Quando Bayta vide per la prima volta il pianeta Haven non ne fu certo impressionata.
Il marito le aveva indicato una stella semi-opaca sperduta ai confini della Galassia.
Era al di lа delle ultime costellazioni, dove brillano solitari pochi astri.
E anche in mezzo a questi, appariva povero e desolato.
Toran si rendeva conto che come preludio alla vita matrimoniale, le Nane Rosse mancavano certo di fascino, e storse la bocca intimidito.
— Lo so Bayta… il tuo non и stato un cambio molto vantaggioso, vero? Intendo dire, dalla Fondazione a qui.
— Un cambio orribile, Toran.
Non avrei mai dovuto sposarti.
Ma quando vide il marito prendere sul serio le sue parole e rattristarsi, assunse subito un'aria dolce. - Via, stupido non fare il muso.
So bene che ti aspettavi che ti dicessi: "Caro Toran, con te sarei felice dovunque!" Oppure: "Gli spazi interstellari diventeranno la mia casa, dolce amore, se tu fossi con me!".
Ammettilo.
Puntт l'indice contro di lui e lo ritirт immediatamente prima che lui riuscisse ad afferrarlo con i denti.
— Se mi arrendo e ammetto che hai ragione, mi preparerai la cena? Lei annuм sorridente.
Anche lui sorrise voltando lo sguardo verso di lei.
Non era una bella donna, lo sapeva, anche se per la strada si giravano a guardarla.
I suoi capelli erano neri e lucidi, ma dritti e lisci, la bocca era forse troppo grande, ma la precisa linea delle sopracciglia delineava gli occhi caldi, color mogano, sempre sorridenti.
Dietro quell'aspetto di donna pratica e tutt'altro che romantica, in realtа si nascondeva un carattere affettuoso e dolce anche se s'induriva ogni volta che s'accorgeva di abbandonarsi a debolezze.
C'era del compiacimento nel suo atteggiamento verso Bayta, la soddisfazione di chi и riuscito a superare un complesso d'inferioritа nel quale si trovava da almeno tre anni.
Ricontrollт i comandi, poi decise di riposarsi.
Erano in vista di un Balzo, ma c'erano sempre piccole manipolazioni da fare.
Si voltт a guardare Bayta, che stava aprendo i contenitori del cibo.
Dopo tutto lui era un provinciale, e non solo un provinciale, ma il figlio di un mercante rinnegato.
Lei invece era della Fondazione, e per di piщ poteva annoverare fra i suoi antenati il grande Mallow.
Per questa ragione provava un certo imbarazzo.
Portarla via con se su Haven, il pianeta roccioso con le cittа costruite nelle grotte, era chiedere giа troppo.
Inoltre, lei avrebbe dovuto affrontare la tradizionale ostilitа dei mercanti nei confronti dei cittadini della Fondazione.
E subito dopo pranzo, l'ultimo Balzo! Haven era di un colore rosso vivo, mentre il secondo pianeta era di un colore piuttosto opaco con i contorni sfuocati dall'atmosfera e semi illuminato dal sole.
Bayta, chinata sopra il telescopio da tavola, osservava Haven II.
— Avrei voluto incontrare tuo padre prima - disse con tono serio.
— Se non gli dovessi piacere…
— In quel caso - rispose Toran, - tu saresti la prima donna graziosa che gli ispira antipatia.
Prima che perdesse il braccio e fosse costretto a non viaggiare piщ per gli spazi, era… be', se gli farai una domanda del genere, non la smetterа di raccontarti le sue avventure.
Qualche volta mi sono chiesto se non se le inventi: non le racconta mai due volte allo stesso modo.
Haven Il ora si stava avvicinando velocemente.
I continenti passarono veloci sotto di loro, piccole macchie grigie appena riconoscibili tra gli squarci delle nubi.
Una catena di montagne seguiva la linea della costa.
Ormai erano tanto vicini da poter vedere le onde del mare, mentre all'orizzonte si vedeva una spiaggia coperta di banchi di ghiaccio.
L'astronave atterrт in una pianura, poco distante dai primi contrafforti di un altopiano.
Si arrampicarono a tentoni nel buio piщ scuro delle notti dei pianeti ai confini della Galassia, e Bayta tremт per il freddo tagliente.
Toran la prese sotto braccio e la spinse a correre verso una strada liscia che conduceva ad alcune luci distanti.
A metа strada incontrarono due guardie, che scambiarono poche parole con Toran e li scortarono fino alle luci.
Il vento e il freddo scomparvero non appena i portali di roccia si aprirono e poi si chiusero dietro le loro spalle.
L'interno era caldo, le pareti emanavano una forte luce bianca, e l'aria era piena di un brusio confuso.
Alcuni uomini alzarono la testa dalla scrivania, e Toran consegnт loro i documenti.
Dopo averli esaminati brevemente, fecero loro segno di proseguire, e Toran sussurrт alla moglie: - Mio padre deve averli avvertiti.
Bisogna aspettare almeno cinque ore, di solito.
Uscirono all'aperto e Bayta non riuscм a trattenere un'esclamazione di sorpresa.
La cittа sotterranea era illuminata a giorno.
Ciт che avrebbe dovuto essere il cielo era una specie di luminositа continua priva di contorni.
E l'aria tepida emanava profumi campestri.
— Toran, и magnifico! - esclamт Bayta.
Toran sorrise soddisfatto. - Certo non и paragonabile alla Fondazione.
ma и la cittа piщ grande di Haven II.
Ha una popolazione di ventimila abitanti.
Spero che ti troverai bene qui.
Non esistono grandiosi luoghi di divertimento, ma nemmeno la polizia segreta; - Toran, caro, sembra una cittа giocattolo.
E tutta bianca e rosa, e cosм pulita.
— Sono contento che ti piaccia. - Toran osservт la cittа assieme a lei.
Le case, per la maggior parte, non superavano i due piani di altezza ed erano fabbricate con roccia venata caratteristica di quelle regioni.
Gli edifici a spirale della Fondazione non esistevano, cosм come gli enormi caseggiati adibiti ad abitazione caratteristici dei Vecchi Regni.
Le costruziom minuscole e individuali erano un relitto dell'iniziativa individuale di una Galassia dove si viveva una vita collettivizzata.
Toran improvvisamente attirт l'attenzione della compagna. - Bayta, sta arrivando mio padre! Guarda laggiщ.
Lo vedi? Lei guardт nella direzione indicata.
Vide un uomo piuttosto massiccio, che agitava freneticamente un braccio allargando le dita della mano come se volesse afferrare qualcosa.
Giunse alle loro orecchie il suono della sua voce dal timbro profondo.
Bayta segui il marito che aveva affrettato il passo.
Accanto al grosso uomo con un braccio solo, che ancora si agitava e gridava, vide un uomo piщ piccolo dai capelli bianchi, quasi nascosto dall'altro.
Toran le parlт volgendosi indietro. - E il fratellastro di mio padre.
Quello che и stato sulla Fondazione.
Te ne ho parlato mi pare.
S'incontrarono in un prato, risero e balbettarono frasi incoerenti, e il padre di Toran diede un ultimo urlo per manifestare la sua gioia.
Si ricompose la giacca corta e si aggiustт la cinghia di metallo lavorato unica sua concessione all'eleganza - che gli tratteneva i pantaloni in vita.
Guardт prima l'una poi l'altro, quindi disse quasi senza fiato: - Hai scelto un brutto giorno per tornare a casa, ragazzo mio.
— E perchй? E giа la festa per l'anniversario di Hari Seldon? - Sм.
Ho dovuto affittare una macchina per venire fin qui e costringere Randu a guidarla.
Non c'era un mezzo pubblico che funzionasse.
Ora s'era voltato a osservare Bayta.
Le parlт cercando di usare un tono di voce meno rude. - Ho portato qui con me il cristallo che mi avete mandato… ma devo ammettere che il tizio che ti ha fatto il ritratto doveva essere un dilettante.
Tolse di tasca un piccolo cubo trasparente, nel cui interno era possibile vedere una miniatura di Bayta che sorrideva.
— Quello! - disse Bayta. - Chissа perchй Toran vi ha mandato una simile caricatura.
Sono sorpresa che, dopo aver visto il ritratto, mi abbiate permesso di avvicinarmi a voi, signore.
— Dammi pure del tu.
Mi chiamo Fran.
Non mi piacciono tutti questi formalismi.
Anzi, dammi subito il braccio e avviamoci alla macchina.
Fino ad ora avevo poca fiducia nei gusti di mio figlio.
Sarт costretto a cambiare opinione, a quanto pare.
Toran parlт sottovoce allo zio. - Come sta il vecchio in questi giorni? Va ancora a caccia di donne? La faccia di Randu si riempiva di rughe quando sorrideva! - Quando puт, caro Toran, quando puт.
Ci sono volte in cui si scoraggia, quando si ricorda che il prossimo compleanno compirа sessant'anni.
Ma fa presto ad allontanare questo brutto pensiero cattivo e a ritornare a essere se stesso.
E' un mercante di vecchio stampo.
Ma Toran, dimmi, dove hai trovato una moglie cosм carina? Il giovane sorrise e prese sotto braccio lo zio. - Vuoi che ti racconti la storia di tre anni tutti in un fiato, zio? Nella piccola stanza di soggiorno della loro casa, Bayta si tolse i pesanti abiti da viaggio e il cappuccio sciogliendosi i capelli.
Si sedette, accavallт le gambe.
E ricambiт lo sguardo indagatore dell'omaccione.
Disse: - So bene cosa stai cercando di valutare, e cercherт di autarti.
Anni ventiquattro, altezza uno e sessantacinque peso sessantuno, laurea in storia. - Notт che si metteva sempre di fianco come per nascondere il braccio mancante.
Ma questa volta Fran s'avvicinт a lei e disse: - Poichй sei stata tu a tirare in ballo l'argomento… pesi sessantacinque chili.
Scoppiт in una gran risata vedendola arrossire.
Poi disse rivolgendosi a tutti: - Riesco sempre a giudicare il peso di una donna esaminandole le braccia.
Non manco di esperienza.
Vuoi bere qualcosa, Bayta? - Sм, grazie - rispose lei e uscirono insieme, mentre Toran esaminava la libreria per vedere se c'erano novitа.
Fran tornт dopo pochi minuti da solo e disse: - Scenderа piщ tardi.
Si sedette pesantemente sulla poltrona e mise le gambe sul bracciolo.
Il riso e l'emozione gli avevano arrossate le guance e Toran si voltт a guardarlo.
Fran disse: - Bene, ragazzo mio, finalmente sei a casa.
Sono contento.
Mi piace la tua donna.
Non и una di quelle mammolette tutte moine.
— L'ho sposata - disse Toran semplicemente.
— Quella и una questione del tutto diversa, ragazzo - la sua faccia si fece seria. - E' un sistema stupido di legarsi per il futuro.
In tutta la mia lunga vita, con tutta l'esperienza che ho accumulato, non ho mai fatto una cosa del genere.
Randu intervenne. - Franssart che razza di paragoni fai? Fino a sei anni fa, prima dell'incidente, non sei mai stato in un luogo tanto a lungo da poter pensare seriamente a prender moglie.
E adesso, chi ti vorebbe piщ? L'uomo dal braccio solo si drizzт sulla sedia e urlт: - Molte piщ donne di quante tu non creda, vecchio rammollito…
Toran cercт di rimetter pace. - E' piщ che altro una formalitа.
D'altronde ci sono anche diversi vantaggi.
— Soprattutto per le donne - brontolт Fran.
— Anche se cosм fosse - disse Randu, - era il ragazzo che doveva decidere.
Il matrimonio и un'usanza antica presso i cittadini della Fondazione.
— Non sono certo da prendersi per modelli da parte di un onesto mercante - replicт Fran.
Toran intervenne. - Mia moglie и della Fondazione. - Guardт i due uomini in faccia, poi abbassando la voce disse: - Attenzione, sta arrivando.
Dopo cena la conversazione assunse un tono leggero, Fran si abbandonт a lunghi racconti delle sue avventure che erano composte in egual misura da sangue, battaglie, donne, commerci e raggiri.
Il piccolo televisore era acceso e trasmetteva a basso volume un dramma senza che nessuno lo ascoltasse.
Randu era comodamente seduto su un divano e osservava Bayta inginocchiata su un soffice tappeto di pelliccia bianca acquistato molto tempo prima durante un viaggio e messo in mostra solo in occasioni speciali.
— E cosм, hai studiato storia? - disse rivolgendosi a Bayta.
Bayta annuм. - Ero la disperazione dei miei professori, ma alla fine sono riuscita ad imparare qualcosa.
— Ha ricevuto una borsa di studio - disse Toran. - E' troppo modesta.
— E che cosa hai imparato? - continuт Randu.
— Dovrei raccontarti tutto, ora, in poche parole? Il vecchio sorrise gentilmente. - Bene, allora, dimmi: che ne pensi della situazione Galattica? Bayta rispose in poche parole. - Secondo me, dovremmo essere vicini a un'altra Crisi di Seldon.
Altrimenti, vorrа dire che il Progetto и giа fallito.
E' proprio un disastro.
Ehm mormorт fra sй Randu, che razza di maniera di parlare di Seldon.
Ma non disse niente ad alta voce.
Randu succhiт la pipa, pensieroso. - Davvero? Perchй la pensi in questo modo? Da giovane sono stato anch'io sulla Fondazione e a quei tempi la pensavo a quel modo.
Ma dimmi perchй hai di queste idee? - Ebbene - disse Bayta arricciando le dita dei piedi nel pelo del tappeto e appoggiando il mento sul palmo della mano, - mi pareva che l'essenza di tutto il Progetto Seldon fosse quella di creare un mondo migliore di quello dell'Impero Galattico decaduto.
Tre secoli fa, quando Seldon creт la Fondazione, e sempre che la storia sia vera, l'Impero si stava disintegrando per tre ragioni fondamentali: l'inerzia, il despotismo, e la cattiva distribuzione dei beni nell'universo.
Randu annuм, mentre Toran guardava orgoglioso sua moglie e Fran schioccava la lingua mentre si riempiva ancora una volta il bicchiere.
Bayta continuo: - Se la storia di Seldon и vera, lui ha previsto il collasso dell'Impero servendosi delle leggi della psicostoria, e fu in grado di predire trentamila anni di barbarie prima che un nuovo Secondo Impero potesse restituire all'umanitа la civiltа e la cultura.
E lo scopo di tutta la sua vita и stato quello di cercare di abbreviare il piщ possibile questo periodo di interregno.
Fran intervenne con la sua voce profonda: - Ed и per questo che creт le due Fondazioni, onorato sia il suo nome.
— Infatti - disse Bayta. - La nostra Fondazione doveva raccogliere tutti gli scienziati migliori del morente Impero per tramandare la scienza e rinnovarla.
Inoltre, la Fondazione fu creata in un luogo che possedesse requisiti tali da permettere che essa formasse un nuovo, grande Impero, nello spazio di mille anni.
Ci fu un reverente silenzio.
Bayta riprese sottovoce: - E' una storia vecchia.
Tutti la conoscono.
Da quasi tre secoli ogni essere umano della Fondazione sa queste cose.
Ma ho pensato che fosse meglio ricapitolarle brevemente.
Oggi и il genetliaco di Hari Seldon, e sappiate che anche noi sulla Fondazione lo festeggiamo come voi su Haven.
Accese una sigaretta lentamente e osservт distratta le spirali di fumo.
Le leggi della storia sono assolute come quelle della fisica, e se in essa le probabilitа di errore sono maggiori, и solo perchй la storia ha a che fare con gli esseri umani che sono assai meno numerosi degli atomi, ed и per questa ragione che le variazioni individuali hanno un maggior valore.
Seldon predisse una serie di crisi durante i mille anni di sviluppo, ognuna delle quali avrebbe indicato una nuova svolta nella nostra storia.
Queste crisi ci avrebbero guidato sulla strada da lui predisposta e di conseguenza ora vi и la necessitа di una crisi.
Ora! - ripetй lasciandosi prendere dall'eccitazione. - E' passato un secolo dall'ultima, e in questo secolo, nella Fondazione, si stanno ripetendo gli errori che hanno determinato il crollo del vecchio Impero.
L'inerzia! La nostra classe dirigente segue una sola legge: non cambiar nulla.
Despotismo! Conoscono una sola regola: la forza.
Squilibri economici! Hanno un solo desiderio: aggrapparsi ai loro beni.
— Mentre gli altri muoiono di fame! - urlт Fran dando un gran pugno sul bracciolo della poltrona. - Le tue parole sono perle, ragazza mia.
Quei sacchi pieni di denaro che governano rovinano la Fondazione, mentre i poveri, coraggiosi mercanti sono costretti a nascondere la loro miseria in mondi come Haven.
E' un insulto contro Seldon, и volergli buttare il fango in faccia e sputargli nella barba. - Alzт il braccio in alto, poi la faccia gli si fece scura. - Se avessi ancora il mio braccio! Se un tempo mi avessero ascoltato! - Papа, calmati - disse Toran.
— Calmarsi, si, calmarsi - ripetй il padre fuori dei gangheri. - Noi vivremo sempre qui, e qui morremo e tu dici che dovrei calmarmi.
— Questo nostro Fran - disse Randu gesticolando con la pipa. - и il moderno Lathan Devers.
Devers mori ottant'anni fa in un campo di lavoro forzato insieme al bisnonno di tuo marito, poichй mancava di saggezza e aveva troppo cuore.
— Sм, per la Galassia, farei anch'io come lui se fossi stato nei suoi panni - disse Fran. - Devers era il piщ grande mercante della storia, persino piщ grande di quel pallone gonfiato di Mallow, che tanto onora la Fondazione.
Se quei tagliagole che governano la Fondazione l'hanno ucciso perchй amava la giustizia il nostro debito verso di lui и ancora piщ grande.
— Continua, ragazza mia - disse Randu. - Continua, o non la smetterа piщ di imprecare per tutta la notte.
— Non ho nulla da aggiungere - rispose lei. - Ci sarа un'altra crisi ma io non so come fare per provocarla.
Le forze progressiste della Fondazione sono terribilmente oppresse.
Voi mercanti avete forse la volontа, ma siete disorganizzati e disuniti.
Se tutte le forze munite di buone intenzioni si unissero…
Fran scoppiт in una gran risata. - Ascoltala, Randu, ascoltala.
Le forze progressiste della Fondazione le chiama.
Ragazza mia, non c'и speranza di ricevere aiuto da quei rammolliti della Fondazione.
Il loro popolo и formato da coloro che vengono frustati.
Non esistono uomini con abbastanza fegato da affrontare un solo mercante.
Bayta tentт di interromperlo senza successo.
Toran le mise una mano sulla bocca. - Papа - disse gelido, - tu non sei mai stato nella Fondarione.
Non ne sai niente.
Ti dico che i membri delle associazioni segrete sono coraggiosi e tenaci.
Bayta era una di loro…
— D'accordo, ragazzo - rispose Randu sinceramente imbarazzato.
— Tuo padre non intendeva offendere nessuno.
Non vedo perchй devi pigliartela tanto.
Toran continuт eccitato: - Il guaio и che tu papа hai una visione provinciale del problema.
Tu pensi che sia una dimostrazione di grande coraggio da parte di alcune migliaia di persone rifugiarsi in pianeti sperduti e inabitabili.
Certo, gli agenti delle tasse che la Fondazione manda fino a qui, non ritornano piщ indietro.
Ma questo и eroismo da quattro soldi.
Che fareste se la Fondazione mandasse qui una flotta? - La faremmo senz'altro saltare in aria - rispose Fran.
— E piщ probabile che siano loro a far saltare in aria voi.
Siete in pochi, disorganizzati e privi di armi: presto, se la Fondazione lo riterrа opportuno, ve ne accorgereste.
E meglio quindi che cerchiate i vostri alleati sulla Fondazione, se vi и possibile.
— Randu - disse Fran, guardando il fratello in cerca d'aiuto.
Randu si tolse la pipa di bocca. - Il ragazzo ha ragione, Fran.
E se tu lo ascoltassi invece di metterti a urlare, te ne renderesti conto.
Ma sono ragionamenti che ti danno fastidio e cosм li soffochi con le tue urla.
Ma i problemi rimangono.
Toran, ora ti dirт perchй ho dato inizio a questa discussione.
Tirт alcune boccate pensieroso, quindi mise la pipa sulla rastrelliera automatica, aspettт qualche secondo e la riprese completamente pulita.
Lentamente la ricaricт.
Disse: - La tua supposizione sull'interessamento della Fondazione nei nostri confronti и vera.
Ultimamente abbiamo ricevuto due visite sempre per raccogliere tasse.
L'aspetto preoccupante di questa faccenda и che il secondo funzionario era accompagnato da una piccola nave da guerra.
Sono atterrati nei pressi di Gleifar City e hanno provato a minacciarci.
Naturalmente le due astronavi non si sono piщ sollevate dal suolo.
Ma sono convinto che torneranno alla carica.
E tuo padre Toran, se ne rende conto benissimo.
Recita la parte dell'ostinato, ma sa che Haven и nei guai e sa anche che non abbiamo scampo, ma continua a ripetere i suoi slogan.
Lo fanno sentire sicuro egli danno coraggio.
E una volta che ha scaricato le sue invettive gli sembra di aver adempiuto il suo dovere di uomo e di mercante, tuttavia и una persona ragionevole, come tutti noi.
— Noi chi? - chiese Bayta.
Egli sorrise. - Abbiamo formato un piccolo gruppo, Bayta, solo nella nostra cittа.
Non abbiamo ancora deciso niente.
Non siamo ancora riusciti a metterci in contatto con le altre cittа.
— Ma per fare cosa? Randu scosse la testa. - Non lo sappiamo ancora.
Speriamo in un miracolo.
Crediamo, come te, che una Crisi di Seldon dov'essere imminente - Gesticolт con le mani. - La Galassia и piena di frammenti del vecchio Impero.
Ci sono generali a bizzeffe.
Pensi che qualcuno finalmente si lascerа tentare dall'ambizione? Bayta considerт la questione in silenzio, poi scosse la testa negativamente in modo cosм deciso che i capelli le coprirono gli occhi. - No, non c'и neanche una probabilitа.
Non esiste un generale che non sappia che attaccare la Fondazione significa il suicidio.
Bel Riose, del Vecchio Impero, era sicuramente migliore di tutti loro, e inoltre lui attaccт spalleggiato dalle piщ grandi risorse della Galassia, eppure non riuscм a spuntarla contro il Progetto Seldon.
Esiste forse un solo generale che non conosce questa storia? - Ma se noi riuscissimo a convincere qualcuno? - A convincerli di che cosa? Di buttarsi in una fornace atomica? E con che mezzi pensi di persuaderli? - Eppure a quanto pare ne esiste uno.
In questi ultimi due anni si и parlato molto di uno strano uomo che chiamano il Mulo.
— Il Mulo? - disse Bayta. - Hai sentito parlare di lui qualche volta, Toran? Toran scosse la testa. - E chi sarebbe? - Non lo so.
Ma a quanto pare ha vinto diverse battaglie pur essendo in condizioni di assoluta inferioritа.
Forse le voci sono esagerate, ma sarebbe interessante, in ogni modo conoscerlo.
Non tutti gli uomini provvisti di sufficiente abilitа e ambizione sono disposti a credere in Hari Seldon e nelle sue leggi psicostoriche.
Naturalmente ci penseremo noi a incoraggiare la sua ambizione.
Forse si deciderа ad attaccare.
— E la Fondazione vincerebbe.
— Sм, ma non necessariamente con grande facilitа.
Si verificherebbe una crisi e noi ci avvantaggeremmo di questa crisi per costringere i despoti della Fondazione a un compromesso.
Alla peggio si dimenticherebbero di noi abbastanza a lungo da permetterci di organizzare un piano.
— Che ne pensi, Toran? Toran sorrise. - Da come parli, non ci puт certo danneggiare.
Ma chi sarebbe questo Mulo? Che cosa sai di lui, Randu? - Ancora niente.
Ma per ottenere informazioni potremmo servirci di te Toran.
E di tua moglie se ne avrа voglia.
Tuo padre e io ne abbiamo giа parlato.
Ne abbiamo discusso ogni particolare.
— In che modo, Randu? Che cosa vuoi da noi? - Il giovane diede un'occhiata interrogativa a sua moglie.
— Avete giа fatto la luna di miele? - Be'… sм… se si puт chiamare luna di miele il viaggio dalla Fondazione a qui.
— E che ne direste di farne una migliore su Kalgan? Spiagge semitropicali, sport acquatici, caccia agli uccelli: non и affatto un brutto posto per le vacanze.
Dista meno di settemila parsec, non и poi molto.
— E che cosa c'и su Kalgan? - Il Mulo! O perlomeno i suoi uomini.
L'ha conquistata il mese scorso, e senza una vera e propria battaglia anche se il Lord di Kalgan aveva minacciato di combattere fino a quando il pianeta non fosse stato ridotto in polvere di ioni.
— E dove si trova ora il Lord di Kalgan? - E' sparito - disse Randu scrollando le spalle. - Che ne dici? - Ma che dovremmo fare? - Non lo so.
Fran e io siamo vecchi e abbiamo idee troppo provinciali.
Tutti i mercanti di Haven sono troppo provinciali.
Anche tu l'hai detto.
I nostri commerci sono limitati, e non siamo piщ i grandi navigatori della Galassia di un tempo.
Chiudi il becco, Fran! Invece voi due conoscete la Galassia.
Bayta, in special modo, parla con un buon accento della Fondazione.
Vorremmo solo che tu ci riferissi tutte le notizie che riesci a raccogliere.
Se riesci a metterti in contatto…
Be'… noi non ci aspetteremo tanto.
Ma pensateci sopra.
Se volete potrete partecipare a una riunione del nostro gruppo.
Ma non prima della prossima settimana.
Avete bisogno di un pт di tempo per tirare il fiato.
Nessuno rispose e dopo un poco Fran ruggм: - Chi vuole ancora da bere? Oltre me, s'intende!
Il capitano Han Pritcher, pur non abituato al lusso che lo circondava, non era impressionato.
Per principio evitava ogni analisi del proprio animo e di tutti i pensieri filosofici che non erano direttamente connessi con il suo lavoro.
Questo lavoro consisteva essenzialmente in ciт che il ministero della guerra definisce servizio segreto, i salotti mondani spionaggio.
Ma in realtа non era altro che un'attivitа sordida fatta di tradimenti e subdoli raggiri.
La societа и pronta a scusare poichй si tratta di una attivitа nell'interesse dello Stato, ma poichй la filosofia sembrava portare il capitano Pritcher ad altre conclusioni, lui scoraggiava ogni suo pensiero filosofico.
Ma ora, comodamente seduto nell'anticamera del sindaco, questi pensieri sembravano tormentarlo, malgrado tutte le sue teorie.
Uomini che gli erano inferiori per intelligenza, venivano promossi di grado continuamente, e questo riusciva ancora ad ammetterlo.
Aveva sopportato una serie di rimproveri dei suoi superiori ed era riuscito a sopravvivere.
Eppure, testardo, continuava a rimanere fermo nella sua idea che un atto di insubordinazione, compiuto per quello stesso sacro interesse dello Stato, avrebbe dovuto essere riconosciuto per il valore del risultato.
Per questo si trovava nell'anticamera del sindaco con cinque guardie che lo tenevano d'occhio, e forse una corte marziale lo stava aspettando.
Le pesanti porte di marmo scivolarono di lato, silenziosamente, aprendosi su un salotto dalle mura tappezzate di seta e dal tappeto di plastica rossa.
In fondo a questa stanza c'erano altre due porte di marmo rinforzate di metallo.
Due ufficiali, che indossavano una divisa elegantissima di tre secoli prima, entrarono in anticamera e gridarono ad alta voce: - Udienza per il capitano Han Pritcher del Servizio Informazioni.
Fecero un passo indietro inchinandosi rispettosamente e il capitano avanzт.
La scorta si arrestт davanti alla seconda porta, ed egli entrт da solo.
Al di lа della porta, in un enorme salone, stranamente semplice dietro una colossale scrivania tutta spigoli, sedeva un uomo piccolo, quasi sperduto in quella immensitа.
Il Sindaco Indbur - il terzo a chiamarsi con quel nome - era nipote del primo Indbur, che era stato un uomo brutale e capace; che aveva dato dimostrazioni della prima qualitа in modo piuttosto spettacolare quando aveva assunto il governo, e piщ tardi aveva dimostrato la sua abilitа nel porre fine alla farsa delle libere elezioni riuscendo, e in questo caso la sua abilitа fu ancora piщ notevole, a mantenere un certo ordine e una certa pace.
Il Sindaco Indbur era figlio del secondo Indbur, primo sindaco della Fondazione ad assumere quella carica per diritto ereditario, e che possedeva soltanto una delle qualitа di suo padre: la brutalitа.
Indbur Terzo possedeva caratteristiche tutte personali.
Un geometrico amore per l'ordine per lui significava possedere un sistema; un infaticabile e febbrile interesse per le faccende meno importanti della piccola burocrazia era essere attivo, l'indecisione, quando era nel giusto, aveva il significato di oculatezza; la cieca testardaggine nell'errore era una prova di carattere.
Malgrado ciт non sprecava denaro, non uccideva nessuno inutilmente ed era sempre guidato da ottime intenzioni.
Il capitano Pritcher era tormentato da tetri pensieri ma la sua faccia rimaneva impassibile e non tradiva alcuna emozione.
Egli rimaneva in attesa rispettosa che il sindaco gli prestasse attenzione.
Non tossм, non si dondolт sulle gambe, non si mosse dalla sua posizione finchй la faccia magra del sindaco non si levт dal foglio sul quale prendeva accurate annotazioni.
Prese il foglio dalla scrivania e lo depose su una pila ordinata di altri fogli uguali.
Il sindaco Indbur battй le mani di fronte a sи evitando accuratamente di portare scompiglio all'ordine della scrivania.
— Capitano Pritcher del Servizio Informazioni - disse il sindaco.
Il capitano Pritcher, con osservanza scrupolosa del protocollo, si piegт su un ginocchio fino quasi a toccar terra, chinт la testa e non l'alzт fin quando non senti le parole: - Capitano Pritcher, alzatevi! Il sindaco gli si rivolse con accento amichevole. - Vi trovate qui, capitano Pritcher, a causa di certi procedimenti disciplinari presi contro di voi dal vostro ufficiale superiore.
La pratica concernente il vostro caso e arrivata dopo aver seguito la normale prassi burocratica, fino a me, e poichй nulla accade nella Fondazione senza che me ne sia occupato personalmente, mi sono preso la briga di chiedere ulteriori informazioni sul vostro conto.
Non ne sarete sorpreso, spero.
Il capitano Pritcher rispose con voce priva d'emozioni: - No.
Eccellenza.
La vostra giustizia и proverbiale.
— Davvero? - Aveva un tono compiaciuto, e le lenti a contatto colorate che portava riflessero la luce in modo che i suoi occhi sembrarono lampeggiare.
Cercт nello schedario con meticolositа e ne tolse un fascicolo che lisciт con le dita lunghe e magre.
— Ho qui il vostro curriculum completo, capitano.
Avete quarantatrй anni e da diciassette siete ufficiale delle Forze Armate.
Siete nato a Loris, da genitori di Anacreon, non avete avuto serie malattie infantili: un attacco di mio…
Cose di poca importanza…
Avete studiato all'Accademia di Scienze e ottenuto la laurea in ingegneria.
Ottime votazioni… molto bene, mi congratulo con voi.
Siete entrato come ufficiale nell'Esercito il centoduesimo giorno dell'anno duecentonovantatrй.
Era della Fondazione.
Alzт gli occhi dal primo fascicolo e ne aprм un altro.
— Come vedete - continuт, - nella mia amministrazione, niente и lasciato al caso.
Ordine! Sistematicitа! Portт alle labbra una piccola pastiglia aromatica.
Questo era l'unico vizio che si concedeva.
Il fatto che la scrivania del sindaco mancasse di inceneritore per i mozziconi di sigarette era la prova che non fumava.
Naturalmente, non potevano fumare nemmeno gli ospiti.
Il sindaco lesse il secondo fascicolo attentamente, borbottando e, di tanto in tanto, commentando, sempre a bassa voce, alcuni brani.
— Ebbene, capitano - disse, - il vostro curriculum и certamente insolito.
La vostra abilitа и notevole e i servigi che avete resi sono senza dubbio importanti.
Ho letto che siete stato ferito per ben due volte in servizio, e che siete stato insignito di una medaglia al merito per coraggio e abnegazione superiori al dovere.
Questi sono fatti che non possono essere minimizzati. - Lentamente rimise il fascicolo al suo posto.
La faccia priva d'espressione del capitano Pritcher non s'addolcм.
Il protocollo imponeva che il suddito onorato da un'udienza del sindaco non si dovesse sedere: era abbastanza facile ricordarsene visto che nella stanza non esistevano altre sedie all'infuori di quella sulla quale era seduto il sindaco.
Il protocollo inoltre stabiliva che la persona ricevuta non doveva parlare se non quando veniva interrogata direttamente.
Il sindaco fissт il capitano negli occhi e la sua voce si fece severa.
Tuttavia, da dieci anni non avete ottenuto promozioni, e i vostri superiori riferiscono continuamente che avete un pessimo carattere.
Dicono che siete insubordinato in modo cronico, incapace di assumere un corretto atteggiamento di fronte ai vostri superiori, che sembra non vi interessi affatto stabilire buoni rapporti con i vostri colleghi insomma che siete un incurabile piantagrane.
Come spiegate tutto questo, capitano? - Eccellenza, faccio quello che credo sia giusto.
Cerco di comportarmi secondo il bene dello Stato, e le mie ferite dimostrano che ciт io ritengo giusto и giusto anche per lo Stato.
— Un atteggiamento da soldato, capitano, ma una dottrina pericolosa.
Ma ne discuteremo piщ tardi.
Siete accusato specificamente di aver rifiutato per ben due volte di eseguire ordini firmati dai miei delegati.
Come rispondete a questa accusa? - La missione che mi era stata affidata, Eccellenza, era assolutamente inutile in un periodo critico come questo, quando problemi di fondamentale importanza vengono ignorati.
— E chi vi dice che ciт di cui parlate sia di importanza fondamentale e, anche se lo fosse, chi vi dice che ciт venga ignorato? - Eccellenza, certe situazioni mi appaiono evidenti.
La mia esperienza e la mia conoscenza dei fatti, delle quali nessuno dei miei superiori dubita, mi permettono di giudicare la situazione.
— Mio caro capitano, non vi accorgete che arrogandovi il diritto di determinare la politica del Servizio Informazioni, usurpate le funzioni dei Vostri superiori? - Eccellenza, il mio primo dovere и quello di servire lo Stato, non i miei superiori.
— Sbagliate.
I vostri superiori hanno a loro volta altri superiori, e il capo supremo sono io: io sono lo Stato.
Ma non voglio che abbiate modo di lamentarvi della mia proverbiale giustizia.
Esponetemi le ragioni che hanno dato luogo a questo procedimento disciplinare contro di voi.
— Eccellenza, il mio primo dovere и quello di servire lo Stato, e non quello di vivere come un mercante in pensione sul pianeta Kalgan.
Mi era stato ordinato di dirigere le attivitа della Fondazione sul pianeta, creare un'organizzazione che controllasse le azioni del Lord di Kalgan, particolarmente per quanto riguardava la sua politica estera.
— Conosco tutto questo.
— Eccellenza i miei rapporti hanno continuamente fatto rilevare l'importante posizione strategica del pianeta Kalgan e del sistema che esso controlla.
Ho riferito le ambizioni del governatore di Kalgan, delle sue risorse, della determinazione di estendere i suoi domini e dell'importanza della sua amicizia, o meglio, della sua neutralitа, nei nostri confronti.
— Ho letto attentamente i vostri rapporti.
Continuate.
— Eccellenza, sono tornato due mesi fa.
Pochi giorni prima che partissi, non c'erano segni di guerra imminente, nй segni d'incapacitа da parte del governatore di Kalgan di respingere un qualsiasi attacco.
Un mese fa, uno sconosciuto soldato di ventura ha conquistato Kalgan senza colpo ferire.
L'uomo che un tempo era governatore del pianeta, a quanto pare и morto.
Gli uomini non parlano di tradimento, parlano solo della potenza e della genialitа straordinaria del loro condottiero, un certo Mulo.
— Chi? - Il sindaco si chinт verso il capitano.
Sembrava molto irritato.
— Eccellenza и conosciuto come il Mulo.
Le voci che corrono sul suo conto sono poche e per la maggior parte poco attendibili, ma sono riuscito a raccogliere informazioni frammentarie riuscendo in tal modo a farmene una vaga idea.
Sembra che si tratti di un uomo di modeste origini.
Il padre и sconosciuto, sua madre morм dandolo alla luce.
E cresciuto come un vagabondo.
Si и educato vagando per i mondi mescolato alla malavita.
Non ha altro nome che quello di Mulo, un nome che a quanto pare si и dato da sи, e significativamente: si dice che quel nome sia dovuto alla sua forza fisica e alla sua testardaggine.
— Qual и la sua forza militare? Non mi interessa quella fisica.
— Eccellenza, la gente parla di flotte potenti, ma и probabile che questa voce si sia formata in seguito alla straordinaria facilitа con la quale ha conquistato Kalgan.
Il territorio sotto il suo controllo non и esteso, anche se non sono riuscito ad avere informazioni precise in questo campo.
Non di meno, bisogna fare indagini accurate su quest'uomo.
— Capisco. - Il sindaco s'immerse in profonde riflessioni.
Lentamente tracciт sei quadrati disposti ad esagono con ventiquattro precisi tratti di penna sul foglio pulito che aveva sulla scrivania.
Poi strappт la carta in tre parti e quindi la gettт nella fessura della scrivania alla sua destra.
Il disintegratore atomico distrusse la carta con un lieve ronzio.
