EPILOGO

Al cantar del gallo s’è consunto.

Quel dì che sempre annuncia la stagione

Quando il natal del Redentor fa festa,

L’uccello dell’alba canta la notte intera;

E, dicono, spettro non si può aggirare;

Le notti son salubri; nessun pianeta agisce,

Malia non attecchisce, nessuna strega incanta,

Talmente sacro e pien di grazia è il tempo.

— William Shakespeare


Camminarono per ore, evitando le strade più frequentate e meglio tenute a causa delle bande di soldati a cavallo, muniti di torce, che, a quanto pareva, galoppavano avanti e indietro per Spanish Town. Shandy guidò Beth lungo bassi muretti di pietra e stretti sentieri e fra file di canne da zucchero. Due volte i cani latrarono al loro indirizzo, ma entrambe le volte Shandy fu capace di zittire l’allarme facendo increspare la brezza e fischiando una certa canzone. Non era in grado di trattare altrettanto facilmente con le zanzare, tuttavia, e dovette ovviare strofinando il fango sulla sua faccia e su quella di Beth. Poteva stabilire la direzione e anche dedurre con una certa accuratezza l’ora studiando il cielo ogni qualvolta il loro percorso non era sovrastato dalla vegetazione… ma non gettò via la bussola che aveva comprato quel pomeriggio, anche se era un peso scomodo e ingombrante nella tasca della sua giacca.

Diverse volte Beth parve avanzare come una sonnambula, e avrebbe puntato direttamente verso gli alberi se lui non l’avesse presa con premura per mano. E per un tratto si addormentò del tutto, e lui dovette trasportarla, con invidia, fra le braccia; ma fu sveglia e lucida per la maggior parte del tragitto, e lei e Shandy riempirono le lunghe miglia conversando a bassa voce. Lei gli parlò degli anni trascorsi in un convento scozzese, e lui le descrisse i viaggi con suo padre e le marionette. Lei gli chiese di Ann Bonny con un tono talmente casuale che lui sentì il cuore battergli forte nel petto. Ebbro per lo sfinimento e la felicità, si permise di rispondere alla domanda con un lungo monologo disarticolato che non si preoccupò neppure di ascoltare… ebbe una vaga consapevolezza che esso riguardasse l’amore e la perdita e la maturità e la morte e la nascita e il resto delle loro vite. Qualsiasi cosa avesse detto, lei non parve dispiaciuta; e anche se non si trovava in una fase di sonnambulismo lui le prese la mano.

Continuarono ad avanzare verso sud, e quando lui giudicò che fossero quasi le tre del mattino giunsero all’estremità sabbiosa di uno dei sentieri della giungla che stavano seguendo, uscirono dal riparo delle fronde di un palmizio, e videro che si trovavano sulla spiaggia. Fra loro e la tenebra che era il mare c’erano le masse informi degli edifici fiocamente illuminate; Shandy credette di riconoscere l’Ufficio di Diritto e Documentazione Marittima, ma non poté esserne sicuro. Avanzarono sulla spiaggia, e poi proseguirono verso sud, restando nelle ombre degli edifici per quanto possibile e muovendosi nelle strade e nelle piazze aperte con tutta la rapidità e la cautela di cui erano capaci. Poche lampade brillavano negli edifici che superavano, e un paio di volte poterono udire voci ubriache non troppo distanti, ma nessuno rivolse loro la parola.

Superarono diverse banchine e barche tirate in secco, addossate… ma ogni volta che Shandy si avvicinava strisciando per cercare un’imbarcazione da poter rubare, c’era il bagliore vagante di una lanterna o una voce sussurrante nelle vicinanze; e in due occasioni sulla brezza notturna udì l’inconfondibile scatto-e-sibilo di una spada sfilata dal fodero e, una volta, una voce dalle banchine che sussurrava una frase in cui il nome «Shandy» era enfaticamente presente. Non essendo riuscite ad impedirgli di entrare le autorità britanniche ovviamente non intendevano permettergli di uscire.

Con più cautela che mai, Shandy e Beth proseguirono verso sud, oltrepassando gli ultimi edifici di pietra; quindi attraversarono in punta di piedi una zona di capanne di bambù e di tende fatte con le vele, e finalmente, mentre le stelle svanivano, raggiunsero una distesa di acquitrini lungo la quale un occasionale recinto di tartarughe o la capanna di un pescatore erano i punti più elevati del paesaggio. Le zanzare là erano di gran lunga più temibili, e resero necessario ai due fuggitivi legarsi delle bande di stoffa intorno alle metà inferiori dei volti per evitare di inalare insetti, ma Shandy apprezzò la solitudine di quel tratto di spiaggia, e, non essendo più costretto a evitare del tutto i rumori, cominciò a fare dei passi più lunghi.

