Prima Parte. Il generale

1. In cerca dei Maghi

BEL RIOSE…

Nella sua relativamente breve carriera, Riose si guadagnт il titolo di Ultimo degli Imperatori con pieno merito.

Uno studio delle sue campagne militari lo rivela pari per abilitа strategica al famoso Peurifoy e forse superiore allo stesso per l'ascendente sui suoi uomini.

Poichй visse in un periodo di decadenza Imperiale, non gli fu possibile eguagliare il record di conquiste di Peurifoy.

Ebbe la sua occasione quando, primo fra i generali dell'impero, fronteggio la Fondazione In campo aperto…

[Tutte le citazioni dail'Enciciopedia Galattica che qui compaiono sono riprese dalla 116. edizione pubblicata nel 1020 E.F., dalle Edizioni Enciclopedia Galattica.]

Enciclopedia Galattica


Bel Riose viaggiava senza scorta, il che non и prescritto dall'etichetta di corte per il capo di una flotta d'occupazione in uno del sistemi stellari piщ turbolenti delle Marche dell'Impero Galattico.

Ma Bel Riose era giovane ed energico - energico quanto basta da essere inviato, da una corte astuta e calcolatrice, il piщ possibile vicino alla fine dell'universo - e in piщ era anche curioso.

Innumerevoli, e non sempre Terminus, con i autorizzazione dell Editore.

attendibili, sono gli aneddoti che si raccontano sull'altra sua capacita: la prontezza con la quale s'impegnava militarmente.

L'insieme di queste tre caratteristiche era irresistibile.

Scese dal comunissimo veicolo terrestre che aveva confiscato davanti alla porta di una casa nascosta nell'oscuritа.

Attese.

L'occhio fotonico piazzato sullo stipite della porta era acceso, ma l'uscio venne aperto a mano.

Il generale sorrise al vecchio. - Sono Riose.

— Vi ho riconosciuto - disse l'uomo senza scomporsi. - Che volete? Riose indietreggiт di un passo in segno di deferenza. - Vengo in pace.

Se siete Ducem Barr, desidererei parlarvi.

Ducem Barr si spostт di lato e le pareti interne della casa s'illuminarono di colpo.

Il generale entrт nella stanza illuminata a giorno.

Toccт le pareti dello studio, poi si guardт i polpastrelli delle dita. - E' il sistema di illuminazione di Siwenna? Barr sorrise. - Non piщ, credo.

Sono riuscito a conservarlo riparandolo da solo.

Dovete scusarmi per avervi fatto attendere sulla porta.

Ma il dispositivo automatico registra la presenza delle persone senza far scattare il comando d'apertura.

— Non riuscite a riparare tutti i guasti? - disse il generale con una punta d'ironia.

— E' difficile trovare i pezzi di ricambio.

Ma accomodatevi, prego.

Posso offrirvi un tи? - Su Siwenna? Mio buon signore, su questo Pianeta и socialmente impossibile rifiutarlo.

Il vecchio patrizio usci dalla stanza dopo essersi leggermente inchinato come prescritto dall'etichetta dell'aristocrazia del Pianeta.

Riose osservт la figura del vecchio che s'allontanava e provт un lieve senso d'imbarazzo per questo cerimoniale a cui non era abituato.

La sua educazione era stata militare e cosм pure le sue esperienze.

Aveva, come vuole la norma? visto molte volte in faccia la morte, ma si trattava sempre di una morte di natura familiare quanto tangibile.

Quindi, non bisognava stupirsi se l'idolatrato leone della Ventesima Flotta si sentiva agitato nell'atmosfera misteriosa di quella casa antica.

Il generale riconobbe le scatole nere allineate lungo le pareti: si trattava di libri.

I titoli non gli erano familiari.

Immagino che nella nicchia in fondo alla stanza fosse collocato il ricevitore che avrebbe tramutato i libri, a richiesta, in uno spettacolo visivo e sonoro.

Non aveva mai visto apparecchi simili in funzione, ma ne aveva sentito parlare.

Gli avevano detto che, un tempo, nel periodo d'oro dell'Impero, quando questo dominava su tutti i pianeti della Galassia, nove case su dieci possedevano ricevitori del genere.

Ma ora bisognava vigilare i confini e i libri erano riservati ai vecchi.

Inoltre, la meta delle storie che si raccontavano sui tempi d'oro dell'Impero erano miti.

Piщ della metа.

Arrivт il tи e Riose si sedette.

Ducem Barr alzт la tazza e disse: - Al vostro onore.

— Grazie.

Al vostro.

— Mi dicono che siete giovane, generale.

Trentacinque anni? - disse Barr.

— Quasi.

Ho trentaquattro anni.

— In questo caso - disse Barr con una leggera enfasi, - и meglio che cominci con l'informarvi che non possiedo filtri amorosi, nй pozioni, nй formule magiche d'alcun genere.

E non sono in condizione d'influenzare i favori di nessuna giovane fanciulla alla quale voi siate interessato.

— Non credo d'aver bisogno di aiuti artificiali in quel campo, signore rispose il generale con aria divertita. - Ricevete molte richieste di questo genere? - Troppe.

Sfortunatamente, il pubblico ignorante tende a confondere la cultura con la magia, e la vita amorosa sembra essere il campo che piщ richiede l'intervento di un mago.

— Mi sembra abbastanza naturale.

Ma io la penso diversamente.

Per me la cultura non и altro che un mezzo per rispondere a delle domande difficili.

Il siwenniano considerт la risposta con attenzione. - Forse sbagliate allo stesso modo degli altri.

— E probabile. - Il giovane generale appoggiт la tazza sull'apposito ripiano e questa si riempi automaticamente.

Fece cadere nella tazza un paio di pastiglie aromatiche. - Ditemi, patrizio, chi sono i maghi? Intendo dire i veri maghi.

Barr esitт a rispondere osservando il generale con la coda dell'occhio.

— Non esistono maghi - rispose.

— Eppure la gente ne parla.

Siwenna и piena di gente disposta a raccontare le loro avventure.

Esiste una specie di culto basato su di loro.

Inoltre, c'и una strana connessione tra costoro e quel gruppo di vostri compatrioti che fantasticano intorno ai tempi antichi e a ciт che loro chiamano libertа e autonomia.

Un giorno, la faccenda potrebbe metterei in pericolo la sicurezza dello Stato.

Il vecchio scrollт la testa. - Perchй vi rivolgete a me? Sentite aria di, rivoluzione attorno alla mia casa? Ho l'aspetto di un ribelle? Riose si strinse nelle spalle. - No, per caritа.

Tuttavia, non pensate che le mie congetture siano cosм ridicole.

Vostro padre и stato mandato in esilio, voi stesso siete un patriota e un nazionalista.

So che и indelicato da parte mia parlarne, ma и il mio lavoro che lo richiede.

Nonostante questi precedenti non penso che, al momento, si stia preparando una rivolta.

Siwenna ha ormai perduto il suo spirito battagliero da tre generazioni.

Il vecchio rispose controllandosi con sforzo. - Sarт un padrone di casa altrettanto indelicato come il mio ospite.

Vi ricorderт che giа un vicerй credette come voi che l'orgoglio dei siwenniani fosse stato piegato.

Per ordine di quel vicerй mio padre fu costretto a fuggire, i miei fratelli furono uccisi, mia sorella costretta al suicidio.

Eppure, quello stesso vicerй fece una brutta fine, e proprio per mano di questi siwennani schiavizzati.

— Avete toccato un tasto che m'interessa.

Da tre anni la strana morte del vicerй non и un mistero per me.

C'era un giovane soldato tra le sue guardie personali con un interessante curriculum.

Eravate voi quel soldato.

Non credo ci sia bisogno di entrare nei particolari.

Barr era calmo. - Infatti.

Che cosa mi proponete? - Che rispondiate alle mie domande.

— No di certo, se continuate a minacciarmi.

Sono vecchio, ma non tanto da considerare la vita troppo preziosa.

— Mio caro signore, viviamo in tempi difficili - disse Riose, - e voi avete figlie e amici.

E in piщ amate il vostro paese.

Se decidessi di usare la forza, non sarei tanto stupido da attaccare proprio voi.

Barr rispose con freddezza. - Che cosa volete? Riose appoggiт sul tavolo la tazza vuota. - Patrizio, ascoltatemi.

Questa и un'epoca in cui i soldati che fanno carriera sono quelli che comandano le parate militari in costume nei giardini del palazzo imperiale nei giorni di festa o che scortano le astronavi di Suo Splendore Imperiale quando parte per i pianeti estivi.

Io… sotto questo punto di vista sono un fallito.

Ho trentaquattro anni e sono un fallito, e tale rimarrт.

Perchй, vedete, a me piace combattere.

— Per questo mi hanno mandato qui.

Combino troppi guai a corte e non sono in tono con l'etichetta.

Offendo i dandy e i Lord Ammiragli.