— Ora ditemi, capitano dove sta l'alternativa? Avete appena parlato di quello su cui secondo voi bisogna indagare.
Adesso ditemi quello che vi и stato ordinato di investigare.
— Eccellenza, c'и un pianetucolo sperduto nello spazio, che a quanto pare non paga le tasse.
— E questo sarebbe tutto? Non sapete, non vi hanno spiegato chi sono costoro che non pagano le tasse? Sono i discendenti dei selvaggi mercanti di parecchi anni fa: anarchici, ribelli, maniaci sociali che pretendono di essere gli eredi della Fondazione e che ne deridono la cultura.
Voi non sapete, non vi hanno detto che questo mondo sperduto non и composto da un solo pianeta ma da molti: il loro numero и molto piщ grande di quanto noi crediamo.
Costoro cospirano tutti uniti fra loro e insieme con tutti gli elementi criminali che ancora esistono nei territori della Fondazione.
Persino qui, su Terminus, capitano! Persino qui! - Il sindaco riprese fiato: - Non lo sapete, capitano? - Eccellenza, mi hanno riferito tutto questo.
Ma come suddito dello Stato, devo servirlo fedelmente e serve fedelmente colui che serve la veritа.
Quali che siano le finalitа politiche di questi poveri discendenti degli antichi mercanti, gli unici a essere pericolosi sono i governatori che hanno ereditato i rimasugli dell'Impero.
I mercanti non hanno nй armi, nй risorse.
Non sono nemmeno uniti.
E poi io non sono un agente delle tasse per essere inviato a compiere missioni del genere.
— Capitano Pritcher, siete un soldato.
E' stato un errore concedervi una libertа tale da permettervi di disobbedirmi.
Siate piщ cauto.
La mia giustizia non и debolezza.
Capitano, и stato giа provato che i generali dell'etа imperiale e i governatori dei vari pianeti sono ugualmente impotenti contro di noi.
La scienza di Seldon che predice i corsi degli eventi della nostra Fondazione, non и basata sull'eroismo individuale, come voi sembrate credere, ma sui fattori sociali ed economici della storia.
Abbiamo superato con successo ben quattro crisi, non lo sapete? - Eccellenza, и vero.
Eppure, solo Seldon conosce la sua scienza.
Noi abbiamo soltanto una cieca fiducia.
Nelle prime tre crisi come ho studiato accuratamente, la Fondazione fu guidata da leader che previdero la natura delle crisi e presero misure di conseguenza.
Altrimenti… chi lo puт dire? - Sм, capitano, ma vi siete dimenticato della quarta crisi.
Suvvia, capitano, a quel tempo non possedevamo leader degni di quel nome, eppure siamo riusciti a battere il piщ intelligente dei nostri nemici, la piщ forte delle flotte, la piщ tenace delle armate.
Abbiamo vinto per necessitа storiche.
— Eccellenza, и vero.
Ma questa necessitа storica di cui voi parlate s'и manifestata solo dopo che noi avevamo combattuto disperatamente per piщ di un anno.
L'inevitabile vittoria c'и costata cinquecento astronavi e mezzo milione di uomini.
Eccellenza, il Progetto Seldon aiuta coloro che si aiutano da soli.
Il sindaco Indbur s'accigliт.
Era stanco di spiegare tutto pazientemente.
Pensт che stava sbagliando a comportarsi in maniera tanto condiscendente.
Il capitano avrebbe potuto credere che gli avrebbe permesso di discutere in eterno, stava diventando presuntuoso, metteva in mostra troppa dialettica.
Rispose secco: - Tuttavia, Seldon garantisce la vittoria contro questi governatori, e in questi momenti cosм difficili, non posso prendermi il lusso di disperdere le mie forze.
Questi mercanti, che voi non considerate pericolosi, sono sempre all'interno della Fondazione.
Una guerra contro di loro sarebbe una guerra civile.
Il Progetto Seldon non ci dа garanzie in questo senso, perche sia noi sia loro siamo Fondazione.
Per questa ragione devono essere sottomessi.
Eseguite gli ordini.
— Eccellenza…
— Non vi ho fatto delle domande, capitano.
Avete ricevuto degli ordini.
E obbedirete.
Ulteriori discussioni con me o con coloro che mi rappresentano verranno considerate tradimento.
Per ora siete scusato.
Il capitano Pritcher piegт nuovamente il ginocchio e uscм a passo lento indietreggiando.
Il sindaco Indbur, il terzo che portava questo nome e il secondo sindaco della Fondazione che occupava quella carica per diritto di nascita, ritrovт l'equilibrio perduto e prese un altro foglio dalla pila alla sua sinistra.
Era un rapporto sul risparmio causato dalla riduzione del metallo sulle mostrine dei soldati.
Il sindaco Indbur cancellт una virgola superflua corresse un errore di ortografia, scrisse tre note marginali e mise il foglio sulla pila alla sua destra.
Prese un altro foglio dalla pila alla sua sinistra…
Il capitano Han Pritcher del Servizio Informazioni trovт una capsula personale per lui non appena tornт in caserma.
Conteneva ordini precisi e sottolineati in rosso: la parola Urgente era stampata di traverso lungo tutto il foglio.
Il messaggio era firmato con una I maiuscola.
Al capitano Pritcher veniva ordinato di andare sul pianeta ribelle a nome Haren.
Il capitano Pritcher, da solo, con una astronave veloce, fece rotta, senza comunicarlo a nessuno, per Kalgan.
Quella notte dormм il sonno dell'uomo testardo che и convinto di essere nel giusto.
Se a una distanza di settemila parsec la caduta di Kalgan a opera delle armate del Mulo aveva avuto ripercussioni tali da provocare la curiositа di un vecchio mercante, l'apprensione di un capitano testardo, la noia di un sindaco meticoloso, agli abitanti di Kalgan non portт grandi cambiamenti.
Kalgan era…
Kalgan.
Era l'unico pianeta in tutto quel quadrante della Galassia che sembrava ignorare la caduta dell'Impero, la fine della dinastia degli Stannelis, la fine della grandezza di un tempo e della pace.
Kalgan era il mondo del lusso.
Mentre altrove la civiltа crollava, esso mantenne la sua capacitа di produttore di piaceri, di acquirente d'oro e di venditore di agi.
Era riuscito a evitare le distruzioni della storia: per quale ragione un conquistatore avrebbe dovuto distruggere, o danneggiare un mondo cosм pieno di moneta sonante e capace di comprarsi l'immunitа? Eppure Kalgan era diventato infine il quartier generale di un governatore ambizioso, e la mollezza dei suoi costumi era stata mitigata dalle esigenze della guerra.
Le sue dolci foreste semitronicali, le sue spiaggie amene, le sue cittа piene di vita riecheggiarono dei passi dei soldati mercenari e i cittadini ne furono impressionati.
I mondi della sua provincia erano stati armati ed era stato investito denaro in astronavi da guerra invece di usarlo come mezzo di corruzione, il tutto per la prima volta nella storia di quel mondo.
Il suo governatore dimostrт chiaramente di essere deciso a difendere ciт che considerava di sua proprietа, e di non avere scrupoli per le proprietа altrui.
Poi uno sconosciuto con un ridicolo soprannome l'aveva eliminato, aveva preso le sue armate e il suo impero in via di formazione, e senza bisogno di lottare.
Kalgan era tornato a essere come prima, e i suoi cittadini avevano ripreso il loro vecchio sistema di vita, mentre i nuovi professionisti della guerra si andavano assimilando facilmente con i vecchi.
Tutto tornт come prima, ripresero le elaborate battute di caccia agli animali addomesticati che popolavano una giungla che non aveva mai messo in pericolo la vita di nessun essere umano; riprese la caccia, a bordo di vecchi aeromobili, a, grandi uccelli, una caccia pericolosa solo per i poveri volatili.
Nella cittа, i turisti della Galassia si abbandonavano a ogni sorta di intrattenimenti, dagli ariosi palazzi sospesi a mezz'aria adibiti a locali per gli spettacoli e le riviste, che aprivano le loro porte alla folla per il modico prezzo di mezzo credito, ai locali piщ nascosti ed esclusivi che accoglievano solo i piщ ricchi.
Toran e Bayta si confusero in quella folla anonima di turisti.
La loro astronave venne registrata in un colossale hangar pubblico sulla penisola est.
Si unirono alla folla dei turisti della classe media, che gravitavano generalmente attorno al Mare Interno, dove i divertimenti erano ancora legali e persino rispettabili, e dove l'affollamento era ancora sopportabile.
Bayta portava occhiali da sole e una tunica sottile bianca per proteggersi dal caldo.
Seduta sulla spiaggia, tenendosi le ginocchia abbracciate, osservava il corpo allungato del marito che quasi fremeva per il piacere di essere al sole caldo di quel pianeta.
— Non prenderne troppo - le aveva detto ai primi giorni, ma Toran veniva da un pianeta che gravitava attorno a una stella rossa quasi morente.
Malgrado avesse vissuto per tre anni sulla Fondazione, per lui la luce del sole era un lusso, e da quattro giorni ormai, dopo aver protetto la sua pelle con lozioni anti-scottature, non indossava che pantaloncini corti.
Bayta si stese accanto a lui sulla sabbia e parlarono sottovoce.
Toran era calmo e completamente rilassato. - No, lo ammetto.
Non abbiamo concluso un bel niente.
Ma dov'и? Chi и? In questo pianeta assurdo non si parla di lui.
Forse non esiste nemmeno.
— Esiste - rispose Bayta, parlando senza muovere le labbra. - Il fatto и che dov'essere molto furbo.
Tuo zio ha ragione.
Sarebbe proprio l'uomo adatto, se siamo ancora in tempo.
Dopo una breve pausa, Toran sussurrт: - Sai cosa mi sta accadendo Bayta? Mi sto stordendo al sole, eppure i miei pensieri sono lucidi e chiari.
— S'interruppe, poi riprese: - Ti ricordi cosa diceva il dottor Amann all'universitа, Bayta? La Fondazione non potrа mai perdere, ma questo non significa che i governanti della Fondazione non possono essere sconfitti.
Non и vero forse che la vera storia della Fondazione cominci quando Salvor Hardin scacciт gli enciclopedisti dal governo e divenne sindaco? Poi, un secolo dopo, Hober Mallow prese il potere con metodi quasi altrettanto drastici.
Giа due volte i governi sono stati rovesciati.
Perchй non dovremmo riuscirci noi? - E uno dei piщ vecchi problemi dei libri di testo, Toran.
Perchи perderci in considerazioni inutili? - Ma non sono discorsi inutili.
Che cos'и Haven? Non и forse parte della Fondazione? Non и altro che una parte del proletariato esterno.
Se noi saliamo al potere, и sempre la Fondazione a vincere, sono solo i governanti d'oggi che perdono.
— C'и una bella differenza tra il dire e il fare.
Stai dicendo sciocchezze.
Toran si strinse nelle spalle. - Piantala, Bayta.
Devi essere di cattivo umore.
Perchй vuoi rovinarti il divertimento? Ora farт un pisolino se non ti dispiace.
Bayta scrollт la testa, poi all'improvviso sorrise, si tolse gli occhiali e si mise a guardare un punto della spiaggia riparandosi gli occhi col palmo della mano.
Toran sollevт la testa e si girт per seguire lo sguardo della moglie.
Bayta stava guardando una figura magra che, a piedi in aria, faceva evoluzioni per divertire una folla che gli aveva fatto cerchio attorno.
Doveva trattarsi di uno dei soliti acrobati che chiedevano l'elemosina sulla spiaggia, che compivano torsioni e piroette per i pochi soldi che gli gettavano.
Una guardia gli faceva segno di andar via e il buffone, con un sorprendente miracolo d'equilibrio, bilanciandosi su una mano sola e a testa in giщ, gli faceva gli sberleffi…
La guardia avanzт minacciosa, ma dovette indietreggiare dopo essersi presa un calcio nello stomaco.
Il buffone con un guizzo era di nuovo in piedi e di era allontanato, mentre la guardia veniva trattenuta da una folla di gente che aveva preso le parti del clown.
Il buffone avanzт camminando a zig-zag per la spiaggia.
Passava accanto alla gente, qualche volta si fermava esitante, ma poi riprendeva a camminare.
La folla s'era ormai dispersa e la guardia s'era allontanata.
— Strano personaggio - disse Bayta divertita e Toran annuм indifferente.
Il clown era adesso abbastanza vicino da vederlo con chiarezza.
La sua faccia magra era deformata da un'enorme protuberanza carnosa al posto del naso che sembrava quasi una proboscide.
La membra magre e snodate, accentuate dal costume sgargiante, si muovevano con grazia e agilitа, ma sembravano essere disposte a caso senza armonia.
Guardandolo, non si poteva non sorridere.
Il buffone sembrт accorgersi dell'interesse che aveva suscitato in Bayta perchй, dopo aver sorpassato la coppia, si fermт e si girт guardando la donna negli occhi.
Bayta provт un certo imbarazzo.
Il buffone sorrise ma la sua faccia rimase triste.
Parlт con l'accento caratteristico del settore centrale della Galassia, pieno di frasi elaborate e pompose.
— Se dovessi usare l'acume che gli spiriti del bene mi hanno dato esordм, - allora direi che questa donna non esiste: perchй, quale uomo considererebbe un sogno come realtа? Tuttavia preferirт essere folle e credere nella grazia e nella bellezza di questi occhi incantati.
Bayta spalancт gli occhi e disse: - Perт! Toran sorrise: - Incantatrice.
Suvvia, Bayta, una frase del genere merita un biglietto da cinque crediti.
Daglieli.
Ma il clown fece un salto in avanti. - No, mia signora, non siate indotta in errore.
Non ho parlato per il denaro, ma per quegli occhi lucenti e quel viso di sogno.
— Grazie. - Poi rivolgendosi a Toran: - Che ne dici? Mi vedi il sole negli occhi tu? - Non solo per gli occhi ho parlato - continuт il clown, - ma per la mente limpida e sapiente, non meno che gentile.
Toran si alzт, prese la tunica che da quattro giorni gli pendeva dal braccio e se l'infilт. - Senti, amico - disse, - perchй non dici che cosa vuoi e la smetti di dar fastidio alla signora? Il buffone indietreggiт impaurito. - Non ho intenzione di fare niente di male.
Sono uno stramero qui, e la gente dice che le mie frasi sono buffe; eppure riesco a leggere qualcosa nella faccia delle persone.
Dietro la bellezza di questa signora c'и un cuore gentile che potrebbe aiutarmi a risolvere i guai che mi spingono a parlare cosм inopportunamente.
— Cinque crediti basteranno a curarti dai tuoi guai? - disse Toran porgendogli i soldi.
Ma il clown non allungт la mano per prenderli e Bayta intervenne prontamente.
— Fammi parlare con lui, Toran - poi aggiunse a bassa voce: - Non c'и ragione di arrabbiarsi con lui per il modo strano con cui parla.
E il suo dialetto, e, forse, il nostro modo di parlare и per lui altrettanto strano.
— Quali sono i tuoi guai? - disse rivolgendosi al clown. - Non avrai paura della guardia, vero? Non ti darа piщ fastidio.
— No, lui non lo temo.
Lui non и che una leggera brezza che spinge la sabbia intorno alle mie caviglie.
E un'altra la persona che io temo, egli и un uragano che spinge i mondi e li fa urtare uno contro l'altro.
Una settimana fa, sono scappato; ho dormito nelle strade della cittа, mi sono nascosto tra la folla.
Ho cercato in molte facce l'aiuto di cui avevo bisogno.
L'ho trovato qui. - Ripetй l'ultima frase in tono piщ basso mentre i suoi grandi occhi erano pieni di tristezza. - L'ho trovato qui.
— Noi - disse Bayta paziente, - cercheremo d'aiutarti, ma non so se potremo proteggerti contro un uragano che riesce a smuovere i mondi.
Per la veritа, io potrei…
Un vocione tonante interruppe Bayta a metа frase.
— T'ho trovato, brutto mostriciattolo…
Era la guardia che, rossa in faccia e sbuffante, si avvicinava di corsa.
Puntт lo storditore sul buffone.
— Tenetelo fermo, voi due.
Non lasciatelo scappare. - Afferrт per una spalla il clown e gli diede un colpo che lo fece traballare.
— Cosa ha fatto? - disse Toran.
— Cos'ha fatto? Cos'ha fatto? Questa si che и buona! - La guardia infilт una mano in tasca, ne tirт fuori un fazzoletto rosso con il quale si asciugт il sudore. - Ve lo dico io che cosa ha fatto.
E' scappato.
Lo sanno tutti su Kalgan e io l'avrei riconosciuto prima se fosse stato in piedi invece che a testa in giщ.
Bayta disse con un sorriso: - E da dove и scappato, signore? La guardia alzт la voce.
Si era radunata una folla e con tutte quelle persone che lo stavano ad ascoltare provт una punta di orgoglio.
— Da dove и scappato? - ripetй con sarcasmo. - Immagino che avrete sentito parlare del Mulo.
Il mormorio della folla cessт immediatamente e Bayta provт una stretta allo stomaco.
Il clown la guardava fisso, e tremava sotto la stretta della guardia.
— E chi altri - continuт la guardia, - potrebbe essere questo mostriciattolo uscito dall'inferno, se non il buffone di corte di sua eccellenza? Scrollт il prigioniero violentemente. - Lo ammetti, vero? Il buffone non rispose, ma guardт la guardia con occhi terrorizzati.
Bayta sussurrт qualcosa all'orecchio di Toran.
Toran fece un passo avanti e parlт alla guardia in tono amichevole.
— Sentite per favore, perchй non gli togliete le mani di dosso? Questo buffone stava ballando per noi e non ha ancora finito di guadagnarsi la sua mancia.
— Che cosa? - disse la guardia preoccupata. - C'и una ricompensa…
— Avrete la nostra ricompensa, se potrete provare che lui и l'uomo che stavate cercando.
Per ora, lasciatelo in pace.
Voi state importunando un ospite e la cosa potrebbe diventare piuttosto seria per voi.
— Ma voi state importunando sua eccellenza e la cosa sarebbe ancora piщ seria per voi. - Diede un altro scrollone al clown. - E tu restituisci i soldi.
La mano di Toran si mosse veloce e lo storditore cadde in terra mentre la guardia lanciava un urlo di dolore perchй il dito le era rimasto impigliato nel porticello dell'arma.
Toran gli diede una spinta di lato e il clown, liberato, si rifugiт dietro di lui.
La folla, che numerosa s'era accalcata intorno al gruppetto per assistere alla scena, non ne potй seguire gli ulteriori sviluppi.
All'improvviso, ondeggiт cercando di allontanarsi rapidamente dal centro della scena.
A distanza si sentirono ordini secchi.
Si formт un corridoio e due uomini vi passarono in mezzo muovendo a destra e a manca le loro fruste elettriche.
I due vestivano un'uniforme: una giacca rossa sul cui petto era disegnato un pianeta spaccato in due da una folgore.
Un gigante scuro, in uniforme da tenente, li seguiva; scuro di pelle e di capelli, e dal cipiglio feroce.
Il tenente parlт a bassa voce in tono minaccioso: era abbastanza chiaro che non aveva bisogno di alzare la voce per farsi obbedire.
Disse: - Sei tu che ci hai mandato a chiamare? La guardia stava ancora massaggiandosi il dito dolorante, e con la faccia deformata dal dolore disse: - Chiedo la ricompensa, tenente, e accusi quest'uomo di…
— Non ti preoccupare, avrai la ricompensa - rispose il tenente senza guardarlo.
Fece un breve gesto ai suoi uomini. - Prendetelo.
Toran sentм il clown aggrapparsi disperatamente ai suoi pantaloni.
Alzт la voce e cercт di mostrarsi sicuro di sй. - Mi dispiace, tenente, ma quest'uomo и mio.
I soldati ascoltarono la frase senza battere ciglio.
Uno di loro alzт la frusta per colpirlo, ma il tenente lo fermт con un ordine secco.
Quell'uomo dalla corporatura colossale si piantт a gambe larghe di fronte a Toran. - Chi siete voi? - Un cittadino della Fondazione - fu la risposta.
La frase ebbe effetto, perlomeno sulla folla.
Il silenzio venne interrotto da un mormorio sorpreso.
Il nome del Mulo metteva paura ma, dopotutto, si trattava di un nome nuovo, che non colpiva cosм profondamente come quello della Fondazione che aveva sconfitto l'Impero e che incuteva terrore a tutto quel settore della Galassia con il suo feroce despotismo.
Il tenente non battй ciglio. - Conoscete - disse, - l'dentitа di quell'uomo che si nasconde dietro di voi? - Mi и stato detto che и fuggito dalla corte del vostro capo, ma io personalmente so solo che и mio amico.
E voi dovrete darmi prove sicure che si tratta dell'uomo che cercate prima di portarlo via.
La folla tratteneva il respiro, ma il tenente sembrava non farci caso.
— Avete con voi i documenti che dimostrano che siete un cittadino della Fondazione? - Sono sulla mia astronave.
— Vi rendete conto che le vostre azioni sono illegali? Posso farvi uccidere.
— Senza dubbio.
Ma allora avrete ucciso un cittadino della Fondazione ed и molto probabile che il vostro corpo venga mandato sulla Fondazione come primo gesto di riparazione.
E giа successo altre volte.
Il tenente si inumidм le labbra.
Quell'uomo diceva la veritа.
Disse: - Come vi chiamate? Toran non si lasciт sfuggire il vantaggio. - Risponderт ad ulteriori domande sulla mia astronave.
Potete avere il numero dell'hangar all'ufficio registro.
— E il fuggitivo? - Forse lo consegnerт al Mulo.
Fate venire il suo padrone! La conversazione era degenerata in un alterco e il tenente si voltт di scatto.
— Disperdete la folla! - ordinт ai suoi uomini cercando di contenere la rabbia.
Le fruste elettriche rotearono per l'aria.
Ci fu un fuggi-fuggi generale.
Toran si riprese solo sulla via del ritorno agli hangar.
Disse quasi a se stesso: - Per la Galassia, Bayta, come me la sono vista brutta! Avevo una paura…
— Ti capisco - disse lei che ancora non si era completamente calmata.
— Non riuscivo a capire come sarebbe andata a finire.
— Devo confessarti che ancora adesso non so cosa mi sia preso.
Mi sono semplicemente trovato con in mano quel giocattolo di pistola, che non sapevo nemmeno come usare, e ho risposto senza pensare.
Proprio non riesco a capire come sia successo.
Distolse lo sguardo dal finestrino dell'aeromobile che li stava trasportando via dalla spiaggia, e guardo il buffone del Mulo che s'era addormentato sul sedile posteriore, e disse: - E la cosa piщ pericolosa che abbia mai fatto.
Il tenente stava sull'attenti davanti al capitano della guarnigione.
— Avete fatto il vostro dovere.
Ora non и piщ compito vostro - disse il colonnello.
Ma il tenente non si allontanт subito.
Disse con voce cupa: - Il Mulo ha perso il suo prestigio davanti a una folla di persone, signore.
Adesso sarа necessario prendere severi provvedimenti disciplinari per poter far ritornare il rispetto.
— Queste misure sono giа state prese.
Il tenente: si girт poi si fermт voltandosi di nuovo verso il colonnello.
— Mi rendo conto benissimo, signore, che gli ordini sono ordini, ma dover rimanere in piedi di fronte a un uomo con uno storditore in mano e dover inghiottire tutte le insolenze, и stata l'impresa piщ pericolosa che mi sia mal capitata.
Gli hangar sono una delle caratteristiche di Kalgan, nati dalla doppia necessita di fornire un ricovero per le numerose astronavi che atterravano ogni giorno sul pianeta e di fornire nello stesso tempo una sistemazione alberghiera ai turisti.
Il primo che inventт questo semplice sistema diventт milionario.
I suoi eredi - sia per nascita sia finanziariamente - erano senza sforzo alcuno tra gli uomini piщ ricchi di Kalgan.
Gli hangar si estendevano per migliaia di chilometri quadrati di territorio.
Erano praticamente una specie di hotel per astronavi.
Il viaggiatore pagava in anticipo e gli veniva assegnato un posto da dove poteva ripartire quando gli faceva piщ comodo.
Il turista continuava ad abitare sulla sua nave come sempre.
La compagnia degli hangar naturalmente forniva al viaggiatore tutta l'assistenza meccanica necessaria per l'astronave il riformmento di cibo e i trasporti per l'interno del pianeta, facendo pagare ogni servizio separatamente.
Con questo sistema il turista pagava un solo conto per l'albergo e il parcheggio dell'astronave, risparmiando.
Il proprietario si faceva pagare l'affitto del terreno su cui atterrava l'astronave guadagnandoci un'enormitа.
Il governo raccoglieva un bel pт di tasse.
E tutti erano felici, senza che nessuno ci rimettesse.
L'uomo che camminava nell'ombra dei lunghi corridoi che collegavano le astronavi s'era fermato giа parecchie volte a considerare la straordinaria genialitа del sistema degli hangar, ma ora i suoi pensieri erano occupati da ben altro.
Le astronavi erano allineate in bell'ordine, con la base appoggiata sullo apposite collette.
L'uomo le passт in rassegna una dopo l'altra.
Era un esperto, e anche se il registro degli hangar indicava soltanto le sezioni, che contenevano centinaia di navi, la sua conoscenza specifica gli avrebbe permesso di trovare quella cercata.
Nel silenzio si senti un sospiro, e l'uomo si fermт.
Si nascose nell'ombra scomparendo come un insetto circondato da mostri metallici immobili.
Qua e lа le luci accese di qualche oblт indicavano la presenza di gente che aveva deciso di tornare presto a casa, rinunciando ai divertimenti notturni che offriva il pianeta per svaghi piщ casalinghi.
La nave accanto alla quale s'era fermato era di forma affusolata e doveva essere molto veloce.
Non si trattava di un modello comune.
A quei tempi tutte le astronavi di quel settore di Galassia o imitavano i disegni della Fondazione o erano costruite da tecnici della Fondazione.
Questa astronave, invece, aveva qualcosa di particolare.
Doveva essere stata costruita sulla Fondazione; lo si poteva notare anche solamente dalle piccole protuberanze allineate lungo lo scafo che indicavano la presenza di uno schermo protettivo che solo le navi della Fondazione possedevano.
Ma esistevano anche altre particolaritа.
L'uomo non esitт.
La barriera elettronica di protezione, fornita dall'amministrazione dell'hangar, che circondava la nave spaziale, non lo preoccupт minimamente.
Riuscм a superarla con facilitа, senza far scattare il segnale di allarme, servendosi di un apparecchio che neutralizzava il campo di forza.
Fu per questo che all'interno dell'astronave si accorsero della presenza di un estraneo solo quando sentirono suonare l'allarme.
Lo straniero lo aveva azionato appoggiando la mano sulla cellula fotoelettrica disposta a lato del portello d'ingresso principale.
Mentre lo straniero era alla ricerca dell'astronave, Toran e Bayta non si sentivano sicuri fra le pareti d'acciaio della Bayta.
Il buffone del Mulo, al quale era stato dato il nome altisonante di Magnifico Giganticus, malgrado la misera taglia della sua corporatura, era seduto a tavola e stava rimpinzandosi con tutto il cibo che gli veniva messo davanti.
I suoi occhi tristi e scuri si alzavano dal piatto solo per seguire i movimenti di Bayta che si spostava dalla cucina alla dispensa.
— I ringraziamenti dei deboli hanno poco valore - mormorт, - ma accettateli lo stesso.
In questa settimana non sono riuscito a nutrirmi che di briciole, e, malgrado la piccola mole del mio corpo, il mio appetito и enorme.
— Mangia dunque - disse Bayta con un sorriso, - non sprecare tempo in ringraziamenti.
Mi pare che ci sia un proverbio della Galassia centrale a proposito dei ringraziamenti.
— E' vero, mia signora.
Un sapiente un giorno disse: La gratitudine и tanto piщ efficace, quando non si perde in frasi vuote.
Ma, mia signora, chi sono io, se non un sacco di frasi vuote? Quando le mie parole insensate divertivano il Mulo, egli mi riempiva di regali, e mi dava nomi pomposi (il nome che avevo prima, Bobo, non gli piaceva), quando invece non erano di suo gradimento, sfogava su di me la sua ira frustandomi.
Toran entrт. - Non possiamo fare nient'altro che attendere, Bayta.
Spero che il Mulo sappia che una astronave della Fondazione gode del diritto di extraterritorialitа.
Magnifico Giganticus, giа Bobo, spalancт gli occhi ed esclamт: - Quanto potente и la Fondazione, di fronte alla quale persino i servi del Mulo tremano.
— Anche tu hai sentito parlare della Fondazione? - gli chiese Boyta.
— E chi non ne ha sentito parlare? - disse il Magnifico con un bisbiglio.
— Vi и gente che dice che sia un mondo magico capace di costruire un fuoco che distrugge i pianeti e che custodisce segreti di una potenza inimmaginabile.
Dicono che nemmeno i piщ nobili dei nobili della Galassia possono ottenere il rispetto di uno che possa dire io sono un cittadino della Fondazione sia egli anche solo un uomo qualunque o persino una nullitа come me.
— Magnifico - disse Bayta, - tu non la finirai proprio mai di parlare vero? Ecco qua, bevi un poco di questo latte aromatizzato.
E molto buono.
Mise la caraffa sulla tavola e fece cenno a Toran di uscire dalla stanza.
— Toran, che ne faremo di lui? - disse Bayta indicando la cucina.
— Che intendi dire? - Se arriva il Mulo, hai intenzione di consegnarglielo? - Che altro possiamo fare, Bayta? - Era nervoso, e con un gesto brusco cercт di sitemarsi i capelli che gli erano caduti sulla fronte.
Continuт in tono impaziente: - Prima che venissimo qui, avevo una vaga idea di ciт che dovevamo chiedere al Mulo.
Volevo parlargli d'affari e nient'altro.
— Capisco cosa vuoi dire, Toran.
Non che io sperassi di incontrarmi col il Mulo in persona, ma perlomeno credevo di poter raccogliere qualche informazione importante da trasmettere a qualcuno piщ esperto di noi in politica interstellare.
Non ho affatto voglia di fare la parte della spia da romanzo.
— Che situazione, Bayta! - disse lui incrociando le braccia preoccupato. - Non avremmo potuto confermare l'esistenza di una persona come il Mulo, se non fosse stato per l'incidente di questa mattina.
Pensi che verrа a prendersi il clown? Bayta lo guardт negli occhi. - Non so nemmeno piщ se lo vorrei.
Non saprei che dire o che fare.
E tu? Il segnale della stanza di soggiorno suonт.
Bayta spalancт la bocca e esclamт: - Il Mulo! Magnifico era sulla soglia e chiese terrorizzato: - Il Mulo? - Dobbiamo lasciarlo entrare - disse Toran.
Premette un pulsante e il portello esterno s'apri.
— E' una persona sola - disse Toran con un sospiro di sollievo.
Si piegт sul microfono e domandт con voce quasi tremolante: - chi и? - E' meglio che mi facciate entrare, cosм lo vedrete da voi - fu risposta che si senti attraverso il ricevitore.
— Vi informo che questa и una astronave della Fondazione e di conseguenza state entrando nel nostro territorio.
Spero conosciate le leggi internazionali.
— Sм, le conosco.
— Entrate con le mani alzate, altrimenti sparo.
— D'accordo.
Toran aprм il portello interno e impugnт il fulminatore, pronto a premere il grilletto.
Si senti un rumore di passi poi la porta venne spalancata, e Magnifico gridт: - Non и il Mulo! L'uomo si chinт rivolgendosi al clown. - Esattamente.
Non sono il Mulo. - Teneva le mani in alto. - Non sono armato e vengo con intenzioni pacifiche.
Potete rilassarvi e mettere via il fulminatore.
La vostra mano non и molto ferma e non vorrei che si verificassero incidenti.
— Chi siete? - chiese Toran.
— Dovrei essere io a farvi questa domanda - rispose lo straniero, - visto che siete stato voi a dare delle false generalitа.
— Come vi permettete di dire una cosa del genere? - Avete affermato di essere un cittadino della Fondazione quando non esistono mercanti autorizzati sul pianeta.
— Come fate a saperlo? - Io sono un cittadino della Fondazione e sono in possesso di documenti che lo provano.
Dove sono invece i vostri documenti? - E' meglio che ve ne andiate.
— Penso di no.
Se siete a conoscenza dei metodi della Fondazione, e a quanto pare li dovreste conoscere a fondo, saprete anche che se non torno vivo alla mia nave entro un certo tempo, la mia assenza verrа segnalata al piщ vicino quartier generale della Fondazione, e questo rende la vostra arma praticamente inefficace.
I due si fronteggiarono in silenzio, poi Bayta parlт con calma.
— Metti via l'arma, Toran, e credigli sulla parola.
Sembra che faccia sul serio.
— Grazie - disse lo straniero.
Toran appoggiт il fulminatore sulla sedia accanto a lui.
Lo straniero rimase in piedi.
Era alto e fisicamente prestante.
La faccia ossuta e magra non era di quelle che sorridono facilmente.
I suoi occhi, tuttavia, non erano cattivi.
Disse - Le notizie si diffondono molto velocemente, specialmente quando sono poco credibili.
Immagino che non esista una sola persona su Kalgan che non sappia che gli uomini del Mulo sono stati maltrattati da due turisti della Fondazione.
Ho avuto tutti i dettagli dell'incidente prima di sera, e, come ho detto, sapevo che non esistevano cittadini della Fondazione sul pianeta oltre me.
Noi, certe cose le sappiamo.
— Che cosa intendete con "noi"? - Noi siamo noi! Per esempio io sono uno! Sapevo che vi trovavate negli hangar, a quanto pare siete stato voi stesso a dirlo.
Ho usato i miei sistemi per controllare i registri e per trovare la nave.
Si girт all'improvviso verso Bayta. - Voi siete nata sulla Fondazione, siete un membro dell'opposizione democratica.
Non ricordo il vostro nome, ma ricordo la vostra faccia.
Siete fuggita recentemente e non ce l'avreste fatta, se foste stata un membro piщ importante.
Bayta scrollт le spalle. - Sapete tutto.
— certo.
Siete fuggita con un uomo.
E' forse questo? - E importante che io risponda o meno? - No.
Vorrei solo creare un'atmosfera di reciproca fiducia.
Se non sbaglio, la parola d'ordine della settimana, quando avete abbandonato la Fondazione cosм precipitosamente, era Seldon, Hardin, Libertа.
Porfirat Hart era il vostro capo sezione.
— Dove avete avuto queste informazioni? - chiese Bayta sorpresa.
— Porfirat и stato arrestato? L'uomo della Fondazione rispose con calma. - Nessuno l'ha arrestato.
Il fatto и che l'Associazione и molto grande.
Io sono il capitano Han Pritcher del Servizio Informazioni, e anch'io sono un capo sezione, naturalmente sotto diverso nome. - Aspettт un attimo poi continuт: - No non siete obbligati a credermi.
Nel nostro lavoro и meglio essere troppo sospettosi che troppo poco.
Ma lasciamo perdere i preliminari.
— Si - disse Toran. - E' un'ottima idea.
— Posso sedermi? Grazie. - Il capitano Pritcher sedette e accavallт le gambe. - Comincerт col dirvi che non so quali siano le vostre intenzioni in tutta questa faccenda.
Voi due non siete della Fondazione, ma non и difficile supporre che veniate da uno dei mondi abitati dai mercanti indipendenti.
Questo non mi preoccupa troppo.
Ma per pura curiositа: che volete da questo clown che avete salvato? Avete rischiato la vita per tenervelo.
— Non posso rispondere a questa domanda.
— Lo immaginavo.
Ma se vi aspettate che il Mulo venga a farvi visita con la fanfara in testa, scordatevelo.
Il Mulo non ha mai usato certi sistemi.
— Cosa cosa? - domandarono all'unisono Toran e Bayta, mentre Magnifico dal suo angolo mandava un sospiro di sollievo.
— Anch'io ho cercato di mettermi in contatto con lui vi assicuro che ho fatto il possibile, e io non uso sistemi dilettanteschi.
E' impossibile.
Quell'uomo non appare mai in pubblico, non permette che lo si fotografi o lo si ritragga in alcuna maniera, e a quanto pare lo vedono solo i suoi piщ stretti collaboratori.
— Questo, capitano, dovrebbe spiegare il vostro interessamento nei nostri confronti? - chiese Toran.
— No.
Il clown и la chiave.
E' una tra le poche persone ad averlo visto personalmente.
Lo voglio.
Forse mi fornirа la prova di cui ho bisogno… e ho bisogno di una prova, per Seldon, per svegliare la Fondazione.
— E perchй dovrebbe essere svegliata? - domandт Bayta. - Contro chi? E in quale ruolo darete l'allarme, come ribelle democratico o come ufficiale della polizia segreta? La faccia del capitano s'indurм. - Quando l'intera Fondazione и minacciata, mia cara rivoluzionaria, muoiono sia i democratici sia i tiranni.
Salviamo i tiranni per non averne di peggiori, poi quando sarа il momento penseremo ad abbatterli.
— E chi sarebbe questo tiranno tanto temibile? - chiese Bayta con interesse.
— Il Mulo! Ho raccolto parecchie informazioni su di lui, abbastanza da essermi assicurato la morte se non sto piщ attento.
Fate uscire il Clown dalla stanza.
Quello che sto per comunicarvi и un segreto.
— Magnifico - disse Bayta indicando la porta e il buffone uscм senza parlare.
La voce del capitano diventт soave e bassa tanto che Toran e Bayta furono costretti ad avvicinarsi per poterlo sentire.
— Il Mulo и uno stratega molto astuto, troppo astuto per non rendersi conto del vantaggio che procura il magnetismo e il fascino della guida personale.
Se ha rinunciato a questo dev'esserci una ragione.