All’alba trovarono un pontile decrepito con una barca a vela ormeggiata alla sua estremità, e Shandy fissò per diversi minuti la mezza dozzina di uomini cenciosi ammucchiati intorno a un piccolo braciere — poté vedere dei puntini di luce rossa quando la brezza capricciosa soffiò sui carboni — e allora si rilassò e si sedette a terra dietro al cespuglio che nascondeva lui e Beth alla spiaggia sottostante.

«Solo pescatori,» sussurrò, principalmente a se stesso, poiché Beth era scivolata di nuovo in una delle sue trance sonnamboliche. Alcune ore prima le aveva drappeggiato intorno alle spalle la sua giacca di velluto appesantita dalla bussola, per cui rabbrividì nella brezza marina dell’alba quando si alzò e poi la sollevò laboriosamente per farla restare in piedi, vacillante e inespressiva, accanto a lui. «Andiamo,» disse, guidandola e toccando la bandoliera per assicurarsi che il peso di tutti gli scudos d’oro fosse ancora là. «Andiamo a comprare una barca.»

Sapeva che loro due sarebbero stato uno strano spettacolo per quei pescatori in quella gelida alba invernale — una donna evidentemente sonnambula in camicia da notte e giacca di velluto proveniente dalla giungla, scortata di un uomo lordo di fango e sangue in abito da cerimonia, entrambi con le facce sporche di fango — ma confidava che una mezza dozzina di monete d’oro avrebbe dissipato ogni apprensione.

Quando ebbero disceso, quasi scivolando, il pendio, e cominciarono a trascinarsi sulla sabbia verso il pontile, la maggior parte delle figure ingobbite si era voltata per guardarli, anche se un uomo, che indossava un cappello di paglia spiovente ed era avvolto in una coperta, continuò a restare seduto all’estremità del pontile e a fronteggiare le onde grigie da poco investite dal sole.

Shandy sorrise e mostrò i sei scudos tenendoli nel palmo della mano guantata mentre guidava Beth Hurwood sulle assi echeggianti del pontile…

Poi il suo sorriso vacillò e disparve, poiché aveva notato gli occhi vacui e velati nelle facce grigie, e le mandibole legate, e le camicie cucite e i piedi nudi.

«Oh, maledizione,» sussurrò disperato, realizzando che nessuno di loro due aveva la forza di scappare — tutto ciò che poté fare fu starsene fermo. Senza alcuna sorpresa osservò la figura all’estremità del pontile alzarsi in piedi, lasciar cadere la coperta e gettar via il cappello cosicché il sole dell’alba scintillò sul cranio calvo. L’uomo si tolse il sigaro dalla bocca e sorrise a Shandy.

«Grazie, Jack,» disse con voce rombante. «Vieni qui, mia cara.» Fece cenno a Beth e lei avanzò vacillando come se fosse stata spinta dietro. La giacca di velluto scivolò dalle sue spalle e cadde sulle assi corrose del pontile.

Quasi nello stesso momento, le ginocchia di Shandy cedettero e lui si trovò di botto seduto sulle tavole. «Tu sei morto,» mormorò. «Ti ho ucciso… sulle scale.»

Beth fece altri due rapidi e sbilanciati passi.

L’uomo calvo scosse la testa tristemente, come se Shandy stesse dimostrando di essere uno scolaro deludente. Tirò boccate dal sigaro e tentennò la testa luccicante verso Shandy. «Andiamo, Jack, non ricordi le micce che usavo intrecciare nei capelli e nella barba? Fuoco lento: la drogue che trattiene l’attenzione protettiva del Baron Samedi. Un sigaro acceso funziona pressocché allo stesso modo. La tua lama mi ha trafitto, sicuro, ma il Baron, il buon vecchio Signore dei Cimiteri, ha riparato il danno prima che io avessi il tempo di spirare.»

Beth stava barcollando a metà strada fra loro, e il sole faceva scintillare i suoi capelli come rame appena tranciato. Shandy cercò a tentoni il legno e la coda della sua giacca, tentando di trovare la forza per rialzarsi.

