Capitolo Diciottesimo: Il Principio Dell'Infinito

C'era un'incertezza strisciante, in Harlan, un'indecisione che lo stava consumando. Aveva in mano il disintegratore, e lo teneva puntato contro Noys. Ma perche lei non diceva niente? Perche insisteva a mantenere quell'atteggiamento impassibile?

Come poteva ucciderla?

Come non poteva ucciderla?

Le disse, raucamente:

«Ebbene?»

Ella si mosse, ma fu solo per posare le mani in grembo, per assumere una posizione piu comoda, piu distaccata. Quando gli parlo, la sua voce non pareva piu quella di un essere umano. Con la minaccia di un disintegratore spianato, ella pareva acquistare sicurezza, e la sua voce aveva assunto una forza impersonale, quasi mistica.

«Non puoi desiderare di uccidermi solo per proteggere l'Eternita,» disse. «Se questo fosse il tuo desiderio, potresti stordirmi, legarmi saldamente, chiudermi in questa caverna, e poi partire per i tuoi viaggi all'alba, o avresti potuto chiedere al Calcolatore Twissell di tenermi isolata e sorvegliata a vista durante la tua assenza nel Primitivo. O avresti potuto portarmi con te all'alba, abbandonarmi nei boschi, e dimenticarmi la. Se puoi trovare una piena soddisfazione soltanto nell'atto di uccidermi, e solo perche tu pensi che io ti abbia tradito, che abbia finto di amarti per poterti indurre al tradimento nei confronti dell'Eternita. Il tuo e un delitto nato dall'orgoglio ferito, non la giusta esecuzione della cui necessita tu vorresti convincerti.»

Harlan socchiuse gli occhi.

«Tu vieni dai Secoli Nascosti? Dimmelo.»

Noys disse:

«Si. E ora, mi ucciderai?»

Il dito di Harlan si contrasse per un momento sul commutatore dell'arma. Eppure, egli esitava ancora. Qualcosa d'irrazionale, dentro di lui, continuava a intercedere per lei, e si mescolava a cio che restava del suo futile amore e del suo desiderio. Era forse disperata, perche lui l'aveva respinta? Cercava deliberatamente la morte, mentendo? Si comportava con stupido eroismo per la disperazione nata nel conoscere i dubbi di Harlan?

No!

I libri-film delle dolciastre tradizioni letterarie del 289° potevano mostrare cose simili, ma non erano adatte a una ragazza come Noys. Non era il tipo capace di affrontare la morte per mano di un amante infedele, con il gioioso masochismo di un giglio ferito.

Allora, lei stava forse negando, sprezzante, che Harlan fosse capace di ucciderla, per qualsiasi motivo? Stava forse contando sull'attrazione che sapeva di esercitare su di lui, perfino in quel momento, era sicura che il suo fascino lo avrebbe immobilizzato, lo avrebbe reso debole, incapace di abbassare il commutatore dell'arma?

Questa interpretazione era troppo vicina alla realta. Il dito di Harlan s'irrigidi ancor piu sul commutatore.

Noys parlo di nuovo.

«Stai aspettando. Questo significa che vuoi ascoltare l'arringa della difesa?»

«Quale difesa?» Harlan cerco di rendere quelle parole cariche di disprezzo, ma accolse con sollievo il diversivo. Avrebbe potuto rimandare il momento in cui sarebbe stato costretto a guardare il suo cadavere carbonizzato, i pochi resti corporei che sarebbero rimasti della bellissima Noys che lui aveva amato… avrebbe potuto rimandare il momento della consapevolezza, dell'orribile comprensione del fatto di non averla piu, di averla uccisa con le proprie mani.

Cerco di trovare qualche giustificazione per quel ritardo, Penso, febbrilmente: «Lasciamola parlare. Lasciamole dire quello che sa sui Secoli Nascosti. Cosi l'Eternita sara meglio protetta.»

Questa giustificazione offriva un solido paravento alle sue esitazioni, e per un momento riusci a guardare negli occhi Noys con calma, con un volto impassibile e sereno come quello di lei.

Pareva che Noys gli avesse letto nel pensiero.

«Vuoi sapere qualcosa dei Secoli Nascosti?» domando infatti. «Se questa potra essere la mia difesa, saro lieta di parlare. Ti piacerebbe sapere, per esempio, per quale motivo la Terra non ospita piu vita umana dopo il 150.000°? Questo ti interessa?»