Tuttavia sono un comandante capace, sia nella guida dei miei uomini sia delle mie astronavi, ed и difficile liberarsi di me.

Cosм sono stato mandato su Siwenna.

E' un mondo di confine, ribelle e desolato.

Inoltre, и abbastanza lontano da rendere tutti soddisfatti.

"E cosм io ammuffisco…

Non ci sono rivolte da soffocare.

In questi ultimi tempi i vicerй non si ribellano piщ, dopo che il padre di Sua Maestа Imperiale, di gloriosa memoria, ha dato l'esempio di Mountel di Paramay.

— Era un imperatore forte - mormorт Barr - Sм, e avremmo bisogno di altri come lui Lui и il mio padrone: ricordatevene.

E sono i suoi interessi quelli che io difendo.

Barr si strinse nelle spalle senza interesse. - E cosa c'entra tutto questo? - Ve lo dimostrerт in due parole.

I maghi di cui parlavo poco fa vengono da pianeti al di lа dei confini, dove le stelle sono meno numerose.

— Dove le stelle sono meno numerose - ripetй Barr. - E dove il freddo degli spazi si insinua.

— State facendo della poesia? - disse Riose seccato. - Mi sembra che non sia il momento di declamare versi.

In ogni modo vengono dalla Periferia, la sola zona dove posso combattere per la gloria del mio Imperatore.

— Cosм servirete la causa imperiale e nello stesso tempo soddisferete la vostra bramosia di combattere.

— Esattamente.

Ma devo sapere contro chi combatto, e voi mi potete aiutare.

— Perchй proprio io? Riose guardт pensoso il pavimento. - Da tre anni ho ascoltato le voci, i miti, tutto ciт che riguardava i maghi.

E tutte le migliaia di versioni che ho potuto raccogliere concordano solo su due fatti e di conseguenza questi sono certamente veri.

Il primo и che i maghi provengono dai confini della Galassia, oltre Siwenna, il secondo che vostro padre un giorno ha incontrato un mago, in carne e ossa, e gli ha parlato.

Il vecchio guardт il generale senza battere ciglio, e Riose continuт: - Ed и meglio che mi diciate tutto quello che sapete…

Barr riflette un attimo. - Sarebbe interessante dirvi alcune cose.

In un certo senso compirei un esperimento psicostorico personale.

— Che tipo di esperimento? - Psicostorico. - Barr sorrideva in modo strano. - E meglio che vi serviate un'altra tazza di tи.

Sto per farvi un lungo discorso.

Si appoggiт ai cuscini della poltrona e la luce delle pareti acquistт una colorazione piщ calda, ammorbidendo il profilo duro del generale.

Ducem Barr cominciт: - Tutto il mio sapere и la conseguenza di due fatti puramente fortuiti e cioи l'essere figlio di mio padre, e l'essere nato su questo pianeta.

La storia inizia quarant'anni fa, poco dopo il grande Massacro, quando mio padre fu costretto a fuggire nelle foreste del sud, mentre io ero puntatore al servizio del vicerй.

Quello stesso vicerй, tra l'altro, che ordinт il Massacro, e che morм di morte cosм crudele poco dopo.

Barr sorrise, poi continuт. - Mio padre era un patrizio dell'Impero e senatore di Siwenna.

Si chiamava Onum Barr.

Riose lo interruppe impaziente. - Conosco alla perfezione le circostanze dell'esilio.

Non и necessario che me le ripetiate.

Il siwenniano ignorт l'interruzione e continuт imperterrito: - Durante l'esilio, capitт a casa sua un viaggiatore.

Era un mercante che veniva dai confini della Galassia: un giovane che parlava con uno strano accento.

Non conosceva nulla della recente storia imperiale, ed era difeso da un campo di forza individuale.

— Un campo di forza individuale? - esclamт Riose allibito. - Non diciamo sciocchezze.

Non esistono generatori tanto potenti da essere adatti a proteggere un singolo individuo.

Per la Galassia, non si portava mica appresso su una carriola un generatore atomico da cinquemila tonnellate? Barr rispose con calma: - Questo и il mago di cui si raccontano tanti aneddoti e leggende.

Il titolo di "mago" non si ottiene facilmente.

Costui portava con se un generatore di dimensioni piccolissime, ma nemmeno l'arma piщ potente che voi potete impugnare sarebbe stata sufficiente a forare il campo che lo proteggeva.

— E questa sarebbe tutta la storia? Cosм i maghi sarebbero nati dalla fantasia di un vecchio pazzo in esilio? - La leggenda dei maghi non finisce qui, signore.

Esistono prove ben piщ concrete.

Dopo aver lasciato mio padre, il mercante che il popolo chiama mago fece visita a un tecnico addetto agli impianti atomici nella cittа che mio padre gli aveva indicata, e a quell'uomo lasciт un generatore del tipo di quello che portava con sй.

Questo generatore venne rintracciato da mio padre dopo il suo ritorno dall'esilio in seguito alla morte del vicerй.

Gli ci volle parecchio per ritrovarlo…

"Il generatore и appeso alla parete dietro di voi.

Non funziona.

Smise di funzionare dopo due giorni, ma se lo osservate vi accorgerete che non и stato certamente ideato da qualcuno dell'Impero.

Bel Riose allungт la mano per afferrare la cintura di metallo appesa al muro.

Si staccт dalla parete con un leggero risucchio mentre il campo d'adesione resisteva alla pressione della mano.

L'ellissoide al centro della cintura attirт la sua attenzione.

Non era piщ grande di una noce.

— E questo… - disse.

— Sarebbe il generatore - annuм Barr. - Almeno lo era.

Il segreto del suo funzionamento non и stato mai scoperto.

Un esame subelettronico ha mostrato che и stato fuso in un singolo involucro di metallo e nessuna delle analisi и riuscita a rivelare le parti saldate.

— E cosм la vostra famosa prova rimane una supposizione priva di concretezza.

Barr alzт le spalle. - Mi avete chiesto di dirvi quanto sapevo minacciandomi di estorcermelo con la forza.

Se avete scelto di considerare le mie risposte con scetticismo, cosa volete da me? Che smetta di raccontare? - Continuate! - disse il generale adirato.

— Ho proseguito le ricerche intraprese da mio padre dopo la sua morte, e allora il secondo caso fortuito, come vi avevo detto prima mi aiutт nelle ricerche, cioи che Hari Seldon era famoso qui su Siwenna.

— E chi sarebbe Hari Seldon? - Hari Seldon era uno scienziato che aveva vissuto sotto il regno dell'Imperatore Daluben IV.

Era uno psicostoriografo, l'ultimo e il piщ grande.

Un tempo visitт Siwenna, quando ancora era un grande centro commerciale, ricco d'arti e scienze.

— Uhm - mormorт Riose. - Qual'и quel miserabile pianeta che non pretenda di essere stato un tempo un centro ricco e importante? - Mi riferisco a due secoli fa, quando l'Impero si estendeva fino alla periferia della Galassia; quando Siwenna era un mondo interno e non una provincia semibarbara di confine.

In quei tempi, Hari Seldon predisse il declino della potenza imperiale e il probabile ritorno alla barbarie di tutta la Galassia.

Riose scoppiт in una gran risata. - Che cosa ha predetto? Ebbene io vi dico che s'и sbagliato di grosso, mio caro scienziato… perchй immagino che vi consideriate tale.

Infatti l'Impero и piщ potente ora di quanto non lo fosse mille anni fa.

I vostri occhi di vecchio non vedono che la miseria che c'и qui, ai confini.

Venite un giorno nei mondi all'interno, venite a rendervi conto della ricchezza di quei mondi.

Il vecchio scosse la testa. - La circolazione del sangue cessa prima nelle zone periferiche del corpo.

Ci vorrа tempo prima che la decadenza raggiunga il cuore.

Questo и quanto si vede a prima vista oggi, la vera decadenza ebbe inizio qualcosa come millecinquecento anni fa.

— E cosм questo Seldon ha predetto che la Galassia sarebbe caduta nella barbarie - esclamт Riose di buon umore. - E poi? - Creт due Fondazioni ai capi estremi della Galassia.

In queste Fondazioni vennero radunati gli uomini migliori, i piщ forti e i piщ giovani, in modo che lм la scienza potesse progredire.

I due pianeti furono scelti accuratamente, sia come tempo sia come localitа.

Tutto venne predisposto in modo tale che in futuro, come previsto con infallibilitа matematica dalla psicostoria, venissero a trovarsi in un primo tempo isolati dal corpo centrale dell'Impero e che potessero in seguito creare le basi per un Secondo Impero Galattico, riducendo l'interregno di barbarie da trentamila anni a soli mille anni.

— E dove avete avuto queste informazioni? Mi pare che conosciate tutti i dettagli.

— Purtroppo non и cosм - rispose il patrizio. - Questo non и che il misero risultato delle ricerche di mio padre e mie.