Evidentemente lui sa che il contatto personale rivelerebbe qualcosa di estremamente importante che invece deve restare segreto.
Fece cenno di non fare domande e continuт parlando piщ in fretta: - Sono andato nel suo pianeta d'origine per questa ragione, e ho interrogato la gente.
Pochi sono quelli rimasti in vita che ricordano quel bambino nato trent'anni fa, la morte di sua madre, e la sua strana giovinezza.
Il Mulo non и un essere umano! I due si tirarono indietro guardandolo inorriditi.
Nessuno dei due capм che cosa volesse dire, ma la minaccia contenuta nella frase era chiara.
Il capitano continuт: - E' un "mutante", e i suoi numerosi successi provano la sua fortuna.
Non conosco la natura dei suoi poteri, nй se lo si potrebbe definire un "superuomo" come quello dei romanzi, io so solo che dal nulla, in due anni, и diventato il conquistatore di Kalgan.
Questo fatto и una dimostrazione sufficiente dei suoi poteri eccezionali.
Non vi rendete conto del pericolo? Puт il Progetto Seldon aver previsto la nascita di un tale uomo? Bayta parlт lentamente. - Non ci credo.
Deve essere tutto un inganno.
Perchй allora gli uomini del Mulo non ci hanno ucciso quando avrebbero potuto farlo, se effettivamente il Mulo и in possesso di poteri soprannaturali? - Vi ho giа detto che non conosco gli effettivi poteri derivati dalla sua "mutazione".
Forse non и ancora pronto per affrontare la Fondazione, e sarebbe un segno di grande saggezza il resistere a tutte le provocazioni fin quando non si и pronti.
Lasciatemi parlare col clown.
Il capitano si pose di fronte a Magnifico che tremava e che evidentemente non si fidava di quell'uomo enorme dalla faccia severa.
Il capitano cominciт parlando lentamente. - Hai visto il Mulo con i tuoi occhi? - Anche troppo bene, mio eccelso signore.
E ho provato anche il peso della sua mano sul mio corpo.
— Non ne dubito.
Potresti descrivermelo? - Il ricordo mi и penoso, eccelso signore.
Egli и un uomo poderoso come nessun altro, persino voi al suo confronto sembrereste un nano.
I suoi capelli son di fuoco, e con tutto il mio peso e la mia forza non riuscivo ad abbassargli un braccio una volta teso, nemmeno di un centimetro.
— Magnifico sembrт tormentato dalla visione. - Spesso, per divertire i suoi generali o per svagarsi, mi teneva sollevato in aria infilando un dito nella mia cintura mentre io dovevo recitare una poesia.
E solo al ventesimo verso ero finalmente lasciato libero, e ognuno dei versi doveva essere improvvisato e doveva rimare perfettamente, altrimenti avrei dovuto ricominciare da capo.
E' un uomo dalla forza sovrumana, eccelso signore, e fa un uso crudele del suo potere… e poi, nessuno puт vedere i suoi occhi.
— Che cosa? Cosa hai detto degli occhi? - Porta gli occhiali, eccelso signore, di una strana natura.
Si dice che siano opachi e che lui veda per potere magico.
Ho sentito dire - e la voce del buffone si fece misteriosa, - che chi vede i suoi occhi muore, perchй lui uccide con lo sguardo, eccelso signore.
Magnifico si volse a guardare i tre che lo ascoltavano ed ebbe un tremito. - E' vero - disse. - Come и vero che io vivo.
Bayta tirт un lungo sospiro. - A quanto pare avete ragione, capitano.
Volete assumere voi il comando? - Esaminiamo un momento la situazione.
Avete altro da fare, qui? La barriera dell'hangar и libera? - Possiamo partire anche subito.
— E allora partite.
Il Mulo forse non vuole ancora attaccare la Fondazione, ma corre un brutto pericolo lasciando libero Magnifico.
Non per nulla l'ha fatto cercare a quel modo dai suoi uomini.
Probabilmente ci saranno alcune navi che vi aspettano una volta fuori dall'atmosfera.
Se scomparite nello spazio, a chi si potrа attribuire il delitto? - Avete ragione - ammise Toran.
— Tuttavia, voi siete in possesso di uno scudo protettivo e siete senz'altro piщ veloci di loro.
Appena sarete fuori dall'atmosfera abbandonatevi alla deriva fin quando non sarete al di sopra dell'altro emisfero, poi partite di scatto.
— Si - disse Bayta con freddezza, - e una volta che saremo sulla Fondazione, che cosa ne sarа di noi, capitano? - Sarete semplicemente dei cittadini di Kalgan desiderosi di collaborare.
Io non ho altre informazioni sul vostro conto, non и forse cosi? La conversazione era finita.
Toran si sedette ai comandi.
Si avvertм un contraccolpo quasi impercettibile.
Toran si lasciт Kalgan alle spalle, e mentre si stava preparando al primo balzo nell'iperspazio, il capitano Pritcher divenne cupo.
Perchй nessuna astronave del Mulo aveva tentato di fermarli? - A quanto pare ci lasciano portar via il Magnifico - disse Toran.
— La vostra supposizione era errata.
— A meno che - lo corresse il capitano, - non volessero proprio che noi rapissimo il Magnifico, nel qual caso le cose non si mettono bene per la Fondazione.
Dopo l'ultimo balzo nell'iperspazio, quando ormai erano entrati nell'atmosfera del pianeta Terminus, la radio di bordo riuscм a captare la trasmissione del notiziario.
Tra le altre cose ve ne era una appena accennata.
Sembrava che il governatore di un pianeta non specificato dal cronista avesse protestato ufficialmente presso la Fondazione per il rapimento di un membro della sua corte.
Il cronista passт quindi alle notizie sportive.
Il capitano Pritcher parlт trattenendo a stento un gesto di stizza. - Ci hanno preceduti - aggiunse pensieroso. - E pronto ad attaccare la Fondazione e si serve di questa scusa per dare inizio alle ostilitа.
La situazione si fa piщ difficile ora.
Bisogna agire subito anche se non siamo ancora pronti.
Coloro che si dedicavano alla ricerca scientifica erano gli uomini piщ liberi della Fondazione.
In una Galassia dove il predominio, e persino la stessa sopravvivenza della Fondazione si basavano sulla sua superioritа tecnologica, era naturale che, malgrado gli abusi di potere che si erano verificati nell'ultimo secolo, la comunitа degli scienziati godesse di diritti particolari.
Era una necessitа ed essi lo sapevano.
Di conseguenza, Ebling Mis - solo chi non lo conosceva aggiungeva il titolo al suo nome - era l'individuo piщ libero della Fondazione.
In un mondo dove la scienza era rispettata, egli era lo scienziato per eccellenza.
C'era bisogno di lui, e lui se ne rendeva perfettamente conto.
Cosм accadeva che, mentre gli altri dovevano piegare le ginocchia, lui rifiutava e faceva notare ad alta voce che i suoi antenati non avevano mai dovuto mettersi in ginocchio davanti a nessun sindaco puzzolente.
Diceva inoltre che ai tempi dei suoi antenati i sindaci venivano eletti dal popolo e potevano essere cacciati a pedate se non erano graditi.
Inoltre affermava che, per diritto di nascita, si ereditа solo l'idiozia congenita.
Per cui accadeva che, quando Ebling Mis decideva di onorare il sindaco di una sua visita, faceva a meno di passare attraverso la complicava procedura burocratica che regolava le udienze.
Una volta, dopo essersi buttato sulle spalle la giacca meno rovinata delle due che possedeva e calcato sulla testa un cappellaccio dalla strana forma, si accese un sigaro ed entrт nel palazzo del sindaco senza nemmeno degnare di uno sguardo i poliziotti alle porte.
Il sindaco si rese conto dell'intrusione quando sentм un mormorio di voci dapprima confuso esplodere in esclamazioni e imprecazioni.
Lentamente Indbur posт la sua zappetta e si alzт accigliato.
Indbur si concedeva due sole ore di riposo nella giornata, che dedicava al giardino se il tempo lo permetteva.
Nel suo giardino, i fiori crescevano ordinati in quadrati e triangoli ora gialli ora rossi.
I vertici delle figure geometriche erano d'un color violetto e i lati erano delimitati da una fascia verde.
Tutto era di una simmetria stupefacente.
Quando era nel giardino, nessuno poteva disturbarlo.
Indbur si tolse i guanti sporchi di terra e si diresse verso la porta del giardino.
— Che cosa significa tutto questo baccano? - esclamт irritato.
Per tutta risposta, il corpo di Mis atterrт ai suoi piedi, mentre quelli che cercavano di trattenerlo ancora rimanevano con i brandelli della sua giacca tra le mani.
Indbur fece un passo indietro con aria solenne aggrottando la fronte e Mis si chinт a raccogliere quello che rimaneva del suo cappello, scrollandolo dalla polvere e mettendoselo sotto il braccio.
— Stammi bene a sentire Indbur - disse, - metterт in conto a quei maledetti uomini che tieni davanti alla porta una giacca nuova.
Questa qui era ancora in ottimo stato. - Sbuffт e si asciugт il sudore della fronte con aria teatrale.
Il sindaco si era irrigidito e lo guardava disgustato, poi drizzandosi in tutto il suo metro e cinquantotto di statura, disse: - Non mi risulta che tu abbia chiesto udienza, Mis.
O perlomeno non ti и stato concesso il visto.
Ebling Mis lo guardт stupito: - Per la Galassia, Indbur, non hai ricevuto il biglietto che ti ho mandato ieri? L'ho consegnato di persona a un tale in uniforme.
Te l'avrei consegnato io stesso, ma so quanto ci tieni alle formalitа.
— Formalitа! - sbottт Indbur esasperato. - E' cosм che chiami una buona organizzazione! In futuro dovrai presentare domanda d'udienza in triplice copia al funzionario governativo addetto a questo incarico.
Poi dovrai aspettare che la pratica proceda finchй non riceverai la notifica che ti specificherа il giorno e l'ora dell'udienza.
Poi ti dovrai presentare vestito decorosamente.
Ora puoi andare.
— Che cosa c'и che non va nel mio abbigliamento? - disse Mis. - Era un'ottima giacca prima che i tuoi uomini me la facessero a pezzi.
E poi me ne andrт non appena ti avrт messo al corrente.
Per la Galassia, se non si fosse trattato di una Crisi di Seldon non sarei certo venuto a trovarti.
— Una Crisi di Seldon! - Indbur sembrт interessarsi.
Mis era un grande psicologo, un democratico, testardo e certamente ribelle, ma pur sempre uno psicologo.
Indbur riuscм perfino a frenare la stizza che provт quando vide Mis accendere un sigaro.
— Seguimi - disse con freddezza. - Questo giardino non и il luogo adatto per conversazioni serie.
Si sentм meglio seduto dietro la scrivania sopraelevata dalla quale poteva guardare dall'alto in basso il cranio quasi calvo dello scienziato.
Si sentм ancora meglio quando Mis, dopo essersi inutilmente guardato attorno per trovare una sedia, rimase in piedi dondolandosi da un piede all'altro.
Ma si senti completamente a suo agio solo quando, premuto un bottone, comparve accanto a lui il librone enorme rilegato in metallo.
— Ora и tutto in ordine - disse Indbur finalmente padrone della situazione. - Affinchй questa tua udienza non autorizzata non si prolunghi oltre lo stretto necessario, cerca di essere il piщ conciso possibile.
Mis parlт senza affrettarsi. - Sai cosa sto facendo in questi giorni? - Ho qui i tuoi rapporti - rispose il sindaco soddisfatto. - Se non ho capito male, i tuoi studi sulla matematica della psicostoria sono intesi a duplicare il lavoro di Hari Seldon, ed eventualmente a rintracciare il piano generale della storia futura mettendolo al servizio della Fondazione.
— Esattamente - commentт seccato Mis. - Quando Seldon creт la Fondazione, fu abbastanza saggio da non includere psicologi tra gli scienziati che trasferм in questo pianeta.
Di conseguenza la Fondazione ha sempre operato alla cieca secondo il corso della necessitа storica.
Per le mie ricerche mi sono servito molto dei sottintesi che possono essere ricavati dalle notizie che Hari Seldon ci ha fornito nella Volta del Tempo.
— Mi rendo conto perfettamente di tutto questo, Mis.
E' una perdita di tempo ripetermelo.
— Non sto ripetendo - rispose Mis seccato. - Ciт che sto per dirti non и rinortato in quei rapporti.
— Come и possibile che tu non l'abbia scritto nei rapporti? - disse Indbur. - Come hai osato…
— Per la Galassia! Fammi parlare.
E non offenderti per ogni sciocchezza.
Smettila di blaterare e di far domande ogni volta che apro bocca.
Ricordati sciocco, che non sei altro, che la Fondazione se la caverа per necessitа storica, ma se io me ne vado adesso… sarai tu a non cavartela.
Sbattй il cappello sul pavimento sollevando una nuvola di polvere saltт sulla scrivania, con una manata liberт un angolo del tavolo dai fogli e vi si sedette.
— Dottor Mis - cominciт il sindaco debolmente, cercando di mantenere le distanze. - Dovete…
— Chiudi il becco - rispose Mis con aria feroce, - e ascolta.
Se questa roba qui - e diede un gran colpo sul libro rilegato in metallo, - contiene i miei rapporti, buttalo via.
Ogni rapporto che io scrivo passa attraverso le mani di perlomeno venti funzionari, poi giunge alle tue e quindi ripassa attraverso altre venti mani diverse.
Il sistema va bene quando non si vuoi mantenere un segreto.
Io invece ho informazioni confidenziali.
Sono tanto confidenziali che nemmeno quelli che lavoravano con me ne sapevano qualcosa.
Vi hanno lavorato sopra, naturalmente, ma ognuno separatamente… ho pensato io a mettere insieme i documenti necessari.
Sai che cos'и la Volta del Tempo? Indbur annuм, e Mis continuт con aria divertita: - Ebbene, te lo spiegherт ugualmente.
Ho immaginato questa situazione da parecchio tempo.
Io riesco a leggere nel tuo cervello, buffone rammollito.
Tu hai posato la mano sull'interruttore col quale puoi chiamare a raccolta cinquecento uomini armati e pronti a eliminarmi, tuttavia hai paura di ciт che sto per dirti: hai paura della Crisi di Seldon.
A parte il fatto che se tu osi toccare qualcosa sulla scrivania io ti rompo la testa prima che faccia in tempo ad arrivare qualcuno nella stanza.
Tu, quel bandito di tuo padre e quel pirata di tuo nonno avete succhiato abbastanza sangue dalla Fondazione.
— Questo и un tradimento - balbettт Indbur.
— Certamente - disse Mis, - e che cosa hai deciso di fare in proposito? Ma lasciami spiegare che cos'и la Volta del Tempo.
La Volta del Tempo fu creata da Hari Seldon su questo pianeta per aiutarci nei momenti difficili.
Per ogni crisi, Seldon ha preparato una registrazione che ci avrebbe aiutato e dato una spiegazione.
Finora ci sono state quattro crisi e quattro apparizioni.
La prima volta egli apparve al culmine della crisi.
La seconda, un momento dopo la soluzione della seconda crisi.
I nostri antenati lo ascoltarono tutt'e due le volte.
Durante la terza e la quarta crisi egli venne ignorato, probabilmente perchй non ce n'era bisogno.
Ma i miei studi recenti di cui non si parla nei documenti che ti ho mandato, hanno provato che anche allora и apparso, e al momento giusto.
Capisci? Non attese che l'altro rispondesse.
Buttт il mozzicone del sigaro ormai inutilizzabile e se ne accese un altro, tirando rapide boccate di fumo.
Poi aggiunse: - Ufficialmente stavo cercando di ricostruire la scienza della psicostoria.
Ebbene, nessun uomo и capace di un lavoro simile, nemmeno se avesse a sua disposizione un secolo di vita.
Mi sono servito di questa scusa per lavorare in segreto alla Volta del Tempo.
Sono riuscito a determinare con una certa esattezza il giorno in cui apparirа nuovamente Hari Seldon.
In parole povere posso darti la data esatta del culmine della quinta crisi.
— E fra quanto tempo si verificherа? - domandт Indbur.
Mis scoppiт in una gran risata. - Tra quattro mesi - rispose.
— Quattro brevi mesi, meno due giorni.
— Quattro mesi! - esclamт il sindaco con veemenza. - Impossibile.
— Impossibile un corno.
— Quattro mesi? Lo sai che significa? Perchй una crisi raggiunga il culmine in quattro mesi bisogna che sia in atto da anni.
— E perchй no? Esiste forse una legge che imponga a una crisi di svilupparsi alla luce del giorno? - Ma non c'и nulla che ci minacci.
Niente imcombe su di noi. - Indbur si tormentava le mani per l'ansia.
Poi, con una improvvisa esplosione d'ira disse: - Scendi dalla mia scrivania e lascia che rimetta in ordine.
Come posso riflettere con tutta questa confusione? Mis lo guardт, si alzт dalla scrivania e si spostт di lato.
Indbur rimise a posto i suoi fogli con ansia febbrile.
Parlт in fretta Tu non hai il diritto di venire qui in questo modo.
Se volevi sottopormi tua teoria…
— Non si tratta di una teoria.
— lo dico che и una teoria.
Se tu l'avessi presentata corredata di documenti e testimonianze, l'avrei fatta controllare dall'Istituto Superiore di Storia.
In tal modo sarebbe stata esaminata accuratamente e quindi sottoposta alla mia attenzione, dopo di che avrei preso i provvedimenti necessari.
In questo modo tu mi hai fatto perdere la bussola senza ragione.
Ecco qui, l'ho trovato.
Si trattava di un foglio di carta trasparente e argentata che il sindaco consegnт allo psicologo.
— Questo и un breve sommario, compilato settimanalmente da me, degli avvenimenti di politica estera.
Ascolta: abbiamo concluso i negoziati per un trattato commerciale con Mores, i negoziati con Lyonesse continuano, abbiamo mandato una delegazione per i festeggiamenti di non so cosa su Bonde, abbiamo ricevuto una protesta da Kalgan e abbiamo promesso di considerare la faccenda, a nostra volta abbiamo protestato contro Aspera per il modo di commerciare poco ortodosso e ci и stato promesso di rimediare… - Il sindaco seguitт a leggere una lunga lista sottovoce, poi posт il foglio di carta nello schedario.
— Ebbene, Mis, non esiste niente che non sia perfettamente sotto controllo.
La porta in fondo alla sala venne spalancata con violenza e un notabile entrт.
Indbur si alzт a metа sulla sedia.
Era confuso: troppi avvenimenti si susseguivano uno dietro l'altro.
Dopo l'irruzione di Mis adesso era il turno di quest'altro impertinente.
E si trattava per giunta del suo segretario, che se non altro, avrebbe dovuto conoscere bene il cerimoniale.
Il segretario si inginocchiт - Ebbene? - domandт Indbur seccato.
Il segretario con lo sguardo rivolto al pavimento disse: - Eccellenza, il capitano Pritcher del Servizio Informazioni, tornato da Kalgan disobbedendo ai vostri ordini e alle vostre precedenti istruzioni, ordine numero X2-513, и stato imprigionato e attende di essere condannato a morte, i due che lo accompagnavano sono stati trattenuti per essere interrogati.
E' stato stilato un rapporto completo.
Indbur sembrava agonizzare. - Ho ricevuto il rapporto.
Ebbene? - Eccellenza, il capitano Pritcher ci ha informato degli sviluppi pericolosi che poteva prendere la situazione a causa del nuovo governatore di Kalgan.
Non gli и stato concesso di essere ascoltato, secondo il vostro ordine numero X2-651, tuttavia i suoi commenti sono stati registrati.
Indbur urlт. - Ho ricevuto il rapporto anche di questo! E allora? - Eccellenza, un quarto d'ora fa и giunta una comunicazione dalla frontiera salinniana.
Astronavi identificate come provenienti da Kalgan hanno varcato i confini del territorio della Fondazione, senza autorizzazione.
Le astronavi sono armate.
C'и stato uno scontro.
Il segretario era quasi piegato in due.
Indbur era rimasto in piedi.
Ebling Mis si scosse, s'avvicinт al segretario e gli battй sulla spalla.
— E' meglio che facciate rilasciare questo capitano Pritcher immediatamente e lo portiate qui.
Andate.
Il segretario uscм, e Mis si rivolse al sindaco. - Non pensi che sia ora che tu metta in moto la macchina? Ricordati: hai solo quattro mesi di tempo.
Indbur rimase in piedi, con gli occhi vitrei.
Un solo dito sembrava in vita: tracciava rapidamente triangoli sulla superficie liscia della scrivania.
Quando i ventisette pianeti dei mercanti indipendenti, uniti solo dallo scontento nei confronti della madre patria, decisero di radunarsi a congresso, e ognuno di loro si sentiva grande pur nella sua piccolezza, indurito dall'isolamento e amareggiato dal continuo pericolo, ci furono una serie di ostacoli da superare, con lunghe consultazioni preliminari, capaci di scoraggiare il piщ incallito dei diplomatici.
Non fu sufficiente decidere in anticipo su questioni di carattere politico come il metodo di votazione, il tipo di rappresentanza se per pianeta o per popolazione.
Nй fu sufficiente stabilire l'assegnazione dei posti a tavola sia a pranzo sia in camera di consiglio, per evitare conflitti di prestigio.
La cosa piщ difficile fu superare lo scoglio del campanilismo provinciale e decidere il luogo del congresso.
Alla fine, dopo lunghe consultazioni diplomatiche, si decise di scegliere come luogo di riunione il pianeta Radole, che fin dall'inizio era stato proposto per la sua posizione centrale.
Radole era un pianeta piccolo e, per potenza militare, forse il piщ debole dei ventisette.
Questa fu un'altra ragione che determinт la scelta.
Era un pianeta con la sola fascia centrale abitabile.
Questa caratteristica era piuttosto comune tra i pianeti della Galassia, tuttavia, ben raramente certi pianeti venivano abitati.
In altre parole, si trattava di un pianeta dove i due emisferi, l'uno esposto al sole, l'altro esposto alla notte, erano rispettivamente caratterizzati da un caldo insopportabile e da un freddo polare.
Soltanto la fascia mediana era abitabile, perchй costantemente illuminata da una luce indiretta.
Un pianeta del genere a prima vista pare del tutto inabitabile per coloro che non hanno mai avuto l'occasione di provarci, ma esistono determinate zone ben sistemate e Radole City occupava una di queste zone dove il clima era ideale.
Si stendeva ai piedi di colline al limite dei contrafforti montuosi che riparavano la zona dall'influenza dell'emisfero ghiacciato.
L'aria calda e asciutta proveniente dall'emisfero infuocato scioglieva i numerosi ghiacciai al limitare delle montagne.
L'acqua era stata incanalata e Radole City era diventata un giardino che aveva costantemente il clima di un mattino di giugno.
Ogni casa era circondata da un giardino fiorito.
Ogni giardino era coltivato in modo intensivo, e vi nascevano fiori dai colori stupendi che venivano esportati.
In questo modo Radole si era dedicata di piщ alla esportazione che non al commercio.
Radole City era una piccola area ricoperta di vegetazione lussureggiante in un pianeta orrendo, un piccolo angolo di paradiso, e anche questa ragione favorм la sua candidatura come sede del congresso.
Gli stranieri arrivarono da tutti gli altri ventisei pianeti indipendenti: delegati, mogli, segretarie, astronavi ed equipaggi.
La popolazione di Radole raddoppiт e le risorse del pianeta vennero sfruttate al massimo.
Si mangiava a volontа, si beveva a volontа e non si dormiva affatto.
Tra questa popolazione spensierata esistevano alcuni che ancora non sapevano che nella Galassia era iniziato un conflitto.
Coloro invece che se ne rendevano conto, potevano essere divisi in tre categorie.
Alla prima appartenevano coloro che ne sapevano ben poco e che erano molto ottimisti…
Come il giovane pilota che portava sul berretto la coccarda di Haven.
Questi stava dicendo: - Per arrivare fino a qui, siamo dovuti passare proprio attraverso la zona di guerra.
Abbiamo staccato i motori per un minuto-luce proprio nelle vicinanze di Horleggor…
— Horleggor? - Intervenne un giovanotto del posto, dalle gambe lunghe, che aveva assunto la parte di ospite in quel gruppetto di persone.
— Ma и il luogo dove la flotta del Mulo ha ricevuto quella brutta batosta l'altra settimana, non и vero? - E chi ti ha detto che il Mulo и stato sconfitto? - chiese il pilota con aria sorniona.
— La radio della Fondazione.
— Eh giа.
E io ti dico che il Mulo ha conquistato Horleggor.
Siamo quasi andati a finire in bocca a un convoglio di navi del Mulo che venivano da lм.
A me pare che quando si viene sconfitti non si rimane sul luogo della battaglia mentre i vincitori lo abbandonano a precipizio.
Una terza persona intervenne con voce da ubriaco. - Non parlate a questo modo.
La Fondazione le ha sempre buscate all'inizio.
Stai a vedere.
Rimani seduto e stai a vedere.
La vecchia Fondazione sa quando passare al contrattacco.
E allora… hummm! - L'ubriaco concluse il suo intervento in maniera ebete.
— In ogni modo - disse il pilota di Haven dopo una breve pausa, - come ho detto prima, noi abbiamo visto le astronavi del Mulo, e non sembravano affatto brutte, anzi direi che sono molto efficienti.
A me sono parse nuove.
— Nuove? - disse il giovane pensieroso. - Le hanno costruite da soli? - Staccт una foglia da un ramo vicino.
L'annusт delicatamente, poi se la mise tra i denti, spremendone il succo e spandendo un forte odore di menta.
Disse: - Intendi dire che sconfiggono la Fondazione con astronavi fatte da loro? Impossibile.
— Le ho viste io con i miei occhi.
E ti assicuro che so distinguere una nave da una cometa.
Il giovanotto dalle gambe lunghe s'avvicinт all'altro e gli sussurrт all'orecchio: - Sai cosa penso io? La guerra non comincia cosм per caso.
E tra i nostri capi ci sono molte persone in gamba.
Sanno bene come comportarsi.
L'ubriaco esclamт per la seconda volta: - State a vedere la vecchia Fondazione.
Aspettano l'ultimo minuto, poi… hummm! - e sorrise guardando con l'occhio spento il bicchiere di vino semivuoto che teneva in mano.
Il radoliano stava dicendo: - Per esempio, vecchio mio, credi davvero che sia stato il Mulo a organizzare la faccenda? Nooo! - E fece un gesto negativo con un dito. - Dalle informazioni che ho avuto da una fonte molto in alto, sono i nostri a manovrare la cosa.
Lo stanno pagando e forse sono loro a costruire le navi.
Siamo concreti.
Certo, noi sappiamo perfettamente che la Fondazione alla lunga vincerа, ma il Mulo gli farа vedere i sorci verdi.
E quando saranno li che tremano di paura, interverremo noi.
— Non riesci a parlar d'altro Klev? Parli sempre di guerra.
Mi hai stancato - osservт la ragazza vicino a lui.
Il pilota di Haven disse galantemente: - Cambiamo argomento.
Non possiamo annoiare le ragazze.
L'uomo ubriaco ripetй l'ultima frase battendo ritmicamente il pugno sul tavolo.
Il piccolo gruppo si divise mentre il pilota e la ragazza ridevano e chiacchieravano.
Un'altra coppia apparve dal solarium in fondo al giardino.
La conversazione diventт generale, meno seria e piщ frivola.
Poi c'erano coloro che ne sapevano un pт di piщ e che erano meno fiduciosi…
Uno di questi era Fran, che si trovava sul pianeta in qualitа di membro della delegazione di Haven.
Data la sua carica, veniva accolto nei circoli piщ importanti e stringeva nuove amicizie, con tutte le donne quando gli capitava e con gli uomini quando era strettamente necessario.
Ora si trovava sulla piattaforma solare di una casa in cima a una collina assieme ad uno dei suoi nuovi amici, e si rilassava per la prima volta da quando era giunto su Radole.
Il nuovo amico si chiamava Iwo Lyon, e assomigliava a Fran in molti lati del carattere.
La casa di Iwo era lontana dal centro, apparentemente isolata in un mare di verde.
La piattaforma solare consisteva in un prato ben curato, disposto a quarantacinque gradi, sul quale Fran s'era allungato per assaporare ogni raggio.
— Non abbiamo niente di simile su Haven - disse.
Iwo rispose assonnato. - Non hai mai mai visto l'emisfero ghiacciato.
C'и una zona non piщ lontana di venti miglia da qui, dove l'ossigeno scorre come acqua.
— Ma smettila! - E' vero.
— Ebbene, ti dirт, Iwo, prima che mi portassero via il braccio, ai bei tempi, quando vagabondavo per lo spazio, tu non mi crederai ma… - Il racconto che segui fu abbastanza lungo e naturalmente Iwo non credette a una sola parola.
— I giovani d'oggi non sono piщ come una volta - disse Iwo sbadigliando.
— Eh, si.
Perт - disse Fran, - non и sempre vero.
Ti ho mai parlato di mio figlio? E' uno della vecchia scuola, lui.
Potrebbe diventare un mercante in gamba.
E tale quale suo padre.
Tale e quale a parte il fatto che s'и sposato.
— Intendi dire che ha fatto un contratto legale? Con una ragazza? - Esattamente.
Neanche io ne vedo la ragione.
Sono andati sul Kalgan per la luna di miele.
— Kalgan? E quando и stato? Fran sorrise, poi abbassando la voce disse: - Proprio prima che il Mulo dichiarasse guerra alla Fondazione.
— Davvero? Fran annuм e fece segno a Iwo di avvicinare la testa.
Poi disse quasi bisbigliando: - In effetti, ti dirт qualcosa, sempre che tu non vada a spifferarlo in giro.
Il mio ragazzo e stato mandato su Kalgan per una missione.
Ora non vorrei essere proprio io a fare delle supposizioni, ma se consideri la situazione attuale, sono convinto che lo puoi immaginare.
Il mio ragazzo era proprio l'elemento adatto a questo lavoro.
Noi mercanti avevamo bisogno di qualcuno che cominciasse a procurare dei guai alla Fondazione, ecco qua.
Non sto a dirti come ce l'abbiamo fatta, ma il fatto и che il mio ragazzo и andato su Kalgan, e il Mulo ha fatto uscir fuori le navi da guerra.
Mio figlio, capisci? Iwo lo guardт impressionato.
Anche lui assunse un tono confidenziale.
— E' stata un'ottima manovra.
Dicono che noi possediamo cinquecento astronavi pronte ad intervenire al momento giusto.
Fran disse con autoritа: - Molte di piщ, forse.
Questa и strategia. - Si massaggiт l'addome. - Ma non bisogna dimenticare che il Mulo non и uno stupido.
Quello che и successo a Horleggor mi preoccupa.
— Ho sentito dire che ha perduto cinque astronavi.
— Certo ma ne aveva altre cento e la Fondazione и stata costretta a sloggiare.
E' bene che quei tiranni le prendano, ma non cosм in fretta.
— Scosse la testa.
— Ma c'и da chiedersi dove il Mulo abbia trovato le sue astronavi.
Corre voce in giro che siamo noi a fabbricarle.
— Che cosa? Noi mercanti? Haven possiede la piщ grande fabbrica d'astronavi di tutti i mondi indipendenti, e ti assicuro che le fabbrichiamo solo per noi.
Credi che qualche pianeta abbia preso una simile iniziativa senza consultarsi con gli altri? Deve trattarsi di una fandonia.
— Ebbene, allora dove le trova? Fran scrollт le spalle. - Se le fabbricherа da solo, immagino.
E anche questo fatto mi preoccupa.
Chiuse gli occhi e accomodт meglio i piedi sulla tavola di sostegno.
Lentamente s'addormentт e il suo respiro pesante si confuse con il ronzio degli insetti.
E poi c'erano quelli che erano molto bene informati e che non erano affatto ottimisti.
Uno di questi era Randu, che il quinto giorno del congresso dei mercanti indipendenti entrт nella sala delle riunioni e incontrт i due uomini che aveva convocato, che lo aspettavano.
I cinquecento posti a sedere erano vuoti e non si sarebbero riempiti.
Randu entrт subito in argomento ancora prima di sedersi. - Noi tre rappresentiamo metа del potenziale militare di tutti i mondi mercantili indipendenti.
— Si - disse Mangin di Iss, - i miei colleghi e io abbiamo giа discusso la questione.
— lo sono pronto - disse Randu, - a parlare sinceramente e senza indugi.
Non sono abituato ai mezzi termini.
La nostra posizione и piuttosto precaria.
— E come mai? - chiese Ovali Gri di Mnemon.
— Per gli sviluppi recenti.
Per favore, lasciate che cominci dal principio.
Per prima cosa: la situazione che si и andata creando non и stata preparata da noi, e tanto meno и sotto il nostro controllo.
Le trattative da noi avanzate non erano dirette al Mulo, ma ad altri generali: principalmente all'ex Lord di Kalgan, che il Mulo ha sconfitto in un momento quanto mai inopportuno per noi.
— Sм, ma questo Mulo и un degno sostituto - disse Mangin. - Non stiamo a cavillare sui dettagli.
— Cambierete opinione quando saprete tutti i dettagli. - Randu s'appoggiт al tavolo con tutt'e due le mani.
— Un mese fa - disse, - ho mandato mio nipote e sua moglie su Kalgan.
— Vostro nipote! - esclamт Ovali Gri sorpreso. - Non sapevo che fosse vostro nipote.
— E per quale ragione? - chiese in tono secco Mangin. - Per ottenere questo? - No.
Se intendete dire la dichiarazione di guerra del Mulo alla Fondazione, no.
Non puntavo tanto in alto.
Il giovanotto non sapeva niente, nй della nostra organizzazione, nй dei nostri scopi.
Gli era stato detto che io ero un membro minore di una organizzazione patriottica di Haven, e lui su Kalgan non doveva fungere che da osservatore dilettante.
I miei motivi erano, devo ammetterlo, piuttosto oscuri.
Volevo soprattutto ottenere informazioni sul Mulo.
Questi и uno strano fenomeno… ma di questo parleremo piщ tardi.
In secondo luogo ho pensato di mandare lui perchй il viaggio gli avrebbe dato modo di approfondire la sua esperienza politica visto che era stato educato sulla Fondazione e che era stato membro del partito democratico segreto.
Vedete…
Ovall sorrise mostrando i denti. - Dovete essere rimasto sorpreso dei risultati, allora, dal momento che nessuno tra i mercanti, a quanto mi risulta, ignora che и stato questo giovanotto a fornire al Mulo il casus belli contro la Fondazione.
Per la Galassia, Randu, mi sembra strano che non siate stato voi a metterci lo zampino! Randu scosse la testa. - No, io non centro.
E nemmeno mio nipote, che al momento si trova prigioniero sulla Fondazione e forse non vivrа abbastanza da vedere la fine di questo suo lavoro cosм ben fatto.
Ho appena ricevuto notizie da lui.
Una capsula personale и riuscita ad arrivarmi in qualche modo.
Attraverso la zona di guerra и arrivata fino Haven, da dove mi и stata spedita.
E' un mese che viaggia.
— Temo che noi saremo destinati a sostenere il medesimo ruolo che avevamo preparato per il Lord di Kalgan - rispose Randu, che sembrava preoccupato. - Il Mulo и un "mutante".
Gli altri lo guardavano sorpresi senza rispondere.
Randu aveva previsto una simile reazione.
Poi Mangin prese la parola. - Come fate a saperlo? - Solo dalle informazioni che ho avuto da mio nipote, ma lui и stato a Kalgan.
— Che tipo di mutante? Ce ne sono una quantitа.
Randu cercт di mantenersi calmo. - Sм, ci sono tanti mutanti, Mangin.
Di tutti i tipi, ma uno solo come il Mulo.
Il genere di mutante che inizia come uno sconosciuto, raccoglie un esercito, si stabilisce, dicono, in un asteroide con non piщ di cinque chilometri di diametro, da li cattura un pianeta, poi un sistema, poi una regione, e quindi attacca la Fondazione e la sconfigge a Horleggor.
E tutto questo in due o tre anni.
— E cosм pensate che sconfiggerа la Fondazione? - Non lo so.
Ma se ci riuscisse? - Scusatemi, ma questo и troppo.
Non si puт sconfiggere la Fondazione.
Ascoltate, non и una novitа e noi non possiamo accettare le affermazioni di un giovane… be', in fondo, inesperto.
Lasciamo maturare le cose.
Nonostante tutte le vittorie del Mulo, finora non c'и stato bisogno di preoccuparci e, a meno che non vada molto piщ in lа, non vedo perchй dovremmo cambiare tattica.
Randu s'accigliт accorgendosi che le sue argomentazioni non avevano effetto.
Poi disse rivolgendosi ai due: - Vi siete messi in contatto col Mulo? - No - risposero.
— E' vero, perт, che avete tentato.
E' anche vero che la nostra riunione non ha senso a meno che non riusciamo ad allacciare rapporti col Mulo.
E vero anche che fino ad ora non abbiamo fatto altro che bere invece di pensare, e parlare invece di agire, e tutto questo perchй non riusciamo a raggiungere il Mulo.
Signori, noi abbiamo quasi mille astronavi che aspettano di essere lanciate nella lotta al momento opportuno per assumere il controllo della Fondazione.
Io sono convinto che dovremo cambiare i nostri piani.
Io dico di lanciare queste astronavi contro il Mulo e subito.
— Per salvare in tal modo Indbur e quei parassiti della Fondazione? - disse Mangin.
Randu alzт una mano ammonitrice. - Risparmiatevi le vostre battute ironiche.
Ho detto contro il Mulo, e non mi importa proprio a vantaggio di chi.
Ovall Gri s'alzт. - Randu, io non voglio aver nulla a che fare con questa faccenda.
Pensate voi a presentare questo progetto al consiglio, se volete rovinare la vostra carriera politica.