Harlan non intendeva chiedere informazioni, ne mercanteggiare con lei. Lui impugnava il disintegratore. Era deciso a non mostrare alcun segno di debolezza.

«Parla!» le disse, e arrossi, vedendo il breve sorriso che fu la prima reazione di Noys a quell'esclamazione rabbiosa.

«In un momento del tempo fisiologico nel quale l'Eternita non aveva ancora raggiunto una diffusione ampia nei Secoli,» comincio a dire Noys, «Prima che l'Eternita avesse raggiunto il 10.000° noi del nostro Secolo… hai visto giusto, era proprio il 111.394°… scoprimmo la sua esistenza. Anche noi, vedi, avevamo scoperto il modo di viaggiare nel Tempo, anche se il nostro metodo era basato su una serie di postulati completamente diversi dai vostri, e preferivamo osservare il Tempo, piuttosto che viaggiarvi. Inoltre, ci occupavamo solo del nostro passato, indietro nel Tempo rispetto al nostro Secolo.

«Scoprimmo l'Eternita indirettamente. Dapprima noi elaborammo il calcolo delle Realta, e grazie a esso saggiammo la nostra particolare Realta. Rimanemmo sbalorditi nello scoprire che vivevamo in una Realta di bassissima probabilita, anzi, di probabilita quasi inesistente. Questo ci pose un problema piuttosto serio. Perche esisteva una Realta cosi improbabile?… Mi sembri distratto, Andrew! Ti interessa quello che dico?»

Harlan senti pronunciare il suo nome con l'affettuosa, intima dolcezza che lei aveva usato nelle passate settimane. Avrebbe dovuto essere uno stridente contrasto, ora, avrebbe dovuto riempirlo di collera per quella sua cinica falsita… e invece no.

Disse, disperatamente:

«Va' avanti, e finiscila, donna!»

Cerco di compensare il calore del suo 'Andrew' con la gelida collera del suo 'donna', eppure lei si limito a sorridere di nuovo, un breve, pallido sorriso.

«Iniziammo una ricerca nel Tempo, a ritroso nei Secoli,» disse lei, «E cosi scoprimmo l'esistenza dell'Eternita in espansione. Ci parve subito evidente che in un certo punto del fisiotempo (un concetto che anche noi possediamo, anche se lo definiamo con un altro nome) doveva essere esistita un'altra Realta. L'altra Realta, quella basata sulla massima probabilita, la chiamammo Stato Fondamentale. Lo Stato Fondamentale ci aveva racchiuso, una volta, o almeno aveva racchiuso i nostri analoghi. Allora non potevamo stabilire la natura dello Stato Fondamentale; non avremmo potuto conoscerla in nessun modo, come tu stesso puoi capire.

«Sapevamo, pero, che un Mutamento originato dall'Eternita, nel remoto passato, era riuscito, attraverso il meccanismo della casualita statistica, ad alterare lo Stato Fondamentale per tutto il Tempo, fino al nostro Secolo e oltre. Cosi iniziammo una ricerca, allo scopo di determinare la natura dello Stato Fondamentale, con l'intenzione di riparare al male fatto, se era stato fatto del male. Per prima cosa creammo la zona proibita che voi chiamate i Secoli Nascosti, isolando gli Eterni in modo che essi non potessero entrare nel tempo dal 70.000° in avanti, nel nostro passato. Questa armatura serviva a proteggerci dall'effetto dei Mutamenti che venivano operati, per lo meno dagli effetti piu diretti. Non si trattava dell'assoluta sicurezza, ma ci dava tempo.

«Successivamente, facemmo qualcosa che la nostra cultura e la nostra etica non ci avrebbero permesso di fare, in circostanze normali. Indagammo nel nostro futuro, avanti nel Tempo. Apprendemmo il destino riservato all'uomo nella Realta esistente, per poterlo confrontare, alla fine della ricerca, con lo Stato Fondamentale. Intorno al 125.000°, il genere umano risolveva il segreto del motore interstellare. Gli uomini scoprirono in quel Tempo il principio che permetteva di compiere il Lungo Balzo attraverso l'iperspazio, per raggiungere i mondi di altre stelle. Finalmente, il genere umano poteva raggiungere l'infinito.»