Le prove che ho raccolto non sono sicure e, purtroppo, la realtа и stata molto deformata dalla leggenda.

Tuttavia sono convinto che nelle mie conclusioni vi sia una base di veritа.

— Vi convincete molto facilmente.

— Credete? Sono quarant'anni che insisto nelle mie ricerche.

— Quarant'anni! Io sono capace di risolvere il problema in quaranta giorni.

In effetti, penso proprio che mi ci impegnerт.

Se non altro sarа eccitante.

— E in che modo? - Nella maniera piщ ovvia.

Diventerт un esploratore.

Troverт queste Fondazioni di cui mi parlate e le osserverт con i miei occhi.

Avete detto che ce ne sono due? - I documenti parlano di due Fondazioni.

Ma le prove che ho raccolto si riferiscono a una sola, il che и anche comprensibile, visto che l'altra dovrebbe trovare all'altro capo della spirale Galattica.

— Bene bene, andremo a visitare la piщ vicina. - Il generale s'era alzato e si stava aggiustando la cintura.

— Sapete dove andare? - gli chiese Barr.

— Ne ho una vaga idea.

Nei documenti lasciati dall'ultimo vicerй, non quello che voi avete assassinato con tanto zelo ci sono racconti sospetti su alcuni barbari della periferia.

In effetti, sua figlia venne data in matrimonio a un principe barbaro.

Comincerт da lм.

Tese la mano. - Grazie dell'ospitalitа.

Ducem Barr gliela sfiorт con le dita e si inchinт rispettosamente.

— La vostra visita и stata un onore per me.

— Per quanto riguarda le informazioni che mi avete dato - continuт Riose, - saprт come ricompensarvi al mio ritorno.

Ducem Barr seguм l'ospite fino alla porta poi, mentre il mezzo dell'altro si allontanava, borbottт sottovoce: - Sempre che riusciate a tornare.


2. I maghi

FONDAZIONE…

Dopo quarant'anni di continua espansione la Fondazione affrontт la minaccia di Riose.

I giorni epici di Hardin e Mallow erano trascorsi e con loro l'era dei personaggi avventurosi e risoluti…

Enciclopedia Galattica


Nella stanza che era stata isolata, in modo che nessuno si potesse avvicinare, c'erano quattro uomini.

I quattro si guardarono l'un l'altro attraverso il tavolo che li separava.

Sul ripiano c'erano quattro bottiglie altrettanti bicchieri pieni ma nessuno li aveva ancora toccati.

Poi l'uomo seduto vicino alla porta allungт una mano e cominciт a tamburellare con le dita sul tavolo.

Disse: - Rimarremo qui a pensare per sempre? Che importa chi sarа il primo a parlare? - Allora parla tu per primo - ribattй un uomo grosso, seduto di fronte a lui. - Tu dovresti essere quello piщ preoccupato.

Sennett Forell sospirт. - Perchй pensi che io sia il piщ ricco…

O forse vuoi che continui, visto che ho incominciato per primo.

Immagino che non dimenticherete che sono stato io il primo a catturare con la mia flotta mercantile la loro astronave vedetta.

— Tu avevi la flotta piщ numerosa - intervenne un terzo, - e i piloti migliori; il che и un altro modo per dire che tu sei il piщ ricco.

Si и trattato di un rischio notevole, e immagino che sarebbe stato ancora piщ pericoloso per uno di noi.

Sennett sospirт di nuovo. - Ho una certa attitudine a correre rischi che ho ereditato da mio padre.

Dopotutto, il punto essenziale quando si intraprende qualcosa di pericoloso и di sapere che cosa se ne puт ricavare.

Come mostra il fatto che l'astronave nemica и stata catturata senza perdite da parte nostra e senza che potesse avvertire le altre.

Forell era un parente lontano del grande Hober Mallow e questo era noto in tutta la Fondazione.

Il quarto personaggio era tormentato da un tic nervoso all'occhio.

Parlт a labbra strette. - Non vedo perchй ci dovremmo vantare di aver catturato quella piccola astronave.

Forniremo solo il pretesto per fare arrabbiare quel giovane ancora di piщ.

— Credi che abbia bisogno di pretesti? - disse seccato Forell.

— Penso di sм, e in questo forse gli risparmiamo la fatica di doversene creare uno - osservт il quarto personaggio, parlando lentamente.

— Hober Mallow si comportava in modo diverso.

E anche Salvor Hardin.

Lasciavano che gli altri si barcamenassero nel buio mentre loro lavoravano su basi sicure.

Forell si strinse nelle spalle. - Questa astronave ha certamente un valore.

I pretesti costano poco e nel cambio ci abbiamo guadagnato molto.

— Aveva un'aria soddisfatta, proprio da buon mercante.

Continuт: - Il giovanotto veniva dal vecchio Impero.

— Lo sapevamo - disse il secondo personaggio con aria seccata.

— Lo sospettavamo - corresse Forell. - Se un uomo si presenta scortato da astronavi e carico di ricchezza, pieno di intenzioni amichevoli, con offerte di scambi commerciali и giusto, mi pare, che lo si tratti bene, fin quando non si sia sicuri che le sue proposte amichevoli non sono che una finzione.

Ma ora…

Il terzo personaggio parlт con aria preoccupata. - Potevamo essere piщ cauti.

Avremmo dovuto assicurarci prima.

Avremmo dovuto scoprire qualcosa prima di lasciarlo andare.

Non ci siamo comportati saggiamente.

— Ne abbiamo giа discusso e ormai non c'и piщ niente da fare - tagliт corto Forell, indicando con un gesto che l'argomento era chiuso.

— Il governo и debole - si lamentт il terzo, - e il sindaco и un idiota.

Il quarto uomo guardт gli altri tre uno dopo l'altro e si tolse il sigaro di bocca, che fece cadere nell'inceneritore.

Poi disse con tono sarcastico: - Immagino che il signore che ha parlato per ultimo parli piщ che altro per dar aria ai denti.

Mi pare inutile ricordarvi che il governo siamo noi.

Gli altri assentirono con un mormorio.

Il quarto uomo stava osservando il tavolo con i suoi occhietti piccoli.

— E allora lasciamo da parte la politica governativa.

Questo giovanotto…

questo straniero avrebbe potuto essere un futuro cliente.

Non и il primo caso.

Ognuno di voi ha tentato di accattivarsi la sua simpatia per concludere un contratto con lui.

Vi и un accordo, un accordo fra gentiluomini, che proibisce una faccenda del genere, eppure voi tutti ci avete provato.

— Anche tu - borbottт il secondo.

— Non lo nego - rispose il quarto.

— Cerchiamo di dimenticare ciт che avremmo dovuto fare prima - li interruppe Forell impaziente, - e stabiliamo invece ciт che dovremo fare d'ora in poi.

In ogni modo, che vantaggio ne avremmo avuto a metterlo in prigione o a ucciderlo? Non siamo sicuri delle sue intenzioni nemmeno adesso e per di piщ non potevamo distruggere un Impero uccidendo un uomo.

Forse c'erano flotte che non aspettavano altro che lui non tornasse.

— Esattamente - approvт il quarto personaggio. - Ora ditemi: che cosa avete ricavato dalla nave catturata? Sono troppo vecchio per questo genere di chiacchiere.

— Posso spiegarvelo in quattro parole - disse Forell sorridendo. - E' un generale dell'Impero o perlomeno ha un grado militare corrispondente.

E' un giovane che ha dato prova della sua capacitа in campo militare, perlomeno cosм mi и stato detto, ed и l'idolo dei suoi uomini.

Ha avuto una carriera veramente romantica.

Le storie che raccontano su di lui sono per metа inventate, tuttavia la sua personalitа dov'essere notevole.

— E chi ti ha dato queste informazioni? - chiese il secondo personaggio.

— L'equipaggio della nave catturata.

Possiedo tutti i documenti registrati su microfilm, e li ho messi al sicuro.

Piщ tardi, se lo desiderate, ve li mostrerт.

Potrete parlare agli uomini voi stessi.

Io vi ho detto semplicemente l'essenziale.

— Come sai che ti hanno detto la veritа? Come hai fatto a farli parlare? Forell corrugт la fronte. - Caro signore, non sono stato gentile negli interrogatori.

Li ho strapazzati e mi sono servito senza pietа del rilevatore psichico.

Hanno parlato e potete credere che hanno detto la veritа.

— Ai vecchi tempi - disse il terzo personaggio, - ci saremmo serviti della psicologia.

E' indolore e sempre sicura.

Non c'и modo di nascondere nulla.

— A quei tempi c'erano molte cose che ora non esistono piщ - ribattй Forell seccato. - Ora viviamo in un'epoca diversa.

— Ma - disse il quarto, - che voleva qui, questo generale, questo romantico condottiero? Forell lo guardт fisso. - Credi che sia tipo da confidare al suo equipaggio i segreti di Stato? Non sapevano niente.