«Ma non ti serbo rancore,» proseguì il gigante, «non più di Davies, quando lo feristi. Ti sono grato per aver scortato da me la mia sposa — la sola donna al mondo che abbia versato sangue nell’Erebo — e vorrei che tu fossi il mio quartiermastro.»

Lacrime scorsero dagli occhi socchiusi di Shandy sulle assi corrose. «Ti vedrò prima all’Inferno, Barbanera.»

Il gigante scoppiò a ridere, sebbene i suoi occhi fossero ora fissi sulla figura magra di Beth Hurwood che si avvicinava. «Barbanera è morto, Jack,» disse senza distogliere lo sguardo dalla donna. «Devi averne sentito parlare. È stato stabilito con assoluta certezza. Ho bisogno di un nuovo soprannome, adesso. Il Pelato, forse.» Rise di nuovo, e anche i suoi immobili marinai morti, che nitrirono come cavalli malati attraverso le narici.

Shandy aveva continuato a tirare, senza riflettere, la giacca di velluto verso di sé, e in quel momento avvertì una massa dura dentro di essa. Fece scivolare la mano nella tasca, e al tatto riconobbe il disco orlato di ottone, e sormontato da un vetro — era la bussola che aveva comprato. Il suo cuore cominciò a martellare, e con quello che sperava fosse un gemito di convincente disperazione, cadde a faccia in giù sul pontile, sopra la giacca.

Il gigante allungò una mano verso Beth.

Shandy tirò la bussola fuori dalla tasca e poi armeggiò con essa per un momento, impotente — non aveva nulla con cui rompere il vetro!

Barbanera toccò Beth Hurwood, e l’aria parve vibrare, come se il tetto del cielo avesse ricevuto un pesante colpo.

Shandy aprì la bocca e ficcò la bussola fra le mascelle, e poi le serrò, avvertendo il gusto dell’ottone e sentendo almeno un molare implodere, finché non si sentì preso dalle vertigini e dalla nausea e i suoi denti e i muscoli non furono in agonia. Sollevò la testa e vide la mano di Barbanera sulla spalla di Beth, e la vista gli diede ancora un po’ di vigore. Il vetro si ruppe sotto i suoi denti anteriori, e, sputando vetro e sangue, lui si tolse lo strumento dalla bocca, staccò l’ago magnetico, poi sfilò la sciabola e spinse l’ago sotto l’involucro di cuoio finché non lo sentì raschiare contro l’acciaio del codolo. Dopodiché, appoggiò delicatamente la mano guantata sull’impugnatura, conficcandosi in profondità l’ago nella mano. Con un improvviso lampo d’intuizione, sollevò la spada sopra la testa e strillò, «Phil!»

E senza doversi guardare intorno seppe che non era più solo. Venne aiutato ad alzarsi in piedi, sollevò la spada con la mano trafitta e sanguinante e, con passo strascicato, avanzò verso Barbanera.

Ma, anche se la figura corpulenta era nettamente delineata contro il mare e il cielo che diventavano sempre più luminosi, Barbanera — forse contro la sua volontà — non era neanche lui più solo. Come se una sorta di equilibrio cosmico dovesse essere in qualche modo rispettato, il grido di Shandy sembrava aver evocato dei secondi per entrambi. Shandy non era certo di come facesse a saperlo. Un suono? Un odore? Sì, era questo — un odore — un tenue, sgradevole miscuglio di colonia, sciroppo al cioccolato e biancheria non lavata stava ammorbando la limpida aria di mare.

L’odore inconfondibile di Leo Friend.

La mano di Barbanera era scivolata su per la spalla di Beth e l’aveva circondata. Le labbra di lui erano umide e i suoi occhi non avrebbero potuto spalancarsi di più e il suo respiro stava entrando e uscendo con un sibilo attraverso la bocca aperta. Il sigaro aderiva in maniera precaria al suo labbro inferiore. Shandy comprese, proprio mentre si avviava, che il disincarnato Leo Friend stava in qualche modo condividendo lo spazio con Barbanera, e, almeno in quel momento, lo controllava.

Shandy afferrò l’altra spalla di Beth e la spinse di lato, e poi col dorso della mano fece volar via il sigaro dalla bocca inerte di quell’uomo, e quando esso sibilò nel colpire l’acqua sotto il pontile, spinse la spada con tutta la forza che gli restava nell’addome del gigante.

