Questo libro non fa parte della serie della Fondazione, della serie dei Robot, o della serie dell’Impero. È a sé stante. Ho pensato di avvisarvi per evitare equivoci. Certo, può darsi che un giorno scriva un altro romanzo che colleghi questo agli altri… ma non è detto. Dopo tutto, per quanto tempo potrò continuare a spremermi il cervello per tessere queste trame complesse di storia futura?
Altro punto. Ho deciso da un pezzo di seguire una regola fondamentale nel mio lavoro di scrittore: essere chiaro. Ho rinunciato a scrivere poeticamente, o simbolicamente, o sperimentalmente, o in qualsiasi altro stile narrativo che (se fossi abbastanza in gamba) potrebbe farmi vincere un premio Pulitzer. Ho sempre voluto scrivere semplicemente in modo chiaro, instaurando così un rapporto cordiale coi miei lettori, e con i critici di professione… Be’, loro possono fare quello che vogliono.
Tuttavia, le mie storie si scrivono da sole, temo, e in questo caso mi sono accorto, sgomento, che stavo seguendo un doppio filo conduttore. Una serie di eventi si svolgeva nel presente della storia, e un’altra serie nel passato, ma avvicinandosi progressivamente al presente. Sono certo che questo intreccio non vi creerà alcun problema, ma dato che siamo amici ho pensato di avvertirvi.