— Il che ci lascia…

— La responsabilitа di trarre le nostre conclusioni - lo interruppe Forell, riprendendo a tamburellare sul tavolo. - Il giovane и un condottiero del vecchio Impero eppure vuole farci credere di essere un principino di un pianeta solitario in qualche angolo della Periferia.

Questo ci dimostra che non desidera farci conoscere la sua vera identitа.

Si consideri inoltre la natura della sua professione e il fatto che l'Impero ha giа finanziato un attacco contro di noi ai tempi di mio padre, e le conclusioni sono ovvie.

Il primo attacco и fallito.

Non credo che l'Impero ci ami per questo.

— Non hai mai scoperto nessuna prova piщ concreta? - chiese il quarto uomo. - Sei sicuro di non nasconderci nulla? - Assolutamente nulla - rispose Forell con calma. - Qui non si tratta di rivalitа commerciali.

Siamo costretti a unirci.

— Sei diventato un patriota? - domandт il terzo con una punta d'ironia.

— Al diavolo il patriottismo - rispose Forell. - Credi che rischierei un credito per il futuro Secondo Impero? Pensi che rischierei una sola delle mie navi per facilitarne l'avvento? Se l'Impero vince arriverа un bel numero di sciacalli a spartirsi la preda.

— E noi saremo la preda - aggiunse il quarto sottovoce.

Il secondo personaggio prese improvvisamente la parola, agitandosi sulla sedia, cosм tanto da farla scricchiolare sotto il suo peso. - Ma perchй parlate in questo modo? L'Impero non puт vincere.

Hari Seldon ci ha assicurato che saremo noi a fondare il Secondo Impero.

Questa и semplicemente una delle solite crisi.

Ne abbiamo giа superate tre prima di questa.

— Soltanto un'altra crisi! - urlт Forell. - Ma durante le prime due c'era Salvor Hardin a guidarci; durante la terza, Hober Mallow.

Chi ci guiderа adesso? Guardт gli altri in faccia, poi riprese parlando con calma: - La psicostoria di Seldon alla quale и cosм comodo affidarsi richiede un contributo da parte del popolo della Fondazione.

Il progetto Seldon aiuta coloro che si aiutano da sй.

— I tempi creano l'uomo - sentenziт il terzo interlocutore. - Eccoti un altro proverbio.

— Non ci si puт contare con assoluta sicurezza - borbottт Forell. - La situazione per me и questa: se si tratta di una quarta crisi, allora Seldon l'ha prevista, e di conseguenza esiste un modo per risolverla.

"Ora, noi sappiamo che l'Impero и piщ forte di noi, lo и sempre stato.

Ma questa и la prima volta che corriamo il pericolo di un attacco diretto.

La forza dell'Impero и una terribile minaccia per noi.

Per sconfiggerlo dovremmo trovare una via indiretta per risolvere questa crisi come e stato il caso delle precedenti.

Dobbiamo trovare il punto debole dell'avversario e attaccarlo lм.

— E quale sarebbe questo punto debole? - chiese il quarto interlocutore. - Mai qualche idea? - No.

E proprio questo quello di cui vorrei parlare.

I nostri grandi capi del passato videro il lato debole del nemico e puntarono lм.

Ma ora…

Si interruppe sconsolato, e per un momento nessuno parlт.

Poi il quarto interlocutore disse: - Ci occorrono spie.

Forell si girт verso di lui, eccitato. - Giusto! Non so con esattezza quando l'Impero ci attaccherа, e forse siamo ancora in tempo.

— Hober Mallow andт di persona nei territori dell'Impero - disse il secondo interlocutore.

Ma Forell scosse la testa. - Non possiamo farlo.

Nessuno di noi и abbastanza giovane; siamo arrugginiti e troppo inariditi dal nostro mestiere di mercanti.

Abbiamo bisogno di giovani che siano da poco entrati nel commercio…

— I mercanti indipendenti? - disse il quarto interlocutore.

Forrel annuм sussurrando: - Se siamo ancora in tempo.


3. Vicolo cieco

Bel Riose smise di passeggiare nervosamente e alzт lo sguardo pieno di speranza verso l'aiutante appena entrato. - Sono arrivate notizie della Starlet? - Nessuna.

La pattuglia ha setacciato la zona palmo a palmo ma gli strumenti non hanno registrato niente.

Il comandante Yume riferisce che la flotta и pronta per un attacco di rappresaglia.

Il generale scosse la testa.

— No, non per una nave pattuglia.

Non ancora.

Digli di raddoppiare…

un momento! Gli scriverт un messaggio.

Codificalo e spediscilo immediatamente.

Mentre parlava scriveva poi consegnт il messaggio all'ufficiale in attesa. - E arrivato il siwenniano? - Non ancora.

— Bene, fa, in modo che lo conducano qui non appena arriverа.

L'aiutante salutт rigidamente e uscм.

Riose riprese a passeggiare.

Quando la porta si aprм per la seconda volta fu Ducem Barr ad attraversare la soglia.

Lentamente senza scomporsi malgrado l'aiutante lo sollecitasse, entrт nella stanza dal soffitto raffigurante un modello stereoscopico della Galassia.

Bel Riose lo aspettava in piedi in uniforme da combattimento.

— Buon giorno, patrizio! - Il generale spinse una sedia verso Barr e fece cenno all'aiutante di uscire. - Quella porta deve rimanere chiusa finchй non l'aprirт io.

Rimase in piedi di fronte al siwenniano a gambe larghe con le mani dietro la schiena dondolandosi sulla punta dei piedi.

Poi improvvisamente si decise a parlare. - Patrizio siete un fedele suddito dell'Imperatore? Barr non rispose subito poi aggrottт la fronte e disse: - Non ho ragione di amare il governo imperiale.

— Il che non vuoi dire che voi siate un traditore.

— Esattamente.

Ma il fatto di non essere un traditore non significa che ho intenzione di collaborare attivamente.

— Anche questo и vero.

Ma il rifiutare un aiuto in un momento come questo - disse Riose parlando con lentezza - sarа considerato tradimento con tutte le conseguenze che ne derivano.

La faccia di Barr si scurм. - Riservate questi giochetti ai vostri subordinati.

Mi basterа che diciate chiaramente e semplicemente quello che volete da me.

Riose si sedette e accavallт le gambe. - Barr sei mesi fa abbiamo parlato insieme a lungo.

— Sui maghi? - Sм.

Ricordate cosa avevo intenzione di fare? Barr annuм.

Aveva le braccia appoggiate alle ginocchia.

— Avevate deciso di andarli a trovare nella loro tana e siete sparito per quattro mesi.

L'avete trovati? - Trovati? Eccome - gridт Riose.

Parlava a denti stretti come se si sforzasse di mantenere la calma. - Patrizio non sono maghi ma diavoli.

Sono tanto lontani dalla fede quanto le nebulose da noi.

Pensate! Abitano un pianeta non piщ grande di un fazzoletto di un'unghia; le loro risorse sono minime la loro potenza и insignificante la popolazione и cosм microscopica da non potersi paragonare ad alcuna delle minuscole prefetture delle Stelle scure.

Eppure si tratta di un popolo cosм orgoglioso e ambizioso da sognare di diventare i dominatori della Galassia.

"Sono talmente sicuri di sй che non hanno fretta.

Si muovono lentamente e con flemma; parlano dei secoli necessari.

Annettono interi pianeti senza muovere un dito.

"E il bello и che hanno successo.

Non c'и nessuno che li fermi.

Hanno creato una comunitа di commercianti che s'estende persino al di lа della portata delle loro piccolissime navi.

I loro mercanti cosм si fanno chiamare quegli agenti penetrano per parsec nella Galassia.

Ducem Barr interruppe quel fiume di parole. - Quanto di quello che mi state dicendo и vero e quanto и frutto d'immaginazione? Il generale riprese fiato e sembrт calmarsi. - Non mi lascio guidare dai miei desideri.

Sono stato di persona su alcuni pianeti ben piщ vicini a Siwenna che alla Fondazione dove l'Impero non и piщ che un mito, mentre i mercanti sono una realtа vivente.

Persino noi siamo stati scambiati per mercanti.

— La stessa Fondazione vi ha detto che essi mirano a dominare la Galassia? - Me l'hanno detto? - Riose era esploso un'altra volta.

— Non c'era bisogno che me lo dicessero.

I loro funzionari non ne parlavano mai.

Parlavano solo d'affari.

Ma io ho parlato con la gente comune.

Ho ascoltato ciт che mi diceva il popolo; essi accettano con tranquillitа il loro "destino manifesto".

Non c'и niente che lo possa nascondere; sono talmente ottimisti che non vedono la necessitа di nasconderlo.

Il siwenniano mostrт una certa soddisfazione. - Avrete notato che le mie supposizioni non erano poi molto lontane dalla realtа.

— Senza dubbio - replicт Riose con sarcasmo - devo riconoscere la vostra capacitа analitica.