Uscм senza dire altro e Mangin lo seguм in silenzio, mentre Randu rimaneva solo a tormentarsi con i suoi pensieri.
Quella notte, davanti all'assemblea, Randu non parlт. Ma fu Ovall Gri a precipitarsi nella stanza la mattina dopo: era spettinato e aveva la barba lunga e il vestito ancora in disordine.
Randu era seduto al tavolo della colazione e si meravigliт tanto che gli cadde la pipa di bocca.
— Mnemon и stata bombardata - disse con voce rauca, - a tradimento dallo spazio.
Randu socchiuse gli occhi. - La Fondazione? - Il Mulo! - tuonт Ovall. - Il Mulo! E' stato un attacco non provocato, deliberato.
La maggior parte delle nostre astronavi si erano unite alla flotta internazionale.
Le poche rimaste di riserva a proteggere il pianeta erano insufficienti e sono state distrutte.
Non hanno ancora tentato di atterrare, e forse per un poco non ci proveranno, visto che le loro forze sono state dimezzate nello scontro.
Ma questo significa la guerra, e io sono venuto a chiedervi come si comporterа Haven.
— Haven, sono sicuro, si atterrа alla Carta della Federazione.
Avete visto? Attacca anche noi.
— Questo Mulo и pazzo.
Vuole sconfiggere l'universo? - Sedette e cercт di riprendere fiato. - I superstiti hanno comunicato che il Mulo…
che il nemico possiede una nuova arma.
Una specie di depressore del campo atomico.
— Una cosa? - La maggior parte delle nostre astronavi - disse Ovall, - sono state distrutte perchй le armi atomiche non hanno risposto.
Non и il caso di parlare nй di incidente, nй di sabotaggio.
Si tratta certamente di un'arma del Mulo.
Non funzionava alla perfezione: gli effetti erano intermittenti e c'era modo di neutralizzarli.
Non ho ricevuto rapporti dettagliati.
Ma voi capite come uno strumento del genere possa cambiare tutta la strategia della guerra.
Puт rendere inutile un'intera flotta.
Randu si sentм improvvisamente vecchio. - Ho paura che sia nato un mostro che divorerа tutti noi.
Eppure dobbiamo combatterlo.
La casa di Ebling Mis, per quanto non si trovasse in un quartiere elegante di Terminus, era ben nota in tutto l'ambiente intellettuale, sia scientifico sia letterario, del paese e anche le opinioni al riguardo erano molto discordi.
Per un biografo profondo, era il "il simbolo di un ritiro dalla realtа non accademica - una giornalista mondana la definiva piena di "una paurosa atmosfera di disordine e di trascuratezza tipicamente maschili ", un professore d'universitа: "Piena di libri, ma disorganica" un suo amico non dell'universitа: "Luogo ideale per andare a fare una bevuta a qualunque ora del giorno e dove si possono mettere perfino i piedi sul divano", un cronista televisivo, in cerca di colore locale, parlava di "roccaforte del concreto, estroso, blasfemo, presuntuoso Ebling Mis".
A Bayta, che non aveva nessuno a cui esporre le proprie opinioni, e che aveva in compenso il vantaggio di potersi basare su informazioni dirette.
la casa sembrт semplicemente disordinata e sporca.
Fatta eccezione per i primi due giorni, il suo soggiorno in carcere non era stato troppo duro e di gran lunga piщ sopportabile di quella mezz'ora di attesa nella casa dello psicologo, dove forse era sorvegliata segretamente.
Poi finalmente avrebbe rivisto Toran…
Forse i suoi timori sarebbero aumentati, se non avesse visto il Magnifico abbassare la testa con un gesto che mostrava il terrore che lo attanagliava.
Magnifico s'era rannicchiato, con il mento appoggiato alle ginocchia ossute, come se volesse scomparire.
Bayta gli accarezzo la testa per rassicurarlo.
Magnifico sussultт, poi sorrise.
— Certamente, mia signora, sembra che il mio corpo non si sia ancora abituato ai nuovi pensieri che attraversano il mio cervello, e aspetta sempre che una mano lo colpisca.
— Non c'и bisogno di preoccuparsi, Magnifico, sono qui con te e non permetterт a nessuno di farti del male.
Il buffone la osservт con occhi umidi, poi distolse lo sguardo. - Ma in un primo tempo mi hanno tenuto lontano da voi e dal vostro gentile marito forse queste parole vi faranno sorridere, ma il mio cuore era addolorato per la perdita dei miei amici.
— Non sorrido affatto, anch'io ero triste.
Il buffone sembrт piщ sereno.
Disse: - Non avete mai incontrato prima questo signore che ci ha mandato a chiamare? - Era una domanda cauta.
— No.
Ma и un uomo famoso.
L'ho visto in televisione e ho sentito molto parlare di lui.
Penso che sia un uomo buono, Magnifico, e che non abbia cattive intenzioni.
— Davvero? - disse il buffone agitato. - Forse и cosм mia signora ma mi ha giа interrogato prima, e i suoi modi erano rudi e decisi.
Parla con un linguaggio strano, cosм che mi и difficile rispondere alle sue domande.
Mi sento come quel tale descritto dai romanzi, il cui cuore bloccava le canne che portano aria ai polmoni impedendogli di respirare.
— Ma sarа differente adesso.
Siamo in due contro uno, e non sarа capace di spaventare tutt'e due.
— Lo spero, mia signora.
Si sentм una porta sbattere da qualche parte, poi una voce tonante urlт qualcosa.
Vicino alla stanza le urla indistinte si mutarono in parole chiare.
— Per la Galassia, sparite da questa casa! - e attraverso la porta fu possibile vedere due guardie in uniforme che battevano velocemente in rltlrata.
Ebling Mis entrт accigliato, depose sul pavimento un pacco, e si avvicinт per stringere la mano a Bayta.
Bayta ricambiт la stretta vigorosamente.
Mis, dirigendosi verso il buffone, si girт a guardarla piщ attentamente.
— Sposata? - le chiese. - Sм.
Ci siamo sottoposti alle formalitа legali.
Mis fece una pausa, poi disse: - Felice? - Sм, finora.
Mis scrollт le spalle e si girт verso il Magnifico.
Aprм il pacco che aveva posato sul pavimento. - Ragazzo, sai che cos'и questo? Magnifico si alzт di scatto e si precipitт a toccare lo strumento pieno di tasti.
Accarezzт la miriade di interruttori e fece un salto di gioia, andando quasi a sbattere contro i mobili.
— Un Sonovisore - disse, - и cosм bello da riempire di gioia anche il cuore di un uomo morto. - Riprese ad accarezzare i tasti, fermandosi ora su una chiave ora su un'altra.
Ebling Mis disse: - Ebbene, ragazzo, mi avevi detto che sapevi strimpellare questo strumento, ora vediamo cosa sai fare.
Dovresti prima accordarlo, perт.
L'ho trovato in un museo - Poi rivolgendosi a Bayta: - A quanto sembra non esiste nessuno sulla Fondazione in grado di farlo funzionare.
Poi le si avvicinт maggiormente. - Il buffone non parla se voi non le state vicino.
Mi volete aiutare? Lei annuм.
— Bene! - disse lui. - Il suo stato di paura и quasi cronico e dubito che riuscirebbe a sopportate un Rivelatore Psichico.
Se devo cavargli qualche informazione, bisogna che si senta completamente a suo agio.
Capito? Lei annuм nuovamente.
— Questo Sonovisore и il primo passo.
Dice che sa suonarlo, e dalle sue reazioni и certo che questo strumento gli procura una grande gioia.
Per cui sia che lo suoni bene, sia che lo suoni male, dimostratevi interessata e felice.
Inoltre mostratevi amichevole nei miei confronti.
Soprattutto seguite i miei suggerimenti. - Diede una occhiata a Magnifico e lo vide indaffarato col suo strumento.
Non gli prestava alcuna attenzione.
Mis riprese a parlare in tono naturale. - Avete mai sentito un sonovisore? - Una volta - rispose a caso Bayta, - a un concerto di strumenti rari.
E' stata un'esperienza veramente interessante.
— Dubito che abbiate ascoltato un buon musicista.
Sono veramente rari.
Non tanto perchй lo strumento richiede un alto grado di abilitа tecnica, il piano multiplo ne richiede di piщ, ad esempio, ma piuttosto perchй richiede una mente libera - e aggiunse a bassa voce: - Per questa ragione, il nostro scheletro vivente forse suonerа meglio di quanto non pensiamo.
Molto spesso, i buoni suonatori sono degli idioti completi.
Poi, alzando la voce, continuт: - Sapete come funziona quello strumento? Ho consultato il catalogo a questo proposito, e da quello che ho capito, genera radiazioni che stimolano il centro ottico del cervello, senza toccarne il nervo ottico.
In effetti и l'utilizzazione di un senso che non viene mai adoperato sotto stimoli naturali.
Straordinario, non vi pare? I suoni invece sono normali.
Influenzano direttamente l'apparato dell'udito.
Ma… attenzione! E pronto.
Spegnete, и meglio ascoltare al buio.
Il Magnifico non era che una forma scura, mentre Mis era una massa che respirava pesantemente.
Bayta sforzт la vista cercando di afferrare qualche effetto di luce senza riuscirci.
Si sentм come un leggero tremito nell'aria, che seguiva la scala musicale.
Scomparve e riapparve scomparve di nuovo, poi sembrт diventare piщ corposo, finalmente esplose in un rumore di tuono.
Una piccola sfera di colori cangianti si formт lentamente levandosi a mezz'aria, da questa caddero piccole gocce senza forma che precipitando si intrecciavano formando disegni schematici.
Poi si raggrupparono in piccole sfere ognuna di colore diverso, e Bayta cominciт a scoprire strane cose.
Si accorse che chiudendo gli occhi i colori sembravano diventar piщ vivi che ogni tonalitа di colore aveva un suo suono particolare, che non riusciva a identificare i colori, e infine che le sfere non erano sfere vere e proprie ma piccole figure umane.
Piccole figure piccole fiammelle tremolanti, che danzavano e s'intrecciavano in mille modi che sparivano nel nulla e ricomparivano, che s'incontravano fondendosi in un nuovo colore.
Istintivamente, Bayta paragonт quelle forme alle macchie colorate che si vedono di notte quando si chiudono le palpebre.
Poi la musica assunse un ritmo di marcia e le figure parvero danzare in circoli concentrici formando una spirale grande e varia mentre ogni sfera ridiventava una piccola figura.
Improvvisamente si lanciarono contro di lei e Bayta alzт le mani per proteggersi, ma caddero senza toccarla e lei si trovт al centro di una cascata multicolore, mentre una luce bianca e rapida le scendeva lungo le spalle e le braccia fino a raggiungere la punta delle dita da dove tornava a levarsi in alto brillando a mezz'altezza.
Un suono di cento strumenti accompagnava la visione tanto da rendere difficile separare i due effetti di musica e luce.
Si chiese se Ebling Mis vedeva le stesse cose, o chissа che altro.
Poi smise di fare queste considerazioni e…
Era di nuovo attenta.
Le piccole figure erano diventate figurine di donna dai capelli di fuoco che ruotavano troppo velocemente perchй lei potesse distinguerle chiaramente.
Si univano l'una con l'altra formando diverse figure geometriche.
Sembrт che le figurine sorridessero e anche la musica era come una risata sommessa.
Le figure geometriche si unirono, lanciandosi una nell'altra mentre dal basso sorgeva rapidamente un palazzo.
Ogni mattone era di colore diverso, ogni colore era solo una piccola scintilla, ogni scintilla tremolava e cambiava disegno in continuazione, mentre nel cielo si formavano minareti incastonati di gioielli.
Un tappeto luminoso si formт alla base della costruzione, coprendo ogni spazio vuoto e dal tappeto sorsero degli alberi che piegando i loro rami seguivano una musica propria.
Bayta era seduta completamente affascinata dalla visione.
La musica assumeva ora a tratti tonalitа liriche.
Allungт una mano per afferrare uno di quei piccoli alberi fioriti e la fragile pianta si sbriciolт in tante piccole scintille che scomparvero nel nulla.
La musica esplose in un suono di venti cimbali e di fronte a lei un'area sembro prender fuoco mentre una cascata di colori finiva sulle sue ginocchia mandando spruzzi e incanalandosi in una rapida corrente.
Attraversт le ginocchia si formт un ponte e sul ponte c'erano due figure.
Un palazzo, un giardino, e piccoli uomini e donne sopra un ponte, la scena s'estendeva a perdita d'occhio galleggiando sopra una base ondulata che gonfiava e si dirigeva verso di lei…
Poi ci fu una pausa terrificante, un movimento concentrico mentre tutta la costruzione si sgretolava.
Tutti i colori si ammassarono in una sfera che si restrinse, s'alzт e scomparve.
Non c'era altro che il buio.
Un piede cercт a tentoni il pedale dell'interruttore, e la luce tornт, la semplice luce di un prosaico sole.
Bayta sbattй le palpebre finchй non sgorgarono lacrime dai suoi occhi, come se volessero disperatamente ritrovare lo scenario perduto.
Ebling era inerte, con gli occhi spalancati e la bocca semi aperta.
Solo Magnifico sembrava essere completamente sveglio e riponeva delicatamente il sonovisore nella custodia.
— Mia signora - disse in tono felice. - и uno strumento meraviglioso.
Risponde perfettamente a ogni sollecitazione ed и straordinariamente delicato e stabile.
Con uno strumento simile sarт capace di fare miracoli.
Vi и piaciuta la mia composizione? - L'hai composta tu? - disse Bayta sorpresa. - Tu da solo? Il buffone arrossм fino alla punta dell'enorme naso. - E' mia.
Al Mulo non piaceva, ma molto spesso l'ho suonata in segreto per me solo.
Quando ero giovane, un giorno, vidi il palazzo, un gigantesco palazzo incastonato di gioielli: lo vidi da lontano, era carnevale.
C'era gente di uno splendore mai visto, e non vidi mai piщ tanta ricchezza e magnificenza, nemmeno nel palazzo del Mulo.
La mia rappresentazione era misera al confronto, ma la mia mente и limitata.
L'ho intitolata Ricordo del Paradiso.
Al suono di quelle parole, finalmente, Mis riuscм a riscuotersi. - Magnifico - disse, - vorresti suonare al medesimo modo per altri? Il buffone parve esitare. - Per altri? - chiese incerto.
— Per migliaia di persone - gridт Mis. - Nella Sala Grande dei Concerti della Fondazione.
Vorresti diventare padrone di te stesso, onorato da tutti ricco… e… e… - non riuscм a trovare altre parole.
— Capisci? Che ne dici? - Ma come posso diventare tutto quello che dite voi, signore? Io non sono che un povero buffone a cui non sono concesse le grandi cose del mondo.
Lo psicologo sbuffт, e si asciugт il sudore dalla fronte. - Ma tu sai suonare.
Il mondo sarebbe tuo se riuscissi a suonare a questo modo di fronte al Sindaco e all'Unione dei mercanti.
Ti piacerebbe? Il buffone si girт verso Bayta. - E voi, mia signora, rimarrete con me? Bayta rise. - Certamente.
Credi forse che ti abbandonerт ora che sei sul punto di diventare ricco e famoso? - Ogni mia ricchezza sarebbe vostra, mia signora - disse il buffone.
— E certamente tutta la ricchezza della Galassia non sarebbe sufficiente a riparare il debito che ho verso di voi.
— Ma - disse Mis con naturalezza, - prima dovresti aiutarmi…
— E che cos'и quello strumento? Lo psicologo sorrise: - Un piccolo Rivelatore Psichico superficiale.
non ti farа male.
Sfiorerа appena la superficie del cervello.
Magnifico spalancт gli occhi, completamente paralizzato da un terrore senza nome.
Poi riuscм a balbettare: - Non un Rivelatore! L'ho giа visto usare.
Prosciuga la mente e lascia il cervello completamente vuoto.
Il Mulo se ne serviva per punire i traditori e li lasciava aggirarsi per la cittа liberi completamente impazziti, finchй per pietа non venivano uccisi. - Protese le mani cercando di allontanare Mis.
— Ma si trattava di un altro Rivelatore - gli spiegт Mis pazientemente - e anche quello non danneggerebbe nessuno se fosse usato attentamente.
Questo invece и semplicemente un Rivelatore superficiale e non farebbe male nemmeno ad un bambino.
— E vero, Magnifico - disse Bayta. - E' solo per aiutarci a sconfiggere il Mulo e per tenerlo lontano.
Una volta finito, noi due diventeremo ricchi e famosi.
Magnifico tese una mano tremante. - Mi terrete la mano mia signora? Bayta la strinse con tutt'e due le sue mani, e il buffone vide con terrore avvicinarsi alla sua testa i piatti terminali.
Ebling Mis era comodamente seduto in una poltrona negli appartamenti privati del sindaco Indbur, del tutto indifferente per l'onore concessogli, e guardava ironico il piccolo sindaco nervoso e agitato.
Buttт via il sigaro e sputт sul pavimento un frammento di tabacco che aveva in bocca.
— E se per caso tu volessi qualcosa di veramente buono per il prossimo concerto alla Sala Mallow - disse, - faresti meglio a buttar via tutti quegli strumenti elettronici e penserт io a far suonare a quel poveretto il sonovisore.
Indbur, ti assicuro che non hai mai sentito niente di simile.
— E credi che ti abbia chiamato qui per farmi dare consigli in campo musicale? Che ne и del Mulo? Parlami di lui.
Voglio avere informazioni sul Mulo - urlт il sindaco.
— Il Mulo? Mi sono dovuto servire di un Rivelatore superficiale e ne ho ricavato ben poco.
Non potevo usare il Rivelatore Psichico vero e proprio, quel poveretto sarebbe impazzito.
Ma ti racconterт tutto quello che sono riuscito a sapere, solo se la smetti di tamburellare con le dita sul tavolo…
— Prima di tutto, non bisogna considerare la straordinaria forza fisica del Mulo.
Probabilmente и molto forte, ma niente di piщ.
Il resto, sono storie alimentate dalla sua fama tremenda.
Porta strani occhiali e uccide con gli occhi.
Evidentemente и provvisto di poteri mentali.
— Ne sappiamo quanto prima - commentт il sindaco amareggiato.
— E il rivelatore lo conferma.
Da queste basi possiamo andare avanti concretamente.
— Capisco.
E quanto tempo ci impiegherai? - Circa un mese, direi, e forse potro darti qualche informazione.
Forse no, ma che posso farci? Tutto questo и al di fuori del Progetto Seldon e le nostre probabilitа di vittoria sono molto, molto poche.
Indbur balzт in piedi. - Sei tu allora! Bugiardo e traditore.
Sei tu uno di quei criminali che spargono voci di sconfitta seminando il panico nella Fondazione e rendendo piщ difficile il mio lavoro.
— Io? Io? - disse Mis cominciando a irritarsi.
Indbur lo guardт con odio. - Perchй, per la Galassia, la Fondazione vincerа… la Fondazione dovrа vincere.
— Malgrado la sconfitta di Horleggor? - Non и stata una sconfitta.
Sei tu che hai diffuso questa bugia? Eravamo inferiori di numero e siamo stati traditi…
— E da chi? - domandт Mis.
— Da quei topi di fogna dei democratici - urlт Indbur. - Lo sapevo giа da tempo che la flotta era piena di capicellula democratici.
La maggior parte di loro и stata eliminata, ma ne rimanevano abbastanza per spiegare la resa di venti astronavi nel pieno della battaglia.
Abbastanza da mutarne le sorti.
E presto dimostrerт che anche tu, patriota dei miei stivali, sei in contatto con questi democratici.
Ebling Mis scrollт le spalle. - Tu urli, ma non provi un bel niente.
Come spieghi la ritirata precipitosa e l'abbandono di metа Siwenna? Ancora colpa dei democratici? - No.
Non dei democratici - rispose il sindaco con un sorriso. - Ci siamo ritirati perchй la Fondazione s'и sempre ritirata al primo attacco, fino a quando l'inevitabile necessitа storica volgerа la sconfitta in vittoria.
Di giа ne vedo le prime avvisaglie.
Le cosiddette forze democratiche hanno giа apposto manifesti assicurando il loro appoggio al governo.
Forse ci vogliono tradire dall'interno, ma noi ci serviamo dei loro manifesti per la nostra propaganda, qualunque siano i piani di questi traditori.
E c'и dell'altro…
— Una notizia ancora migliore di questa, Indbur? - Giudica da te.
Due giorni fa, la cosiddetta Associazione dei mercanti indipendenti ha dichiarato guerra al Mulo, e la flotta della Fondazione, di colpo, si trova rinforzata di ben mille navi.
Vedi bene che il Mulo и andato troppo lontano.
Ci ha trovato divisi e in lotta tra di noi, ma sotto la pressione del suo attacco abbiamo trovato la forza di unirci e di diventare piщ forti.
Deve perdere.
E inevitabile come sempre.
Mis non era ancora molto ottimista. - Vuoi dirmi che il Progetto Seldon ha tenuto conto persino dell'avvento fortuito di un mutante? - Un mutante! Io non sarei in grado di distinguerlo da un normale essere umano, se non fosse per le storie fantastiche che si ostinano a raccontare un capitano ribelle, una coppia di stranieri e un buffone di Corte.
Tu dimentichi inoltre la prova fondamentale che tu mi hai fornito.
— Io? - disse Mis allibito.
— Sм - insistette il sindaco, - propria tu.
La Volta del Tempo si aprirа fra nove settimane, non и vero forse? E la conclusione di una crisi.
Se questo attacco del Mulo non и una crisi, quale dovrebbe essere la vera? E per quale ragione s'aprirebbe la Volta del Tempo? Rispondimi, grossa palla di lardo.
Lo psicologo scrollт le spalle. - D'accordo.
Se ti fa piacere.
Fammi un favore, perт.
Nell'eventualitа… nell'eventualitа che Seldon faccia il suo discorso e che non si verifichino le conseguenze desiderate, sarebbe bene che tu mi lasciassi assistere alla cerimonia.
— D'accordo.
Ora esci di qui.
E non farti vedere per nove settimane.
— Con grande piacere, mio incartapecorito onore - mormorт Mis allontanandosi.
La Volta del Tempo era carica di una strana atmosfera.
La sala era illuminata e aerata, con motivi decorativi vivaci e ben conservati alle pareti, e le file di sedie comode e apparentemente disegnate per essere usate in eterno.
Niente sembrava vecchio, tre secoli di esistenza non avevano lasciato alcuna traccia evidente.
Non era stata costruita con intenti di effetti grandiosi, anzi, tutto era piuttosto semplice e ordinato, quasi nudo.
Tuttavia la sala era disposta in modo da gravitare tutta intorno a un prisma di vetro che dominava in mezzo alla stanza, completamente vuoto.
Quattro volte, in quegli ultimi trecento anni, il simulacro vivente di Hari Seldon era apparso in quel prisma e aveva parlato.
Due volte aveva parlato senza che vi fosse un pubblico che lo ascoltasse.
Quel vecchio, vissuto ai tempi del Grande Impero, aveva proiettato la sua immagine attraverso tre secoli e nove generazioni, e ancora adesso sapeva della Galassia molto piщ dei suoi lontani discendenti.
Il prisma di vetro vuoto era in attesa.
Il primo a entrare nella sala fu il sindaco Indbur III, che era giunto fino li in terramobile tra ali di folla ansiosa e preoccupata.
Con lui arrivт anche la sua sedia particolare, piщ alta e piщ grande delle altre della sala.
Fu disposta davanti alla prima fila, cosм poteva dominare tutto all'infuori del vuoto prisma di vetro.
Un ufficiale alla sua sinistra chinт la testa in atto di sottomissione.
— Eccellenza, i preparativi affinchй il comunicato di questa sera venga ascoltato in ogni angolo dello Stato sono terminati.
— Bene.
Nel frattempo, i programmi interplanetari speciali sull'importanza della Volta del Tempo devono continuare.
Bisogna tuttavia evitare di fare previsioni o commenti.
La reazione popolare и sempre soddisfacente? - E' ottima.
Eccellenza.
Le voci degli elementi sovversivi sono state quasi completamente eliminate.
Il morale и alto.
— Bene! - Fece allontanare l'uomo con un leggero gesto della mano e si dispose ad aspettare comodamente.
Mancavano venti minuti a mezzogiorno.
Alcuni magnati e persone influenti, si trattava soprattutto dei capi delle grandi organizzazioni mercantili, entrarono nella sala da soli o a due a due, con un cerimoniale adeguato alla loro condizione finanziaria o alla loro posizione politica.
Ognuno di loro si avvicinт al sindaco, scambiт con lui due o tre frasi di convenienza, e venne poi accompagnato al suo posto.
All'improvviso, in mezzo a tutti quei personaggi rigidamente composti, apparve Randu di Haven che si precipitт verso la sedia del sindaco senza farsi annunciare.
— Eccellenza! - mormorт inchinandosi.
Indbur s'accigliт. - Non mi sembra di avervi concesso un'udienza.
— Eccellenza, и una settimana che chiedo di parlarvi.
— Me ne dispiace, ma gli affari di Stato soprattutto in vista dell'apparizione di Hari Seldon mi hanno…
— Eccellenza, dispiace anche a me, ma devo chiedervi di ritirare l'ordine che impone alle astronavi dei mercanti indipendenti di essere distribuite fra tutte le varie forze della Fondazione.
Indbur arrossм di stizza per essere stato interrotto. - Non и questo il momento di discutere.
— Eccellenza, и il solo momento opportuno - sussurrт Randu.
— Come rappresentante dei pianeti indipendenti, vi dico che un ordine del genere non potrа essere attuato.
Deve essere revocato prima che Seldon risolva i problemi in vece nostra.
Allora lo stato d'emergenza non sussisterа piщ, e sarа troppo tardi per trovare un accordo e la nostra alleanza scomparirа.
Indbur squadrт Randu con sguardo gelido. - Vi rendete conto che sono io che comando le forze armate della Fondazione? Ho il diritto o no di decidere la politica militare? - Eccellenza, ne avete il pieno diritto, ma certe misure sono sconvenienti.
— Non vedo perchй.
E' pericoloso permettere alla vostra gente di avere una flotta separata.
Un'azione divisa gioca in favore del nemico.
Dobbiamo essere uniti: ambasciatori, militari e politici.
I muscoli della gola di Randu si contrassero.
Questa volta tralasciт il tono onorifico. - Ora che sta per parlare Seldon vi sentite sicuro e avete intenzione di mettervi contro di noi: soltanto un mese fa eravate dolce e remissivo, quando la nostra flotta ha sconfitto il Mulo a Trel.
Forse sarа meglio che vi ricordi, signore, che la flotta della Fondazione и stata sconfitta in battaglia ben cinque volte, e che sono state le navi dei mercanti indipendenti a ottenere le vostre vittorie.
Indbur assunse un'aria minacciosa. - Non siete piщ gradito su Terminus, ambasciatore.
Chiederт che veniate rimandato al vostro pianeta questa sera.
Inoltre, i vostri contatti con elementi sovversivi di Terminus saranno, anzi, sono giа stati presi in considerazione.
Randu replicт: - Quando io me ne andrт, le nostre navi partiranno con me.
Io non so nulla degli elementi sovversivi di Terminus.
So solo che le navi della Fondazione si sono arrese per il tradimento degli alti ufficiali, non a causa dei soldati o dei cosiddetti democratici.
Io vi dico che venti navi della Fondazione si sono arrese a Horleggor per ordine dell'ammiraglio che comandava la retroguardia, prima ancora che venissero lanciate nella mischia.
E questo Ammiraglio era un vostro amico.
Fu lui a presiedere il processo di mio nipote quando tornт da Kalgan.
Non e il solo caso questo.
E noi non possiamo rischiare che i nostri uomini e le nostre navi vengano comandate da potenziali traditori.
— Verrete messo sotto sorveglianza all'uscita di qui - disse Indbur.
Randu s'allontanт sotto lo sguardo ostile delle persone influenti di Terminus.
Mancavano dieci minuti alle dodici.
Bayta e Toran erano giа arrivati.
S'alzarono dai loro posti in ultima fila e fermarono Randu che passava.
Randu sorrise. - Ce l'avete fatta a venire.
Come ci siete riusciti? - E' stato merito di Magnifico - rispose Toran. - Indbur ha insistito per avere una composizione al sonovisore sulla cerimonia della Volta del Tempo con lui senza dubbio nella parte di eroe.
Magnifico ha rifiutato di partecipare alla riunione senza di noi e non c'и stato modo di convincerlo.
Anche Ebling Mis и qui, o perlomeno c'era fino a qualche momento fa.
Sara in giro da qualche parte. - Poi diventando serio improvvisamente: - Cosa c'и che non va zio? Hai una brutta espressione.
Randu annuм. - Lo immagino.
La situazione и difficile.
Toran.
Quando il Mulo sarа eliminato ho paura che verrа il nostro turno.
Un uomo in uniforme bianca s'avvicinт al gruppo e s'inchinт.
Bayta sorrise e tese la mano. - Capitano Pritcher! Non siete di servizio nello spazio? Il capitano le strinse la mano e s'inchinт profondamente. - No come vedete sono qui.
Ebling Mis ha brigato per farmi venire ma mi tratterrт solo temporaneamente.
Domani sarт di nuovo con la mia flotta.
Che ore sono? Mancavano tre minuti alle dodici.
Magnifico era il ritratto dell'avvilimento e della depressione.
Era rannicchiato e cercava come sempre di rendersi invisibile.
Si guardava intorno preoccupato.
Toccт la mano di Bayta e quando questa si chino per ascoltarlo disse: Mia signora credete che tutte queste persone importanti assisteranno alla mia… quando io… suonerт la mia composizione? - Certamente - disse Bayta rassicurandolo. - Sono sicura che tutti penseranno che tu sei il piщ bravo compositore della Galassia e che il tuo concerto и stato il migliore al quale hanno mai assistito.
Ma ora siediti composto.
Devi mantenere un atteggiamento dignitoso.
Il buffone sorrise debolmente e si raddrizzт sulla sedia.
Era mezzogiorno.
…e il prisma di vetro non era piщ vuoto.
Nel prisma c'era una figura seduta su una poltrona a rotelle.
Nella faccia piena di rughe brillavano gli occhi vivissimi.
La voce era forte e sicura.
L'uomo teneva un libro sulle ginocchia.
— Sono Hari Seldon.
Le sue parole rimbombarono nel silenzio della sala.
— Sono Hari Seldon.
Non so se in questa sala vi sia qualcuno, poichй non mi и possibile controllare.
Non ho grandi timori che il Progetto sia fallito.
Per i primi tre secoli le probabilitа favorevoli sono del novantaquattro virgola due per cento.
Fece una pausa e sorrise poi aggiunse: - Se siete in piedi sedetevi.
Se volete fumare non fate complimenti.
Io non sono qui in carne e ossa.
Non c'и bisono di fare cerimonie.
Esaminiamo il problema del momento.
Per la prima volta la Fondazione si trova a dover affrontare o ha giа affrontato, una guerra civile.
Finora gli attacchi dall'esterno sono stati adeguatamente respinti.
La minaccia attuale viene da un gruppo troppo indisciplinato di elementi della Fondazione esterni contro un governo centrale troppo autoritario.
Il procedimento era necessario i risultati ovvii.
L'atteggiamento dignitoso dell'assemblea dei notabili cominciava a vacillare.
Indbur era seduto sull'orlo della sedia.
Bayta si chinт in avanti preoccupata.
Di che cosa stava parlando il grande Seldon? Aveva perso qualche parola del discorso.
— … che il compromesso avesse effetto era necessario per due ragioni.
La rivolta dei mercanti indipendenti introduce un nuovo elemento di incertezza in un governo forse troppo ottimista.
L'elemento di spinta и restaurato.
Anche se sconfitti hanno provocato sempre un sano ritorno alla democrazia…
Si levarono delle voci.
I mormorii aumentavano il panico si diffondeva.
Bayta parlт a Toran in un orecchio. - Perchй non parla del Mulo? I mercanti non si sono mai ribellati.
Toran scrollт le spalle.
La figura seduta continuт a parlare con calma mentre nella sala aumentava la confusione.
— … una nuova e piщ stabile coalizione era necessaria per fronteggiare lа guerra che incombeva sulla Fondazione.
E ora solo i resti dell'Impero ostacolano la vostra continua ascesa e non vi saranno problemi per i prossimi anni.
Naturalmente non posso rivelarvi la natura della prossima crisi…
Un urlo esplose nella sala mentre le labbra di Seldon si muovevano senza che fosse possibile afferrare il suono delle sue parole.
Ebling Mis era accanto a Randu rosso in faccia.
Stava urlando: Seldon и fuori strada.
Ha sbagliato crisi.
Voi mercanti stavate preparandovi a una guerra civile? - Si - rispose Randu - ma vi abbiamo rinunciato dopo l'attacco del Mulo.
— Allora il Mulo non и stato considerato.
Non rientra nello schema della psicostoria.
Ora che cosa succederа? Il silenzio era completo e Bayta s'accorse che il prisma era ormai vuoto.
Le luci atomiche che illuminavano le pareti erano spente, e il condizionatore d'aria non funzionava piщ.
In lontananza il suono di una sirena riempiva l'aria.
Randu disse sottovoce: - E un attacco aereo.
Ebling Mis portт l'orologio all'orecchio e urlт: - Per la Galassia s'и fermato.
Esiste un orologio in sala che funzioni? Venti persone contemporaneamente si portarono gli orologi alle orecchie.
In pochi secondi tutti si accorsero che non funzionavano.
— Allora - disse Mis - qualcosa ha fatto fermare tutta l'energia atomica della Volta del Tempo… il Mulo sta attaccando.
La voce stridula di Indbur riuscм a prevalere sul rumore che s'era levato nella sala. - Rimanete seduti! Il Mulo и a cinquanta parsec di distanza.
— Una settimana fa - urlт Mis. - Ora stanno bombardando Terminus.
Bayta sentм una tremenda depressione avvilupparla.
Riusciva a fatica a respirare.
Dall'esterno si udivano i rumori di una folla che si stava radunando.
Le porte vennero spalancate ed entrт una persona che si avvicinт ad Indbur che gli si era mosso incontro.
— Eccellenza - sussurrт, - in cittа tutti i veicoli sono fermi.
Le comunicazioni sono interrotte.
La decima flotta и stata sconfitta e le astronavi del Mulo sono attorno alla zona atmosferica del pianeta.
Il consiglio dei generali…
Indbur barcollт e cadde al suolo svenuto.
In sala il silenzio era assoluto.
Anche dalla folla che s'era radunata minacciosa non veniva un suono.
L'atmosfera era carica di terrore e di panico.
Indbur venne sollevato.
Gli bagnarono la bocca con un po, di vino.
Mosse le labbra prima di riaprire gli occhi e la prima parola che pronunciт fu: - Arrendiamoci! Bayta stava per scoppiare in lacrime: non per il dispiacere o l'umiliazione, ma piщ semplicemente per la disperazione.
Ebling Mis la prese per un braccio. - Andiamo, giovane signora…
Venne sollevata quasi di peso.
— Andiamocene - disse Mis, - e porta con te il tuo musicista. - Le labbra dello scienziato erano pallide e tremanti.
— Magnifico - disse Bayta sottovoce.
Il buffone era rattrappito per la paura.
I suoi occhi erano vitrei.
— Il Mulo - squitti. - Il Mulo viene a prendermi.
Bayta lo toccт ma lui si scostт terrorizzato.
Toran si piego su di lui e lo colpм con un pugno.
Magnifico perdette i sensi e Toran se lo caricт sulle spalle come un sacco di patate.
Il giorno seguente, le nere astronavi del Mulo atterrarono negli spazioporti del pianeta di Terminus.
Il generale che aveva condotto l'attacco traversт le strade vuote di Terminus City in una terramobile dal disegno strano, unico mezzo che funzionasse in tutto il pianeta.
Ventiquattro ore dopo l'apparizione di Seldon ai capi della Fondazione, l'invasore lanciт un proclama.
Di tutti i pianeti della Fondazione, solo quelli indipendenti resistevano ancora, e contro di loro si volgeva ora la potenza del Mulo, conquistatore della Fondazione.
Il pianeta Haven era in stato di assedio.
Da un punto di vista militare, l'accerchiamento era perfetto: non esisteva area in venti parsec di distanza, che non fosse entro il raggio d'azione delle basi del Mulo.
In quattro mesi, dopo la caduta della Fondazione, le comunicazioni di Haven erano state interrotte come una tela di ragno che cada sotto la lama di un rasoio.
Le astronavi di Haven si erano ritirate sul pianeta, e Haven si era trasformato in una base militare avanzata.
Sotto gli altri punti di vista la situazione era ancor piщ disperata.
Il morale della popolazione era bassissimo e un senso di scoraggiamento e di fatalitа aveva contagiato tutti.
Bayta attraversт il corridoio formato da una fila di tavoli dal ripiano superiore in plastica color avorio, e raggiunse automaticamente il suo posto a sedere.
Si accomodт nella sedia senza braccioli, rispondendo meccanicamente ai saluti, si stropicciт gli occhi stanchi e allungт una mano per prendere il menu.
Provт un senso di repulsione leggendo la lista delle vivande che elencavano una serie di specialitа ai funghi, che su Haven erano considerati golositа mentre a lei riuscivano insopportabili.
Vicino a lei qualcuno stava piangendo: alzт gli occhi e osservт le quattro compagne di tavolo.
Si trattava di Juddee, una ragazza bionda, tutt'altro che interessante, seduta quasi di fronte a lei.
Fino ad allora i loro rapporti s'erano limitati alla conoscenza superficiale che puт esistere tra due persone che siedono vicine a mensa.
Juddee stava piangendo, e mordeva il fazzoletto cercando di soffocare i singhiozzi.
La sua tuta antiradiazioni era slacciata e le cadeva dalle spalle, la maschera di materiale trasparente che avrebbe dovuto proteggerle la faccia era caduta in avanti.