Harlan ascoltava le parole misurate di Noys con crescente interesse. Quanto c'era di vero, nelle cose che lei gli diceva? E quanto, invece, faceva parte di un tentativo calcolato d'ingannarlo? Cerco di spezzare quell'incantesimo con la propria voce, cerco d'interrompere il flusso regolare delle parole di Noys.

«E cosi, una volta raggiunto il volo interstellare, gli uomini spiccarono il balzo verso le stelle e abbandonarono la Terra. Si, qualcuno aveva gia avanzato questa ipotesi.

«Allora qualcuno aveva sbagliato la sua ipotesi. L'Uomo tento di abbandonare la Terra. Disgraziatamente, pero, noi non siamo soli nella Galassia. Ci sono altre stelle, con altri pianeti, come tu sai. Ci sono anche altre creature intelligenti. Nessuna razza, almeno in questa Galassia, e antica come il genere umano, ma nei 125.000 Secoli durante i quali l'uomo era rimasto sulla Terra, delle menti piu giovani ci avevano raggiunto e superato, inventando il motore interstellare, e colonizzando l'intera Via Lattea.

«Quando noi ci avventurammo nello spazio, trovammo tutto gia occupato. Di qui non si passa! Proprieta Privata! Proibito avvicinarsi a questo pianeta! Cosi il genere umano ritiro quei suoi primi esploratori, e si rassegno a restare sul proprio pianeta. Ma ormai sapeva che la Terra era quello che era: una prigione, circondata da un'infinita distesa di liberta… E cosi il genere umano si estinse!»

Harlan disse:

«Si estinse, cosi. Assurdo.»

«Non si estinse 'cosi' come tu dici. Ci vollero migliaia di Secoli. Ci furono degli alti e bassi, dei momenti di splendore e dei momenti di rassegnazione, ma, complessivamente, tutto era dominato da un senso di sfiducia, dalla mancanza di uno scopo, da una cappa d'inutilita, che nessuna forza avrebbe potuto superare. Alla fine, ci fu un'ultima, drastica diminuzione del tasso di natalita, e poi, finalmente, l'estinzione. Ed e stata la tua Eternita a fare questo.»

Harlan provava il desiderio di difendere l'Eternita, ora, ancora piu intenso e ancora piu irrazionale perche poco tempo prima l'aveva attaccata con tanta mortale violenza. Disse:

«Lasciateci entrare nei Secoli Nascosti, e provvederemo a correggere questo stato di cose. Non abbiamo mai mancato di ottenere il massimo bene nei Secoli che abbiamo potuto raggiungere.»

«Il massimo bene?» domando Noys, in tono distaccato, e quelle parole parvero freddamente ironiche. «Che cos'e questo massimo bene di cui parli? Sono le macchine a indicarvi qual e questo bene, sono i vostri Computaplex. Ma chi regola le macchine, e dice loro quali devono essere gli elementi da valutare, e quale deve essere la misura di valutazione? Le macchine non risolvono i problemi con un'intelligenza e una lungimiranza maggiori di quelle umane… li risolvono solo piu celermente. Solo piu celermente! Dunque, cos'e che gli Eterni considerano il massimo bene? Te lo posso dire io: la salvezza e la sicurezza, la moderazione, la misura. Nessun eccesso. Nessun rischio, senza la matematica sicurezza di trarne un adeguato beneficio.»

Harlan inghiotti. Con forza improvvisa, egli ricordo le parole di Twissell, a bordo del cronoscafo… quando il vecchio Calcolatore aveva parlato degli 'uomini evoluti' dei Secoli nascosti. 'Noi estirpiamo l'insolito…'

E non era forse cosi?

«Bene,» disse Noys, «Mi sembra che tu stia pensando. Pensa a questo, allora: nella Realta che attualmente esiste, perche l'uomo ha continuamente tentato di viaggiare nello spazio, e ha continuamente fallito? Certamente ogni epoca orientata sui voli spaziali doveva essere al corrente degli insuccessi precedenti. Perche tentare di nuovo, con tanta ostinazione, allora?»