Ma sono anche costretto a rendermi conto della minaccia che un tale popolo rappresenta per Sua Maestа Imperiale.

Barr si strinse con indifferenza nelle spalle e Riose si chinт improvvisamente verso di lui afferrandolo per le braccia e guardandolo negli occhi con aria stranamente gentile.

— Suvvia patrizio - disse - non fate cosм.

Non ho affatto voglia di comportarmi da barbaro.

Per conto mio l'ostilitа di Siwenna nei confronti dell'lmpero и acqua passata e farт di tutto perchй ogni ostacolo alla nostra amicizia sia rimosso.

Ma il mio mandato и puramente militare e non mi и possibile interferire negli affari civili.

Verrei richiamato e non potrei esservi piщ di alcuna utilitа.

Voi mi capite, vero? So che mi capite.

Noi due, allora, vediamo di considerare le atrocitа di quarant'anni, chiusi con la vendetta contro il suo autore materiale e dimentichiamocene.

Ho bisogno del vostro aiuto.

Lo ammetto con tutta franchezza.

La voce del giovane sembrava piena di preoccupazione.

Ducem Barr scosse la testa gentilmente, ma con fermezza.

Riose continuт sullo stesso tono. - Non capite, patrizio, e non credo di riuscire a convincervi con le parole.

Non posso lottare con voi in questo campo.

Voi siete uno studioso, io no.

Ma posso dirvi questo.

Qualunque cosa pensiate dell'Impero, dovete ammettere la sua grande funzione.

I suoi eserciti hanno commesso atrocitа isolate, ma nel complesso sono stati apportatori di pace e civiltа.

E stata la flotta imperiale a creare la Pax Imperium che ha dominato su tutta la Galassia per piщ di duemila anni.

Raffrontate i duemila anni di pace sotto il Sole e L'Astronave con i due millenni di anarchia interstellare che li hanno preceduti.

Considerate le guerre e le devastazioni di quei tempi e ditemi se non vale la pena di conservare questo Impero.

— Pensate - continuт sempre piщ eccitato, - a che cosa sono ridotte le province della Periferia ora che si sono staccate dall'Impero e che hanno raggiunto l'indipendenza, e chiedetevi se per una misera vendetta personale valga la pena di ridurre Siwenna dalla sua posizione di provincia protetta dalla potente flotta imperiale a un mondo barbaro in una Galassia di barbari, disuniti, indipendenti e con in comune solo la miseria e la degradazione.

— Siamo giа a questo punto? - mormorт il siwenniano.

— No - dovette ammettere Riose. - Noi ci salveremo certamente, anche se dovessimo vivere il quadruplo dei nostri anni.

Ma и per l'Impero che io combatto, e anche per una tradizione militare che и qualcosa che comprendo solo io e che purtroppo non posso trasmettervi.

E' una tradizione militare costruita sull'istituto imperiale che io servo.

— State diventando mistico, e mi riesce sempre piщ difficile comprendere il misticismo di un'altra persona.

— Non importa.

Capite almeno il pericolo che rappresenta la Fondazione.

— Sono stato io a farvi notare ciт che chiamate pericolo proprio prima che partiste per la Fondazione.

— Allora vi rendete conto che bisogna fermarli all'inizio o sarа troppo tardi.

Voi avete saputo della Fondazione prima di qualsiasi altro.

Conoscete sulla Fondazione piщ cose di qualsiasi altro nell'Impero.

Probabilmente conoscete il modo migliore per attaccarla, e forse mi potrete avvertire delle loro eventuali contromisure.

Cerchiamo di essere amici.

Ducem Barr si alzт. - Ciт che posso dirvi non vi sarа di alcuna utilitа.

E solo la vostra accorata richiesta che mi spinge a parlare.

— Sarт io a giudicare dell'utilitа o meno delle vostre risposte.

— No, parlo sul serio.

Nemmeno la potenza di tutto l'Impero sarа capace di distruggere questo mondo pigmeo.

— E perchй no? - gridт Riose adirato. - No rimanete qui.

Vi dirт io quando potrete uscire.

Perchй no? Se pensate che io abbia sottovalutato i miei nemici, vi sbagliate.

Patrizio - disse riluttante, - ho penduto una nave nel mio viaggio di ritorno.

Non ho prove che sia caduta nelle mani della Fondazione, ma non и ancora stata localizzata e se si fosse trattato di un puro incidente, la sua carcassa avrebbe dovuto essere ritrovata lungo la via che abbiamo percorsa.

Non и una perdita, ma forse questo significa che la Fondazione ha aperto le ostilitа.

Una tale fretta e una tale noncuranza per le conseguenze forse significano una forza segreta che io non conosco.

Potete aiutarmi a risolvere questo problema: qual и la loro potenza militare? - Non ne ho la minima idea.

— E allora spiegatemi su che cosa basate le vostre affermazioni.

Perchй dite che tutta la potenza dell'Impero non potrа sconfiggere questo piccolo nemico? Il siwenniano tornт a sedersi e distolse lo sguardo dal generale.

Parlт lentamente. - Perchй io ho fiducia nei principi della psicostoria.

E' una strana scienza.

Ha raggiunto il suo culmine con Hari Seldon ed и morta con lui, poichй nessun uomo in seguito и stato capace di risolverne le complicate operazioni.

Ma in quel breve periodo si dimostrт lo strumento piщ potente mai inventato per lo studio dell'umanitа.

Senza pretendere di prevedere le azioni di un singolo individuo, formulт leggi ben definite, capaci di essere analizzate matematicamente in modo da riuscire a prevedere e guidare le azioni di massa degli umani.

— E con ciт?…

— Hari Seldon e il suo gruppo di studiosi si servirono della psicostoria per creare le due Fondazioni.

Il luogo il tempo e le condizioni ambientali vennero studiati matematicamente in modo tale che essi portassero alla costituzione di un Impero Universale.

La voce di Riose tremт d'indignazione. - Sostenete che questa scienza и in grado di predire che io attaccherт la Fondazione e che perderei la tale battaglia per la tale ragione? Intendete dire che io non sono altro che uno stupido robot che segue una via predestinata verso la propria distruzione? - No - replicт il vecchio patrizio. - Ho giа detto che la scienza non ha niente a che vedere con le azioni degli individui.

E' l'insieme delle condizioni storiche che sono state previste.

— Allora noi ci troviamo semplicemente nelle mani della Divinitа della Necessitа Storica? - La Necessitа Psicostorica - lo corresse Barr sottovoce.

— E se io esercitassi il mio libero arbitrio? Se decidessi di attaccare il prossimo anno o di non attaccare affatto? Quanto efficace sarebbe questa Divinitа? Che risorse avrebbe? Barr si strinse nelle spalle. - Attaccare ora o mai piщ: con una astronave, o con tutte le forze dell'Impero; con azioni militari o con pressioni economiche, dichiarando guerra o organizzando un'imboscata.

Fate ciт che vi pare.

Esercitate il vostro libero arbitrio.

Verreste comunque sconfitto.

— A causa del vicolo cieco creato da Hari Scldon? - A causa del vicolo cieco della matematica del comportamento umano che non puт essere fermato annullato o deviato.

I due si fronteggiarono senza parlare fino a quando il generale non fece un passo indietro.

— Accetto la sfida - disse con semplicitа. - Un vicolo cieco contro una libera volontа.


4. L'Imperatore

CLEON II… comunenemente detto "Il Grande".

Ultimo dei forti Imperatori del Primo Impero, и importante per il rinascimento artistico e politico che ebbe luogo durante il suo regno.

Il suo nome и passato alla leggenda, soprattutto in connessione con Bel Riose tanto da essere ricordato dalla gente come "L'Imperatore" Riose.

E giusto tuttavia non permettere che gli eventi del suo ultimo anno di regno adombrino quarant'anni di…

Enciclopedia Galactica


Cleon II era signore dell'universo.

Cleon II soffriva tuttavia di una malattia grave e sconosciuta.

Non era certo il primo caso di simili infermitа in un uomo tanto potente.

Ma a Cleon II non interessavano i precedenti.

Meditare sulla lunga lista di casi analoghi non lo faceva soffrire di meno.

Non lo rallegrava nemmeno il pensiero che mentre suo nonno non era altro che un piccolo pirata di un mondo microscopico, lui ora dormiva nel palazzo del Piacere di Ammenetik il Grande, come erede di una serie di dominatori che si perdevano nella notte dei tempi.

Nй al momento, lo confortava il pensiero degli sforzi compiuti da suo padre per ripulire il reame di ogni focolaio di ribellione instaurando una pace e un'unitа che non avevano avuto l'uguale fin dal regno di Stanel VI e che, come conseguenza di tutto ciт, i venticinque anni del suo regno non erano mai stati offuscati da una nuvola di rivolta.

L'Imperatore della Galassia e Signore di Tutto si lamentт debolmente mentre si appoggiava al piano di forza rinvigoritore che gli faceva da cuscino.