Bayta tentт a sua volta, insieme.alle tre ragazze, di consolarla usando i soliti sistemi inefficaci, come accarezzarle i capelli, darle lievi colpetti sulle spalle e mormorare parole piщ o meno prive di significato.
— Che cosa succede? - disse Bayta.
Una delle tre ragazze si girт e, alzando le spalle, disse: - Non so. - Poi prese Bayta in disparte e le sussurrт in un orecchio: - Ha avuto una giornata difficile, e poi и preoccupata per il marito.
— E' in servizio di pattuglia nello spazio? Bayta appoggiт delicatamente una mano sulle spalle di Juddee.
— Perchй non vai a casa, Juddee? - Cercт di usare un tono di voce calmo e nello stesso tempo deciso.
Juddee alzт gli occhi risentita. - Sono giа stata a casa una volta questa settimana…
— Vorrа dire che ci andrai due volte.
Se cerchi di continuare a rimanere qui, la prossima settimana dovrai restare a casa tre giorni…
Se vai a casa adesso non significa che hai scarso attaccamento alla patria.
Qualcuna di voi, ragazze, lavora nel reparto di Juddee? Bene, pensaci tu a riempire la sua scheda.
Juddee, prima di andare a casa и meglio che passi in bagno a rifarti il trucco.
Sei piena di sbavature.
Via su, coraggio! Bayta tornт a sedersi e riprese a leggere il menu.
Situazioni del genere erano contagiose.
Una ragazza in lacrime avrebbe potuto far crollare il sistema nervoso di un intero reparto in quei giorni cosм difficili.
Decise il piatto che avrebbe mangiato, premette il pulsante e rimise il menu nell'apposito scaffale.
La ragazza alta, dai capelli bruni che sedeva di fronte a lei stava dicendo: - Non credo che si possa fare nient'altro che piangere, non trovi? Le sue labbra carnose si muovevano appena, e Bayta si accorse che gli angoli della bocca erano stati ritoccati ad arte per dare alla bocca una espressione di mezzo-sorriso perpetuo, come suggeriva l'ultima moda.
Bayta stava considerando la sottile insinuazione che conteneva quella frase e fu contenta di vedersi arrivare il pranzo.
Il piano del tavolo si aprм lateralmente e il piatto arrivт alla superficie dall'interno.
Strappт l'involucro che conteneva le posate e aspettт che si raffreddassero.
Disse: - Non riesci a pensare a nessun'altra attivitа, Hella? - Oh, sм! - Disse Hella. - lo posso. - Con un gesto elegante mise il mozzicone della sigaretta nell'apposito portacenere.
— Per esempio - proseguм poi sostenendosi il mento con le mani curate, - io penso che potremmo trovare un accordo con il Mulo e smetterla con questa farsa inutile.
Ma io purtroppo non ho… diciamo il mezzo per potermi allontanare velocemente non appena il Mulo arriverа.
Bayta rimase impassibile e rispose con tono indifferente: - Tu non hai un fratello o un marito che combatte, non и vero? - No.
Ragione di piщ per non accusarmi di interesse personale quando dico di non capire il sacrificio dei fratelli o di mariti delle altre.
— Sarа un sacrificio maggiore arrendersi.
— La Fondazione si и arresa e ora vive in pace.
I nostri uomini sono lontani e la Galassia и contro di noi.
Bayta alzт le spalle e disse con voce gentile: - Temo che il primo particolare sia ciт che piщ ti dа fastidio. - Tornт al suo piatto di legumi e mangiт conscia del silenzio che s'era fatto attorno a lei.
Nessuna delle altre ragazze aveva commentato la sua risposta cinica a Hella.
Mangiт rapidamente e si alzт dopo aver premuto il bottone che sparecchiava il posto lasciandolo pronto per il prossimo occupante.
Una ragazza che sedeva un po, distante si girт verso Hella e le chiese: - Chi era? Hella scrollт le spalle indifferente. - E' la nipote del nostro coordinatore.
Non lo sapevi? - Davvero? - La ragazza si girт a guardare Bayta che si allontanava.
— E che cosa fa qui? - Lavora alla catena di montaggio.
Non sapevi che и di moda essere patriottici? E' cosм democratico…
— Piantala, Hella - disse la ragazza alla sua destra. - Non ha mai approfittato della posizione che ha suo zio fino ad ora.
Perchй non stai zitta? Hella ignorт la vicina e si accese un'altra sigaretta.
La ragazza che era arrivata per ultima, adesso stava ascoltando una sua vicina di tavolo. -… e dicono che sia stata nella Volta del Tempo.
Capisci? E proprio quando parlava Seldon.
Dicono che il sindaco sia svenuto e che siano scoppiati diversi incidenti.
E' riuscita a fuggire prima che il Mulo atterrasse.
Dicono che la sua fuga и stata veramente avventurosa.
Hanno dovuto superare un blocco.
Chissа perchй non scrive un romanzo sulla sua vita.
Di questi tempi i romanzi di guerra vanno a ruba.
A quanto pare и stata anche sul pianeta del Mulo.
Kalgan mi pare e…
Squillт un campanello e la sala si svuotт lentamente.
La ragazza continuava a raccontare fra le esclamazioni di sorpresa della vicina.
Le luci artificiali degli enormi rifugi cominciarono poco a poco a spegnersi.
Il buio era il segnale che era ora di andare a dormire.
Bayta stava tornando a casa.
Toran le venne incontro, con una fetta di pane imburrata in mano.
— Dove sei stata? - disse masticando un boccone. - Ho preparato alla meglio qualcosa da mangiare.
Non te la pigliare con me.
Ma Bayta lo fissava con gli occhi spalancati. - Toran! Dov'и la tua uniforme? Cosa fai in borghese? - Ordini, Bayta.
Randu и a colloquio con Ebling Mis adesso, e non so di che cosa stiano parlando.
Hai capito ora? - Vengo anch'io? - chiese lei avvicinandosi.
Lui la baciт prima di rispondere. - Immagino di sм.
Probabilmente sarа pericoloso.
— Che cosa non и pericoloso di questi tempi? - E' vero.
Ho giа mandato a chiamare Magnifico e probabilmente verrа anche lui.
— Questo significa che sarа costretto a rinunciare al suo prossimo concerto alla Fabbrica Motori.
— Ovviamente.
Bayta entrт nella stanza accanto e si sedette a tavola. La cena aveva effettivamente tutta l'aria di essere stata preparata alla meglio.
— Peccato per il concerto - osservт Bayta. - Le ragazze della fabbrica ci tenevano molto.
E anche Magnifico ci teneva.
E proprio uno strano tipo.
— Smettila con il tuo complesso materno.
Quando avrai un bambino, di Magnifico non te ne importerа piщ niente.
Bayta rispose affondando i denti in un panino: - Dovresti bastare tu a soddisfare il mio complesso materno.
Poi posт il sandwich e diventт seria.
— Toran, sono stata al municipio, oggi.
All'ufficio produzione.
Per questo sono arrivata in ritardo.
— Cosa ci sei andata a fare, Bayta? - Vedi… - esitт, poi riprese. - Non si puт piщ andare avanti cosм in fabbrica.
Non c'и piщ spirito.
Le ragazze scoppiano in pianto senza alcuna ragione.
Quelle che non piangono hanno i nervi a pezzi.
Nel mio reparto, la produzione и diminuita della metа da quando ci sono io.
E non c'и giorno che non ci siano assenze.
— Avanti - disse Toran, - spiegati.
Che cosa sei andata a fare al municipio? - A informarmi un pт.
E a quanto pare, и cosм dappertutto.
La produzione diminuisce e aumentano i giorni di assenze e il disinteresse dei lavoratori.
Il capo servizio ha semplicemente alzato le spalle dicendo che non poteva farci niente, dopo avermi fatto aspettare un'ora e avermi ricevuta solo perchй sono nipote del coordinatore.
Francamente, penso che a lui la faccenda non interessi molto.
— Ora esageri un pт, Bayta.
— No, dico sul serio.
Non gliene importava niente.
Ti assicuro che deve esserci qualcosa che non va.
Tutti provano quello stesso senso di scoraggiamento che mi colpм nella Volta del Tempo quando Seldon ci ha abbandonati.
Non l'hai sentito anche tu? - Sм, и vero.
— Ebbene, ora sta tornando - disse lei alzando la voce. - Non riusciremo mai a resistere al Mulo.
Anche se avessimo mezzi a sufficienza manchiamo di spirito, della volontа…
Toran, non c'и scopo a combattere…
Toran non aveva mai visto piangere Bayta e sebbene neanche questa volta fosse in lacrime, sembrava aver raggiunto il suo limite massimo di resistenza.
Toran le mise un braccio attorno alle spalle e sussurrт: - Adesso calmati, cara.
So bene che cosa intendi dire.
Ma non c'и…
— Eh, giа, non c'и niente da fare.
Tutti dicono cosi… e rimaniamo seduti ad aspettare che ci venga tagliata la testa.
Riprese a mangiare il suo panino.
In silenzio, Toran andт a preparare il letto.
Fuori ormai era buio.
Randu il capo coordinatore della federazione della cittа di Haven - era un incarico, questo, che veniva affidato solo nelle situazioni di emergenza - abitava in un attico dalle cui finestre poteva osservare tutta la cittа.
Ora che le luci artificiali stavano a poco a poco spegnendosi, i contorni degli edifici apparivano sfocati.
Randu, rivolto a Ebling Mis che sembrava interessato unicamente alla matita colorata che stringeva in mano, disse: - Qui su Haven abbiamo un modo di dire: Quando si spengono le luci, и ora che il giusto, e colui che ha lavorato duramente, si riposino.
— Dormi molto ultimamente? - No.
Scusami se ti ho mandato a chiamare a quest'ora, Mis.
Qualche volta preferisco la notte al giorno.
Non ti sembra strano? La gente di Haven ha i riflessi condizionati.
Quando si spengono le luci si va a dormire.
Anch'io facevo cosм.
Ma ora и un'altra cosa…
— Cerchi di nasconderti - disse Mis con indifferenza. - Durante il giorno sei circondato da gente che ti osserva e si aspetta qualcosa da te.
E questo ti и insopportabile.
Solo di notte sei libero.
— Anche tu provi la stessa sensazione? Senti questa atmosfera di rinuncia? Ebling Mis annuм lentamente. - Sм, la sento anch'io.
E' la psicologia di massa e il panico della folla.
Per la Galassia.
Randu, cosa ci potevamo aspettare? Tutta la nostra cultura si и sviluppata basandosi sulla cieca convinzione che un eroe del passato aveva pianificato tutto e si era preso cura di guidare le nostre miserabili esistenze.
La mentalitа descritta ha le caratteristiche ad religio, e tu sai cosa significa questo.
— Purtroppo no.
A Mis non piaceva dover dare spiegazioni.
Era una cosa che lo infastidiva sempre.
Per cui prima brontolт un poco, esaminт il sigaro che stringeva tra le dita, poi disse: - Si tratta delle reazioni di una fede profonda.
Quando questa crolla improvvisamente provoca uno shock mentale.
Nei casi piщ leggeri si manifesta con l'isterismo e con un senso di insicurezza.
Nei casi piщ gravi, con la follia o il suicidio.
Randu si stava mordendo le unghie. - In altre parole, quando Seldon ci ha abbandonati, abbiamo perduto un sostegno al quale ci eravamo appoggiati per lungo tempo, i nostri muscoli erano atrofizzati e non siamo stati capaci di reggerci in piedi da soli.
— Esattamente.
La tua metafora и un pт, banale, ma la sostanza и questa.
— E tu.
Ebling? Come stanno i tuoi muscoli? Lo psicologo aspirт una lunga boccata dal sigaro poi buttт fuori il fumo lentamente. - Sono un po, arrugginiti, ma non atrofizzati del tutto.
La mia professione mi ha insegnato ad avere un modo di pensare indipendente.
— E riesci a vedere una via d'uscita? - No, ma ne deve esistere una.
Forse Seldon non aveva previsto il Mulo.
Forse non ha garantito la nostra vittoria.
Ma allora, non ha garantito nemmento la nostra sconfitta.
Seldon и semplicemente uscito dal gioco e noi siamo rimasti soli.
Il Mulo puт essere sconfitto.
— E come? - Con il solo modo possibile: attaccare in forze cercando di colpirlo nel suo punto debole.
Vedi, Randu, il Mulo non и un superuomo.
Se verrа sconfitto, se ne accorgeranno tutti.
Il fatto и che non lo si conosce e le leggende fanno presto a spuntare.
Dicono che sia un mutante.
Ebbene? Un mutante и un superuomo solo per la gente ignorante.
In realtа non и niente di tutto questo.
E stato calcolato che, ogni giorno, nascono nella Galassia milioni di mutanti. Tutti questi milioni di esseri, tranne l'uno o il due per cento, possono venir identificati solo attraverso analisi microscopiche o chimiche.
Questo uno o due per cento di "macromutanti", ossia coloro la cui mutazione puт essere visibile a occhio nudo, sono tutti fenomeni da baraccone o da laboratorio, per la maggior parte destinati a morire presto tranne una piccolissima percentuale.
Questi pochi macromutanti infine, per la maggior parte possiedono caratteristiche piщ che altro innocue ma curiose, insolite sotto certi aspetti, normali, o subnormali, in molti altri.
Tu mi capisci, Randu? - Sм.
Ma nel caso del Mulo? - Supponiamo che il Mulo sia un mutante, possiamo immaginare quindi che egli possieda determinati attributi, indubbiamente mentali, che gli serviranno per conquistare l'Universo.
Certamente possiederа anche diverse caratteristiche negative ed и questo quello che noi dobbiamo scoprire.
Il Mulo non si manterrebbe cosм nascosto agli occhi di tutti, se le sue caratteristiche negative non fossero evidenti e fatali.
Ammesso sempre che si tratti di un mutante.
— Perche, hai dei dubbi in proposito? - In fondo, le uniche prove che abbiamo sono quelle forniteci dal capitano Pritcher, che ha tratto le sue conclusioni dai vaghi ricordi di coloro che pretendevano di aver conosciuto il Mulo durante l'infanzia e la prima giovinezza.
Le documentazioni sono scarse e potrebbero sempre essere state create a bella posta dallo stesso Mulo per un suo disegno segreto non si puт negare infatti che nelle sue conquiste и stato molto aiutato dalla sua reputazione di mutante superuomo.
— E una supposizione interessante, Mis.
Vorrei sapere da quanto tempo sei giunto a queste conclusioni.
— Non sono convinto dell'esattezza di questa supposizione.
E' semplicemente un'alternativa da tenere in considerazione.
Per esempio, Randu, supponi che il Mulo abbia scoperto una forma di radiazione capace di deviare l'energia mentale cosм come egli possiede un'arma capace di deviare l'energia atomica.
Che succederebbe? In questo modo forse si potrebbe spiegare ciт che sta accadendo adesso a noi, e ciт che ha colpito la Fondazione prima.
Randu non rispose immediatamente.
— Come procedono le tue ricerche sul buffone del Mulo? - disse infine.
Questa volta fu Ebling Mis ad esitare. - Inutili come sempre.
Prima che la Fondazione si arrendesse, ho assicurato al sindaco che sarei riuscito ad ottenere informazioni decisive soprattutto per infondere coraggio a lui e forse anche a me stesso.
Ma, Randu, se i miei sistemi portassero a qualche risultato, allora dalle informazioni del buffone potrei analizzare il Mulo in maniera completa.
In questo modo sarebbe facile sconfiggerlo.
Scopriremmo le strane anomalie che mi hanno colpito in tutta questa faccenda.
— Quali anomalie? - Per esempio? Il Mulo ha sconfitto le flotte della Fondazione quando ha voluto, tuttavia non и mai riuscito a far arrendere le flotte, ben piщ deboli, dei mercanti indipendenti.
La Fondazione и caduta al primo soffio.
I pianeti indipendenti ancora resistono ai suoi attacchi.
S'и servito per la prima volta della sua nuova arma proprio contro le navi dei mercanti nella battaglia di Mnemon.
L'elemento sorpresa fece perdere ai mercanti quella battaglia ma essi furono capaci di neutralizzare la nuova arma.
Dopo quella battaglia non и piщ riuscito a vincerne una in campo aperto.
Eppure il suo campo depressivo и risultato sempre efficace contro la flotta della Fondazione.
Perchй? Secondo quanto ne sappiamo noi adesso, tutto questo sembra illogico.
Deve esistere, perciт, qualcosa che non sappiamo.
— Il tradimento? - Sciocchezze, Randu.
Non c'era un uomo nella Fondazione che non fosse sicuro della vittoria.
Chi tradirebbe per passare dalla parte di un nemico che verrа sicuramente sconfitto? Randu s'accostт alla finestra e parlт senza guardare in faccia Ebling Mis. - Ma ora siamo certi della nostra sconfitta, anche se il Mulo avesse migliaia di punti deboli, anche se la rete che sta stringendo intorno a noi fosse piena di buchi…
Non si voltт.
E le mani dietro la schiena erano strette nervosamente a pugno. - Siamo fuggiti facilmente dopo l'episodio della Volta del Tempo.
Ebling.
Anche altri avrebbero potuto fuggire con noi.
Ben pochi l'hanno fatto.
La maggior parte sono rimasti.
Il campo depressivo del Mulo poteva essere neutralizzato.
Non и un procedimento difficile.
Tutte le astronavi della Fondazione avrebbero potuto radunarsi su Haven o nei pianeti vicini per continuare a lottare come stiamo facendo noi.
Solo l'uno per cento si и comportato a questo modo.
Gli altri hanno invece preferito arrendersi al nemico.
Le associazioni segrete della Fondazione sulle quali contavamo tanto non hanno fatto nulla fino ad ora.
Il Mulo, molto accortamente, ha salvaguardato le proprietа e i guadagni dei grandi trust della Fondazione e questi sono passati dalla sua parte.
— I grandi capitalisti sono sempre stati contro di noi - disse Mis.
— Sono anche sempre stati loro a detenere il potere.
Ascolta.
Ebling.
Ho ragione di credere che il Mulo o i suoi agenti si siano messi in contatto con gli uomini piщ influenti dei mondi indipendenti.
Perlomeno dieci dei ventisette pianeti si sono arresi.
Forse altri dieci sono incerti.
Esistono uomini importanti persino su Haven che non sarebbero tanto infelici se il Mulo vincesse.
Apparentemente и una tentazione irresistibile cedere il potere politico in pericolo, quando ti viene promesso che il potere economico rimarrа intatto nelle tue mani.
— Non pensi che Haven riuscirа a resistere al Mulo? - Non credo. - E Randu si girт a guardare lo psicologo in faccia.
— Haven non aspetta che di arrendersi.
Per questo ti ho mandato a chiamare.
Voglio che tu parta da Haven.
Ebling lo guardт sorpreso. - Di giа? Randu si sentм terribilmente stanco. - Ebling tu sei l'unico grande psicologo della Fondazione.
I veri maestri della psicologia sono scomparsi con Seldon, e tu sei il migliore che abbiamo.
Tu rappresenti la sola nostra possibilitа di sconfiggere il Mulo.
E tu non puoi farlo da qui, devi andare su quanto rimane del Vecchio Impero.
— Su Trantor? - Sм.
Ora sono rimaste solo le rovine di ciт che una volta era un Impero, ma qualcosa dov'essere rimasto al suo centro.
Forse laggiщ, Ebling, troverai gli antichi rapporti.
Forse apprenderai altre nozioni di psicologia matematica, abbastanza da riuscire a interpretare la mente del buffone.
E lui verrа con te, naturalmente.
— Dubito che vorrа venire con me, anche se ha terrore del Mulo, a meno che non porti con lui tua nipote.
— Lo so, e per questo Toran e Bayta partiranno insieme a te.
Ebling.
Inoltre, tu hai un'altra grande missione da compiere.
Hari Seldon ha creato due Fondazioni tre secoli fa, ai due capi opposti della Galassia.
Devi trovare la Seconda Fondazione.
La residenza del sindaco, o meglio l'edificio dove un tempo abitava il sindaco, era avvolta nell'oscurita.
La cittа era silenziosa all'ora del coprifuoco.
Solo poche stelle illuminavano la notte.
In tre secoli la Fondazione si era trasformata da piccolo centro di scienziati in tentacolare impero commerciale che si estendeva per gran parte della Galassia; adesso, in soli sei mesi, era stata ridotta allo stato di provincia conquistata.
Il capitano Pritcher si rifiutava di accettare una situazione del genere.
La calma della cittа immersa nel buio e la sagoma scura del palazzo occupato dell'usurpatore erano sufficientemente simbolici, ma il capitano Han Pritcher, che sostava proprio davanti al cancello del palazzo con una microscopica bomba atomica sotto la lingua, non voleva comprendere.
Un'ombra gli si avvicinт e lui abbassт la testa.
— Il sistema d'allarme non и stato cambiato capitano.
Entrate pure.
Non registrerа il vostro ingresso.
In silenzio, il capitano curvт la schiena per passare attraverso il piccolo arco e s'inoltrт nei vialetti di quello che un tempo era stato il giardino privato di Indbur.
Quattro mesi prima aveva assistito alla cerimonia della Volta del Tempo e ancora adesso sentiva nel petto quella sensazione dolorosa.
Le impressioni di quel giorno lo tormentavano spesso, soprattutto la notte.
Il vecchio Seldon dalla faccia benevola che parlava, la confusione della sala, Indbur nel suo ridicolo costume da cerimonia che giaceva svenuto a terra, la folla spaventata che si radunava attorno al sindaco e che aspettava muta che il suo capo proclamasse la resa, il giovane Toran che spariva da una porta secondaria portandosi a spalle la figura inerte del buffone del Mulo.
Anche lui era uscito, aveva cercato di mettere in moto il suo terramobile senza riuscirci.
S'era quindi messo a camminare in mezzo alla folla che giа stava abbandonando la cittа, senza sapere dove andare.
Aveva visitato uno dopo l'altro i luoghi dove si tenevano le riunioni segrete del partito democratico.
Erano tutti deserti.
Il giorno seguente, le nere navi del nemico divennero visibili nel cielo mentre prendevano terra lentamente scomparendo nascoste dagli edifici della cittа vicina.
Il capitano Pritcher aveva provato allora una terribile sensazione di impotenza e disperazione.
Aveva cominciato a vagabondare.
In trenta giorni aveva percorso duecento miglia a piedi, aveva cambiato la sua uniforme con quella di un lavoratore di una fabbrica idroponica, trovato morto sul ciglio della strada.
Infine, trovт ciт che era rimasto dell'associazione segreta.
Era nella cittа di Newton, in un quartiere residenziale un tempo elegante e ora dall'aspetto sempre piщ squallido.
Era la casa di un membro del partito, un uomo dagli occhi piccoli, la corporatura pesante, che aveva aperto solo uno spiraglio della porta e che l'aveva esaminato a lungo stringendo i pugni nascosti nelle tasche.
Il capitano aveva mormorato: - Vengo da Miran.
L'uomo aveva risposto alla parola d'ordine sorridendo. - E' presto quest'anno.
— Non и piщ presto dell'anno scorso - fu la risposta del capitano.
L'uomo non si era mosso dalla soglia. - Chi siete? - Non siete per caso la Volpe? - Rispondete sempre facendo altre domande? Il capitano aveva tirato un sospiro poi aveva detto con calma: - Sono Han Pritcher, capitano della flotta, membro del partito democratico.
Volete farmi entrare? La Volpe aprм la porta e si fece di lato. - Il mio vero nome и Orum Palley - disse.
La stanza era comoda senza essere lussuosa.
In un angolo c'era un proiettore per i libri, che agli occhi esperti del capitano Pritcher poteva benissimo nascondere un disintegratore di notevole calibro.
Il Proiettore era puntato verso la porta d'ingresso e probabilmente era azionato a distanza.
La Volpe seguм lo sguardo dell'ospite e sorrise a denti stretti.
Disse: - Sм, ma serviva solo ai tempi di Indbur per i suoi vampiri che ci davano la caccia.
Ora, contro il Mulo non servirebbe a nulla, vero? Niente servirebbe contro il Mulo.
Avete fame? Il capitano annuм.
— Non ci metterт piщ di un minuto, se non vi dispiace aspettare. - La Volpe tolse due scatole da un armadio e le depose sul tavolo di fronte a Pritcher. - Metteteci le mani sopra e rompete l'involucro quando saranno abbastanza calde per voi.
Il mio riscaldatore non funziona. Cose di questo genere succedono quando si и in guerra… o meglio subito dopo una guerra, vero? Le sue parole sembravano gioviali, ma i suoi occhi erano freddi e attenti.
Si sedette di fronte al capitano. - Non rimarrа che un segno bruciato sul posto dove sedete se farete un movimento che non mi piace.
Capito? Il capitano non rispose.
Premette le scatole e queste si aprirono.
— E' stufato, mi dispiace, ma il rifornimento di cibo in questi giorni и scarso - disse la Volpe parlando velocemente.
— Lo so - disse il capitano e mangiт in fretta senza alzare lo sguardo.
— Devo avervi giа visto.
Sto cercando di ricordare, ma prima non avevate la barba - disse la Volpe.
— Da trenta giorni non mi rado. - Poi alzт la voce seccato: - Che volete da me? La parola d'ordine era giusta.
Ho dato le mie generalitа.
L'altro annuм. - Certo, ammetto che siate il capitano Pritcher.
Ma parecchi conoscono la parola d'ordine e sono ex membri del partito che sono passati al Mulo.
Avete mai sentito nominare Levvaw? - Sм.
— E passato al Mulo.
— Che cosa? Ma…
— Sм.
E l'uomo che chiamavano "Non mi arrendo". - La Volpe sorrise ma non sembrava affatto divertito. - Poi c'и Willing.
Anche lui con il Mulo.
Garre e Noth.
Col Mulo! E perchй non anche Pritcher? Come potrei saperlo? Il capitano scosse la testa.
— Ma non importa. - disse la Volpe sottovoce. - Ormai avranno il mio nominativo se Noth и passato al servizio del Mulo.
Se voi non avete tradito sarete piщ in pericolo di me, visto che siete venuto a farmi visita.
Il capitano aveva finito di mangiare e si appoggiт allo schienale della sedia. - Se non avete un'organizzazione qui, dove posso trovarne una? La Fondazione s'и arresa, ma io no.
— Capisco.
Ma non potrete continuare a vagabondare per sempre capitano.
Ai cittadini della Fondazione non и permesso muoversi da una cittа all'altra senza un visto rilasciato dall'autoritа.
Lo sapevate? Avrete anche bisogno di una carta d'identitа.
Ne possedete una? Inoltre, a tutti gli ufficiali della vecchia flotta и stato ordinato di presentarsi al quartiere generale piщ vicino.
E il vostro caso mi pare.
— Si - rispose il capitano. - Pensate che sia fuggito per paura? Mi trovavo su Kalgan quando il pianeta fu occupato dal Mulo.
In un mese non un ufficiale dell'esercito del vecchio governatore era stato rimesso in libertа, perchй sarebbero diventati i capi militari di un'eventuale rivolta.
L'associazione segreta ha sempre saputo che non esiste possibilitа di rivolta a meno che non si controlli parte degli ufficiali della flotta.
Anche il Mulo evidentemente deve saperlo.
La Volpe annuм pensoso. - Mi pare abbastanza logico.
Il Mulo и un osso duro.
— Appena ho potuto mi sono liberato dell'uniforme.
Mi son fatto crescere la barba.
Forse c'и una possibilitа che altri miei colleghi abbiano preso la mia decisione.
— Siete sposato? - Mia moglie и morta e non ho figli.
— Allora non vi possono ricattare.
— Infatti.
— Volete un consiglio? - Se и buono…
— Non so ancora quale sia la politica del Mulo e quali siano le sue intenzioni, ma per ora i lavoratori specializzati non sono stati danneggiati minimamente.
Le paghe sono salite.
La produzione di ogni tipo di arma atomica aumenta paurosamente.
— Davvero? Sembra che voglia continuare l'offensiva.
— Non lo so.
Il Mulo и intelligente, probabilmente sta cercando di ingraziarsi i lavoratori.
Se non и riuscito Seldon a capirlo con la sua psicostoria, и inutile che ci provi io.
Vedo che indossate abiti da operaio.
Non vi viene in mente nulla? - Non sono un operaio specializzato - Avete certamente seguito, come militare, un corso sull'energia atomica.
— Sм.
— E abbastanza.
Qui in paese c'и la societа Atom-Field Bearing.
Dite loro che avete esperienza.
I proprietari sono gli stessi maledetti che mandavano avanti la fabbrica sotto Indbur e che adesso lavorano per il Mulo.
E non fanno domande quando hanno bisogno di operai per riempire la loro pancia.
Vi daranno una carta d'identitа e vi forniranno anche un alloggio.
Potete cominciare anche subito.
In quel modo Han Pritcher capitano della flotta della Fondazione, era diventato Lo Moro, operaio specializzato addetto al quarantacinquesimo reparto della Atom-Field Bearing.
E da agente del Servizio Segreto, si era trasformato in cospiratore: e fu in seguito a questa nuova attivitа che quattro mesi dopo si trovava nel giardino del vecchio palazzo di Indbur.
Il capitano Pritcher, nascosto nei vialetti del parco, consultт il radiometro che teneva stretto in mano.
Il sistema di allarme interno funzionava ancora.
Rimase in attesa.
Fra mezz'ora sarebbe scoppiata la piccola bomba atomica che aveva in bocca.
La mosse tra i denti con la lingua.
La lancetta del radiometro tornт sullo zero e il capitano avanzт.
Per ora, tutto era andato per il meglio.
Riflettй per un attimo che la durata della bomba atomica corrispondeva alla durata della sua vita: la sua morte sarebbe stata la morte del Mulo.
Questa sarebbe stata l'ultima azione della guerra privata che combatteva da mesi.
Una guerra che era iniziata da quando era stato assunto come operaio in una fabbrica di Newton…
Per due mesi il capitano Pritcher aveva lavorato nella fabbrica.
Era un lavoratore come tanti altri, ritirava la paga, passava le serate in cittа e non parlava mai di politica.
Per due mesi non si era messo in contatto con la Volpe.
Poi, un giorno, un uomo era inciampato vicino alla panchina dove lui era seduto e aveva lasciato cadere dalla sua tasca un pezzo di carta.
Sul foglietto c'era la parola Volpe.
Pritcher lo buttт nell'inceneritore e tornт al lavoro.
Quella notte andт a casa della Volpe e iniziт una partita a carte con alcuni uomini, due dei quali conosceva di fama mentre del terzo sapeva solo il nome.
Distribuendo le carte e raccogliendo i gettoni parlarono.
Il capitano disse: - E un errore fondamentale.
Voi vivete in un passato ormai morto.
Per ottant'anni la nostra organizzazione non ha aspettato che il momento storicamente giusto.
Siamo stati accecati dal postulato su cui si fonda la psicostoria di Hari Seldon secondo il quale le azioni individuali non contano, e per il quale solo l'unione delle forze sociali ed economiche puт far verificare un determinato evento. - Raccolse le sue carte e lentamente le mise a posto, poi disse: - Perchй non uccidiamo il Mulo? - Via, andiamo! Che vantaggio ne trarremmo? - disse l'uomo alla sua sinistra.
— Vedete - disse il capitano scartando due carte, - questo и il vostro modo di vedere le cose.
Che importanza ha un uomo in mezzo a miliardi di esseri umani? La Galassia non cesserа di ruotare per la morte di un uomo.
Ma il Mulo non и un uomo, и un mutante.
E' riuscito a mandare all'aria il Progetto Seldon, e se provate a ragionare, vedrete che lui, un uomo singolo, un mutante, и stato capace di deviare la psicostoria di Seldon.
Se non fosse mai nato, la Fondazione non sarebbe caduta.
Se cessasse di vivere probabilmente la Fondazione cesserebbe di rimanere sconfitta.
Suvvia, i democratici hanno combattuto i sindaci e i trust commerciali in segreto per ottant'anni.
Proviamo con l'assassinio.
— E come? - chiese la Volpe.
— Sono due mesi - disse il capitano, - che ci penso senza trovare una soluzione.
Sono venuto qui e ho scoperto il sistema in cinque minuti. - Si volse a guardare l'uomo grassoccio e rubicondo che sedeva alla sua destra.
— Voi una volta eravate il ciambellano del sindaco Indbur.
Non sapevo che faceste parte del partito democratico.
— Neanch'io sapevo di voi.
— Come ciambellano del sindaco eravate incaricato di controllare periodicamente il sistema d'allarme del palazzo.
— Certo.
— E ora il Mulo occupa lo stesso palazzo.
— Cosм и stato detto, anche se il nostro conquistatore и molto modesto e non fa apparizioni in pubblico.
— Questa и una vecchia storia e non serve a niente.
Tutto quello di cui abbiamo bisogno и il vostro aiuto, mio caro ex-ciambellano.
Le carte vennero scoperte e fu la Volpe a vincere il piatto.
Lentamente questi distribui le carte per una seconda mano.
L'uomo che un tempo era stato ciambellano raccolse le sue carte e disse: - Mi dispiace, capitano.
E' vero che controllavo periodicamente il sistema d'allarme.
Ma non ne conosco nel modo piщ assoluto il funzionamento.
— Me lo immaginavo, ma nella vostra mente, tuttavia, dovrebbe essere impressa la disposizione degli interruttori; con un Rivelatore Psichico noi potremmo ricostruire l'intero schema.
Il ciambellano impallini visibilmente e degluti. - Un Rivelatore Psichico? - Non preoccupatevi - disse il capitano. - So come usarlo.
Non vi farа male.
Sarа questione di due giorni di debolezza, niente di piщ.
E anche se dovesse danneggiare il vostro cervello и il rischio che voi dovete correre e il prezzo che dovrete pagare.
Esiste di certo qualcuno tra di noi che dallo schema del sistema di controllo sarа capace di determinarne la lunghezza d'onda.
Qualcun altro fabbricherа una minuscola bomba atomica e io stesso penserт a portarla dal Mulo.
Gli uomini si raccolsero intorno al tavolo.
Il capitano continuт: - Il giorno fissato scoppieranno alcuni tumulti nelle vicinanze del palazzo del Mulo.
Non una vera e propria rivolta, solo proteste vivaci.
Basterа ad attirare l'attenzione delle guardie o perlomeno a distrarle…
Da quel giorno era cominciata la preparazione e da quel giorno il capitano Han Pritcher della flotta della Fondazione da cospiratore era diventato un assassino.
Il capitano Pritcher, assassino, era entrato nel palazzo e sorrideva con soddisfazione.
Un buon sistema d'allarme all'esterno significava poche guardie all'interno.
In questo caso, non ce n'erano addirittura.
Ricordava chiaramente la dislocazione delle stanze.
Si muoveva silenzioso e sicuro sul tappeto che copriva la rampa di scale.
Giunto in cima s'appiatti contro il muro e aspettт.
Di fronte a lui c'era una piccola porta chiusa.
Dietro quella porta doveva trovarsi il mutante che aveva sconfitto l'invincibile.
Era presto, la bomba non sarebbe esplosa che fra dieci minuti.
Cinque erano giа passati, eppure non s'era sentito un suono.
Il Mulo aveva cinque minuti di vita, cosм come il capitano Pritcher.
Fece un passo in avanti spinto da un impulso improvviso.
Ormai l'attentato non avrebbe potuto fallire.
Quando sarebbe esplosa la bomba tutto il palazzo sarebbe saltato in aria.
Una porta a dieci metri di distanza non aveva alcun significato.
Ma voleva vedere il Mulo e morire assieme a lui.
Provando un brivido d'emozione bussт alla porta.
La porta s'aprм e il capitano venne colpito da una luce accecante.
Pritcher barcollт, poi si riprese.
L'uomo solenne che era in piedi al centro della stanza lo guardт sorridendo.
Indossava una sobria uniforme nera accanto a lui c'era una vasca con diversi pesci.
Tamburellт con le dita sull'acquario e i pesci fuggirono spaventati.
— Entrate, capitano! - disse l'uomo.
Il capitano sentм la piccola capsula metallica ingigantirglisi in bocca impedendogli di parlare.
Ormai aveva soltanto un minuto di vita L'uomo in uniforme disse: - E meglio che sputiate quella pallina di ferro che nascondete in bocca.
Non scoppierа.
Il minuto passт, il capitano chinт la testa e sputт nel palmo della mano il globo argentato.
Con un gesto d'ira lo lanciт contro la parete, e la pallina rimbalzт tintinnando sul pavimento.
L'uomo in uniforme scrollт le spalle. - Avete visto, capitano? Non vi sarebbe servita a molto in ogni caso.
Io non sono il Mulo.
Avreste dovuto accontentarvi del suo vicerй.
— Come lo sapevate? - mormorт il capitano a denti stretti.
— Diciamo che il nostro servizio di controspionaggio и molto efficiente.
Se volete posso nominarvi ogni membro del vostro gruppo, e ogni preparativo…
— E avete permesso che continuassimo fino ad ora? - E perchй no? Faceva parte dei miei piani scoprire voi e qualcun altro.
Specialmente voi, perт.
Avrei potuto farvi arrestare alcuni mesi fa, quando lavoravate in quella fabbrica di Newton, ma и stato meglio cosм.
Se non foste stato voi stesso a proporre un piano cosм accurato, ci avrebbe pensato uno dei miei uomini.
Il risultato и molto drammatico, e piuttosto umoristico.
Il capitano lo guardт gelido. - Anch'io lo trovo umoristico.
Ora immagino che sia tutto finito.
— E appena cominciato, capitano, sedetevi.
Lasciamo le azioni eroiche agli sciocchi che si entusiasmano per questo tipo di imprese.
Capitano, voi siete un uomo capace.
Secondo le informazioni da me raccolte siete stato il primo uomo della Fondazione a riconoscere la potenza del Mulo.
Da allora, vi siete interessato parecchio alla gioventщ del Mulo.
