherebbe un occhio della testa per poter avere un posto di prima fila alla Crocifissione.

— Credo proprio di sì — convenne Chapman. — Naturalmente bisognerà usare molte precauzioni per evitare che il corso della storia venga modificato, però…

— Non funziona — tagliò corto Douglas. — Hanno detto che i viaggi nel tempo sono possibili solo in una direzione, cioè nel passato. Una volta tornati indietro, non si può andare nel futuro.

— Ho i miei dubbi — disse Chapman. — Cioè, non dubito che vi abbiano detto che le cose stanno così, e forse è anche vero, ma solo oggi. I fisici mi hanno assicurato che, se fosse possibile viaggiare nel tempo, la direzione non avrebbe importanza. Avanti o indietro sarebbe lo stesso. Lo hanno affermato con sicurezza. È assurdo, hanno detto, che il viaggio sia possibile in una sola direzione. Se si può andare nel passato, si può andare anche nel futuro, che, anzi, pare la direzione più facile.

— Clint, non posso prendere in considerazione la tua proposta.

— Pensaci. Guarda come si mettono le cose. Puoi tenermi informato. E, se si concluderà qualcosa, sta’ sicuro che non resterai a bocca asciutta.

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