La sua testa era sostenuta senza che niente lo toccasse e, a quel piacevole formicolio, Cleon riuscм a rilassarsi per un momento.

Poi si sollevт con difficoltа e guardт corrucciato le mura della grande sala.

Era una stanza dove non era piacevole restare soli.

Era troppo grande.

Tutte le stanze erano troppo grandi.

Ma era meglio essere soli durante queste crisi strazianti piuttosto che dover sopportare l'adulazione dei cortigiani, la loro cortesia interessata, la loro stupida e condiscendente vanitа.

Meglio rimanere soli piuttosto che osservare quelle stupide maschere dietro le quali si potevano scorgere le speculazioni tortuose sulle possibilitа di una sua eventuale morte e le fortune della successione.

I pensieri lo tormentavano.

C'erano i suoi tre figli: tre giovani forti, promettenti e virtuosi.

Dov'erano scomparsi in quei giorni? Aspettavano, senza dubbio.

Controllando l'uno le mosse dell'altro e tutt'e tre intenti a controllare lui.

Si voltт gemendo.

E ora Brodrig chiedeva un'udienza.

Brodrig era fedele e di umili origini, fedele perchй odiato da tutti.

Quest'odio verso Brodrig era l'unica cosa su cui concordassero la decina di fazioni che dividevano la corte.

Brodrig, il fedele favorito, almeno finchй non avesse avuto l'astronave piщ veloce della Galassia per farne uso il giorno della morte dell'Imperatore, altrimenti in meno di ventiquattr'ore si sarebbe trovato nella camera atomizzatrice.

Cleon II toccт un pulsante sul bracciolo del suo grande divano e la porta colossale in fondo alla stanza si dissolse nel nulla.

Brodrig avanzт sul tappeto cremisi, poi si chinт per baciare la mano scarna dell'Imperatore.

— La vostra salute, sire? - domandт il Segretario Privato con accento ansioso.

— Sono ancora vivo - rispose l'Imperatore seccato. - Sempre che si chiami vita la mia quando un qualsiasi disgraziato che sappia leggere un libro di medicina mi puт usare come cavia per i suoi esperimenti.

Se esiste un qualche rimedio chimico, fisico, atomico che non sia stato ancora provato, non dubitare che qualche ciarlatano proveniente da qualche paese oscuro del mio regno si precipiterа a sperimentarlo su di me.

E ancora una volta un nuovo libro, o la copia di uno vecchio verrа usato come testo per la diagnosi.

Per la memoria di mio padre - sbottт adirato, - sembra che non esista un essere umano capace di visitarmi guardandomi con i suoi occhi.

Non ce n'и uno che non mi conti le pulsazioni senza prima consultare un libro di qualche antico.

Sono stufo che mi dicano che il mio male и sconosciuto.

Idioti! Se ci ammaliamo di una malattia non diagnosticata dai libri antichi diventiamo tutti incurabili.

Gli antichi dovrebbero vivere adesso e io al tempo degli antichi.

L'Imperatore chiuse il discorso lanciando un'imprecazione mentre Brodrig lo guardava dubbioso.

Cleon II riprese a parlare piщ calmo.

— Quanti sono quelli che aspettano fuori? - E fece un gesto con la testa indicando la porta.

Brodrig rispose pazientemente. - Sempre il solito numero.

— Bene falli aspettare.

Sono occupato in affari di Stato.

Fallo annunciare dal Capitano della Guardia.

No, un momento, lascia stare gli affari di Stato.

Fai semplicemente annunciare che non terrт udienze, e fai in modo che il Capitano della Guardia abbia la faccia contrita.

Gli stupidi si tradiranno da soli. - E l'Imperatore sorrise malignamente.

— Corre voce, sire - disse Brodrig - che si tratti del vostro cuore.

L'Imperatore sorrise nuovamente. - Farа piщ male a loro che a me il cuore se si muoveranno prematuramente.

Ma tu cosa vuoi? Sbrighiamoci.

Brodrig si alzт a un gesto dell'Imperatore e disse: - Si tratta del generale Bel Riose, il governatore militare di Siwenna.

— Riose? - Cleon corrugт la fronte. - Non lo ricordo.

Un momento, sarebbe quel tale che ha mandato quello strano messaggio alcuni mesi fa? Sм, ora ricordo.

Ha chiesto il permesso di intraprendere una campagna militare di conquista per la gloria dell'Imperatore.

— Esattamente, sire.

L'Imperatore sorrise. - Pensavi che mi fossero rimasti ancora generali come questo, Brodrig? Non sembra affatto un uomo dei nostri tempi.

E che cosa abbiamo risposto? Immagino che tu abbia provveduto.

— Certamente, sire.

Gli и stato chiesto di spedire informazioni piщ precise e di non organizzare alcuna spedizione senza esplicito ordine dell'Impero.

— Sм, mi pare abbstanza ragionevole.

Ma chi и questo Riose? E' mai stato a corte? Brodrig annuм e storse leggermente la bocca. - Cominciт la sua carriera come cadetto delle guardie dieci anni fa.

Prese parte alla spedizione sulla costellazione di Lemul.

— Costellazione di Lemul? Scusami, ma la mia memoria non и piщ quella di una volta.

Mi pare che in quell'occasione un soldato abbia salvato due astronavi che stavano per entrare in collisione riuscendo…

ma… non ricordo - agitт la mano con impazienza. - Non ricordo i dettagli ma mi pare che fosse un qualcosa di eroico.

— Riose era quel soldato.

Per quell'azione ricevette una promozione - disse Brodrig. - Divenne capitano e gli fu affidato il comando di un'astronave.

— E ora и governatore militare di una provincia ai confini ed и ancora giovane.

Si tratta dunque di un uomo capace, Brodrig! - Pericoloso, sire.

Vive nel passato.

E un sognatore.

Crede nei bei tempi antichi, o meglio nel mito.

Uomini del genere sono di per sй innocui, ma la loro mancanza di senso pratico li espone al pericolo di essere manovrati da gente priva di scrupoli.

I suoi uomini, comunque, sono completamente sotto la sua influenza.

Egli и uno dei generali piщ popolari dell'Impero.

— Davvero? - disse Cleon divertito. - Suvvia, Brodrig, non voglio essere servito soltanto da incapaci.

E per di piщ anche questi non sono certo un esempio di fedeltа.

— Un traditore incapace non puт nuocere.

Invece bisogna stare attenti agli uomini capaci.

— E a te per primo, Brodrig? - disse Cleon II ridendo ma subito ebbe un'altra fitta e storse la bocca per il dolore. - Bene per ora dimentichiamo la discussione.

Dimmi piuttosto, che notizie hai di questo giovane conquistatore? Spero che tu non mi abbia disturbato solo per ricordarmelo.

— Abbiamo ricevuto un altro messaggo del generale Riose, sire.

— E che cosa dice? - A quanto pare ha spiato i territori di quei barbari e auspica una spedizione in massa.

Le sue argomentazioni sono lunghe e piuttosto tediose.

Non vale la pena di annoiare Vostra Maestа Imperiale specialmente ora che non vi sentite bene.

Tanto piщ che l'argomento sarа discusso a lungo al Consiglio dei Lord - aggiunse e dette un'occhiata di traverso all'Imperatore.

Cleon II corrugт la fronte. - I Lord? E' una questione che interessa il Consiglio? Questo darа luogo alla richiesta di una maggiore applicazione della Carta.

Va sempre a finire cosм.

— Non lo si puт evitare, sire.

Sarebbe stato meglio che il vostro augusto padre avesse piegato le ultime rivolte senza dover concedere la Carta.

Ma poichй esiste, dobbiamo sopportarla.

— Hai ragione.

Vorrа dire che convocheremo il Consiglio dei Lord.

Ma che bisogno c'и di tanta solennitа in fin dei conti? Dopotutto non и un avvenimento di grande importanza.

Una spedizione militare ai confini, con l'impiego di un numero limitato di truppe, non и poi un grande affare di Stato.

Brodrig sorrise. - Effettivamente si tratta di un'avventura da idiota romantico; ma anche un idiota romantico puт diventare un'arma pericolosa nelle mani di un ribelle nient'affatto romantico.

Sire, quell'uomo era popolare quм ed и popolare ora laggiщ.

E giovane, se annetterа all'Impero un pianeta o due, di una qualche provincia barbara, sarа considerato un conquistatore.

E un conquistatore giovane, che abbia dato prova della sua abilitа nel sollevare l'entusiasmo dei suoi soldati, dei minatori, dei mercanti e del popolino in genere и sempre pericoloso.

E se gli manca la volontа di fare quello che il vostro augusto padre fece all'usurpatore Ricker, ci penserа uno dei vostri leali Lord a servirsi di lui come arma contro di voi.

Cleon II agitт un braccio infastidito e gemette per il dolore.

Lentamente si rilassт, ma il sorriso era stentato e la voce molto debole. - Tu sei un suddito capace, Brodrig.