Siete stato uno di coloro che hanno rapito il buffone del Mulo, che, a proposito, non и stato ancora trovato.
C'и ancora un grosso premio per chi lo trova.
Naturalmente, la vostra abilitа и stata riconosciuta, e il Mulo non и il tipo d'aver paura dell'abilitа dei suoi nemici, visto che riesce a convertirli in fedeli amici.
— E' questo che vi attendete da me? Vi sbagliate! - Non credo.
A questo proposito и stata inscenata la commedia di questa notte.
Siete un uomo intelligente, tuttavia il vostro piccolo complotto nei confronti del Mulo и miseramente fallito.
Non credo che il vostro vano tentativo possa essere definito cospirazione.
Fa parte della vostra preparazione militare sprecare astronavi in azioni inutili? - Prima bisognerebbe esser sicuri che queste azioni siano inutili.
— Era evidente - disse il vicerй. - Il Mulo ha conquistato la Fondaiione.
Adesso la Fondazione sta rapidamente trasformandosi in un arsenale per compiere la sua grande missione.
— E quale sarebbe? - La conquista dell'intera Galassia.
La riunione di tutti i pianetini, un Nuovo Impero.
Il raggiungimento del sogno di Seldon ora, invece che fra settecento anni.
Per questo voi dovete aiutarci.
— Non ho affatto l'intenzione di aiutarvi.
— A quanto pare - continuт il vicerй pazientemente, - solo tre dei mondi indipendenti resistono ancora.
Non resisteranno a lungo.
Saranno le ultime forze della Fondazione.
Non avete intenzione di cambiare idea? - No.
— Eppure la cambierete.
Un reclutamento volontario sarebbe stato piщ comodo.
Ci accontenteremo di usare altri mezzi.
Sfortunatamente il Mulo и assente.
Sta guidando la lotta, come sempre, contro i pianeti che ancora resistono.
Ma и in continuo contatto con noi.
Non dovrete aspettare a lungo.
— Per che cosa? - Per esser convertito.
— Il Mulo - disse il capitano, - scoprirа le difficoltа di una tale impresa.
— Non и vero.
Non gli sarа affatto difficile…
Non mi riconoscete? Suvvia, siete stato su Kalgan, e dovete avermi visto.
Portavo un monocolo, un mantello scarlatto era coperto di pelliccia, aveva una corona…
Il capitano s'irrigidi. - Voi… ma voi eravate il governatore di Kalgan…
— Sм.
E ora sono il leale vicerй del Mulo.
Come vedete, и molto persuasivo.
Il blocco spaziale venne facilmente superato.
Nell'immensitа dello spazio, era difficile mantenere una vigilanza stretta.
Con una sola astronave un pilota esperto e un poco di fortuna, non era difficile riuscire a forzare il blocco.
Con calma e freddezza, Toran guidт la sua astronave da una stella all'altra.
Se nelle vicinanze di una massa stellare era piuttosto difficile saltare nell'iperspazio con una certa precisione, ancora piщ difficile sarebbe stato per una qualsiasi astronave localizzare quella di Toran, a meno che non si fosse trovata nelle immediate vicinanze.
Durante tutto il viaggio e fino a che non furono fuori portata nemica, sarebbe stato assurdo cercare di mettersi in contatto con il pianeta Haven.
Per la prima volta in tre mesi, Toran si sentм isolato.
Passт una settimana prima che il notiziario delle forze del Mulo trasmettesse qualcosa di diverso dalle solite tirate patriottiche inneggianti alla vittoria finale.
Durante tutta quella settimana, Toran guidт l'astronave in assurdi zig-zag.
Ebling Mis chiamт la cabina di pilotaggio e Toran alzт gli occhi stanchi dalla carta di navigazione.
— Che cosa succede? - Toran entrт nella sala centrale che Bayta si ostinava a chiamare camera di soggiorno.
Mis scosse la testa. - Vorrei saperlo anch'io.
Il cronista del Mulo ha annunciato un bollettino speciale.
Ho pensato che avresti voluto ascoltarlo.
— Va bene.
Dov'и Bayta? - Sta preparando la tavola e scegliendo un menu.
Toran si sedette sul divano che serviva come letto a Magnifico, e attese.
I bollettini speciali del Mulo erano quasi sempre uguali.
Prima veniva suonata della musica marziale, poi arrivava la voce dell'annunciatore.
Sarebbero state trasmesse notizie di secondaria importanza.
Poi, dopo un pт di pausa, il suono delle trombe avrebbe creato l'atmosfera adatta.
Toran sopportт i preliminari pazientemente, mentre Mis borbottava tra sй.
Il bollettino veniva trasmesso usando la solita fraseologia di una normale corrispondenza di guerra, mentre come sfondo alla voce dell'annunciatore si sentivano i rumori della battaglia in corso.
Uno squadrone di incrociatori veloci al comando del generale Sammin ha respinto quest'oggi un contrattacco delle forze di Iss…
La faccia dell'annunciatore scomparve mentre sullo schermo apparivano le immagini della battaglia.
Alcune navi si lanciavano una contro l'altra in un attacco disperato.
La voce continuava a parlare in mezzo al rumore della lotta.
La piщ bella azione di tutta la battaglia и stata quella dell'incrociatore pesante Cluster contro tre astronavi nemiche della classe Nova.
Lo schermo inquadrт la scena da vicino.
Una grossa astronave lanciт una scarica di raggi, uno degli attaccanti evitт il colpo quindi si slanciт in avanti.
Il Cluser s'abbassт improvvisamente mentre i raggi lanciati dalla nave nemica lo sfioravano.
La voce dell'annunciatore continuт la descrizione dettagliata della battaglia, mentre i colpi si succedevano ai colpi.
Poi ci fu una pausa, quindi la scena si ripetй con poche varianti.
Questa volta la battaglia si svolgeva nei dintorni di Mnemon.
La novitа era rappresentata da un improvviso attacco delle forze del Mulo contro lo stesso pianeta.
Il fotogramma mostrava una cittа distrutta, un gruppo di prigionieri.
La cittа di Mnemon avrebbe resistito ben poco.
Ci fu un'altra pausa, cui seguм un rauco suono di trombe.
Lo schermo inquadrava una lunga fila di soldati davanti ai quali stava passando un ufficiale in uniforme.
Il silenzio era ossessivo.
Il tono di voce dell'annunciatore divenne solenne.
— Per ordine del nostro sovrano comunico che il pianeta Haven ha ceduto le armi accettando la sconfitta.
In questo momento le forze del nostro sovrano stanno occupando il pianeta.
Gli ultimi focolai di resistenza sono dispersi, senza coordinazione, e vengono rapidamente eliminati.
Lo schermo diventт opaco e l'annunciatore riapparve per comunicare altre notizie.
Quindi seguм un programma di musica ballabile.
Ebling Mis spense con rabbia il televisore.
Toran s'alzт e s'allontanт barcollando senza pronunciare una parola.
Lo psicologo non cercт di fermarlo.
Quando Bayta entrт nella stanza, Mis le fece segno di non parlare e disse - Hanno preso Haven.
— Di giа? - disse Bayta, spalancando la bocca incredula.
— E senza lotta, senza che fosse possibile organizzare… - Si fermт e inghiotti. - E meglio che lasci stare Toran.
Non sta bene.
E' meglio che mangiamo senza di lui.
Bayta si girт verso la cabina di pilotaggio poi desistette. - Va bene - disse.
Magnifico si sedette in silenzio a tavola.
Non parlт nй mangiт, ma fissт istupidito il piatto che aveva di fronte come se il terrore gli avesse tolto ogni facoltа di reazione.
Ebling Mis allontanт il piatto da se e disse con voce rauca: - Due mondi indipendenti ancora combattono e soffrono, ma non s'arrendono.
Solo Haven… proprio come sulla Fondazione…
— Ma perchй? Perchй? Lo psicologo crollт la testa. - E un altro aspetto di tutto il problema.
Ogni avvenimento s'inquadra nell'enigma rappresentato dal Mulo.
Primo, come ha fatto a conquistare la Fondazione, praticamente al primo colpo mentre i mondi indipendenti ancora resistevano.
La nuova arma del Mulo era neutralizzabile, ne abbiamo discusso fino a farci venire il voltastomaco, eppure и riuscito a sconfiggere la Fondazione.
— Randu ha suggerito - e la faccia di Ebling s'oscurт, - che probabilmente il Mulo possiede un'arma capace di indebolire la volontа.
In tal modo si potrebbe spiegare il comportamento di Haven.
Ma allora perchй non se ne serve contro Mnemon o Iss… che ancora combattono con decisione e che costringono la flotta del Mulo a dissanguarsi? Ho riconosciuto astronavi della Fondazione che partecipavano alla lotta.
Bayta sussurrт: - La Fondazione, poi Haven.
La tragedia sembra seguirci senza toccarci.
Sembra sempre che riusciamo a sfuggire per un soffio.
Sarа sempre cosм? Ebling Mis non la stava ascoltando.
Seguiva un suo ragionamento.
— Ma esiste un altro problema… un altro problema Bayta.
Ricordi il notiziario che trasmetteva che il buffone del Mulo non era stato trovato su Terminus; che si sospettava che fosse su Haven, dov'era stato trasferito dai suoi rapitori? Deve esserci qualcosa di importante connesso con lui Bayta che ci sfugge, ma che dobbiamo scoprire.
Magnifico deve conoscere qualcosa di fatale per il Mulo.
Ne sono certo.
Magnifico pallido e tremante stava balbettando: - Sire… nobile Lord… lo giuro… и al di lа delle mie possibilitа esaudire i vostri desideri.
Ho detto tutto quello che sapevo, e con il vostro Rivelatore Psichico avete prosciugato dal mio cervello ogni fonte di sapere - Lo so… lo so.
Dev'essere qualcosa di insignificante.
Un indizio tanto piccolo che nemmeno io sono riuscito a scoprirlo.
Eppure devo riuscirci poichй Mnemon e Iss cederanno presto, e quando anche loro saranno sconfitti, noi non saremo che i miseri resti della Fondazione.
Le stelle cominciavano a infittirsi man mano che ci si avvicinava al centro della Galassia.
I campi gravitazionali cominciavano a disturbare la rotta ogni volta che l'astronave balzava nell'iperspazio.
Toran se ne rese conto quando dopo un balzo, si trovт a poca distanza da un gigantesco sole rosso, la cui attrazione venne respinta solo dopo diverse ore di lotta.
Con le carte astronautiche imperfette e con un'esperienza limitata Toran si trovava costretto a sprecare giorni e giorni in calcoli accurati prima di arrischiare un nuovo balzo.
Lavoravano allo studio della rotta tutti insieme.
Ebling Mis controllava i calcoli di Toran, e Bayta studiava le varie rotte possibili alla ricerca di quella giusta.
Anche Magnifico fu messo al lavoro al calcolatore.
Dopo un primo momento di smarrimento, il buffone aveva trovato divertente la sua nuova attivitа, ed in breve tempo era diventato sorprendentemente abile.
Dopo un mese di lavoro, Bayta riuscм a tracciare una linea rossa lungo il modello tridimensionale della Galassia fino a un centro approssimativo.
Disse guardando soddisfatta il suo lavoro: - Sembra un verme che soffre di una terribile indigestione.
Andrа a finire che ci ritroveremo su Haven.
— Succederа proprio cosм - disse Toran piegato sulle carte, - se non la smetti di chiacchierare.
— E pensare - disse Bayta, - che magari esiste una rotta che ci porterebbe direttamente su Trantor.
— Ma guarda che scoperta.
In primo luogo ci sarebbero volute perlomeno cinquecento astronavi per cinquecento anni prima di riuscire a trovarla.
Secondo, non и segnata sulla mia dannata carta.
A parte il fatto che e meglio non seguire rotte troppo battute.
Incontreremo probabilmente un mucchio di astronavi.
E poi…
— Per la Galassia, Toran, smettila di lamentarti - disse Bayta mettendosi le mani nei capelli.
Toran fece per sculacciarla ma Bayta gli afferrт il polso.
Tutt'e due persero l'equilibrio e andarono a finire per terra.
Scoppiarono a ridere fingendo di lottare.
Toran si fermт vedendo entrare Magnifico.
— Che cosa c'и? Il buffone aveva l'aria preoccupata. - Gli strumenti si comportano in modo strano, signore.
Non vorrei aver toccato qualcosa che non dovevo, data la mia ignoranza…
In due secondi Toran si trovava nella sala di pilotaggio.
Si girт verso Magnifico. - Vai a svegliare Ebling Mis e digli di venire qui.
Poi si volse verso Bayta che cercava di rimettersi i capelli in ordine: - Bayta, siamo stati localizzati.
— Localizzati? - disse Bayta sorpresa. - E da chi? - E chi lo sa? - mormorт Toran. - Ma immagino da qualcuno che avrа giа puntato le armi contro di noi.
Si sedette ai comandi e cominciт a trasmettere il codice d'identificazione dell'astronave.
Quando Ebling Mis arrivт ancora avvolto nella vestaglia, Toran gli disse: - A quanto pare siamo entrati nei confini di un regno interno chiamato Autarchia di Filia.
— Mai sentito nominare.
— Nemmeno io - replicт Toran, - ma siamo stati fermati da una nave di Filia e non so che conseguenze ne deriveranno.
Un capitano ispettore dell'astronave di Filia salм a bordo seguito da sei uomini armati.
Era basso, magro e dai capelli radi.
Tossм appena si fu seduto e tolse dalla sua borsa un foglio di carta bianca.
— I passaporti e le carte dell'astronave, per favore.
— Non ne possediamo - disse Toran.
— Ah, bene. - Aprм un microfono che teneva appeso al collo. - Tre uomini e una donna.
Non hanno le carte in regola - prese nota sul foglio.
Disse: - Da dove venite? - Da Siwenna - disse Toran preoccupato.
— Dove si trova? - Centomila parsec, ottanta gradi ovest di Trantor, quaranta gradi…
— Basta cosi! - Toran vide che l'uomo aveva scritto luogo d'origine: Periferia.
Il filiano continuт: - Dove andate? - Settore di Trantor - rispose Toran - Scopo? - Viaggio di piacere.
— Trasportate merce? - No.
— Questo lo controlleremo subito. - Annuм e due uomini cominciarono a perquisire.
Toran non si mosse.
— Come mai siete entrati in territorio Filiano? - disse l'uomo.
— Non ce ne siamo accorti.
Non abbiamo una carta adatta.
— Questo vi costerа cento crediti, a parte naturalmente le tasse regolamentari.
Parlт di nuovo dentro il microfono.
Ma ascoltт piщ che parlare.
Si rivolse a Toran. - Ne sapete qualcosa di tecnologia atomica? - Un poco - rispose Toran.
— Sм? - Il Filiano piegт il foglio. - Gli uomini della Periferia hanno una buona reputazione in quel campo.
Indossate una tuta e seguitemi.
Bayta fece un passo avanti: - Che intendete fare di lui? Toran la spinse delicatamente di lato e chiese seccamente: - Dove volete portarmi? - Il nostro impianto ha bisogno di una piccola riparazione.
Lui verrа con noi - e puntт un dito in direzione di Magnifico che spalancт gli occhi terrorizzato.
— E lui che cosa c'entra? - chiese Toran seccato.
L'ufficiale alzт gli occhi guardandolo freddamente. - Corre voce che nelle vicinanze ci siano pirati.
Una vaga descrizione corrisponde a quel soggetto lм.
Deve venire per maggiori delucidazioni.
Toran esitт, ma sei uomini armati furono la piщ eloquente delle giustificazioni.
Allungт una mano e prese dall'armadio una tuta spaziale.
Un'ora dopo alzava gli occhi dai motori della nave filiana urlando spazientito: - Non esistono guasti ai motori.
I busbar sono a posto i tubi L alimentano a dovere e l'analisi della reazione и perfetta.
Chi и l'incaricato qui? Il capo ingegnere si presentт: - Io.
— Portatemi indietro sulla mia nave.
Un ufficiale lo accompagnт ai piani superiori.
— Dov'и l'uomo che era con me? - Per favore aspettate.
Quindici minuti piщ tardi entrт il Magnifico.
— Che ti hanno fatto? - chiese Toran sottovoce.
— Niente.
Proprio niente. - Magnifico scosse la testa.
Dovettero pagare duecentocinquanta crediti per soddisfare le richieste dei figiani… cinquanta dei quali per essere rilasciati subito, e furono di nuovo nello spazio.
Bayta scoppiт a ridere. - Non abbiamo diritto a una scorta? Avrebbero dovuto accompagnarci fino ai confini.
Toran replicт serio in faccia. - Non era una nave Filiana… e poi non ce ne andremo immediatamente.
Venite qui.
Si radunarono intorno a lui.
— Era una nave della Fondazione, e quelli erano uomini del Mulo - disse Toran.
Ebling si chinт a raccogliere il sigaro che gli era cascato di bocca. - Qui? Ma siamo a trentamila parsec dalla Fondazione! - esclamт.
— Ma noi ci siamo ben arrivati fin qui.
Che cosa gli impedisce di seguire la medesima strada? Ebling, per la Galassia, non crederai mica che non sia capace di riconoscere un'astronave! Ho visto i motori, e mi и bastato.
Ti dico che era un motore della Fondazione, montato su uno scafo della Fondazione.
— E come sono arrivati fin qui? - domandт Bayta. - Quante possibilitа esistono di incontrarsi per caso nello spazio? - Che cosa c'entra? - rispose Toran seccato. - Questo significa che siamo stati seguiti.
— Seguiti? - disse Bayta. - Attraverso l'iperspazio? Ebling Mis s'intromise preoccupato. - Non e poi cosм difficile con una buona nave e un buon pilota.
Ma la possibilitа non mi impressiona affatto.
— lo non ho affatto mascherato la mia rotta - insistette Toran. - Mi son sempre mantenuto il piщ diritto possibile.
Anche un cieco avrebbe capito dove ci dirigevamo.
— Ma che dici - urlт Bayta. - Con tutti quei salti a caso che hai fatto, aver osservato la nostra direzione iniziale non significa niente.
— Stiamo perdendo tempo - urlт Toran seccato. - E' una nave della Fondazione con a bordo uomini del Mulo.
Ci hanno fermato.
Hanno ispezionato il nostro carico.
Hanno trattenuto Magnifico da solo, con me come ostaggio per farvi rimanere tranquilli in caso avessimo sospettato.
E ora la disintegreremo nello spazio.
— Fermo un momento - disse Ebling Mis trattenendolo. - Vuoi rischiare la nostra vita per un'astronave che pensi appartenga al nemico? Ragiona.
A che scopo ci avrebbero seguiti per lo spazio per poi fermarci e quindi lasciarci andare? - Vogliono sapere dove siamo diretti.
— E allora perchй fermarci e metterci sul chi vive? Le tue argomentazioni non reggono.
— Farт come voglio io.
Lasciami andare.
Ebling, altrimenti ti stendo con un pugno.
Magnifico, seduto sulla poltrona, sembrava eccitato e timoroso nello stesso tempo. - Vogliate scusare la mia interruzione, ma la mia povera mente и stata improvvisamente turbata da un pensiero.
Bayta fermт il gesto seccato di Toran e anche lei afferrт il braccio di suo marito. - Avanti, Magnifico, parla.
Ti ascoltiamo.
Magnifico disse: - Mentre ero sull'astronave, mi era difficile ragionare con chiarezza tanta era la mia paura e il mio smarrimento.
Ricordo ben poco di ciт che avvenne.
Molti uomini mi osservavano attentamente e parlavano senza che io potessi comprendere.
Ma prima che finalmente mi liberassero, vidi una faccia che mi pareva di conoscere.
Non ricordai subito chi fosse, ma ora la mia mente и riuscita a riconoscere quella persona.
— Chi era? - disse Toran.
— Quel capitano che era insieme a noi tanto tempo fa.
Quando voi mi liberaste dalla schiavitщ.
Magnifico sorrise soddisfatto come se fosse riuscito con le sue parole a creare un'atmosfera di sbigottimento.
— Il…capitano…Han Pritcher? - disse Mis allibito. - Sei sicuro? Non hai alcun dubbio? - Signore.
Lo giuro. - E incrociт le magre braccia sul petto.
— Che significa tutto questo? - disse Bayta.
Il buffone si rivolse a lei eccitato: - Mia signora, ho una teoria.
Mi и venuta in mente in modo assai naturale come se lo Spirito Galattico l'avesse posta lui di sua mano nel mio cervello. - Il buffone arrivт ad alzare la voce tanto da soffocare le obiezioni di Toran.
— Mia signora - continuт rivolgendosi solo a Bayta. - se questo capitano fosse fuggito, come noi, sulla sua nave, e se anche lui stesse mettendo in pratica un suo piano, se cosм per caso si fosse imbattuto in noi… avrebbe sospettato certamente che fossimo noi a seguirlo, come и capitato a noi.
Per questa ragione avrebbe inscenato tutta questa commedia.
— E allora perchй ha voluto che noi due salissimo sulla sua nave? - disse Toran. - Questo non quadra.
— Certamente - disse Magnifico. - Ha mandato un suo subalterno che non ci conosceva ma che ci ha descritto al microfono.
Il capitano и rimasto sorpreso della mia descrizione, visto che non ci sono molte persone nella Galassia che mi assomigliano.
Io rappresentavo la prova dell'identitа di tutti voi.
— E cosм ci ha lasciato andare? - Noi non conosciamo la sua missione e il segreto che deve circondarla.
Ci ha spiato e, visto che non eravamo nemici, ci ha lasciato andare per evitare che venisse alla luce lo scopo della sua missione.
— Non essere testardo Toran - disse Bayta. - La spiegazione mi sembra abbastanza attendibile.
— Anche a me - disse Mis.
Toran s'accorse che erano tutti contro di lui.
Lo disturbava il pensiero della spiegazione cosм fluente fornita dal buffone.
Eppure, malgrado tutto, fu costretto a cedere.
— Per un momento - mormorт, - ho pensato che avrei potuto distruggere una nave del Mulo.
E la sua faccia si fece scura pensando ad Haven.
Gli altri compresero.
NEOTRANTOR…
Il piщ piccolo pianeta di Deticass, ribattezzato cosм dopo il Grande Sacco, fu per quasi un secolo la sede dell'ultima dinastia del Primo Impero.
Era l'ombra di un mondo e l'ombra di un Impero e aveva importanza solo da un punto di vista legalitario.
Sotto il primo Imperatore della dinastia Neotrantoriana…
Il pianeta era chiamato Neotrantor.
Nuova Trantor.
Nient'altro, oltre al nome, poteva anche lontanamente ricordare l'antico grande mondo.
A due parsec di distanza, il sole della vecchia Trantor ancora illuminava la capitale imperiale del secolo passato della Galassia, che ancora ruotava in silenzio nella sua eterna orbita.
La vecchia Trantor era ancora abitata da uomini.
Non molti: un centinaio di milioni, forse, dove solo cinquant'anni prima vivevano quaranta miliardi di esseri umani.
Il colossale mondo coperto di metallo era ormai in rovina.
Gli scheletri delle innumerevoli torri erano contorti e vuoti; ancora adesso erano visibili i buchi e gli squarci aperti dal fuoco delle batterie, che raccontavano la storia del Grande Sacco di quarant'anni prima.
Era strano che un mondo che era stato il centro della Galassia per duemila anni, che era stato la dimora di legislatori e governanti e la cui potenza s'estendeva per migliaia di parsec, potesse morire in un mese.
Era strano che un mondo che era rimasto intatto, durante mille anni di lotte e rivoluzioni, di rivolte di palazzo e assassinii di Imperatori, potesse morire senza rimedio.
Era strano che la Gloria della Galassia non fosse ora altro che un ammasso di rottami.
Sarebbero dovuti passare secoli prima che il gigantesco lavoro di cinquanta generazioni di esseri umani cadesse definitivamente in rovina.
Solo la decaduta capacitа dell'uomo rendeva adesso queste rovine inutilizzabili.
I milioni di uomini rimasti dopo la morte di miliardi di esseri umani, abbattevano le costruzioni metalliche mettendo a nudo la terra, che non era piщ riscaldata dalla luce del sole ormai da mille anni.
Circondati dai relitti meccanici dello sforzo umano, circondati dalle meraviglie industriali create dal genio dell'uomo, questi esseri tornavano alla terra.
Nelle colossali isole spartitraffico ora cresceva il grano.
All'ombra delle torri, pascolavano le pecore.
Ma Neotrantor esisteva: un oscuro pianeta soffocato dall'ombra del grande Trantor, assurto a capitale dopo che la famiglia reale fuggiasca aveva eletto a sua residenza.
Era il simbolo della decadenza imperiale.
Venti mondi agricoli erano ciт che rimaneva dell'Impero Galattico! Dagobert IX, che governava su venti mondi abitati da contadini ignoranti, era l'Imperatore della Galassia, Signore dell'universo.
Dagobert IX aveva venticinque anni quando si trasferм su Neotrantor col padre.
Nei suoi occhi e nella sua mente erano ancora vivi i ricordi della gloria e della potenza del Vecchio Impero.
Ma suo figlio, che un giorno sarebbe diventato Dagobert X, era nato su Neotrantor.
Lui, non conosceva che venti mondi.
L'aeromobile di Jord Commason era il velivolo piщ perfetto che esistesse su Neotrantor.
Egli non solo era il piщ grande proprietario terriero del pianeta, ma fin da giovane era stato compagno di giochi e il genio malefico del giovane principe, insofferente alla disciplina impostagli dal debole padre.
Ora questa amicizia si era rafforzata e lui era sempre il genio malefico di un principe non piщ giovane che odiava e dominava un vecchio Imperatore.
Ora Jord Commason, comodamente seduto sul suo aeromobile, i cui ornamenti in madreperla e le rifiniture dorate rendevano inutile uno stemma che identificasse il proprietario, stava sorvolando le sue terre coltivate a grano, i suoi campi di foraggio, i suoi armenti, i suoi contadini che lavoravano con le sue macchine, e pensava agli ultimi avvenimenti.
Accanto a lui, curvo e rinsecchito, il suo autista guidava l'aeromobile dolcemente, con un sorriso sulle labbra.
Jord Commason non parlт al vento, all'aria, al cielo. - Ricordi quel che ti ho detto, Inchney? I capelli grigi di Inchney ondeggiavano al vento.
Sorrise allargando ancora piщ la bocca e mostrando i denti ingialliti mentre le rughe della faccia si facevano piщ profonde e fitte assumendo una strana espressione come di chi nasconda un piacevole segreto.
La voce rauca fischiт tra i denti.
— Ricordo, signore, e ho anche pensato.
— E a che cosa hai pensato, Inchney? - chiese l'altro impaziente.
Inchney si ricordт di essere stato giovane e bello una volta, e persino Lord su Trantor.
Ricordт che ora non era piщ niente su Neotrantor, che viveva per grazia di Jord Commason e che ripagava il suo debito consigliando talvolta il suo padrone.
Biascicт di nuovo: - E sempre conveniente, signore, avere ospiti della Fondazione.
Specialmente, signore, quando vengono a bordo di una sola astronave, e con un solo uomo atto alle armi.
Devono essere benvenuti.
— Benvenuti? - disse Commason scuro in faccia. - Forse.
Ma costoro sono maghi e forse molto potenti.
— Via - disse Inchney, - le grandi distanze nascondono la veritа.
La Fondazione non и che un mondo.
I suoi cittadini non sono che uomini.
Se gli si spara, muoiono.
Inchney continuт a mantenere la rotta.
Un fiume luccicava sotto di loro.
Sussurrт: - E non esiste forse ora un uomo che dicono sia capace di smuovere i mondi, alla Periferia? Commason si fece improvvisamente sospettoso. - Che ne sai tu? L'autista non sorrise piщ. - Niente, signore.
Era solo una stupida domanda.
Jord Commason non esitт e aggredi il vecchio con parole violente.
— Tu non fai mai domande stupide, Inchney.
E un giorno questa tua smodata curiositа ti costerа la pelle.
Ma questa volta voglio dirti quello che и capitato.
Quest'uomo viene chiamato Mulo, e un suo suddito, alcuni mesi fa, и venuto qui per parlare… d'affari.
Attendo che ora venga un altro per concluderli.
— E questi nuovi arrivati? Forse non sono coloro che sua signoria aspetta? - Non possiedono le credenziali che dovrebbero avere.
— Corre voce che la Fondazione sia stata sconfitta…
— Non sono stato io a dirtelo.
— Cosм si dice in giro - continuт Inchney, - se и vero, forse costoro sono fuggiaschi, e li si potrebbe trattenere per mostrare la nostra amicizia al Mulo.
— Dici? - Commason era incerto.
— E inoltre, signore, poichй si sa che l'amico del conquistatore non и altro che la sua ultima vittima, sarebbe una misura di difesa.
Esistono strumenti come il Rivelatore Psichico, e noi qui abbiamo quattro menti della Fondazione.
Esistono molte cose sulla Fondazione che sarebbe bene conoscere, e sarebbe bene sapere qualcosa anche sul Mulo.
Dopo di che, l'amicizia del Mulo sarebbe un poco meno pericolosa.
Commason, preoccupato, tornт al suo pensiero originale: - E se la Fondazione non fosse stata sconfitta? Se le voci fossero false? Le leggende dicono che la Fondazione non potrа mai essere conquistata.
— Siamo abbastanza vecchi signore, per non credere alle leggende.
— Certo, ma se non и caduta, Inchney? Pensaci! E vero che il Mulo mi ha fatto molte promesse, ma… - Aveva detto troppo e s'interruppe. - Le parole sono vento, i fatti sono ben altra cosa.
Inchney rise senza emettere un suono. - Le parole talvolta diventano fatti.
Ed и stupido allarmarsi per la Fondazione che sta all'altro capo della Galassia.
— C'и il principe - mormorт Jord Commason, parlando quasi a se stesso.
— Anche lui ha parlato con il Mulo, signore? Commason non riuscм a trattenere un'espressione soddisfatta. - Non proprio.
Non negli stessi termini.
Ma comincia a diventar piщ selvaggio e meno controllabile.
E come un indemoniato.
E se io m'impadronisco di questa gente e la porto via per servirmene… lui non manca di una certa furbizia, e io non sono ancora pronto a litigare con lui. - Era accigliato e pensieroso.
— Ho visto quegli stranieri per alcuni minuti, ieri - disse l'autista come se parlasse di qualcosa d'irrilevante. - E' una strana donna, quella giovane dai capelli scuri.
Cammina con la decisione di un uomo e la sua carnagione sembra ancora piщ chiara in contrasto coi capelli neri. - La voce di Inchney era strana, tanto che Commason si voltт a guardarlo, sorpreso.
Inchney continuт: - Il principe, pensт, rinuncerebbe ad un pт della sua furbizia per un ragionevole compromesso.
Voi potreste avere gli altri se lasciaste a lui la ragazza.
Gli occhi di Commason luccicarono. - Buona idea! Per la Galassia che buona idea! Inchney, torna indietro! Inchney, se tutto va bene, parleremo della faccenda della tua libertа.
Commason ebbe la sensazione che la ruota del destino girasse in suo favore, quando, al ritorno, trovт sulla sua scrivania una capsula personale.
Era arrivata attraverso una lunghezza d'onda conosciuta a ben pochi.
Commason sorrise.
Il messaggero del Mulo stava arrivando e la Fondazione era stata sconfitta davvero.
La vera immagine che Bayta s'era fatta del palazzo imperiale non corrispondeva affatto alla realtа, e provт un leggero disappunto.
La stanza era piccola, quasi spoglia, dall'aspetto ordinato.
Il palazzo poi non era nemmeno paragonabile alla residenza del sindaco della Fondazione.
Dagobert IX poi…
Bayta aveva un'idea ben definita dell'aspetto che dovrebbe avere un Imperatore.
Non dovrebbe apparire come un nonnetto dal sorriso benevolo.
Non dovrebbe essere magro, pallido e rugoso, nй servire il tи con le proprie mani, preoccupandosi che gli ospiti siano a loro agio.
Eppure era cosм.
Dagobert IX sorrideva mentre versava il te nella tazza che Bayta gli porgeva.
— E' un grande piacere, per me, mia cara.
Questo и uno dei pochi momenti nei quali posso allontanarmi dai cortigiani e dalle formalitа dell'etichetta.
E tanto tempo che non ho piщ l'opportunitа di dare il benvenuto a visitatori che vengono da lontani pianeti.
E' mio figlio che si occupa di queste faccende ora che io sono vecchio.
Avete conosciuto mio figlio? E' un bravo ragazzo.
Un pт testardo forse.
Ma и giovane.
Vorreste una pastiglia aromatica? No? Toran tentт di interrompere il vecchio. - Vostra imperiale maesta…
— Si? - Non и nelle nostre intenzioni disturbare…
— Sciocchezze, non mi sono affatto disturbato.
Questa sera ci sarа il ricevimento ufficiale, ma fino ad allora siamo liberi.
Vediamo, da dove avete detto che venite? E tanto tempo che non partecipo a un ricevimento ufficiale.
Voi avete detto che venite dalla Provincia di Anacreon, mi pare.
— Dalla Fondazione vostra imperiale maestа.
— Sм, dalla Fondazione, ora ricordo.
L'ho localizzata.
Si trova nella provincia di Anacreon.
Non sono mai stato laggiщ.
Il dottore mi ha proibito di fare lunghi viaggi.
Ma non mi pare di aver ricevuto ultimamente rapporti da Anacreon.
Come sono le condizioni di vita laggiщ? - concluse con ansietа.
— Sire - borbottт Toran, - non ho lamentele da riferirvi.
— E piacevole saperlo.
Mi congratulerт con il mio vicerй.
Toran si voltт e lanciт uno sguardo imbarazzato a Mis, che prese la parola. - Sire, ci и stato detto che и necessario il vostro permesso per visitare la Biblioteca dell'Universitа Imperiale di Trantor.
— Trantor? - ripetй l'Imperatore stupito. - Trantor? Poi un'espressione dolorosa si dipinse sulla sua faccia. - Trantor - sussurrт, - ora ricordo.
Sto preparando piani per ritornare laggiщ accompagnato da un numero enorme di astronavi.
Voi verrete con me.
Insieme distruggeremo le forze del ribelle Gilmer.
Insieme, restaureremo l'Impero! La sua schiena s'era drizzata.
La sua voce non era piщ incerta.
Per un attimo, i suoi occhi ebbero una luce dura.
Poi sbattй le palpebre e disse sottovoce: - Ma Gilmer и morto.
Ora ricordo…
Sм, si! Gilmer и morto! Trantor и distrutta…
Per un attimo m'и parso…
Da dove avete detto di venire? Magnifico sussurrт in un orecchio a Bayta: - E questo un vero imperatore? Ho sempre creduto che fossero persone piщ grandi e sagge degli uomini comuni.
Bayta gli fece cenno di stare zitto.
Poi si volse all'Imperatore. - Se la vostra maestа imperiale vorrа firmare un ordine che ci permetta di recarci su Trantor, aiuterebbe molto la nostra missione? - Su Trantor? - L'Imperatore parve non comprendere.
— Sire, il vicerй di Anacreon, in nome del quale noi parliamo, vi comunica che Gilmer и ancora vivo.
— Vivo! Vivo! - tuonт il vecchio. - Dov'e? Sarа la guerra! - Sire, non bisogna che lo si sappia.
Non conosciamo ancora il suo nascondiglio.
Il vicerй ci ha mandato ad avvertirvi e noi dobbiamo trovare il suo rifugio su Trantor.
Una volta scoperto…
— Sм, si… bisogna trovarlo - L'imperatore barcollт fino al muro e toccт la piccola fotocellula con dita tremanti.
Dopo una breve pausa mormorт: - I miei servitori non arrivano.
Non posso aspettare i loro comodi.
Scribacchiт qualcosa su un foglio bianco firmando con una elaborata D maiuscola.
Disse: - Gilmer conoscerа la potenza del suo Imperatore.
Da dove venite voi? Anacreon? Come sono le condizioni di vita laggiщ? Il nome dell'Imperatore и rispettato? Bayta prese il foglio di mano al vecchio. - Vostra imperiale maestа и amato dal popolo.
E il vostro amore verso di loro и conosciuto da tutti.
— Un giorno dovrт andare a visitare il mio fedele popolo di Anacreon, ma il mio dottore dice…
Non ricordo che cosa dice, ma… - alzт gli occhi e guardт fisso Toran. - Stavate dicendo qualche cosa a proposito di Gilmer? - No, maesta.
— Non avanzerа oltre.
Andate a riferirlo al vostro popolo.
Trantor resisterа! Mio padre и ora a capo della flotta e Gilmer il ribelle morirа nel gelo dello spazio assieme alla sua banda di regicidi.
Si sedette nuovamente e l'espressione della Faccia era sorpresa. - Che cosa stavo dicendo? Toran si alzт e s'inchinт profondamente. - Vostra imperiale maestа, siete stato molto gentile con noi, ma il tempo concessoci per l'udienza и scaduto.
Per un attimo Dagobert assunse effettivamente l'aspetto dell'Imperatore mentre, ritto in piedi, osservava gli ospiti che si allontanavano indietreggiando lentamente fino alla porta.
Appena varcata la soglia il gruppetto venne circondato da venti uomini armati.
Si vide il lampo di un'arma…
Bayta riprese i sensi lentamente.
Ricordт perfettamente gli ultimi momenti di luciditа: lo strano vecchio che si faceva chiamare Imperatore e quel gruppo di soldati che li aspettava fuori.
Il lieve formicolio che sentiva alle dita le fece capire d'esser stata colpita da uno storditore.
Tenne gli occhi chiusi, e ascoltт con attenzione le voci.
Stavano parlando due uomini.
Uno aveva una tonalitа di voce bassa e parlava con precauzione, timidamente e ossequioso.
L'altro invece aveva la voce rauca, ma sonora, e di quando in quando s'esprimeva con espressioni piuttosto vivaci.
