Introduzione

Ricordo chiaramente come fosse ieri la prima volta in cui mi sono imbattuto nelle opere di Margaret. Era la metà degli anni Ottanta e io avevo appena spedito il manoscritto del mio primo romanzo, Echoes of the Fourth Magic. Poiché diventavo matto a tenere d’occhio il postino ogni giorno, decisi di distogliere la mia attenzione. Avevo sentito parlare di alcuni nuovi libri fantasy che stavano facendo furore, per cui andai alla libreria locale e acquistai il primo romanzo della serie Dragonlance®.

Ero immerso nella lettura quando incominciarono ad arrivare le brutte notizie. Mi arrivava una lettera di rifiuto dopo l’altra; non credevo di tenere tanto alla pubblicazione del libro! La frustrazione si trasformò in risentimento, che sfogai sul libro che avevo per le mani in quel momento. Ricordo di avere dichiarato senza mezzi termini che ero in grado di «scrivere un libro migliore di quello!» E intanto non mi rendevo nemmeno conto che quella affermazione era espressione del mio dolore.

Alcuni anni dopo mi accordai con la TSR e in seguito mi fu chiesto di partecipare al festival dei giochi Gen Con. La mia redattrice, Mary Kirchoff, mi prese in disparte e mi condusse dove due persone, Margaret Weis e Tracy Hickman, si preparavano a firmare copie di loro libri.

«Guarda questi due», mi disse. «Impara come un professionista affronta la coda per la firma.»

Mi misi a sedere un po’ imbarazzato, data la mia reazione di anni prima al libro della serie Dragonlance. Voglio precisare che allora non avevo terminato di leggere quel romanzo. Ero troppo incollerito e frustrato.

Conobbi Margaret e Tracy e ci scambiammo qualche parola gentile. Niente di troppo impegnativo, poiché si stava formando la coda. Le cose che mi colpirono maggiormente in quell’occasione furono le domande e le osservazioni dei lettori. Un appassionato dopo l’altro si presentava lì e con tono emozionato e riverente parlava di Kitiara e Tanis e Raistlin. Quelle persone, numerose, intelligenti ed erudite, erano rimaste profondamente impressionate proprio dal libro che io anni prima avevo messo irosamente da parte.

Quel momento rimane per me una rivelazione. La prima cosa che feci quando tornai a casa fu di andare alla libreria e acquistare tutti i primi libri della serie Dragonlance. Questa volta li lessi sul serio. Al termine della lettura, sarei potuto essere una di quelle persone in coda, che domandavano di saperne di più di Raistlin, si preoccupavano per Tanis e amavano Flint e Tasslehoff. Il racconto era meraviglioso e splendidamente narrato, con personaggi ricchi e incantevoli. (Va bene, tranne Sturm. Ragazzi, io odiavo Sturm e facevo il tifo per il drago! Mwahahahaha!)

Ehm, torniamo al dunque... Non sono sorpreso che Margaret attiri code di ammiratori a ogni incontro per firmare i libri, né mi stupisce minimamente che, dopo tutti questi anni, quei primi libri del marchio Dragonlance continuino a vendere decine di migliaia di copie ogni anno. Raccontano una storia ben nota eppure nuova. Ci mostrano eroi conosciuti ma singolari. E ci mostrano personaggi malvagi, meravigliosi e deliziosi. Naturalmente, c’è anche Raistlin, tanto pluridimensionale, tanto bravo e tanto cattivo, tanto contraddittorio e tanto schietto. Questi libri sono degni di ogni lode, certamente.

Evviva.

Evviva e basta.

Margaret Weis è tra i miei autori preferiti. Vorrei sapere anch’io mettere assieme le parole in maniera tanto splendida. Margaret è anche tra le mie persone preferite. Troppo spesso sentiamo ripetere il luogo comune secondo cui il sorriso di qualcuno «illumina una stanza». Troppo raramente incontriamo davvero qualcuno che abbia un sorriso del genere.

Vai avanti, Margaret, e non osare smettere di scrivere!

R.A. Salvatore

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