Sospetti sempre piщ del necessario, a me basta seguire soltanto la metа dei tuoi consigli di prudenza per non correre pericoli.

Esporrai il problema ai Lord.

Vedremo quello che risponderanno e ci comporteremo di conseguenza.

Immagino che il giovanotto, per ora, non abbia compiuto alcun atto ostile.

— Nessuno per ora.

Ma ha giа chiesto rinforzi.

— Rinforzi! - L'Imperatore sembrт preoccupato. - Che forze possiede? - Dieci astronavi da battaglia, sire, con tutto il necessario seguito di navi ausiliarie.

Due astronavi sono equipaggiate ancora con i motori della vecchia Grande Flotta e un'altra и armata con una batteria completa, sempre di allora.

Le altre astronavi sono relativamente nuove, fabbricate negli ultimi cinquant'anni, ma ancora abbastanza efficienti.

— Dieci navi mi sembrano sufficienti per una spedizione.

Con meno di dieci navi mio padre vinse le sue prime battaglie contro l'usurpatore.

Chi sono questi barbari contro i quali sta combattendo? Il Segretario Privato alzт le spalle. - Il generale Riose li chiama "La Fondazione".

— La Fondazione? E che cosa sarebbe? - Non esistono documenti in proposito, sire.

Ho controllato accuratamente gli archivi.

L'area della Galassia indicata и compresa nella vecchia provincia di Anacreon, che due secoli fa si и data al brigantaggio, alla barbarie e all'anarchia.

In quella zona, non esiste un pianeta conosciuto come Fondazione.

C'и un vago riferimento a un gruppo di scienziati mandati in quella provincia poco prima che il pianeta si staccasse dall'Impero.

A quanto pare, dovevano preparare un'enciclopedia. - Sorrise.

— Se non sbaglio si doveva chiamare Fondazione Enciclopedica.

— Bene - disse l'Imperatore, - sembra che ci sia una vaga connessione.

— Molto vaga, sire.

Dopo il definitivo distacco di quella regione, non abbiamo piщ sentito parlare di quel gruppo di scienziati.

Se esistono ancora i loro discendenti e hanno conservato la denominazione, sicuramente saranno piombati nella barbarie.

— E cosм il generale chiede rinforzi. - L'Imperatore fissт il segretario.

— La faccenda mi pare strana: non solo propone di attaccare quei selvaggi con dieci astronavi da guerra ma chiede rinforzi ancora prima di aver dato inizio all'attacco.

Enppure ora mi pare di ricordare questo Riose, era un giovane capace e di famiglia leale.

Brodrig, esistono complicazioni che non riesco ad afferrare.

Forse la faccenda и piщ importante di quanto non si creda.

Tamburellт con le dita sulla coperta luminescente che copriva le sue gambe irrigidite. - Devo mandare un uomo laggiщ, fidato, intelligente e con gli occhi aperti.

Brodrig…

Il segretario chinт la testa in atto di sottomissione. - E le astronavi, sire? - Non ancora! - L'Imperatore cambiт posizione lentamente, gemendo ad ogni fitta. - Niente da fare finchй non ne sapremo di piщ.

Raduna il Consiglio dei Lord per questa settimana.

Sarа una buona occasione per ottenere nuove appropriazioni.

E dovrт ottenerle, altrimenti ci sarа molta gente che non vivrа a lungo.

Appoggiт la testa dolorante sul cuscino formato da un campo di forza.

— Vai, e fai passare il dottore.

Quello и un ciarlatano peggiore degli altri.


5. Comincia la guerra

Partendo da Siwenna e allargandosi a raggiera, le armate dell'Impero si inoltravano cautamente negli spazi sconosciuti della Periferia.

Gigantesche navi superavano le grandi distanze che le dividevano dalle stelle solitarie ai margini della Galassia, spingendosi fino ai confini dell'area d'influenza della Fondazione.

Mondi isolati e barbari da ormai due secoli provarono ancora un volta la potenza imperiale.

Vennero strette alleanze all'ombra delle armi puntate sulle capitali.

Vennero lasciate guarnigioni di soldati in uniformi imperiali con le insegne del Sole e dell'Astronave sulle spalline.

I vecchi ricordarono i racconti ormai dimenticati dei loro nonni quando l'universo era grande, ricco e pacifico e governato all'insegna del Sole e dell'Astronave.

Le astronavi s'addentravano sempre piщ, avvicinandosi alla Fondazione.

Ogni mondo occupato costituiva un nodo della rete colossale.

I rapporti amuivano regolari al quartier generale che Bel Riose aveva creato su un pianeta roccioso, brullo e senza sole.

Ora Riose era rilassato e sorrideva compiaciuto a Ducem Barr.

— Ebbene, che cosa ne pensate patrizio? - Io? Che cosa possono valere le mie opinioni? Non sono un uomo d'armi. - E guardт con disgusto il disordine della stanza scavata nella roccia di una caverna illuminata, riscaldata e aerata artificialmente, che rappresentava l'unica scintilla viva in quel pianeta morto.

— Per l'aiuto che vi posso dare - mormorт, - o che ho intenzione di darvi, tanto vale che mi rimandiate su Siwenna.

— No.

Non ancora. - Il generale si accomodт sulla sedia d'angolo, accanto a un'enorme sfera illuminata che rappresentava la vecchia prefettura di Anacreon e i settori limitrofi. - Piщ tardi, quando tutto questo sara finito, tornerete ai vostri libri, e avrete una ricompensa.

Provvedero che tutti i possedimenti della vostra famiglia vengano restituiti a voi, ai vostri figli e ai figli dei vostri figli.

— Vi ringrazio - rispose Barr con una punta d'ironia, - ma non ho molta fiducia che tutto ciт accada.

Riose sorrise. - Non cominciate con le vostre profezie di malaugurio.

Questa mappa parla piщ chiaro delle vostre teorie. - Ne accarezzт la superficie invisibile. - Siete capace di leggere una mappa a proiezione radiale? Si? Bene, osservate voi stesso.

Le stelle colorate in oro rappresentano i territori imperiali.

Le stelle rosse sono quelle dominate dalla Fondazione e quelle rosa sono probabilmente sotto la sua influenza economica.

Ora guardate…

Riose girт un interruttore, e lentamente un'area coperta di puntini bianchi assunse una colorazione azzurra.

Ricoprivano l'area rosa e rossa come una tazza rovesciata.

— Le stelle blu sono quelle occupate dalle nostre forze - disse Riose soddisfatto, - e stiamo ancora avanzando.

Non abbiamo incontrato opposizione.

I barbari sono rimasti inerti.

E c'и di piщ, non abbiamo incontrato resistenza neppure da parte della Fondazione.

Dormono in pace e tranquilli.

— Sta disperdendo le vostre forze, mi pare - osservт Barr.

— Vedete - disse Riose, - malgrado le apparenze non и cosм.

I punti chiave che ho fortificato e dove ho posto le guarnigioni sono relativamente pochi, ma sono stati scelti accuratamente.

Ne risulta una relativa dispersione di forze, mentre ottengo nello stesso tempo un grande risultato strategico.

Esistono molti vantaggi nel mio piano, molti di piщ di quanti appaiano a prima vista ad un esperto di tattiche militari.

Per esempio, posso attaccare da tutti i punti entro una sfera chiusa, e quando avrт terminato il mio accerchiamento sarа impossibile che la Fondazione ci colpisca ai fianchi o alle spalle.

Rispetto a loro, io non avrт nй ali nй retro.

Questa tattica d'accerchiamento preventivo e stata giа sperimentata in passato, durante le campagne di Loris VI, per esempio, qualcosa come duemila anni fa, ma sempre in modo imperfetto, gli avversari infatti hanno sempre opposto resistenza cercando di ostacolare la manovra.

Ma ora la situazione и differente…

— Una manovra da manuale? - La voce di Ducem Barr suonava indifferente.

Riose era impaziente. - Voi siete ancora convinto che le mie forze saranno sconfitte? - E inevitabile.

— Vi rendete conto che non esiste un solo caso in tutta la storia militare dove le forze che avessero completato un accerchiamento siano state sconfitte, a meno che non esistesse una flotta sufficientemente forte all'esterno capace di rompere l'assedio? - Se lo dite voi…

— Continuate a credere nelle vostre teorie? - Si.

Riose scrollт le spalle. - Credete quello che vi pare.

Per alcuni minuti rimasero in silenzio, poi Barr chiese con calma: - Avete ricevuto una risposta dall'Imperatore? Riose prese una sigaretta dal contenitore appeso al muro dietro le sue spalle, strinse il filtro tra le labbra e diede una boccata. - State parlando della mia richiesta di rinforzi? La risposta и arrivata.

— Niente navi? - Neanche una.

Me l'aspettavo.

Francamente, patrizio non avrei mai dovuto lasciarmi spaventare dalle vostre teorie e richiedere rinforzi.