«Non ho studiato l'argomento,» disse Harlan. Ma penso nervosamente alle colonie di Marte, fondate tante e tante volte, e sempre abbandonate. Penso alla vecchia attrattiva che i voli spaziali avevano sempre esercitato perfino sugli Eterni. Gli pareva di risentire il Sociologo Kantor Voy del 2456°, quando aveva sospirato per la perdita del motore elettro-gravitazionale che aveva permesso il volo spaziale in un Secolo, e aveva detto, con rimpianto, «Era stato cosi bello!». E penso al Progettista di Vita Neron Feruque, che aveva imprecato amaramente, per la scomparsa di quelle astronavi, e si era lanciato in una filippica sull'uso dell'anticancro da parte dell'Eternita… una scusa per sollevarsi il morale.

Esisteva davvero una specie di istintivo anelito, nelle creature intelligenti, verso l'espansione nell'infinito, verso la conquista delle stelle? Ogni creatura intelligente bramava forse, consciamente o inconsciamente, di raggiungere quei lontani punti nel cielo, di sottrarsi alla forza di gravita, alle strettoie della prigione planetaria, e librarsi nelle immense distese degli spazi astrali? Cos'era quella forza senza nome che obbligava gli esseri umani a elaborare il volo interplanetario decine e decine di volte, che li costringeva a viaggiare senza fine tra i mondi morti di un sistema solare nel quale solo la Terra era abitabile? Era forse il fallimento, alla fine di ogni nuovo tentativo, era forse la comprensione del fatto che si doveva ritornare alla prigione natale, a provocare le deviazioni, gli squilibri, che l'Eternita doveva sempre combattere? Harlan penso all'uso smodato della droga, in quegli stessi, futili Secoli che avevano sviluppato le astronavi a elettrogravita. Era stato forse il continuo, esasperante ritorno sui mondi spenti e morti del sistema solare, la comprensione di non potere andare oltre e piu lontano, a creare le tensioni, gli squilibri, le violenze?

Noys prosegui:

«Eliminando con mano ferrea tutte le catastrofi della Realta, l'Eternita elimina anche i trionfi. E nell'affrontare le grandi prove che il genere umano puo raggiungere i vertici sommi. E dal pericolo e dall'irrequieta insicurezza dell'Uomo che viene la forza che spinge il genere umano verso nuove e piu ambiziose conquiste. Riesci a capire questo, Andrew? Riesci a capire che, evitando le cadute e le miserie che affliggono l'Uomo, l'Eternita impedisce all'Uomo di trovare da solo, nella maniera piu dura e amara, le soluzioni migliori, le vere soluzioni che derivano solo dall'affrontare le difficolta, non dall'evitarle?»

Harlan comincio a dire, in tono rigido:

«Il massimo bene della piu ampia maggioranza…»

Noys lo interruppe.

«Supponiamo che l'Eternita non fosse mai stata creata.»

«Ebbene?»

«Ti diro io quello che sarebbe accaduto. Le energie che sono riversate nell'ingegneria temporale sarebbero state destinate alla nucleonica. L'Eternita non sarebbe nata, ma l'Uomo avrebbe creato il motore interstellare. L'Uomo avrebbe raggiunto le stelle, piu di centomila Secoli prima di quando non sia avvenuto nell'attuale Realta. E in quel tempo le stelle sarebbero state libere, e il genere umano avrebbe potuto stabilirsi saldamente in tutta la Via Lattea. Noi saremmo arrivati per primi.»

«E cosa ci avremmo guadagnato?» domando Harlan, ostinato. «Saremmo stati forse piu felici?»

«Che cosa intendi dire, con 'noi'? L'Uomo non sarebbe piu stato solo un mondo, ma un milione di mondi, un miliardo di mondi. Noi avremmo avuto l'infinito in pugno. Ogni mondo avrebbe avuto una sua distesa di Secoli, ogni mondo avrebbe avuto i propri valori, una possibilita di cercare la felicita a suo modo, in un suo ambiente, con una sua filosofia. Ci sono molte felicita, molti beni, infinite varieta… Questo e lo Stato Fondamentale del genere umano.»

«Le tue sono soltanto ipotesi,» disse Harlan, provando una sorda collera per la propria debolezza, perche la sua mente non poteva fare a meno di trovare attraente il quadro che Noys aveva evocato. «Come puoi sapere quello che sarebbe accaduto?»