Gli occhi dell’uomo restarono spalancati, ma fissarono direttamente quelli di Shandy ed era solo Barbanera che guardava attraverso di essi. La bocca si aprì in un sorriso insanguinato ma fiducioso.

Barbanera fece un passo avanti. Quasi privo di sensi per il dolore, Shandy si appoggiò alla sciabola e tentò di tenere duro, ma sebbene la lama si spingesse per un altro paio di pollici nel corpo di Barbanera, l’ago gli stava scalfendo le ossa del polso e lui dovette fare un passo indietro. Lo scalpiccio dei suoi stivali risuonò alto sulle tavole del pontile.

Il gigante, con ancora un ghigno terribile sul volto, fece un altro passo, e di nuovo Shandy si preparò al tormento provocatogli dalla mano, e questa volta sentì la lama che perforava la schiena dell’uomo. Ma Barbanera, che aveva raggiunto il braciere, allungò una mano verso il basso, raccolse uno dei carboni ardenti, coperto di cenere, e lo strinse nell’enorme pugno sinistro.

In tutto il porto, per miglia e miglia su e giù per la costa, gli uccelli marini s’innalzarono in volo, lanciando strida d’allarme.

Il fumo si sprigionò fra le dita di Barbanera e volò via, e Shandy poté udire la carne che sfrigolava. «Fuoco a combustione lenta,» disse il gigante, digrignando i denti. Barbanera fece un agile passo indietro — e poiché Shandy manteneva la presa sull’elsa della sciabola la lama scivolò fuori da lui — e con la mano destra sfoderò il suo stocco. Si fermò per un attimo, fissando le gocce di sangue che scorrevano rapide dalla mano di Shandy. «Ah, Jack,» disse piano Barbanera. «Qualcuno ti ha insegnato il trucco del sangue e del ferro? Hai stretto il pugno sull’ago di una bussola? Non serve a nulla contro il Baron Samedi — lui è più di un semplice loa e non è vincolato alle loro regole. Mostrò agli indiani caraibici perché dovevano temere la notte, secoli prima che Jean Petro nascesse. Getta la spada.»

Shandy era sicuro di aver perso, ma poteva avvertire la presenza di Philip Davies dietro di lui, e quando parlò pensò quasi che fosse Davies a suggerirgli le parole. «I miei uomini ed io,» disse Shandy, con voce rauca ma distinta, «stiamo tornando a New Providence, per arrenderci a Woodes Rogers.» Scoprì i denti in un sorriso. «Ti lascio la scelta. Unisciti a noi, accetta completamente i nostri scopi come tuoi, oppure sarai ucciso adesso, nel punto dove ti trovi.»

Barbanera parve allarmato, poi rise…

…E improvvisamente Shandy arretrò barcollando fino al bancone del negozio di falegname, e fissò la marionetta che reggeva con la mano destra. Era una di quelle costose marionette siciliane alte una iarda, e doveva tenerla ferma finché la colla che le teneva su la testa non si fosse seccata, ma una lunga scheggia sporgeva dal dorso del manichino e gli trafiggeva il palmo. Quella cosa era pure pesante. Il suo braccio stava tremando per lo sforzo e il dolore. Ma se l’avesse lasciata cadere si sarebbe rovinata.

Gli occhi vivacemente dipinti della marionetta si fissarono su di lui, e poi la bocca si aprì. «Lasciami cadere,» disse. «Apri la mano e lasciami cadere.»

Il piccolo uomo di legno stava parlando con la voce di Shandy! E questo non significava che sarebbe stato giusto fare ciò che chiedeva? Shandy voleva farlo, ma rammentò com’era stato orgoglioso suo padre quando l’avevano comprata. Non poteva lasciarla cadere, non importava quanto dolore gli procurasse reggerla.

«Lasciami cadere,» ripeté la marionetta.

Beh, perché no, pensò mentre la puntura della scheggia diventava più intensa. Cosa accadrà se è la mia vita che sto reggendo? Fa male, e, comunque, nessuna di queste cose dura per sempre.

Poi ricordò qualcosa che un vecchio nero gli aveva detto una volta in una barca sulla Senna: «Hai imparato quella tattica, quel trucco della palla di fango, da Philip Davies… e lo hai sprecato. Lui ti ha insegnato anche qualcos’altro; non mi farebbe piacere sapere che hai sprecato anche quello.»

