Sentii una voce che diceva: «Come puoi corrompere un delfino?».
Un’altra voce rispose: «Lascia fare a me».
«Cosa gli dai? Dieci scatole di sardine?»
«Questo è un delfino anche più speciale degli altri. È uno studioso. Lo si può corrompere.»
Loro non sapevano che potevo sentirli. Stavo nuotando in superficie nella mia vasca di riposo, tra un turno e l’altro. Il nostro udito è acuto, e mi trovavo entro il raggio di ascolto. Intuii subito che qualcosa non andava, ma rimasi dov’ero, fingendo di niente.
«Ismaele!» gridò uno degli uomini. «Sei tu Ismaele?»
Sporsi la testa dall’acqua e mi avvicinai al bordo della vasca. C’erano tre maschi umani. Uno era un tecnico della Stazione. Gli altri due non li avevo mai visti, e portavano coperture da corpo che andavano dei piedi fino alla gola. Da questo compresi subito che erano stranieri. Il tecnico lo disprezzavo, perché era uno di quelli che faceva osservazioni sfacciate sulle glandole lattifere di Lisabeth.
Disse: «Guardatelo, signori. Già logoro in tenera età! Una vittima dello sfruttamento umano!». A me disse: «Ismaele, questi signori appartengono alla Lega per la Prevenzione contro la Crudeltà verso le Specie Intelligenti. La conosci?»
«No» dissi.
«Cercano di far cessare lo sfruttamento dei delfini. L’uso criminale che viene fatto sul nostro pianeta delle specie intelligenti costrette a un lavoro da schiavi. Ti vogliono aiutare.»
«Io non sono uno schiavo. Per il mio lavoro ricevo un compenso» dissi.
«Pochi pesci puzzolenti!» disse l’uomo completamente vestito che stava alla sinistra del tecnico. «Ti sfruttano, Ismaele! Ti fanno fare un lavoro pericoloso, massacrante, e non ti danno praticamente niente!»
«È una storia che deve finire» disse il suo compagno. «Vogliamo comunicare al mondo che l’era dello sfruttamento dei delfini è finita. Aiutaci, Ismaele! Aiutaci, e noi aiuteremo te!»
Io fui subito contrario a quello che loro proponevano; ma un delfino con meno immaginazione di me l’avrebbe detto subito, e avrebbe subito mandato a monte quel complotto. Invece io dissi, astutamente:
«Cosa volete che faccia?»
«Devi ostruire le valvole» disse rapidamente il tecnico.
Feci involontariamente una smorfia di collera e di sorpresa. «Tradire una sacra fiducia? Com’è possibile?»
«È per il tuo bene, Ismaele. Ecco cosa succede. Tu e il tuo gruppo ostruite le valvole e l’impianto per la produzione dell’acqua smette di funzionare. Quelli dell’isola vengono presi dal panico. Le squadre umane di manutenzione scendono a vedere cosa succede, ma non appena puliscono le valvole, tu scendi di nuovo a ostruirle. Rifornimenti di emergenza di acqua dovranno essere inviati in tutta fretta a Santa Croce, e l’attenzione del pubblico si concentrerà sul fatto che la vita dell’isola dipende dal lavoro dei delfini… pagati male, e sfruttati! Durante la crisi ci faremo avanti per raccontare al mondo la vostra storia. Costringeremo ogni essere umano a protestare contro il modo oltraggioso in cui vi trattano.»
Non dissi che non mi sentivo per niente oltraggiato. E risposi con intelligenza. «Per me potrebbe essere una cosa pericolosa.»
«Non è vero.»
«Mi chiederanno perché non ho pulito le valvole. È un mio compito. Ci saranno dei guai.»
Si discusse per un po’ la questione. Poi il tecnico disse: «Senti, Ismaele, noi sappiamo che ci sono pochissimi rischi. Ma siamo disposti a offrirti una paga-extra, se fai il lavoro».
«E sarebbe?»
«Bobine. Tutto quello che vorrai ascoltare, noi siamo disposti a fartelo avere. So che hai interessi letterari. Ti daremo quello che vuoi. Romanzi, poesie, novelle, e altre cose del genere. Dopo le ore di lavoro ti daremo letteratura in quantità, se ci aiuti.»
La loro abilità mi lasciò sorpreso. Sapevano esattamente come stimolarmi.
«È un affare» dissi.
«Devi dirci soltanto quello che vuoi.»
«Qualsiasi cosa sull’amore.»
«Amore?»
«Amore. Tra uomo e donna. Portatemi poemi d’amore. Portatemi storie di famosi amanti. Portatemi descrizioni dell’amplesso sessuale. Sono cose che voglio capire.»
«Desidera il Kama Sutra» disse quello alla sinistra.
«E noi gli porteremo il Kama Sutra» disse quello alla destra.