«Voi Eterni sorridete dell'ignoranza dei Temporali, che conoscono una sola Realta,» disse Noys, con voce grave. «Noi sorridiamo dell'ignoranza degli Eterni, che pensano all'esistenza di piu Realta, ma credono che possa esisterne una sola per volta.»

«Che cosa significa questa assurdita?»

«Noi non calcoliamo le Realta alternate, ma le osserviamo. Le vediamo, nel loro stato di non-Realta.»

«Una specie di fantomatica terra del mai, dove il forse da la mano al se?»

«Si, ma senza sarcasmo.»

«E come fate?»

Noys esito, e poi disse:

«Come te lo posso spiegare, Andrew? Sono stata educata in modo da conoscere certe cose, senza comprenderle realmente, esattamente come te. Tu sai spiegarmi come funziona esattamente un Computaplex? Tuttavia sai che esiste e funziona.»

Harlan arrossi.

«E allora?»

«Noi abbiamo imparato a osservare le Realta,» disse Noys, «E abbiamo scoperto che lo Stato Fondamentale e esattamente come te l'ho descritto. Abbiamo anche scoperto la natura del Mutamento che ha distrutto lo Stato Fondamentale. Non si e trattato di alcun Mutamento prodotto dall'Eternita; e stata la nascita stessa dell'Eternita… la sua esistenza. Qualunque sistema simile all'Eternita, un sistema che permette agli uomini di scegliere il proprio futuro, finira per scegliere la sicurezza e la mediocrita, e in una simile Realta le stelle sono al di la della portata dell'Uomo. La semplice esistenza dell'Eternita ha immediatamente spazzato via l'Impero Galattico. Per restaurarlo, e necessario distruggere l'Eternita.

«Il numero delle Realta e infinito, come e pure infinito il numero di qualsiasi sottospecie di Realta. Per esempio, il numero delle Realta che contengono l'Eternita e infinito; il numero delle Realta nelle quali l'Eternita non esiste e ugualmente infinito; il numero delle Realta nelle quali l'Eternita esiste, ma viene anche abolita, e sempre infinito. Ma la mia gente, tra l'infinito numero, scelse un gruppo nel quale ero presente anch'io.

«Io non ho avuto nessuna parte in questa scelta. Mi istruirono per svolgere il mio lavoro, proprio come tu e Twissell avete istruito Cooper per svolgere il suo. Ma anche il numero delle Realta nelle quali io ero l'agente che distruggeva l'Eternita era infinito. Mi venne offerto di scegliere tra cinque Realta che parevano meno complesse. Io scelsi questa, l'unico sistema di Realta nel quale apparivi tu.»

«Perche hai fatto questa scelta?» domando Harlan.

Noys abbasso lo sguardo.

«Perche ti amavo, vedi. Ti amavo molto prima di conoscerti.»

Harlan rimase scosso: ella aveva detto quelle parole con un accento cosi sincero… penso, turbato: 'E un'attrice…'

«E piuttosto ridicolo,» riusci a dire.

«Lo credi? Io ho studiato le Realta a mia disposizione. Ho studiato la Realta nella quale io andavo nel 482°, conoscevo prima Finge, e poi te, la Realta nella quale tu venivi da me e mi amavi, per poi condurmi nell'Eternita e nel lontano futuro del mio Secolo… la Realta nella quale tu mandavi Cooper nel Secolo sbagliato, e nella quale io e te, insieme, ritornavamo nel Primitivo. In quella Realta, noi restavamo nel Primitivo per tutto il resto dei nostri giorni. Ho visto che le nostre vite restavano unite, e che eravamo felici, e che io ti amavo. Cosi, non e affatto ridicolo. Ho scelto questa alternativa, affinche il nostro amore potesse avverarsi.»

«Tutto questo e falso! E falso!» grido Harlan. «Come puoi aspettarti che io ti creda?» Si interruppe, poi disse, improvvisamente, «Aspetta! Hai detto che sapevi tutto in anticipo? Tutto quello che sarebbe accaduto?»

«Si.»

«Allora e chiaro che tu menti. Avresti dovuto sapere che ci saremmo trovati qui, e che io ti avrei minacciata con il disintegratore. Avresti dovuto sapere che la tua impresa sarebbe fallita. Che cosa puoi rispondere?»

Lei sospiro, un breve sospiro.