Il nero era sparito, ma una mano delicata, rassicurante, gli strinse la spalla, e lui decise che poteva reggere il torturante manichino ancora per un po’.

Aprì gli occhi, e si trovò a fissare il volto di Beth.

Beth aveva realizzato con comprensibile lentezza di essere scivolata fuori dal suo delirio e di essere di nuovo completamente sveglia… su un pontile all’alba, in camicia da notte e circondata da uomini morti. John Chandagnac stava di fronte a lei, e reggeva una spada con una mano che sanguinava abbondantemente, di fronte a un omone calvo con un pugno fumante e un’orribile ferita all’addome.

Fu il freddo tagliente nell’aria, e l’odore del mare, che finalmente la convinsero che quella strana scena non era un altro sogno. C’era tensione e terribile sfida nell’aria, e lei fece appello alla sua memoria per rammentare alcune frasi che erano state da poco pronunciate: Ah, Jack. Qualcuno ti ha insegnato il trucco del sangue e del ferro? Hai stretto il pugno sull’ago di una bussola? Non serve a nulla contro il Baron Samedi… Lascia cadere la spada.

I suoi occhi dardeggiarono fino alla mano che reggeva la spada di Shandy, e lei trasalì nel vedere il sangue che formava una piccola polla nella curva del guardamano e scorreva giù per l’avambraccio… ma nello stesso tempo aveva afferrato il fatto che l’ago di ferro che gli trafiggeva il palmo era la sua unica speranza… e che quell’uomo calvo stava cercando di indurlo a lasciarla cadere.

Gli occhi di Shandy erano chiusi e la spada stava oscillando nella sua mano — ovviamente stava per lasciarla cadere — ma Beth già stava avanzando. Gli strinse fermamente la spalla con una mano, e con l’altra bloccò la spada… afferrando la lama affilata come un rasoio. Il suo stesso sangue caldo scorse giù lungo il freddo acciaio, seguì il codolo attraverso il guardamano, e si mescolò con quello di Shandy. Gli occhi di lui si aprirono e incontrarono quelli di lei.

Quando le due linfe vitali si mescolarono l’uomo calvo fu spinto indietro, ma lei capì che era stata solo una scossa per lui, non il colpo di grazia.

E poi udì una voce nella sua testa, e all’inizio non volle ascoltarla a causa del tono cinicamente ironico… era la voce di quel pirata, quel Philip Davies!… ma lui stava spiegando qualcosa che era necessario lei sapesse, qualcosa circa le aree di magia che erano accessibili solo alle donne, e potevano essere usate dagli uomini soltanto in certe particolari condizioni…


«Vuoi tu, John, prendere me, Elizabeth, come tua legittima sposa, per avermi da ora in poi… uh, dimenticando tutte le altre… in ricchezza, in povertà, in malattia e in buona salute, credo che sia tutto, finché morte non ci separi?» La sua camicia da notte stava sventolando intorno alle sue caviglie nella gelida brezza marina e lei stava rabbrividendo come un gatto bagnato. La mano ferita tremava mentre stringeva la lama della sciabola.

Barbanera fu spinto indietro di un altro passo. Aveva sfoderato lo stocco e lo faceva oscillare intorno a sé in ampi archi sibilanti come per vincere la resistenza dell’aria. «No,» disse con voce strozzata, «tu sei per me! Non puoi…»

«Sì,» disse Shandy. «E vuoi tu, Elizabeth, prendere me, J-John, come tuo legittimo sposo, e avermi da ora in poi,» — sogghignò — «dimenticando tutti gli altri, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi?»

Barbanera ululò di rabbia.

«Sì,» disse Beth.

Lasciò andare la lama e strinse a sé la mano ferita, ma Shandy si sentì risvegliare, sentì la consapevolezza riversarsi dentro di lui e dilatare il suo campo di visione e rendere più leggera la sua sciabola, più svelta. Gli uomini morti che stavano intorno avanzarono, e poi furono respinti da una forza che li fece avvizzire.

Shandy non poteva dire se era suo padre o Davies che lo spingeva, ma si trovò a correre verso Barbanera, e sebbene le sue gambe stessero muovendosi e il suo braccio stesse mantenendo la lama tesa davanti a lui, poteva quasi sentire delle mani in alto, sopra la sua testa, che facevano oscillare destramente il bastone e la croce e inducevano quella marionetta volenterosa che era lui stesso a lanciarsi verso l’uomo calvo con un coupé-et-fleche.

