Epilogo

Non vi sono fini, se non con la morte, solo pause per prender fiato, e nuovi inizi. Sempre, nuovi inizi… è la ragione per cui il mondo è sempre più affollato, capisci. Pertanto ricorda, ora: non esistono fini, soltanto inizi. Ecco, è semplice vero? E anche elegante.

Tharghin «Trestivali» Ammatar, Discorsi di un rispettabile saggio.

Anno dell’Elmo Perduto

Elminster tornò fluttuando da un luogo lontano, e si ritrovò nudo, sdraiato su una lastra di pietra fredda, le membra fumanti. Quando le ultime nebbie grigie si dissiparono, sollevò la testa e guardò in basso. Il suo corpo era immutato, senza alcun segno. Un’ombra calò sopra di lui, e il giovane voltò la testa. Mystra si inginocchiò su di lui, nuda e magnifica. Elminster le prese una mano e gliela baciò.

«Grazie», esclamò con voce rauca. «Spero di servirti a dovere».

«Molti hanno detto ciò», rispose Mystra con una nota di tristezza, «e alcuni l’hanno persino creduto».

Poi sorrise e gli accarezzò il braccio. «Sappi, Elminster, che credo in te più che mai. Mi sentii strappare l’incantesimo della Spada del Leone dal fuoco di un drago, quel giorno in cui Undarl ha distrutto Heldon, e accorsi a vedere ciò che stava accadendo. Vidi un giovinetto giurare vendetta contro tutti i maghi crudeli e la magia che esercitavano. Un uomo dalla grande intelligenza e dall’animo gentile e forte, che avrebbe potuto diventare potente. Pertanto vegliai su di lui mentre cresceva, e mi piacquero le sue scelte, e ciò che stava diventando… fino al giorno in cui venne a sfidarmi nel tempio, come sapevo che alla fine avrebbe fatto. E là ebbe il coraggio e la saggezza di dibattere con me l’etica della magia – ed El, uomo amorevole, mi hai deliziato, mi hai sorpreso, e mi hai reso felice oltre ogni mia speranza e aspettativa».

Si guardarono negli occhi, ed Elminster seppe che non avrebbe dimenticato quello sguardo profondo e calmo, d’amore e di saggezza, neanche dopo mille anni.

Poi Mystra abbozzò un sorriso e si chinò a baciargli il naso, sfiorandogli il viso e il petto con i suoi lunghi capelli. El respirò per un attimo il suo profumo speziato e tremò nuovamente di desiderio, ma Mystra sollevò la testa e guardò a sud-est. «Ho bisogno che tu vada a Cormanthor e impari i rudimenti della magia», esclamò dolcemente.

Elminster sollevò un sopracciglio. «“I rudimenti della magia”? E che cosa ho fatto fin’ora?»

Mystra lo guardò e sorrise brevemente. «Anche sapendo ciò che sono, osi parlarmi in questo modo: ti amo per questo, El».

«Non ciò che sei, Signora», osò sussurrare Elminster, «ma chi sei».

Il volto di Mystra venne illuminato da un sorriso e la dea continuò: «Potere, sì, ma senza disciplina o vera percezione delle forze che crei. Cavalca verso sud-est, fino alla città elfa di Cormanthor… avranno bisogno di te fra qualche tempo. Diventa apprendista di qualsiasi arcimago ti accetti».

«Sì, Signora», rispose con un po’ di ansia El, sedendosi. «Sarà difficile trovare la città?»

«Non con la mia guida», affermò Mystra con un sorriso, «tuttavia, non avere fretta di andartene. Siedi con me questa notte e parliamo. Ho molte cose da dirti… e persino gli dei soffrono di solitudine».

Elminster annuì. «Starò sveglio finché potrò!»

Mystra sorrise nuovamente. «Non avrai più bisogno di dormire», gli rivelò teneramente, con una vena di tristezza, e fece un gesto complicato.

Un momento dopo, una bottiglia polverosa era in mezzo a loro. Ne pulì il collo con una mano, tolse il turacciolo con i denti, come la cameriera di una taverna, ne bevve un sorso e gliela passò.

«Oblio blu», esclamò, mentre Elminster assaporava il nettare fresco che gli aveva offerto. «Da certe tombe di Netheril».

Elminster inarcò le sopracciglia. «Inizia», le intimò seccamente, e poi avvampò nel mezzo della sua risata tintinnante.

Un suono di cui fece spesso tesoro nei lunghi anni che seguirono…


E cosi accadde che Elminster venne guidato a Cormanthor, Le Torri del Canto, dove Eltargrim era Re. Dimorò in quel luogo per dodici e più estati, studiando con molti maghi potenti, imparando a sentire la magia, e apprendendo come poteva essere piegata e orientata a suo piacimento. Rivelò a pochi i suoi veri poteri – ma si dice che quando si tenne il Mythal, e Cormanthor divenne Myth Drannor, Elminster fu tra coloro che inventarono ed esercitarono quella magia potente. Iniziò così la lunga storia delle vicende di Elminster «Il grande viaggiatore».

Antarn il Saggio, da La grande storia sulla potenza di arcimaghi faerûniani. Pubblicato intorno all’Anno del Bordone

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