«Ti ho gia detto che esiste un numero infinito di ogni sottospecie di Realta. Comunque la esaminiamo, una determinata Realta ci si presenta sempre come un numero infinito di Realta molto simili tra loro. Ci sono dei punti confusi, nebulosi, piu cerchiamo di ottenere una visione chiara, piu questa nebbia si dissolve, ma e impossibile ottenere una visione completamente nitida. Piu chiara e la visione, minori sono le possibilita che qualche variante casuale possa cambiare il risultato, ma la probabilita non e mai annullata. E stata una di queste zone di nebbia a rovinare tutto.»

«Quale?»

«Tu avresti dovuto ritornare nel mio Secolo, dopo la rimozione della barriera temporale, e cosi e stato. Ma tu avresti dovuto ritornare solo. E stato per questo motivo che sono rimasta cosi sorpresa, quando ho visto con te il Calcolatore Twissell.»

Harlan era scosso. Noys riusciva a dare una risposta a tutto!…

«Sarei rimasta ancor piu sorpresa,» disse Noys, «Se mi fossi resa conto del vero significato di quell'alterazione. Se tu fossi venuto da solo, mi avresti condotta nel Primitivo, come e avvenuto. E poi, per amore dell'umanita, e per amor mio, non avresti cercato Cooper. Il circolo si sarebbe spezzato, l'Eternita sarebbe finita, e avremmo potuto vivere qui, sani e salvi.

«Ma tu sei venuto con Twissell… una variazione casuale. E durante il viaggio, lui ti ha rivelato le sue idee sui Secoli Nascosti, avviando nella tua mente una catena di deduzioni che ti ha portato a dubitare della mia buona fede. Cosi tutto e finito con un disintegratore tra noi… E questa, Andrew, e tutta la storia. Ora puoi uccidermi. Nulla puo fermarti.»

La mano di Harlan era indolenzita per la stretta convulsa intorno all'impugnatura del disintegratore. Sposto l'arma nell'altra mano, senza neppure rendersi conto di cio che faceva. Non c'era dunque nessun punto debole, nella sua storia? Dov'era la determinazione che lui avrebbe dovuto ricavare dalla certezza di trovarsi di fronte a una creatura dei Secoli Nascosti? Ora si trovava diviso piu che mai dal dubbio, da un'incertezza dolorosa, lancinante… e l'alba si stava avvicinando.

«Perche due tentativi, per distruggere l'Eternita? Perche l'Eternita non e finita una volta per sempre, quando ho mandato Cooper nel 20°? Tutto sarebbe finito, allora, e non ci sarebbe stata quest'agonia d'incertezza.»

«Perche,» disse Noys, «Non e sufficiente far finire l'Eternita. Dobbiamo ridurre praticamente a zero la probabilita di stabilire qualsiasi forma di Eternita. Cosi c'e una cosa che noi dobbiamo fare qui, nel Primitivo. Un piccolo Mutamento, una cosa apparentemente irrilevante, eppure essenziale. Tu sai cosa significa un Minimo Mutamento Necessario. In questo caso, si tratta solo di spedire una lettera in una penisola chiamata Italia, qui nel 20°. Ora siamo nel 19'32°… l'anno 1932 di questo Secolo. Tra pochi anni, se io spediro la lettera, un uomo dell'Italia comincera a fare esperimenti sul bombardamento neutronico dell'uranio.»

Harlan la guardo, inorridito:

«Vuoi alterare la storia del Primitivo?»

«Si. Questa e la nostra intenzione. Nella nuova Realta, nella Realta definitiva, la prima esplosione nucleare non avverra nel 30° Secolo, ma nel 19,45°… nell'anno 1945.»

«Ma conosci il pericolo? Ti puoi rendere conto del pericolo smisurato che questo avvenimento produrrebbe?»

«Si, noi conosciamo il pericolo. Abbiamo osservato i vari tipi di Realta che ne possono derivare. Esiste una possibilita, non una certezza, naturalmente, che la Terra finisca con una crosta fortemente radioattiva, ma prima di questa possibilita…»

«Intendi dire che puo esistere una compensazione, a una simile eventualita?»

«Un Impero Galattico. Un rafforzamento dello Stato Fondamentale.»