Ambedue le voci erano poco rassicuranti.
La voce roca predominava.
Bayta riuscм ad afferrare le ultime parole. -…quel vecchio pazzo vivrа per sempre.
Sono preoccupato e seccato Commason.
Ormai sto diventando vecchio anch'io.
— Vostra altezza, vediamo prima a che ci possono servire questi uomini.
Forse potranno rivelarci alcune sorgenti di potere superiori a quelle controllate da vostro padre.
Poi le parole diventarono un sussurro.
Bayta riuscм ad afferrare solo una parola. -…la ragazza… - ma dal tono di voce si poteva comprendere il senso della frase.
L'altro scoppiт in una sonora risata, e la voce dimessa assunse un accento paterno.
— Dagobert, voi non invecchiate mai.
E' bugiarda la gente che dice che non siete piщ un giovane di ventanni.
Risero insieme e Bayta sentм il sangue gelarsi nelle vene.
Il vecchio Imperatore aveva parlato di un figlio testardo, e il significato di quei bisbigli divenne sempre piщ chiaro nella sua mente.
Ma cose del genere non succedevano sul serio… non nella vita vera…
La voce di Toran interruppe il filo dei suoi pensieri.
Spalancт gli occhi, e Toran che la stava fissando sospirт come se gli fosse stato tolto un gran peso dallo stomaco.
Disse: - Questa azione piratesca vi costerа cara.
Ci penserа l'Imperatore.
Rilasciateci immediatamente.
Bayta s'accorse che le caviglie e i polsi erano attaccati alla parete da un campo d'attrazione.
L'uomo con la voce rauca si avvicinт a Toran.
Era grasso e con occhiaie profonde, il cranio era ombreggiato da pochi capelli radi.
In testa portava un cappello a punta ornato con una penna variopinta, e i baveri della sua giacca erano color argento.
Sghignazzт, soffiando dal naso. - L'Imperatore? Quel vecchio pazzo? - Ho con me il suo lasciapassare.
Nessun suddito puт tenerci prigionieri.
— Ma io non sono un suddito sacco d'immondizia.
Io sono il reggente e il principe ereditario, e sarа meglio che voi mi chiamiate con il mio titolo.
Per quanto riguarda il mio povero vecchio padre, lo diverte ricever visite di quando in quando.
E noi facciamo di tutto per farlo divertire.
Crede di essere ancora un Imperatore.
Ma naturalmente, non detiene alcun potere.
Poi avanzт mettendosi di fronte a Bayta, e lei lo guardт con disprezzo.
Le avvicinт la faccia e il suo fiato sapeva di menta.
Disse: - Hai begli occhi.
Ciommason… и persino piщ carina di quando li tiene aperti.
Penso che non sarа affatto male.
Un piatto esotico per un palato raffinato.
Toran si dibatteva inutilmente cercando di staccarsi dalla parete.
Il principe non si curт nemmeno di guardarlo e Bayta provт una stretta al cuore.
Ebling Mis era ancora svenuto con la testa piegata, ma Bayta notт sorpresa che Magnifico aveva gli occhi bene aperti, come se fosse stato sveglio da parecchi minuti.
I suoi occhi scuri la stavano osservando tristemente.
Mugolт, poi disse indicando con la testa il principe: - Lui mi ha preso il mio sonovisore.
Il principe si volse a guardare il clown: - E' tuo questo, mostro? - Afferrт lo strumento e lo esaminт.
Cercт di toccare i tasti senza riuscire a cavarne alcun suono. - Sai suonarlo, mostro? Magnifico annuм.
Toran parlт improvvisamente: - State oltraggiando dei cittadini della Fondazione.
Se non sarа l'Imperatore a vendicarci, ci penserа la Fondazione.
Commason rispose, parlando lentamente: - Che cosa? La Fondazione? E il Mulo che fine ha fatto? Toran non rispose.
Il principe sorrise mostrando i denti.
Il campo che teneva avvinto il buffone venne sciolto e gli misero tra le mani il sonovisore.
— Suona per noi, mostro - ordinт il principe. - Suona una serenata d'amore per la nostra signora straniera.
Dille che le prigioni di mio padre non sono palazzo ma che io potrт portarla in uno dove potrа nuotare nell'acqua di rose e dove saprа che cosa significa l'amore di un principe.
Descrivi l'amore di un principe, mostro.
Sedette su un tavolo di marmo dondolando le gambe.
Sorrideva, guardando fisso Bayta.
Toran s'agitт un'altra volta, ma ogni suo sforzo non approdт a nulla.
Ebling Mis cominciт a lamentarsi.
Magnifico protestт: - Le mie dita sono rigide…
— Ho detto di suonare, mostro! - urlт il principe.
A un gesto di Commason le luci vennero abbassate, e nell'oscuritа incrociт le braccia e aspettт.
Magnifico cominciт a suonare come un indemoniato muovendo le dita rapidamente da una chiave all'altra.
Un arcobaleno di colori inondт la stanza.
Una musica cupa si levт dallo strumento, triste e disperata.
Sembrava una risata amara.
Poi tornт l'oscuritа c il buio sembrт farsi spesso, quasi tangibile.
La musica giungeva alle orecchie di Bayta come attraverso uno schermo invisibile.
Luci violente ferivano ogni tanto i suoi occhi come se, a tratti riuscissero a squarciare le tenebre.
Automaticamente cercт d'aguzzare lo sguardo.
La luce aumentт ma era confusa.
Decine di colori si intrecciavano ad altri, mentre la musica aveva adesso un suono metallico, cattivo e in crescendo.
Le luci sembravano seguirne il ritmo.
Bayta provт un lieve senso di nausea.
Cercт di scuotersi mentre una strana emozione s'impadroniva di lei.
Era quasi simile a quella che aveva provato nella Volta del Tempo o durante gli ultimi giorni ad Haven.
Era orribile.
Era caduta nel terrore e nella disperazione.
Si rannicchiт in se stessa.
Poi la musica divenne piщ soffice, mentre un riso folle risuonava nuovamente nelle sue orecchie.
Tutte queste immagini sembravano lontane da lei, come se le osservasse con un telescopio capovolto.
La sua fronte era bagnata di sudore freddo.
La musica terminт.
Non era durata piщ di quindici minuti ma Bayta, provт una meravigliosa sensazione di sollievo.
Tornarono le luci e di fronte a lei stava il Magnifico sudato e rosso in faccia che la guardava preoccupato.
— Mia signora - balbettт, - come state? - Abbastanza bene - sussurrт lei. - Ma perchй hai suonato a quel modo? Poi si accorse degli altri nella stanza.
Toran e Mis erano svenuti.
I principe giaceva stranamente rigido ai piedi del tavolo, mentre Commason gemeva spalancando la bocca.
Magnifico s'avvicinт a Commason e questi si tirт indietro urlando terrorizzato.
Magnifico si avvicinт all'interruttore e liberт gli altri.
Toran tirт un gran sospiro, poi precipitandosi verso Commason lo afferrт per il collo. - Tu verrai con noi.
Vogliamo arrivare alla nave senza incorrere in altre disavventure.
Due ore piщ tardi, nella cucina dell'astronave, Bayta stava servendo un dolce casalingo, e Magnifico celebrava il ritorno nello spazio mangiandone in quantita.
— E buono, Magnifico? - Molto, molto.
— Magnifico? - Sм, mia signora? - Che cos'hai suonato laggiщ? Il buffone arrossм. - Preferirei… non dirlo.
Ho imparato, tempo fа, che il sonovisore puт influenzare molto profondamente il sistema nervoso.
E stata una brutta esperienza e non и certo adatta per la vostra anima innocente.
— Suvvia, Magnifico, non sono poi cosм innocente.
Non mi adulare.
Ho visto anch'io quello che hanno visto gli altri? - Spero di no.
Ho suonato solo per loro.
Voi avrete visto solo il riverbero.
— E mi и bastato, ti assicuro.
Lo sai che hai fatto svenire il principe? Magnifico sorrise addentando un altro pezzo di torta. - L'ho ucciso, mia signora.
— Che cosa? - esclamт Bayta sorpresa.
— Era giа morto prima che finissi, altrimenti avrei continuato.
Non mi importava nulla di Commason.
La sua piщ grande minaccia era la morte o la tortura.
Ma, mia signora, quel principe vi guardava con occhi…
— arrossм e s'interruppe.
Bayta fu colpita da uno strano pensiero ma lo represse. - Magnifico, tu hai un'amma galante.
— Mia signora - disse e poi abbassт la testa e non riuscм piщ a mandare giщ un solo boccone.
Ebling Mis guardava fuori dall'oblт.
Trantor era vicino… e la sua lucentezza metallica emanava una luce fosca.
Toran era in piedi accanto a lui.
Ebling Mis si passт una mano sulla fronte.
Era dimagrito e la sua voce sembrava assente.
Toran era seccato. - Come facevano a sapere che la Fondazione era stata sconfitta? - Che cosa? - Mis lo guardт interrogativamente.
Poi posт gentilmente una mano sul braccio di Toran.
Parlт come se non avesse sentito la domanda del giovane. - Toran, stavo osservando Trantor.
Sai… provo una strana sensazione da quando siamo atterrati su Neotrantor.
Provo un'ansia che mi spinge ad agire, a far qualcosa.
Toran, io posso riuscirci, sono certo che ci riuscirт.
Tutto ora mi sembra piщ chiaro nella mente, non ho mai avuto la mente cosм lucida.
Toran lo guardт, poi si strinse nelle spalle.
Quelle parole non lo rendevano piщ fiducioso.
Disse: - Mis? - Sм.
— Non hai visto un'astronave scendere mentre noi partivamo da Neotrantor? L'altro rispose brevemente. - No.
— Io invece si.
Forse l'ho solo immaginato, ma poteva anche essere quella nave filiana.
— Quella con a bordo il capitano Pritcher? - Non so chi c'era a bordo.
Le informazioni di Magnifico…
Ci ha seguito fino a qui, Mis.
Ebling Mis non rispose.
Toran lo guardт negli occhi. - C'и qualcosa che non va? Non stai bene? Gli occhi di Mis erano luminosi, la sua faccia pensosa aveva una strana espressione.
Non rispose.
Riconoscere un luogo dall'altro su un pianeta come Trantor era pressochй impossibile.
Non esistono continenti nй oceani a cui si possa fare riferimento.
Non esistono fiumi, laghi o isole che possano fornire una qualche indicazione della posizione.
Quel mondo coperto di metallo era, o meglio era stato, una colossale citta, e solamente il palazzo imperiale poteva essere riconosciuto a prima vista da uno straniero che venisse dallo spazio.
Il Bayta sorvolт il pianeta a bassa quota alla disperata ricerca di un punto di riferimento.
Partendo dalle regioni polari, dove il ghiaccio giа copriva le rovine degli edifici, segno evidente che anche l'impianto per il condizionamento atmosferico non funzionava piщ, si diressero verso sud.
Ogni tanto sembrava loro di riconoscere qualche edificio controllandolo con la mappa, tutt'altro che precisa, che si erano procurati su Neotrantor.
Quando giunsero nei pressi dell'ex-residenza dell'Imperatore, le costruzioni metalliche scomparvero per un'area di centinaia di chilometri quadrati, per lasciar posto al verde degli alberi e ai prati che circondavano il Palazzo.
Il Bayta s'abbassт ulteriormente e cercт di orientarsi.
Le colossali autostrade erano i soli punti di riferimento.
Atterrarono in un piazzale, che forse un tempo era stato un congestionato astroporto, pensando di essere nei pressi dell'Universitа.
Solo dopo essere scesi a terra si accorsero che tutti gli edifici, che da lontano sembravano ancora intatti, non erano che scheletri metallici contorti e in rovina, di palazzi uffici, negozi e magazzini.
Le spirali erano troncate a metа, le pareti lisce a tratti mostravano fenditure enormi.
Poi di colpo, si trovarono ai limiti di un terreno scoperto un centinaio di ettari di terreno coltivato.
Lee Senter aspettт che l'astronave atterrasse.
Era una nave dall'aspetto strano che certamente non proveniva da Neotrantor.
Lee Senter sospirт scuotendo la testa.
Quella nave straniera, che probabilmente veniva da lontano, poteva significare la fine del breve periodo di pace e il ritorno agli orrori della guerra.
Senter era il capo della comunitа aveva in custodia i vecchi libri e aveva letto dei vecchi tempi.
Non voleva che tornassero.
Durante quei dieci minuti di attesa mentre l'astronave atterrava.
Senter rivisse gli anni trascorsi.
Ricordava la prima grande fattoria della sua fanciullezza affollata sempre di gente in attivitа.
Poi ricordт quando la sua famiglia si era trasferita alla ricerca di altra terra da coltivare.
A quei tempi aveva dieci anni: era soltanto un bambino spaventato e curioso.
Una volta scelto il terreno bisognava poi abbattere e sradicare gli edifici, dissodare, innaffiare, rinvigorire il terreno e c'erano sempre altri edifici da abbattere e livellare, altri da trasformare in abitazioni.
Bisognava piantare il grano e mieterlo mantenere relazioni amichevoli con le fattorie vicine…
Il tempo passava e la comunitа s'ingrandiva nella pace e nella tranquillitа.
La nuova generazione era formata di gente dura e tenace, attaccata alla terra.
Un giorno era stato eletto capo della comunitа.
Dall'etа di diciotto anni non si radeva la barba e cosм era stato soprannominato il Barbuto.
Ora, forse, la Galassia riprendeva a interessarsi a loro ponendo fine al breve periodo idilliaco.
L'astronave atterrт.
Osservт i portelli aprirsi senza dire una parola.
Ne emersero quattro persone timorose e prudenti.
Erano tre uomini e una donna.
Il vegliardo smise di lisciarsi la lunga barba e andт loro incontro.
Li salutт con il gesto amichevole di pace.
Stese davanti a loro le mani callose con le palme rivolte in alto.
Il giovane fece due passi in avanti e anche lui ripetй lo stesso gesto.
— Vengo in pace - disse.
Aveva uno strano accento, ma le parole erano abbastanza comprensibili e diede loro il benvenuto. - E in pace ognuno rimanga.
Siate il benvenuto nel nostro Gruppo.
Se avete fame mangerete.
Se avete sete, berrete.
La risposta fu: - Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, e riferiremo della vostra gentile ospitalitа quando torneremo sul nostro pianeta.
La risposta era un pт ambigua, ma il vecchio non ribattй.
Dietro di lui gli altri uomini del Gruppo sorridevano, mentre le donne sbirciavano curiose da dietro le porte.
Giunti nella sua casa, il vecchio tolse dal muro una scatola nella quale conservava gelosamente i grossi sigari da fumare solo nelle grandi occasioni.
Quando si trattт di offrire il sigaro alla donna esitт.
Lei era seduta in mezzo agli uominh questi stranieri evidentemente permettevano, anzi accettavano, un simile affronto.
Rigido le porse la scatola.
Lei accettт con un sorriso e accese il sigaro aspirando il fumo compiaciuta.
Lee Senter frenт un gesto scandalizzato.
La conversazione piuttosto formale, prima del pranzo, verteva sull'agricoltura.
Fu il piщ vecchio degli stranieri a chiedere: - E perchй non usate le coltivazioni idroponiche? Certamente, per un mondo come Trantor, sarebbe un sistema piщ efficace.
Senter scosse la testa lentamente.
Era incerto.
Non conosceva troppo bene l'argomento.
Disse: - Sarebbe la coltivazione artificiale a base chimica? No, non su Trantor.
Una coltura idroponica richiede un grande sviluppo industriale, specialmente dell'industria chimica.
E in caso di guerra o di disastri, il popolo morirebbe di fame.
E poi non tutto il cibo puт essere coltivato artificialmente.
Alcuni alimenti perdono il loro valore nutritivo.
Il terreno costa meno, rende di piщ… e dа piщ sicurezza.
— E la vostra produzione agricola и sufficiente? - Sм, forse il cibo и un pт monotono.
Alleviamo galline per il nostro fabbisogno di uova e abbiamo abbastanza latte; per la carne, invece, dobbiamo ancora dipendere dal commercio con altri pianeti.
— Commercio? - Il piщ giovane degli stranieri sembrт interessarsi.
— Voi commerciate, allora.
Ma che cosa esportate? - Metallo - rispose il vecchio. - Come voi stesso potete osservare, ne abbiamo una riserva inesauribile, e giа lavorato.
Vengono da Neotrantor con le astronavi demoliscono l'area prescelta, aumentando in questo modo la superficie coltivabile, e portano via il metallo.
In cambio ci forniscono carne, frutta in scatola, cibo concentrato, macchinari per l'agricoltura e cosм via.
Il pranzo era a base di pane e formaggio e di un ottimo passato di verdura.
Dopo il dessert di frutta in scatola, il solo prodotto importato di tutto il menu, la conversazione divenne piщ amichevole.
Il giovane tirт fuori una mappa di Trantor.
Lee Senter la esaminт con attenzione.
Ascoltт le richieste poi disse in tono serio: - La zona attorno all'Universitа и un'area riservata.
Noi agricoltori non coltiviamo quel terreno.
Se possibile, evitiamo perfino di entrarci.
E' una delle poche rovine del passato che vorremmo lasciare intatte.
— Noi siamo studiosi.
Non toccheremo nulla.
La nostra astronave rimarrа qui come ostaggio.
— In questo caso vi accompagneremo personalmente - rispose Senter.
Quella notte, mentre gli stranieri dormivano, Lee Senter inviт un messaggio su Neotrantor.
Ogni rumore cessт appena il gruppo di persone s'inoltrт tra gli edifici dell'Universitа.
Gli stranieri della Fondazione non sapevano nulla dei giorni e delle notti orrende del saccheggio quando tutto era stato distrutto, tranne gli edifici dell'Universitа.
Non sapevano nulla della disperata resistenza degli studenti, dopo il crollo del governo imperiale.
Quei giovani pallidi, armati alla meglio e senza esperienza, difesero strenuamente la zona dell'Universitа respingendo tutti gli attacchi per salvare il centro del sapere della Galassia.
Non sapevano nulla dei sette giorni di lotta dura e violenta, e dell'armistizio che stabiliva che l'Universitа non venisse distrutta, mentre perfino i giardini del palazzo imperiale erano stati occupati dall'esercito di Gilmer.
Questi uomini della Fondazione, avvicinandosi all'Universitа per la prima volta, credettero invece che in questo mondo distrutto completamente e che a fatica riprendeva a vivere ricominciando dalle origini, questa area rappresentasse solo il simbolo piщ significativo dell'antica grandezza.
In un certo senso si sentivano degli intrusi.
Il silenzio sembrava respingerli e l'atmosfera dell'Universitа era ancora solenne.
La Biblioteca sembrava un edificio piuttosto piccolo, ma in realtа la maggior parte dei volumi erano custoditi nei giganteschi sotterranei.
Ebling Mis si fermт nella sala di lettura.
Parlт a bassa voce come se fosse intimidito dall'ambiente. - Probabilmente abbiamo giа passato la stanza dei cataloghi.
Mi fermerт qui.
Aveva la fronte sudata e le mani gli tremavano. - Non voglio essere disturbato, Toran.
Penserai tu a portarmi da mangiare? - Certamente.
Faremo tutto ciт che desideri.
Vuoi che ti aiutiamo nel tuo lavoro? - No.
Preferisco essere lasciato solo.
— Pensi di riuscire a scoprire quello che cerchi? Ebling Mis rispose con aria assente: - Sono certo che ci riuscirт.
La vita di Toran e Bayta su Trantor scorreva tranquillamente piщ di quanto non lo fosse mai stata nel loro primo anno di vita coniugale.
La loro casa aveva certo un aspetto poco raccolto.
Vivevano in mezzo ad edifici grandiosi.
Si procuravano il cibo nella vicina fattoria di Lee Senter dando in cambio i piccoli aggeggi atomici che costituivano il carico dell'astronave di ogni mercante.
Magnifico imparo da solo a servirsi dei proiettori della sala di lettura, e assisteva per ore e ore a proiezioni di libri d'avventure di romanzi e di novelle dimenticandosi perfino dell'ora dei pasti, come Ebling Mis.
Ebling era continuamente immerso nei suoi studi.
Insistette perchй gli portassero una amaca nella Sala dei Documenti sulla Psicologia.
Ogni giorno diventava piщ pallido e piщ magro.
Parlava poco e non imprecava quasi piщ.
Qualche volta sembrava seccato di vedere intorno a sй persino Bayta e Toran.
Sembrava piщ a suo agio con Magnifico, che gli portava da mangiare e si fermava li a osservarlo affascinato, senza parlare per ore e ore, mentre lo psicologo trascriveva equazioni lunghissime ed esaminava i testi, alla ricerca di un qualcosa che lui solo conosceva.
Toran entrт in una stanza senza luce e chiamт ad alta voce: - Bayta! Bayta sussultт e si senti quasi in colpa. - Si? Cosa vuoi, Toran? - Che cosa fai qui al buio? Da quando siamo arrivati su Trantor non sei piщ la stessa.
Che ti succede? - Toran, smettila - rispose lei seccata.
— Toran, smettila - ripetй lui facendola il verso.
Poi assumendo un tono gentile le chiese: - Che cosa c'и che non va, Bayta? Sei preoccupata.
— No, Toran, non ho niente.
Se continui a lamentarti e a brontolare mi farai impazzire.
Stavo semplicemente pensando.
— Pensando a che? - A niente.
Be', al Mulo, a Haven, alla Fondazione, a tutto insomma.
Stavo pensando a Ebling Mis, e mi chiedevo se riuscirа a trovare la Seconda Fondazione… e a un milione di altre cose.
Sei contento adesso.
— Se hai voglia di metterti a piagnucolare, smettila.
Non и divertente e non ci aiuta affatto a risolvere il problema.
Bayta s'alzт e gli sorrise. - D'accordo.
Adesso sono felice.
Visto? Sorrido.
Fuori si senti la voce di Magnifico che gridava eccitato: - Mia signora…
— Che c'и? Vieni…
Bayta non riuscм a terminare la frase, e rimase a bocca aperta per lo stupore, riconoscendo la figura che aveva oltrepassato la soglia della stanza.
— Pritcher! - gridт Toran.
Bayta riuscм a riprendersi. - Capitano! Come avete fatto a trovarci? Han Pritcher avanzт verso di loro.
La sua voce era chiara e assolutamente priva di emozioni. - Sono colonnello adesso… al servizio del Mulo.
— Al servizio del…
Mulo! - Toran rimase senza voce.
Tutt'e tre rimasero immobili.
Magnifico si rifugiт immediatamente dietro le spalle di Toran.
Nessuno gli prestт attenzione.
Bayta si stringeva le mani tremanti di rabbia. - Siete venuto ad arrestarci? Siete veramente passato al nemico? Il colonnello rispose parlando in fretta: - Non sono venuto per arrestarvi.
Le mie istruzioni non riguardano voi.
Nei vostri confronti sono libero di agire come credo, e vorrei esservi amico, se me lo permetterete.
La faccia di Toran era sfigurata dall'ira. - Come avete fatto a trovarci? Eravate sulla nave filiana? Ci avete seguiti? La faccia inespressiva di Pritcher sembrт imbarazzata. - Sм, ero sulla nave filiana.
Vi ho incontrato nello spazio… per puro caso.
— E un'eventualitа matematicamente impossibile.
— No.
E' soltanto molto improbabile e mi dovete credere sulla parola.
In ogni modo avete dichiarato al funzionario della nave filiana che vi ha interrogati, non esiste naturalmente nessun pianeta chiamato Filia che stavate dirigendovi verso il settore di Trantor, e poichй il Mulo hа giа stabilito contatti con Neotrantor, mi и stato facile farvi trattenere laggiщ.
Sfortunatamente, siete riusciti a fuggire prima che io arrivassi, non molto prima, tuttavia, e ho fatto in tempo a ordinare ai contadini di Trantor di avvertirmi del vostro arrivo.
Posso sedermi? Sono venuto qui con intenzioni amichevoli credetemi.
Si sedette.
Toran chinт la testa pensieroso.
Bayta con aria indifferente preparт il tи.
Toran alzт la testa improvvisamente. - Ebbene, colonnello, che cosa aspettate? Che cosa significa la vostra amicizia? Se non ci arrestate, cosa volete da noi? O volete metterci sotto custodia per proteggerci? Chiamate i vostri uomini e impartite gli ordini del caso.
Pritcher scosse la testa, pazientemente. - No, Toran.
Io sono venuto fin qui di mia spontanea volontа, per convincervi dell'inutilitа del vostro lavoro.
Se non ci riuscirт, me ne andrт.
Questo и tutto.
— Allora sbrigatevi a spiattellarci la vostra propaganda, e quando avrete finito andatevene.
Io non voglio il tи.
Bayta.
Pritcher ne prese una tazza e ringraziт.
Guardт Toran fisso negli occhi mentre sorseggiava la bevanda, poi disse: - Il Mulo и un mutante.
A causa di questo и invincibile.
— Perchй? Che tipo di mutante и? - disse ironico Toran. - Immagino che ora ce lo direte, vero? - Sм.
Che voi lo sappiate non lo danneggerа minimamente.
Vedete, egli и capace di condizionare l'equilibrio emotivo degli esseri umani.
Sembra una cosa da niente, ma и semplicemente impossibile sconfiggere un tale potere.
Bayta intervenne. - Equilibrio emotivo? Che cosa significa? Non capisco.
— Significa che il Mulo puт instillare in un generale capace una lealtа assoluta verso di lui e la convinzione che lui vincerа sempre.
I suoi generali sono controllati emotivamente.
Non possono tradirlo, non possono avere debolezze.
I suoi piщ tenaci nemici diventano i suoi piщ fedeli sudditi.
Il governatore di Kalgan si arrese immediatamente e ora и vicerй del Mulo per la Fondazione.
— E voi - aggiunse Bayta amaramente. - avete tradito la vostra causa e siete diventato rappresentante del Mulo su Trantor.
Capisco! - Non ho finito.
Il Mulo ha anche altri poteri.
Puт provocare la disperazione e la rassegnazione in campo nemico.
Al momento cruciale, gli uomini chiave, sia della Fondazione sia di Haven, si sono lasciati prendere dal panico.
I loro mondi sono caduti senza lotta.
— Intendete dire - disse Bayta, - che la sensazione che provai nella Volta del Tempo era provocato dall'impulso emotivo instillatomi dal Mulo? - Certo.
Anch'io ho provato la medesima sensazione.
Lo stesso fenomeno non si и verificato su Haven? Bayta si girт.
Il colonnello Pritcher continuт a parlare. - Ha effetto sia con pianeti interi sia su singoli individui.
Siete capaci voi di imprimere un impulso che faccia arrendere un pianeta al momento giusto? Riuscireste voi a trasformare un nemico in suddito fedele? Toran chiese: - Come possiamo sapere che state dicendo la veritа? - Potete spiegare altrimenti la sconfitta di Haven e della Fondazione? Potete spiegare altrimenti… la mia conversione? Pensateci, che cosa siamo riusciti a fare noi e tutta la Galassia contro il Mulo in questi mesi? Nulla.
— Per la Galassia noi siamo riusciti a far qualcosa! - urlт Toran.
Voi avete detto che il vostro grande capo aveva dei contatti su Neotrantor, non и vero? Ebbene quelle persone sono morte, se non peggio.
Abbiamo ucciso il principe reggente e abbiamo fatto dell'altro un idiota.
Il Mulo non ci ha fermato, allora.
— Quelli non erano i nostri uomini.
Il principe reggente era un avvinazzato assolutamente mediocre.
L'altro, Commason, era fondamentalmente stupido.
Nel suo mondo aveva una grande influenza, ma questo non gli impediva di essere vizioso, stupido e assolutamente incapace.
Noi eravamo solo in contatto con loro.
Essi non erano che marionette…
— Sono stati loro ad arrestarci o perlomeno ci hanno provato.
— Ripeto che non erano loro i nostri emissari.
Commason aveva uno schiavo personale, un certo Inchney.
Lui и il nostro emissario.
E vecchio, ma ci sarа utile temporaneamente.
Voi non sareste riusciti a ucciderlo.
Bayta intervenne.
Non aveva toccato il suo tи.
— Ma, secondo quanto avete detto voi stesso, le vostre emozioni sono controllate.
Avete fiducia nel Mulo, credete in lui ciecamente? Che valore possono avere le vostre opinioni? Non avete la possibilitа di esprimere un giudizio obiettivo.
— Sbagliate - rispose lentamente il colonnello scrollando la testa.
Solo il mio sistema emotivo и stato condizionato.
Il mio cervello и come prima.
Io sono portato a pensare in una determinata direzione, ma non ci sono costretto.
E ci sono alcune cose che ora posso vedere molto piщ chiaramente, poichй mi sono liberato dei miei legami emotivi.
Posso vedere che il programma del Mulo и intelligente e valido.
Da quando sono stato convertito, ho conosciuto la sua carriera fin dagli inizi, sette anni fa.
Con i suoi poteri mentali di mutante, egli cominciт sconfiggendo un condottiero e la sua banda.
Con quella, e con i suoi poteri, conquistт un pianeta.
Poi riuscм ad allargare i suoi territori fino a sconfiggere Kalgan.
Ogni passo segue una logica precisa.
Con Kalgan egli era in possesso di una flotta efficiente, e con quella e il suo potere attaccт la Fondazione.
— La Fondazione и indispensabile - continuт Pritcher. - In essa и Concentrata tutta la produzione industriale della Galassia.
Il Mulo, ora che possiede la tecnologia atomica della Fondazione, ha in mano potenzialmente l'intera Galassia.
Con l'energia atomica, e con i suoi poteri mentali, puт costringere gli altri mondi a riconoscere la sua autoritа e infine, alla morte del vecchio imperatore, che tra l'altro и un povero matto e non vivrа a lungo, si farа incoronare imperatore.
Cosм diventerа Imperatore di nome oltre che di fatto.
Chi si potrа opporre a lui? In questi ultimi sette anni il Mulo ha creato un nuovo Impero.
In sette anni, in altre parole, ha ottenuto ciт che Seldon aveva previsto si sarebbe compiuto in settecento anni.
La Galassia finalmente avrа un ordine e sarа in pace.
E voi non riuscirete a fermarlo.
Un lungo silenzio seguм il discorso di Pritcher.
Toran si mordeva le unghie.
La faccia di Bayta era fredda, distante e pallida.
Poi Bayta ribattй parlando sottovoce: - Non siamo convinti.
Se il Mulo vuole farci diventare suoi fedeli, venga di persona e provi a convincerci lui.
Voi l'avete combattuto fino all'ultimo, immagino, prima di essere convertito.
— E' vero - rispose Pritcher.
— Concedeteci lo stesso privilegio, allora.
Il colonnello si alzт. - Va bene, me ne andrт - disse. - Come ho giа detto prima, la mia missione non riguardava voi.
Di conseguenza non и necessario che io riferisca della vostra presenza qui.
Non и gentilezza da parte mia.
Se il Mulo vorrа fermarvi, probabilmente assegnerа a qualcun altro questo compito.
— Vi ringraziamo - disse Bayta.
— E Magnifico dov'и? Esci Magnifico, non ti farт del male…
— Che cosa volete da lui? - disse Bayta adirata.
— Niente.
Le mie istruzioni non riguardano nemmeno lui.
Ho sentito dire che il Mulo lo cerca, ma lo troverа quando gli sembrerа piщ opportuno.
Io non dirт nulla.
Volete stringermi la mano? Bayta scosse la testa.
Toran si voltт dall'altra parte.
Le spalle del colonnello sembrarono abbassarsi lievemente.
S'avviт verso la porta, poi disse: - Un'ultima cosa.
Non crediate che io non sappia perchй siete cosм testardi.
Sappiamo benissimo che state cercando la Seconda Fondazione.
Il Mulo, quando gli parrа opportuno, prenderа i provvedimenti necessari.
Avrete tutto contro.
Io vi ho conosciuto in altri momenti e forse c'и qualcosa nella mia coscienza che mi ha spinto a parlarvi, in ogni modo io ho fatto del mio meglio per mettervi in guardia del pericolo prima che fosse troppo tardi.
Addio.
Salutт e uscм.
Bayta si volse verso Toran che era rimasto in silenzio e sussurrт: - Sanno persino della Seconda Fondazione.
Nei sotterranei della libreria.
Ebling Mis, all'oscuro di ciт che era successo, stava esultando.
Aveva fatto una scoperta, s'incominciava e vedere uno spiraglio di luce.
Ebling Mis morм due settimane dopo.
In quel periodo, Bayta lo vide tre volte: subito dopo la visita del colonnello Pritcher, una settimana dopo, e pochi momenti prima che morisse.
Dopo la partenza del colonnello Pritcher, Bayta e Toran rimasero piщ di un'ora a discutere animatamente sull'opportunitа o meno di avvertire Ebling Mis.
— Toran, diciamolo a Ebling - disse Bayta.
— Pensi che possa servire a qualcosa? - osservт Toran.
— Siamo solo in due, dobbiamo tentare di dividere con qualcuno questa responsabilitа.
Forse Ebling ci potrа aiutare.
— E cambiato - disse Toran. - E dimagrito paurosamente, e il cervello non gli funziona piщ bene.
E' sempre distratto.
Spesso dubito che riuscirа a scoprire qualcosa di importante.
Non so nemmeno piщ che cosa potrа aiutarci.
— Non parlare cosм, Toran! - esclamт Bayta. - Non in questo modo.
Quando sento certe parole mi pare che il Mulo sia qui vicino a noi pronto a farci suoi schiavi.
Andiamo a dirlo a Ebling Mis.
Adesso, immediatate.
Ebling Mis alzт la testa dalla scrivania e sbattй le palpebre guardandoli come se non li riconoscesse.
Era spettinato e mezzo addormentato.
— Che c'и? - disse. - Qualcuno mi vuole? Bayta si chinт in ginocchio vicino a lui. - Ti abbiamo svegliato? Vuoi che ce ne andiamo? - Andiamo? Ma chi и? Bayta? No, no, rimani! Non ci sono delle sedie? Eppure le ho viste… - si guardт intorno per la stanza.
Toran prese due sedie e le mise accanto a quella del vecchio.
Bayta si sedette e prese la mano pallida e magra dello psicologo fra le sue.
— Possiamo parlarti? - C'и qualcosa che non va? - I suoi occhi distratti sembrarono illuminarsi.
Le sue guance incavate ripresero un pт del loro colorito naturale.
— C'и qualcosa che non va, Bayta? Bayta disse: - Il capitano Pritcher и stato qui.
Lascia parlare me, Toran.
Ti ricordi il capitano Pritcher? - Sм… sм… - Con due dita si pizzicт il labbro inferiore. - Un uomo alto.
Un democratico.
— Sм, proprio lui.
Ha scoperto in che consiste la mutazione del Mulo.
E venuto qui e ce lo ha detto.
— Ma non и una novitа.
Ho giа scoperto la natura della mutazione del Mulo da molto tempo. - Era sinceramente stupito. - Non ve l'ho detto? Ho dimenticato forse di dirvelo? - Dimenticato di dirci che cosa? - chiese Toran.
— Della mutazione del Mulo, naturalmente.
Lui riesce a controllare il sistema emotivo.
Possiede un controllo emotivo! E io non ve l'ho detto? Chissа che cosa me l'ha fatto dimenticare. - Cominciт a succhiarsi il labbro inferiore e si mise a pensare.
Poi lentamente si riprese e cominciт a parlare piщ speditamente, come se finalmente il suo cervello intorpidito avesse ripreso a funzionare.
— Non и una cosa semplice da spiegare.
Richiede una conoscenza specifica in questo campo.
Con la matematica della psicostoria, naturalmente, la soluzione и semplice, basta risolvere un'equazione di terzo grado con non piщ di…
Ma lasciamo perdere la matematica.
Forse riuscirт a spiegarvelo con parole semplici, anche se non и una cosa facile, quando si tratta di problemi psicostorici.
"Vi siete chiesti che cosa puт aver capovolto lo schema storico, studiato in tutti i minimi dettagli da Hari Seldon? - Guardт prima l'uno e poi l'altro con aria interrogativa. - Quali sono i piщ importanti postulati di Seldon? Primo: che non avvengano cambiamenti fondamentali nella societа umana negli ultimi mille anni.
Per esempio innovazioni di carattere tecnico come la scoperta di una nuova fonte di energia, o un maggior approfondimento dello studio della neurobiologia elettronica.
I mutamenti sociologici avrebbero potuto rendere il Progetto Seldon completamente inutile.
Ma niente di tutto ciт si и verificato.
"Supponiamo che, nei pianeti al di fuori della Fondazione, fosse stata inventata una nuova arma capace di rendere assolutamente inutile l'armamento della Fondazione.
Una cosa del genere, anche se con minori probabilitа, avrebbe potuto creare degli ostacoli al Progetto.
Ma neanche questo caso si и verificato.
Il depressore atomico del Mulo era un'arma assolutamente inefficace e facilmente neutralizzabile.
E finora и la sola innovazione del Mulo in fatto di armi.
«Ma esiste un secondo postulato molto piщ sottile - continuт Ebling.
— Sheldon ha presupposto che le reazioni umane a determinati stimoli fossero costanti.
Dopo aver visto che il primo postulato non и cambiato, allora и il secondo che deve aver ceduto! Un qualche fattore deve aver cambiato, deviato la reazione umana agli stimoli, altrimenti il progetto Seldon non avrebbe potuto fallire e quindi la Fondazione non sarebbe stata sconfitta.
E quale altro fattore puт essere se non il Mulo? «Mi avete capito? Avete dei dubbi? - Chiese lo psicologo.
— No.
Ebling - rispose Bayta.
Mis pareva felice come un bambino. - Tutto comincia ad apparirmi cosм chiaro ora che talvolta mi chiedo che cosa mi sia successo.
Qualche volta mi ricordo di quando un mucchio di cose mi sembravano un mistero, mentre adesso и tutto cosм chiaro.
