CAPITOLO XII

Lucas Martino era immobile, in piedi, e guardava in alto, verso i condotti che alimentavano il K-88. In fondo al pozzo, sotto di lui, sentiva i suoi tecnici al lavoro, intorno al grosso serbatoio sferico. Uno di loro imprecò, mentre lavorava. Aveva lasciato cadere qualcosa sul serbatoio, che risuonò pesantemente. I modelli definitivi avrebbero sicuramente avuto una forma aerodinamica e una superficie levigata e lucida, ma nella fase sperimentale i rifinimenti puramente estetici erano stati considerati del tutto superflui. Tranne, forse, che dal tecnico che si era imbattuto in un'asperità della superficie.

Mentre Martino era intento a osservare il procedere del lavoro, i tecnici risalirono, uno dopo l'altro. Il telefono squillò, accanto a lui, e quando lui rispose, il capo tecnico gli comunicò che la zona del serbatoio era stata sgomberata del tutto.

«Benissimo. Grazie, Will. Sto per fare entrare in funzione l'impianto di refrigerazione.»

L'esterno del serbatoio cominciò a coprirsi di brina. Martino chiamò il supervisore della centrale che forniva l'energia.

«Pronti all'esperimento, Allan.»

«D'accordo» rispose il supervisore. «Vi potremo fornire piena energia quando vorrete, trenta secondi dopo… ora. Buona fortuna, dottor Martino.»

«Grazie, Allan.»

Posò il ricevitore e guardò il vecchio muro di mattoni, dall'altra parte dell'immenso salone. C'era spazio a volontà, pensò. Non come succedeva negli Stati Uniti, quando lavoravo in locali minuscoli solo perché le equazioni di Kroenn dimostrano che potevo farcela egualmente. Sapevo che lui aveva torto, in qualche modo, ma non potevo provarlo… accidenti, avrei dovuto essere più ferrato in matematica. Lo sono abbastanza, ma chi può tenere testa a Kroenn? Ricordo che, quando ha scoperto il suo errore, si è infuriato con se stesso ed è risultato intrattabile per settimane e settimane.

Succede. Anche i migliori possono sbagliare, a volte. Be', per scoprire l'errore di Kroenn è stato necessario Kroenn stesso… Be', ci siamo, adesso…

Prese in mano il microfono collegato con l'impianto di chiamata generale, e schiacciò il pulsante.

«Esperimento» disse la sua voce, risuonando nell'intero edificio. Posò il microfono, e azionò il registratore.

«Prova Numero Uno, modello sperimentale K-88.» Fornì i dati relativi all'esatto momento dell'esperimento. «Immessa energia alle…». Diede un'occhiata all'orologio. «Ventuno e trentadue minuti.»

Premette il pulsante e si sporse dalla balaustra, per guardare in fondo al pozzo.

Il serbatoio esplose.

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