«E voi accusate gli Eterni d'interferire…»

«Noi li accusiamo d'interferire molte volte per mantenere il genere umano al sicuro, nella propria casa e in prigione. Noi interferiamo una volta, una sola volta, per farlo indirizzare prematuramente verso la nucleonica, in modo che non possa mai, mai creare una Eternita.»

«No,» disse Harlan, disperatamente. «L'Eternita deve esistere.»

«Se vuoi. La scelta e tua. Se tu desideri che siano degli psicopatici a dettare il futuro del genere umano…»

«Degli psicopatici!» esplose Harlan.

«Non lo sono, forse? Tu li conosci. Rifletti!»

Harlan la fisso, pieno di sdegno e di orrore, eppure non riusci a fare a meno di riflettere. Penso ai Cuccioli che apprendevano la verita sulla Realta, e al Cucciolo Latourette che aveva tentato di uccidersi, dopo averlo scoperto. Latourette era sopravvissuto ed era diventato un Eterno… e quali cicatrici erano rimaste nella sua personalita, quali tare mentali avevano turbato il suo equilibrio?… e ciononostante, era diventato uno di coloro che decidevano i Mutamenti di Realta.

Penso al sistema delle caste esistente nell'Eternita, alla vita anormale che trasformava i sentimenti di colpa in collera e odio contro i Tecnici. Penso ai Calcolatori, che lottavano tra di loro, penso a Finge che complottava contro Twissell, e a Twissell che spiava Finge. Penso a Sennor, che lottava contro la sua calvizie lottando contro tutti gli Eterni.

Penso a se stesso.

E poi penso a Twissell, al grande Twissell, che infrangeva a sua volta tutte le leggi dell'Eternita.

Gli parve di avere sempre saputo che l'Eternita non era altro che questo. Perche, altrimenti, sarebbe stato cosi disposto a distruggerla? L'Eternita era pazzia, un mondo irreale, alienato, pieno di tare mentali, innaturale. Eppure non l'aveva mai ammesso completamente, di fronte a se stesso; non aveva mai trovato il coraggio di guardare in faccia la realta, fino a quel momento… nel quale la verita gli era apparsa improvvisamente, chiaramente, davanti agli occhi.

E cosi ora pote vedere l'Eternita con infinita chiarezza, come una fogna di psicosi sempre piu dense e torbide, come un abisso pulsante di motivazioni anormali, come una massa di vite disperate, strappate brutalmente alla vera esistenza, smarrite in un gorgo di follia.

Guardo Noys, con espressione attonita.

Lei disse, dolcemente:

«Capisci? Vieni con me sulla soglia della caverna, Andrew?»

La segui, ipnotizzato, sbigottito per la subitaneita e la totalita del nuovo punto di vista che aveva acquistato. Il disintegratore gli cadde di mano, e per la prima volta dall'inizio del loro colloquio, la linea ideale che lo aveva unito al cuore di Noys si spezzo.


Il pallore dell'alba striava il cielo, e sullo sfondo grigio la massa rotonda del cronoscafo, fuori della caverna, era come un'ombra opprimente. I suoi contorni erano vaghi e indistinti, confusi dalla pellicola che lo proteggeva.

Noys disse:

«Questa e la Terra. Non la casa eterna e unica del genere umano, ma solo il punto di partenza di un'infinita avventura. Tu devi solo prendere una decisione. Spetta a te decidere. Tu e io e il contenuto di questa caverna saremo protetti dal Mutamento da un campo di Tempo fisiologico. Cooper scomparira, insieme alla sua inserzione; l'Eternita se ne andra per sempre, insieme alla Realta del mio Secolo, ma noi rimarremo, e avremo figli e nipoti e pronipoti, e il genere umano rimarra, per raggiungere le stelle.»

Si volto a guardarla, e lei gli sorrise. Era Noys, la sua Noys di sempre, e il cuore di Harlan comincio a battere piu forte, come aveva sempre battuto piu forte per lei.

Non si accorse neppure di avere preso la sua decisione, fino a quando il grigiore perlaceo non invase subitamente il cielo, riempiendo gli orizzonti, e la sagoma massiccia del cronoscafo scomparve.

Con la scomparsa del cronoscafo, penso, mentre Noys scivolava lentamente tra le sue braccia, giungeva le fine, la completa, definitiva fine dell'Eternita.

…e il principio dell'Infinito.

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