Non esistono piщ problemi.
Ogni volta che se ne presenta uno riesco a risolverlo e capisco tutto chiaramente.
E questo mi spinge a continuare… sempre avanti… non posso fermarmi… e non vogho mangiare o dormire… ma continuare…
avanti… avanti…
La sua voce era diventata un bisbiglio.
Le sue mani tremavano per l'emozione.
I suoi occhi erano febbricitanti e lontani.
Poi sembrт calmarsi e disse: - E cosм non vi ho parlato dei poteri del Mulo.
Ma voi… non mi avete detto che lo sapevate? - Ce l'ha detto il capitano Pritcher, non te ne ricordi? - disse Bayta.
— E' stato lui a dirvelo? - Sembrava un pт seccato. - E come l'ha scoperto? - Il capitano и stato condizionato dal Mulo.
Ora и colonnello del suo esercito: и un uomo del Mulo.
E' venuto ad avvisarci affinchй ci arrendessimo al Mulo.
— Allora il Mulo sa che ci troviamo qui? Devo sbrigarmi… dov'и Magnifico? Non и qui con voi? - Magnifico sta dormendo - disse Toran. - E' mezzanotte passata.
— Davvero? Allora…
Stavo dormendo quando siete entrati qui? - Si - disse Bayta con decisione, - e ora la smetti di lavorare e te ne vai a letto.
Su.
Toran, aiutami.
E tu.
Ebling, non fare storie, e ringrazia che prima non ti metta sotto la doccia.
Togligli le scarpe.
Domani uscirai di qui e verrai fuori a prendere un pт di sole prima che ti consumi del tutto.
Ti stanno crescendo le ragnatele addosso.
Ebling.
Hai fame? Ebling scosse la testa e si guardт la giacca piena di macchie. - Vorrei che domani mi mandaste giщ Magnifico - mormorт.
Bayta gli rimboccт le coperte intorno al collo. - Verrа giщ domani con vestiti puliti.
Farai un bel bagno, poi andremo a visitare la fattoria.
Un pт di sole ti farа bene.
— Non posso - disse Mis. - Ho troppo da fare.
I suoi capelli bianchi erano sparsi sul cuscino e gli incorniciavano la testa come una corona d'argento.
La sua voce era diventata sempre piщ tenue - Volete trovare la Seconda Fondazione, non и vero, forse? Toran s'avvicinт a lui e chiese ansioso: - Che cosa sai della Seconda Fondazione.
Ebling? Lo psicologo si liberт un braccio da sotto le coperte e afferrт Toran per una manica. - Le Fondazioni vennero create dopo il Grande Convegno di tutti gli psicostorici guidati da Seldon.
Toran, sono riuscito a trovare le copie dei verbali del Convegno.
Venticinque film.
Ho giа consultato una serie di resoconti.
— Ebbene? - Ebbene, и molto facile trovare l'esatta collocazione della Prima Fondazione, se si conosce un pт di psicostoria.
Esistono frequenti riferimenti, quando si comprendono le equazioni.
Ma, Toran, non si parla mai della Seconda Fondazione.
Non esistono riferimenti in merito.
Toran s'accigliт. - Allora non esiste? - Ma certo che esiste - disse Mis seccato. - Chi ha detto che non esiste? Solo non se ne parla.
E tutti i riferimenti sono nascosti e oscuri.
Non capisci? E' la piщ importante delle due.
E quella fondamentale, и quella che conta! E io ho le copie della relazione del convegno.
Il Mulo non ha ancora vinto…
Con voce calma Bayta disse: - Adesso dormi - e spense la luce.
Senza parlare, Toran e Bayta s'avviarono verso casa.
Il giorno seguente.
Ebling Mis, ben vestito e lavato, vide il sole di Trantor per l'ultima volta.
Verso sera egli era di nuovo immerso fra le sue carte e non sarebbe piщ uscito di lм.
La settimana seguente la vita riprese il suo corso normale.
Il sole di Neotrantor luccicava come una stella gigante nel firmamento di Trantor.
La fattoria era in piena attivitа per la semina.
L'area dell'Universitа era sempre immersa nel silenzio.
La Galassia sembrava vuota.
Il Mulo sembrava non essere mai esistito.
Bayta era immersa in queste considerazioni mentre osservava Toran che si accendeva il sigaro.
— E' una bella giornata - disse lui.
— Sм, и vero.
Hai scritto tutto nella lista, Toran? - Certamente.
Mezzo chilo di burro, una decina di uova, fagiolini…
Ho scritto tutto, Bayta.
Non dimenticherт niente.
— Bene.
E fai attenzione che i fagiolini siano freschi.
Hai visto Magnifico? - Non lo vedo da questa mattina a colazione.
Probabilmente sarа di sotto, con Ebling, a guardare qualche libro di avventure.
— Non perdere tempo, perchи ho bisogno delle uova per cena.
Toran s'allontanт sorridendo.
Bayta lo guardт allontanarsi.
S'avviт verso la cucina, poi esitт un momento e si diresse verso l'ascensore che portava ai piani inferiori, Ebling Mis era chinato su un proiettore.
Accanto a lui Magnifico arrampicato su una sedia, osservava attentamente il lavoro dello psicologo.
— Magnifico - sussurrт Bayta.
Magnifico saltт in piedi. - Sм, mia signora? - Magnifico - disse Bayta. - Toran e andato alla fattoria e per un pт non sarа di ritorno.
Mi vorresti fare un piacere? Gli potresti portare questo biglietto? - Con piacere, mia signora, и una gioia per me.
Lei rimase sola con Ebling Mis che non s'era ancora mosso.
Bayta posт una mano sulla spalla dello psicologo e disse: - Ebling…
Lo psicologo sobbalzт. - Che c'e? Se tu, Bayta? E dov'и Magnifico? - L'ho mandato via.
Volevo parlarti da sola. - Pronunciт queste parole lentamente e con estrema chiarezza. - Eblig, devo parlarti.
Lo psicologo fece per tornare ad esaminare il proiettore, ma Bayta lo trattenne con la mano che gli aveva posato sulla spalla.
Sentм le ossa sporgenti sotto la stoffa dell'abito.
Tutta la carne sembrava essersi volatilizzata da quando erano arrivati a Trantor.
La sua faccia era magra e giallognola.
Le spalle erano curve.
Bayta disse: - Magnifico non ti dа fastidio per caso? E' sempre qui giщ con te, notte e giorno.
— No, no.
Per nulla.
Non mi accorgo nemmeno di lui.
Rimane in silenzio e non mi disturba.
Qualche volta mi porta i film dagli scaffali sembra capire quello che voglio senza bisogno che glielo chieda.
Lascia pure che mi tenga compagnia.
— Bene, ma…
Ebling, non hai mai pensato a Magnifico? Mi senti, Ebling? Non ti preoccupa? Si sedette accanto a lui e lo guardт negli occhi.
Ebling scosse la testa. - No.
Che cosa vuoi dire? - Il colonnello Pritcher e anche tu affermate che il Mulo condiziona il sistema emotivo delle persone.
Ne siete sicuri? Magnifico non sembra quadrare con le vostre teorie.
L'altro non rispose.
Bayta si trattenne dall'impulso di scuotere il vecchio. - Che cos'hai, Ebling? Magnifico era il buffone del Mulo.
Perchй non и stato condizionato ad amarlo? Perchй lo odia a quel modo? - Ma… ma lui и stato condizionato.
Certamente, Bayta! - Sembrava cercasse di convincere anche se stesso. - Credi che il Mulo tratti i suoi generali allo stesso modo di come tratta il suo buffone? Da un buffone non ha bisogno di lealtа e amore, preferisce infondergli terrore.
Non hai notato come il terrore che il Magnifico sente per il Mulo sia di natura patologica? Pensi che sia normale un terrore simile? La paura portata a questi limiti diventa comica.
Probabilmente questo genere di comicitа divertiva il Mulo… e in un certo senso gli era anche utile, poichй deformava ogni informazione che avremmo potuto ricavare su di lui da Magnifico.
— Intendi dire che le informazioni che ci ha dato Magnifico sul Mulo erano false? - disse Bayta.
— Se non false, certo deformate.
Ogni sua osservazione era influenzata da questa paura patologica.
Il Mulo non и un gigante come crede il Magnifico.
Come aspetto fisico probabilmente и piщ che normale.
Ma evidentemente lo divertiva apparire come un gigante agli occhi di Magnifico… - Lo psicologo scrollт le spalle. - In ogni modo non hanno piщ importanza le informazioni di Magnifico.
— E che cosa cerchiamo allora? Mis si scrollт e si chinт nuovamente sul proiettore.
— Che cosa cerchiamo? - ripetй. - La Seconda Fondazione.
Mis si voltт di scatto verso Bayta. - Non te ne ho mai parlato.
Non ricordo di averti detto nulla.
Non sono ancora pronto.
Che cosa ti ho detto? - Niente - disse Bayta. - Per la Galassia, non mi hai detto niente, ma vorrei che ti sbrigassi: sono stanca.
Quando finirа tutto questo? Ebling Mis la guardт mortificato. - Suvvia, mia cara…
Non avevo intenzione di farti arrabbiare.
Qualche volta sembro dimenticare chi sono i miei amici.
Sento che non dovrei parlarne a nessuno.
Bisogna mantenere il segreto… ma non con te.
No di certo - e le accarezzт la testa.
— Allora parlami della Seconda Fondazione - disse Bayta.
La voce del vecchio diventт un sussurro: - Sai tu in che modo oscuro Seldon ne ha nascosto ogni traccia? Tutti i rapporti sul Convegno, fino a un mese fa non mi sarebbero serviti a nulla, se non si fosse verificato in me questo strano cambiamento.
E anche adesso tutto и ancora molto vago.
Tutti i documenti del Convegno sono slegati fra di loro e sempre molto oscuri.
Piщ di una volta mi sono chiesto se gli stessi partecipanti al Convegno conoscessero con esattezza il pensiero di Hari Seldon.
Qualche volta mi viene da pensare che tutto il Convegno non sia che un gigantesco muro eretto per nascondere la veritа.
— Sulle Fondazioni? - chiese Bayta.
— No, solo sulla Seconda! La nostra Fondazione и semplice.
Ma la Seconda и solamente un nome.
Ogni tanto se ne parla, ma ogni elemento и nascosto nei meandri della matematica.
Vi sono ancora molte cose che non sono riuscito a comprendere, ma da sette giorni i pezzi del mosaico sembrano accordarsi.
"La Fondazione numero Uno era un mondo di scienziati fisici.
Rappresentava l'unione di tutta la morente scienza della Galassia e aveva lo scopo di fornire nuovo vigore alla ricerca scientifica.
Non c'erano inclusi psicologi.
Sembra una mancanza, ma c'era una ragione precisa.
La spiegazione piщ semplice и che la psicostoria di Seldon non agisce sugli individai, ma su tutta la massa che deve ignorare gli avvenimenti che seguiranno, in modo che agiscano in maniera naturale.
Mi segui? - Sм dottore.
— Allora ascoltami bene.
La Fondazione numero Due era un mondo di scienziati del pensiero.
Era esattamente l'opposto del nostro mondo: in quel pianeta dominava la psicologia e non la fisica.
Capisci? - No.
— Ragiona, Bayta, usa il cervello.
Hari Seldon sapeva che la psicostoria prediceva solo probabilitа, non certezze.
Esisteva sempre un margine di errore, e con il tempo questo margine sarebbe aumentato in progressione geometrica.
Seldon avrebbe naturalmente fatto di tutto per evitare un errore del genere.
Ora, la nostra Fondazione era ben attrezzata dal punto di vista tecnico.
Poteva costruire armi e sconfiggere eserciti.
Con la forza avrebbe respinto ogni attacco.
Ma che poteva fare contro l'attacco mentale del Mulo? - Per questa ragione Seldon avrebbe creato la Seconda Fondazione! - concluse eccitata Bayta.
— Sм, si, si! Certamente! - Ma fino ad ora non hanno fatto nulla.
— Come lo sai? Bayta pensт per un attimo, poi disse: - Effettivamente non lo so.
Ma hai le prove che si siano giа mossi? - No.
Vi sono molti fattori che non ho ancora compreso.
Forse anche la Seconda Fondazione, proprio come noi, si и sviluppata lentamente, per gradi.
Che cosa ne sappiamo del loro attuale stato di sviluppo? Sono abbastanza forti da combattere il Mulo? Sono consci del pericolo? Hanno dei capi capaci? - Ma se loro seguono il Progetto Seldon, dovranno per forza sconfiggere il Mulo.
Mis corrugт la faccia. - La Seconda Fondazione ha un compito piщ difficile che non la Prima.
I suoi problemi sono di gran lunga piщ complessi, e maggiori sono le possibilitа di errori.
E se la Seconda Fondazione non riuscisse a sconfiggere il Mulo, sarebbe una catastrofe.
Probabilmente sarebbe la fine della razza umana, almeno come la intendiamo noi.
— No.
— Sм.
Se i discendenti del Mulo ereditassero i suoi poteri mentali, il resto degli uomini non potrebbero competere con loro.
Si verrebbe a creare una razza dominante, una nuova aristocrazia, e l'umanitа sarebbe relegata nel ruolo di razza inferiore.
Capisci? -Sм.
— E se per un caso qualsiasi il Mulo non riuscisse a creare una dinastia, creerebbe comunque un nuovo Impero basato unicamente sul suo potere personale.
Questo Impero cesserebbe con la sua morte, la Galassia verrebbe abbandonata all'anarchia, senza piщ le Fondazioni, e non sarebbe piщ possibile creare un nuovo Impero stabile.
Ciт significherebbe migliaia di anni di barbarie.
— Che possiamo fare? Possiamo avvertire la Seconda Fondazione? - E nostro dovere avvertirli.
Non possiamo rischiare che loro non si accorgano del pericolo.
Ma non esiste modo di avvertirli.
— E perchй no? - Non so dove si trovi quest'altra Fondazione.
All'altro capo della Galassia, и tutto quello che so, e possiamo cercarla fra milioni di mondi.
— Ma Ebling, non specificano dove? - e indicт i film ammucchiati sul tavolo.
— No, non lo dicono.
Non l'ho ancora scoperto.
Tutto questo segreto deve avere un significato.
Deve esserci una ragione… - La faccia del vecchio era distrutta. - Ma preferirei che ora te ne andassi.
Ho giа perduto abbastanza tempo e non posso sprecar tempo… non posso…
Si chinт nuovamente sul proiettore.
Magnifico era entrato nella stanza. - Vostro marito и tornato, mia signora.
Ebling Mis non salutт il buffone.
Era di nuovo immerso nel lavoro.
Quella sera Toran, dopo aver sentito le spiegazioni di Bayta, disse: - E tu pensi che dica la veritа, Bayta? Non pensi che sia un pт'… - esitт, incerto.
— Mentalmente и a posto, Toran.
E malato, lo so.
E dimagrito, non riesce piщ a parlare normalmente… и malato.
Ma quando parla del Mulo o della Seconda Fondazione, o del lavoro che sta facendo, ascoltalo.
E di una luciditа straordinaria.
Sa di che cosa sta parlando.
Io gli credo.
— Allora c'и speranza.
— Non so.
Forse.
D'ora in poi porterт con me un'arma.
— Mostrт un piccolo fulminatore a Toran. - Non si sa mai, Toran.
Non si puт mai sapere.
— Che cosa? Bayta scoppiт a ridere.
La sua era una risata isterica. - Niente, Toran.
Forse sono anch'io un poco pazza, come…
Ebling Mis.
Ebling Mis aveva solo altri sette giorni di vita, e i sette giorni passarono silenziosamente uno dopo l'altro.
Per Toran furono sette giorni di letargo, lenti e monotoni.
Aveva perso ogni capacitа di reazione.
Mis sembrava sepolto nei sotterranei, lavorava disperatamente, ma il suo lavoro non influenzava la vita dei suoi due amici.
Si era letteralmente barricato nella sua stanza.
Nй Toran nй Bayta potevano vederlo.
Solo l'andirivieni di Magnifico, incaricato di portare il cibo allo psicologo indicava che egli era ancora vivo.
Magnifico ogni giorno diventava piщ pensieroso e muto, e in punta di piedi, senza far rumore, portava i vassoi avanti e indietro.
Neanche Bayta parlava piщ.
Aveva perso la sua caratteristica vivacitа, non era nemmeno piщ sicura di sй.
Era preoccupata e nervosa, e giа una volta Toran l'aveva vista giocherellare con il fulminatore.
Quando Bayta s'era accorta che il marito l'osservava aveva nascosto l'arma rapidamente.
— Che cosa fai con quell'aggeggio in mano, Bayta? - Lo porto con me.
Non и un reato.
— Se non fai attenzione, rischi di farti saltare le cervella.
— Non sarebbe poi una perdita tanto grave.
A Toran l'esperienza matrimoniale aveva insegnato a evitare discusne con la moglie quando questa era di cattivo umore.
Si strinse nelle spalle e usci.
L'ultimo giorno, Magnifico si precipitт correndo da loro.
Era senza fiato. - Il dottore vuole vedervi.
Non sta bene.
Mis stava veramente male.
Era a letto, aveva gli occhi spiritati e lucidi era sporco e irriconoscibile.
— Ebling! - urlт Bayta.
— Lasciatemi parlare - sussurrт lo psicologo sollevandosi sui cuscini con sforzi disperati. - Lasciatemi parlare.
Io sono ormai finito.
Il mio lavoro lo passo a voi.
Non ho preso appunti; ho distrutto tutte le mie note.
Nessun altro deve sapere.
Dovete tenere tutto a mente.
— Magnifico - disse Bayta. - Vattene…
Riluttante, il buffone indietreggiт verso la porta.
Mis fece un gesto debole con la mano. - Non importa.
Rimani pure, Magnifico.
Il buffone si sedette rapidamente.
Bayta volse lo sguardo al pavimento, mordendosi il labbro inferiore.
Mis con un respiro rauco cominciт a parlare: - Sono convinto che la Seconda Fondazione puт vincere, se non viene attaccata di sorpresa dal Mulo.
Si и mantenuta avvolta nel segreto e questo segreto deve essere mantenuto.
E' importante.
Voi dovete andare lа e avvertirli, le nostre informazioni sono di vitale importanza, potrebbero cambiare tutto.
Mi sentite? Toran gridт disperato: - Sм. si! Dicci dove dobbiamo andare.
Dove si trova? - Posso dirvelo ora - rispose con voce debole.
Non riuscм a terminare la frase.
Bayta, pallida, sollevт il fulminatore e sparт.
Lo sparo riecheggiт nella sala.
Dalla cintura in su, Mis scomparve.
Bayta allentт le dita lasciando cadere l'arma.
Nessuno parlт.
L'eco di quello sparo si perse nel sotterraneo.
Un istante dopo, Magnifico mandт un urlo, soffocato solo dal ruggito rabbioso di Toran.
Ora il silenzio era assoluto.
Bayta teneva la testa bassa.
Una lacrima cadde sul pavimento brillando un attimo nella luce.
Bayta non aveva mai pianto prima.
Toran aveva i muscoli tesi allo spasimo.
Magnifico sembrava una maschera senza vita.
Finalmente Toran riuscм a parlare.
La sua voce era irriconoscibile.
— Sei passata al Mulo…
Il Mulo ha condizionato anche te! Bayta alzт gli occhi e storse la bocca, tentando di sorridere. - Io passata al Mulo? - Sorrise cercando di controllare i suoi nervi. - E' finita, Toran.
Ora posso parlare.
— Parlare di che cosa, Bayta? Che cosa c'и da dire? - mormorт Toran.
— Parlare della calamitа che ci ha seguiti.
Anche tu te ne sei accorto, prima.
Non ricordi? La sconfitta ci seguiva da vicino senza mai riuscire a toccarci.
Noi eravamo sulla Fondazione quando questa si и arresa mentre i mondi indipendenti ancora combattevano… ma noi riuscimmo a fuggire in tempo per andare su Haven.
Siamo giunti su Haven e questa si и arresa mentre gli altri ancora combattevano… e di nuovo siamo riusciti a fuggire appena in tempo.
Siamo andati su Neotrantor che probabilmente sarа giа nelle mani del Mulo.
Toran scosse la testa. - Non capisco: - Toran, cose del genere non capitano per puro caso.
Io e te siamo gente insignificante, non puт capitare per puro caso che ci troviamo sempre al centro di ogni vortice politico… a meno che non ci portiamo vortice con noi! Non capisci ancora? Toran strinse le labbra.
Fissт gli occhi sui resti dello scienziato.
— Usciamo di qui, Bayta.
Fuori, il cielo era nuvoloso.
Il vento scompigliт i capelli di Bayta.
Magnifico lм segui in silenzio ascoltando attentamente la conversazione.
— Bayta, tu hai ucciso Ebling Mis, perchй credevi fosse lui il centro dell'infezione? - disse Toran a denti stretti.
Una luce gli attraversт lo sguardo.
Sussurrт: - Era lui il Mulo? Bayta rise istericamente. - Il povero Ebling Mis il Mulo? Non avrei potuto ucciderlo se fosse stato il Mulo.
Si sarebbe accorto delle mie intenzioni nel momento che sollevavo il fulminatore per ucciderlo e le avrebbe mutate in amore, adorazione, terrore o qualunque altra cosa gli avesse fatto comodo.
No, ho ucciso Ebling Mis perchй sapeva dove si trovava la Seconda Fondazione, e in meno di due secondi avrebbe comunicato il segreto al Mulo.
— Avrebbe comunicato il segreto al Mulo - ripetй allibito Toran. - Al Mulo…
Si volse a guardare il buffone che era rimasto immobile, come se non avesse affatto ascoltato il discorso.
— Magnifico? - disse Toran.
— Ascolta! - disse Bayta. - Ricordi ciт che accadde su Neotrantor? Usa il cervello, Toran…
Ma lui scosse la testa e non rispose.
Lei continuт: - Un uomo morм su Neotrantor.
Un uomo morм senza che nessuno lo toccasse con un dito.
Non и forse vero? Magnifico suonт il sonovisore e quando finм, il principe ereditario era morto.
Non ti и parso strano? Non и strano che una creatura che ha paura di tutto, che sembra paralizzata dall'orrore, possa uccidere una persona? - La musica e gli effetti di luce - disse Toran, - hanno un profondo effetto emotivo…
— Certamente, «emotivo».
E notevole anche.
Ma il controllo emotivo и anche la specialitа del Mulo.
Immagino che anche questo sia una pura coincidenza.
Una creatura che puт uccidere quando vuole una persona e che tuttavia и cosм piena di paura.
Ebbene, supponiamo che il Mulo abbia condizionato la sua mente al terrore, sarebbe una spiegazione.
Ma, Toran, io sono riuscita ad afferrare un poco della musica del sonovisore che uccise il principe reggente.
Solo poco, ma mi и bastata per provare la medesima sensazione di disperazione che provai nella Volta del Tempo e su Haven.
Ero sicura, Toran, non posso confondere quella sensazione.
Toran s'era fatto scuro in faccia. - Si… anch'io l'ho sentita.
Non ho mai pensato che…
— E' stato allora che ho cominciato a riflettere.
Era solo una vaga intuizione, chiamala come vuoi.
Non avevo prove su cui basarmi.
Poi venne Pritcher e ci spiegт la mutazione del Mulo, e dopo quel momento tutto fu chiaro.
"Era stato il Mulo a provocare quella sensazione di terrore nella Volta del Tempo, era stato Magnifico a creare la medesima sensazione su Neotrantor.
Era il medesimo stato emotivo.
Di conseguenza il Mulo e Magnifico erano la stessa persona.
Non ti pare tutto chiaro, ora Toran? Non ti sembra una certezza matematica? Stava per esplodere in un attacco isterico, ma fece uno sforzo per controllarsi.
Continuт: - La scoperta mi spaventт terribilmente.
Se Magnifico era il Mulo avrebbe potuto identificare le mie emozioni… e condizionarmi secondo il suo volere.
Non dovevo fare in modo che lui se ne accorgesse.
Cercai di evitarlo.
Per fortuna anche lui evitava me, era troppo interessato a Ebling Mis.
Decisi di uccidere Mis prima che potesse parlare.
Mi preparai in segreto, tanto in segreto che non osavo confessarlo nemmeno a me stessa.
Avrei potuto uccidere forse lo stesso Mulo… ma non potevo rischiare.
Se ne sarebbe accorto, e io avrei perduto tutto.
Sembrava che le emozioni ormai la soffocassero.
Toran parlт con voce rauca: - Non и possibile.
Osserva quella creatura miserabile.
Lui dovrebbe essere il Mulo? Non sta nemmeno ascoltando ciт che dici.
Ma quando i suoi occhi seguirono la mano che indicava il buffone, Magnifico era in piedi e attento, con gli occhi acuti e luminosi.
La sua voce era priva di accento. - Vi ascolto, amici.
Non ho parlato finora perchй ero ancora allibito per il fatto che, malgrado i miei poteri, ho commesso ugualmente un errore che mi ha fatto perdere tanto.
Toran indietreggiт, come se avesse paura di esser contaminato da lui.
Magnifico annuм. - Sм, io sono il Mulo.
Il suo aspetto non era piщ grottesco, la sua magrezza e il suo naso a proboscide non erano piщ ridicoli.
La sua paura era scomparsa, il portamento era fermo.
Lui era padrone della situazione, come uno abituato al comando.
Parlava con calma: - Sedetevi.
Continuate, sfogarvi vi farа bene.
Il gioco и finito, e io vorrei raccontarvi una storia.
E' una mia debolezza…
voglio che la gente mi possa comprendere.
E gli occhi che si volsero a guardare Bayta avevano la stessa espressione dolce dello sguardo di Magnifico, il buffone.
— Non c'и nulla - disse il Mulo parlando rapidamente, - della mia giovinezza che mi piaccia ricordare.
La mia magrezza и giandolare, sono nato con questo naso.
Mi и stato impossibile avere una normale giovinezza.
Mia madre morм prima di vedermi nascere.
Non ho conosciuto mio padre.
Sono cresciuto randagio, ferito e tormentato nella mente, pieno di pietа per me stesso e di odio verso gli altri.
Tutti mi evitavano, la maggior parte della gente mi odiava, qualcuno aveva paura di me.
Succedevano strani incidenti…
E' meglio lasciar perdere! Successe abbastanza durante la mia giovinezza da far comprendere al capitano Pritcher i miei poteri di mutante.
Io me ne resi conto solo all'etа di vent'anni.
Toran e Bayta lo guardavano privi d'interesse.
Quasi non ascoltavano il suono della sua voce.
Il buffone, o il Mulo, in piedi di fronte a loro, le braccia incrociate, proseguм.
— Me ne resi conto gradatamente, poco alla volta.
Non volevo crederci.
Per me le menti degli uomini sono strumenti dai quali posso prelevare a mio piacimento le emozioni.
E' un esempio misero il mio, ma come potrei spiegarlo altrimenti? Poco a poco, imparai a penetrare entro quelle menti e a manipolarle fino a fissarvi per sempre un impulso emotivo.
"Mi ci volle anche molto tempo prima che mi rendessi conto che gli altri non ci riuscivano.
Finalmente mi resi conto appieno della mia potenza, e da allora desiderai disperatamente di capovolgere la mia miserabile vita.
Forse voi non mi potete capire, ma cercate di farlo.
Non и facile essere un nulla, quando si possiede una mente intelligente e capace di comprendere.
Le risate, la crudeltа della gente! L'essere differenti! Essere uno di fuori! Voi non avete mai provato che cosa significhi.
Magnifico sollevт gli occhi al cielo, si dondolт sulle gambe poi continuт: - Ma infine imparai, e decisi che la Galassia e io avremmo potuto fare a turno.
Ormai avevo sopportato per piщ di ventidue anni.
Ora toccava a me.
Sareste stati voi ora a dovermi sopportare.
Fece una pausa e guardт Bayta: - Ma avevo una debolezza.
Non possedevo nulla di mio.
Potevo diventare potente solo per mezzo degli altri.
Potevo raggiungere il successo solo attraverso altri uomini.
Sempre! Per mezzo di un pirata ho conquistato un asteroide, che divenne la mia prima base d'operazioni.
Per mezzo di un industriale, misi piede su un pianeta.
Giunsi infine su Kalgan.
Lo conquistai e mi procurai una flotta.
Dopo fu il turno della Fondazione… e qui entrate in gioco voi due.
— La Fondazione - proseguм, - и stato l'osso piщ duro che abbia mai incontrato.
Per sconfiggerla avrei dovuto abbattere, rendere inutile una grande porzione della sua classe dirigente.
Avrei dovuto farlo a poco a poco, ma era possibile trovare una scorciatoia e mi misi a cercarla.
Dopo tutto, se un uomo и capace di sollevare cinquecento chili, non significa che voglia farlo in continuazione.
Controllare il sistema emotivo di una persona non и un compito cosм facile.
Preferisco non servirmene quando non и strettamente necessario.
Per cui, decisi di cercare degli alleati per il mio primo attacco alla Fondazione.
"Nei panni del mio buffone, mi misi alla ricerca di un agente o degli agenti segreti della Fondazione mandati a investigare su di me.
Ora so che stavo cercando Han Pritcher.
Un colpo di fortuna mi fece trovare voi.
Io ho poteri telepatici, non perfetti tuttavia, e voi, mia signora, eravate della Fondazione.
Sono stato sviato da questo particolare.
Non fu un puro caso che vi fece incontrare Pritcher, ma questo fu il mio errore decisivo.
Toran sembrт risvegliarsi.
Parlт con un tono seccato. - Un momento.
Intendi dire che quando affrontai il tenente con lo storditore e ti salvai, tu stavi controllando le mie emozioni? - Fece una pausa. - Fin d'allora mi hai condizionato? Un lieve sorriso si dipinse sulla faccia di Magnifico. - E perchй no? Non credi fosse possibile? Rispondi a questa domanda: avresti rischiato la vita per uno strano mostriciattolo che non avevi mai visto prima, se fossi stato veramente in te? Immagino che persino tu, dopo, sia rimasto sorpreso dal tuo comportamento.
— Si - disse Bayta. - E' vero.
Ora tutto и chiaro.
— In quel momento - disse il Mulo. - Toran non era in pericolo.
Il tenente aveva avuto istruzioni di lasciarci andare.
Cosм noi tre e Pritcher andammo sulla Fondazione…
Vedete come il mio piano funzionava alla perfezione? Quando Pritcher venne processato io ero presente, e mi stavo dando da fare.
I giudici militari di quel processo piщ tardi dovevano guidare uno squadrone in guerra.
Si arresero piuttosto facilmente alla mia fotta nella battaglia di Horleggor.
— Per mezzo di Pritcher, incontrai il dottor Mis, che mi portт il sonovisore, e questo strumento semplificт molto il mio lavoro…
Bayta lo interruppe. - Quei concerti! Ho sempre cercato una spiegazione.
Ora capisco.
— Sм - disse Magnifico. - Il sonovisore и uno strumento primitivo di controllo emotivo.
Con il sonovisore posso condizionare un gran numero di persone nello stesso istante o concentrarlo su una singola persona in modo piщ intenso.
I concerti che tenni su Terminus e su Haven prima che cadessero contribuirono a creare una generale apatia.
Forse avrei potuto ridurre il principe reggente in condizioni disperate senza il sonovisore, ma non avrei certo potuto ucciderlo.
Capite? «Ma Ebling Mis era la pedina piщ importante.
Per mezzo suo avrei…
— Magnifico si interruppe, poi si riprese. - C'и un aspetto del controllo emotivo che voi non conoscete.
La capacita intuitiva o la genialitа, chiamatela come volete, puт essere manipolata come un'emozione.
Perlomeno a me riesce.
Voi non capite, vero? Aspettт che i due rispondessero scrollando la testa. - La mente umana lavora a basso regime.
Generalmente si dice che usi solamente il venti per cento delle sue capacitа.
Quando momentaneamente un essere umano ha un lampo di genio, significa che per un istante si и servito di tutte le sue possibilitа.
Scoprii in seguito che io ero in grado di fornire alla mente altrui una capacitа di essere altrettanto efficiente in continuazione.
Un procedimento del genere, di solito, uccide il soggetto, ma и molto utile…
Il depressore atomico che usai combattendo contro la Fondazione era il risultato delle mie pressioni sui tecnici di Kalgan.
«Ebling Mis era importante - continuт il Mulo. - La sua capacitа potenziale era notevole, e io avevo bisogno di lui.
Giа prima d'iniziare la guerra contro la Fondazione avevo mandato dei delegati che dovevano negoziare con l'Impero.
Fu allora che cominciai a cercare la Seconda Fondazione.
Naturalmente non la trovai.
Sapevo di doverla trovare, ed Ebling Mis poteva riuscire nell'intento.
Con la sua mente, sollecitata in modo adeguato, avrebbe potuto duplicare il lavoro di Hari Seldon.
In parte ci riuscм.
Lo spinsi fino al limite massimo.
Il sistema era crudele, ma dovevo riuscirci.
Alla fine stava morendo, ma sarebbe vissuto… - di nuovo s'interruppe. - Sarebbe vissuto abbastanza.
Insieme noi tre saremmo andati alla Seconda Fondazione.
Sarebbe stata la mia ultima battaglia… ma il mio errore…
Toran lo interruppe adirato. - Perchй la fai cosм lunga? Che cos'era il tuo errore… e finiscila con i tuoi discorsi.
— Tua moglie и stato il mio errore.
Tua moglie era una persona fuori del normale.
Non ho mai incontrato nessuno come lei in vita mia.
Io… io…
Magnifico non riuscм a continuare.
Si riprese con difficoltа.
Sorrise. - Io le piacevo senza che fossi costretto a controllare le sue emozioni.
Io non le ero repellente, nй la divertivo.
Aveva pietа di me.
Io le piacevo! Non capisci? Non capisci che cosa significava per me? Nessuno prima aveva mai…
Via, lasciamo perdere.
Le mie emozioni mi hanno ingannato.
Non mi sono curato della sua mente, non l'ho condizionata.
Mi piaceva troppo quel sentimento nato spontaneamente.
E' stato il mio solo errore…
"Tu Toran, eri controllato.
Non mi hai mai sospettato non mi hai mai fatto domande, non hai mai visto niente di strano in me.
Quando, per esempio, la nave filiana ci ha fermato.
A proposito, conoscevano la nostra posizione perchй io ero in contatto con loro.
Io sono sempre stato in contatto con i miei generali.
Quando ci fermarono, io fui portato a bordo per condizionare Pritcher che era prigioniero.
Quando me ne andai, egli era colonnello un uomo del Mulo e un suo comandante.
Tutto il procedimento era fin troppo chiaro, perfino per te, Toran.
Eppure accettasti le mie spiegazioni.
Capisci ora? Toran rispose con accento di sfida. - E come riuscivi a comunicare con i tuoi generali? - Non era poi cosм difficile…
I trasmettitori a ultraonde non sono cosм difficili da manovrare e sono portatili.
Nй io avrei mai potuto esser scoperto.
Se qualcuno mi coglieva in fallo avrei semplicemente cancellato quel momento dalla sua memoria.
E successo piщ di una volta.
Su Neotrantor le mie emozioni mi tradirono di nuovo.
Bayta non era sotto controllo, ma non mi avrebbe sospettato ugualmente se non avessi perso la testa a causa del principe reggente.
Le sue intenzioni nei confronti di Bayta mi resero furioso.
Per questo lo uccisi.
Fu un gesto sciocco.
Avrei potuto comportarmi diversamente.
Eppure i vostri sospetti non sarebbero diventati certezza, se avessi impedito a Bayta di parlare a Pritcher, o se mi fossi curato meno di Mis.
— Che cosa succederа adesso? - disse Bayta.
— Continuerт col mio programma.
Dubito che riuscirт a trovare un cervello simile a quello di Ebling Mis.
Dovrт cercare la Seconda Fondazione con altri mezzi.
In un certo senso, voi mi avete sconfitto.
Bayta balzт in piedi. - In un certo senso? Solo in un certo senso? Noi ti abbiamo sconfitto interamente! Tutte le tue vittorie non contano nulla.
E la Seconda Fondazione che ora devi sconfiggere.
Ma non ci riuscirai: sarа la Fondazione a piegare te.
La tua sola possibilitа era di colpirla prima che fosse preparata.
Non ci riuscirai, ora.
In questo momento, in questo istante la macchina s'и giа messa in moto.
Te ne accorgerai… e il tuo breve periodo di gloria finirа.
Sarai uno dei tanti conquistatori, come ne nascono e scompaiono nella storia dell'universo. - Le mancт il respiro, e dovette prendere fiato.
Poi concluse: - Toran e io ti abbiamo sconfitto, e adesso siamo felici di morire.
Ma il Mulo la fissт con l'espressione triste di Magnifico. - Non ucciderт nй te, nй tuo marito - disse. - Uccidendo voi non farei certo rivivere Ebling Mis.
I miei errori li sconterт da solo.
Andate in pace.
— Poi parve riscuotersi. - Ma nel frattempo, ricordatevi che sono ancora il Mulo, l'uomo piщ potente della Galassia.
Posso ancora sconfiggere la Seconda Fondazione.
Bayta lo guardт fisso negli occhi e gli puntт contro l'indice. - Non ci riuscirai.
Io ha ancora fiducia nella saggezza di Hari Seldon.
Sei stato il primo capo della tua dinastia, e sarai anche l'ultimo.
La frase sembrт colpire il Mulo. - Della mia dinastia? Sм, ho pensato spesso a una dinastia.
Ho pensato molto spesso a una moglie.
Bayta senti il suo sguardo fisso su di lei, ed ebbe un attimo di terrore.
Magnifico scosse la testa. - Sento che ti faccio ribrezzo - disse. - Se la situazione fosse stata diversa io potrei renderti molto felice… ma la situazione non и diversa…
E ne se andт senza voltarsi.