Spaventato, Barbanera si rannicchiò dietro la sua stessa spada tesa.

Nel fare l’ultimo passo, Shandy credette quasi di sentire lo strattone verso l’alto del filo quando fece scattare la sua punta sopra la spada dell’altro e la riportò sulla linea interna di Barbanera. L’omone fece una parata di traverso, ma la punta di Shandy non era più là… era stata portata sotto la parata, di nuovo nella bassa linea esterna, e Shandy usò l’abbrivio della sua corsa per spingere la lama verso, e attraverso, il fianco di Barbanera.

Il calore esplose nella mano di Shandy e lui quasi precipitò all’estremità del pontile; ma Barbanera era ancora in piedi, e Shandy si costrinse a non indietreggiare o a lasciare l’elsa della sciabola viscida di sangue, poiché sentì la forza pulsare attraverso la connessione della quale lui era un anello — il ferro magnetico nella sua mano, il miscuglio di sangue suo e di Beth, e il ferro freddo della spada — e poi solo per un momento il suo punto di vista si dilatò verso l’esterno: poté vedere se stesso attraverso gli occhi di Beth, dall’altro lato del pontile, e, orribilmente, sentire i visceri di Barbanera con la lama della sciabola…

…E poi le cose intorno a lui cominciarono a morire. Con un senso che non era esattamente l’udito colse le grida di esseri disincarnati che fuggivano dalla luce del sole nel mare e nella giungla… personalità spurie, costruite per stregoneria dagli elementi inerti, che tornavano guizzando nell’oblio come nodi scorsoi strattonati… Shandy sentì, ma non rispose a quelle cose adulatrici e seducenti che imploravano per avere rifugio nella sua mente… E una cosa invisibile ma torreggiante, nera e fredda come la morte di tutta la luce, costretta ad abbandonare il suo veicolo rotto, fece una gelida promessa a Shandy prima di fuggire, furtiva, verso la notte che stava indietreggiando a occidente…

E quando Barbanera crollò in avanti sulle tavole del pontile, tirando finalmente via la spada dalla mano intorpidita di Shandy, questi abbassò lo sguardo, stupefatto, sul cadavere, poiché esso era crivellato di ferite di spada e dei fori che producono le palle di pistola, e la spalla sinistra era letteralmente spaccata in due, come per un pesante colpo inferto con la lama di una picca.

Le evocazioni di Woefully Fat sembravano aver funzionato — Shandy si era di fatto rivelato la morte che giungeva dal Vecchio Mondo per Barbanera.

Dopo un po’, alzò la testa. Gli uomini morti erano scomparsi. Beth stava in piedi con le braccia contro i fianchi, e il sangue gocciolava, come un metronomo, dalla sua mano sinistra. Il sole era alto, e a Shandy venne in mente che doveva fare in fretta se voleva bendare Beth e se stesso, approntare e incendiare una pira per Barbanera, e poi in qualche modo con le mani rovinate pilotare quella barca a vela fin dove era in attesa il Carmichael, prima che Skank caponasse l’ancora e salpasse.

E anche allora i suoi problemi non sarebbero finiti. Beth probabilmente avrebbe smesso di subire quegli incantesimi di obnubilamento, ma la sua devastata ciurma si sarebbe ammutinata quando lui avrebbe ordinato loro di navigare verso New Providence? E Woodes Rogers si sarebbe convinto che nessuna delle azioni delle due settimane passate aveva costituito una violazione del Perdono del Re?

Notò che l’ago della bussola sporgeva ancora dal suo guanto destro inzuppato di sangue. Meditabondo, senza neppure trasalire, spinse l’ago avanti e indietro nella carne intorpidita e finalmente lo tirò via e lo osservò. Sorrise, lo gettò oltre l’estremità del pontile nel mare che scintillava alle luci dell’alba… e, socchiudendo gli occhi verso il sole, rise piano e con assoluta soddisfazione, poiché aveva sposato Beth Hurwood. Ovviamente era in un periodo fortunato, e confidava di poter sgottare e rappezzare la loro barca per farla navigare attraverso tutte quelle difficoltà. Aveva superato cose peggiori, di gran lunga peggiori.

Ancora sorridendo, cominciò a strappare la sua camicia di seta dai polsini di pizzo per farne bende.


FINE
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