Mi sono messo sotto cattiva luce.

— Davvero? - Certamente.

Le astronavi sono un premio.

Le guerre civili degli ultimi due secoli hanno dimezzato la Grande Flotta e le astronavi rimaste sono in cattive condizioni.

Sapete bene che le astronavi costruite ai nostri giorni non valgono un gran che.

Non credo che esista un uomo in tutta la Galassia capace di costruire un motore iperatomico che funzioni.

— Questo lo sapevo - rispose il siwenmano. - Non immaginavo perт che ve ne rendeste conto anche voi.

Sua Maestа non ha astronavi da guidarvi…

La psicostoria probabilmente l'aveva predetto.

Io direi che Hari Seldon и in vantaggio dopo il primo round.

Riose ribattй seccato: - Possiedo navi a sufficienza…

Il vostro Seldon non и affatto in vantaggio.

Se la situazione dovesse diventare seria, allora mi arriverebbero le navi.

Finora, l'Imperatore non и al corrente di tutta la storia.

— Davvero? Non gliel'avete riferita? - Ovviamente no. - Riose lo guardт ironico. - La vostra teoria, con tutto il rispetto che vi devo, non и del tutto attendibile.

Se nel corso degli eventi riesco a raccogliere prove piщ concrete, allora, e solo in quel caso, farт notare il pericolo mortale.

«E inoltre - continuт Riose - una storia del genere, non convalidata da fatti, avrebbe l'aspetto di lesa maestа, e sono convinto che la cosa piacerebbe poco al nostro Imperatore.

Il vecchio patrizio sorrise: - Intendete dire che, mettendolo in guardia dai pericoli che il suo augusto trono corre a causa di elementi sovversivi di un mondo barbaro ai confini dell'universo, il vostro avvertimento non sarebbe creduto nй apprezzato? Allora non vi aspettate niente dall'Imperatore.

— A meno che non consideriate giа qualcosa un inviato speciale.

— E perchй un inviato speciale? - E una vecchia usanza.

Un diretto rappresentante della corona и presente ad ogni azione militare condotta sotto gli auspici del governo.

— D'avvero? Perchй? - E un modo per conservare il simbolo del personale intervento imperiale in tutti i conflitti.

In seguito ha avuto anche la funzione secondaria di assicurarsi sulla fedeltа dei generali.

In quel senso, la presenza dell'inviato non и sempre stata efficace…

— Non sarа certo piacevole per voi, generale.

Intendo dire, dover avere a che fare con un'autoritа esterna.

— Senza dubbio - disse Riose arrossendo leggermente. - Ma non la si puт evitare…

Il ricevitore del generale cominciт a emettere segnali intermittenti poi, con uno scatto improvviso sulla scrivania apparve il cilindro delle comunicazioni. - Bene! Ci siamo! Ducem Barr lo guardт perplesso.

Riose disse: - Sapete che abbiamo catturato uno di questi mercanti.

Vivo e con la nave intatta.

— Sм, ne ho sentito parlare.

— Bene, l'hanno appena portato qui e fra un minuto lo farт entrare.

Rimanete seduto al vostro posto.

Voglio che rimaniate qui durante l'interrogatori.

Per questa ragione vi ho mandato a chiamare quest'oggi.

Probabilmente riuscirete a capire meglio mentre io potrei lasciarmi sfuggire alcune informazioni importanti.

Il segnale della porta suonт e con un tocco del piede il generale fece spalancare la porta.

L'uomo in piedi sulla soglia era alto e barbuto, indossava una giacca corta di plastica soffice, con un cappuccio sulle spalle.

Aveva le mani libere, e non sembrava affatto impressionato dagli uomini armati che lo circondavano.

Entrт nella stanza e si guardт intorno con curiositа.

Salutт il generale con un lieve inchino e un gesto della mano.

— Come vi chiamate? - domandт Riose secco.

— Lathan Devers! - Il mercante infilт i pollici nella larga cintura.

— Siete voi il capo qui? - Siete un mercante della Fondazione? - Esattamente.

Ascoltate, se voi siete il capo, и meglio che diciate ai vostri uomini di non toccare la mia merce.

Il generale alzт la testa e guardт il prigioniero con occhi freddi.

— Rispondete alle mie domande.

E non date ordini.

— D'accordo.

Io non ho niente in contrario.

Ma uno dei vostri uomini s'и giа fatto un buco di trenta centimetri nel petto, perchй metteva le mani dove non doveva.

Riose si girт verso il tenente Vrank. - Sta dicendo la veritа quest'uomo? Nel vostro rapporto mi avete comunicato che non c'erano state perdite.

— E vero signore - rispose l'ufficiale rigido sull'attenti e imbarazzato - allora non era successo nulla.

E stato piщ tardi quando abbiamo avuto ordine di perquisire la nave ci avevano detto che c'era una donna a bordo.

Invece, signore, abbiamo trovato una quantitа di strumenti di natura sconosciuta.

Il mercante dice che sono la sua mercanzia.

Uno di questi strumenti ha fatto partire una scarica e il soldato che lo teneva in mano и morto.

Il generale si rivolse nuovamente al mercante. - La vostra astronave trasporta esplosivi atomici? - No, per la Galassia.

E per quale ragione? Quel matto ha preso un punteruolo atomico dal lato sbagliato e l'ha regolato al massimo.

Non si puт fare una cosa del genere.

E come puntarsi una pistola neutronica al cervello.

L'avrei fermato se non avessi avuto cinque uomini che mi trattenevano.

Riose fece un gesto alla guardia che stava aspettando. - Tu puoi andare.

L'astronave catturata deve rimanere chiusa.

Che nessuno ci entri.

Sedetevi, Devers.

Il mercante si accomodт.

Con indifferenza sostenne l'esame accurato del generale e lo sguardo curioso del siwenniano.

Riose disse: - Siete un uomo pieno di buon senso, Devers.

— Grazie.

Siete impressionato dalla mia faccia o volete qualcosa da me? Ditemi pure quello che volete.

Vedete, io sono un uomo d'affari.

— E' pressappoco la medesima cosa.

Vi siete arreso quando avreste potuto decidere di farci sprecare munizioni e di saltare in aria con la vostra nave.

Se continuate a comportarvi cosм, riceverete da parte mia un buon trattamento.

— Tutto ciт che chiedo alla vita и che questa sia benevola con me.

— Bene e io non chiedo altro che un po, di collaborazione. - Riose sorrise, poi rivolgendosi a Ducem Barr disse a bassa voce: - Spero che la parola chiedere vada intesa come la intendo io.

Avete mai sentito un gergo tanto barbaro? - D'accordo.

Per conto mio ci stт - disse Devers in tono amichevole.

— Ma di che tipo di collaborazione intendete parlare, capo? Se devo dire la veritа non so in che posizione mi trovo. - Si guardт intorno. - Dove ci troviamo ora, che cosa sta succedendo? - Scusatemi, ho dimenticato di presentarmi. - Riose sembrava di buon umore. - Il signore accanto a me и Ducem Barr, patrizio dell'Impero.

Io mi chiamo Bel Riose, suddito dell'Impero e generale di Terza classe nelle forze armate di sua Maestа Imperiale.

Il mercante spalancт la bocca. - L'Impero? Intendete dire il vecchio Impero, quello che si studia a scuola? E' strano.

Ho sempre creduto che non esistesse piщ ormai da secoli.

— Guardatevi intorno e ve ne accorgerete - disse Riose sorridendo.

— Avrei dovuto immaginarlo - disse Lathan Devers osservando il soffitto. - Era una bella squadra quella che ha catturato la mia carcassa.

Nessuno dei regni della Periferia avrebbe potuto mettere insieme navi come quelle. - Poi si fece improvvisamente serio. - Ma a che gioco giochiamo, capo? O devo chiamarvi generale? - Stiamo giocando alla guerra.

— L'Impero contro la Fondazione, и cosi? - Esattamente.

— E perchй? - Penso che voi sappiate il perchй.

Il mercante lo guardт fisso, poi scrollт la testa.

Riose lasciт che l'altro ci pensasse un poco, poi disse: - Sono sicuro che lo sapete.

Lathan Devers mormorт: - Fa caldo qui - e si alzт per togliersi la giacca.

Poi si sedette di nuovo e allungт le gambe.

— Sapete che vi dico? - replicт tranquillo. - Immagino che voi stiate pensando che io dovrei saltarvi addosso e stendervi.

Ci riuscirei comodamente, sempre che scegliessi il momento giusto, e questo signore che siede qui accanto a me non credo che farebbe in tempo a fermarmi.

— Ma voi non lo farete - disse Riose fiducioso.

— Infatti non lo farт - ammise Devers. - Prima di tutto uccidendo voi la guerra non finirа.

Immagino che ci siano altri generali.

— Avete fatto bene i vostri conti.

— A parte il fatto che una volta che vi abbia ucciso mi prenderebbero e finirei stecchito in meno di due secondi, a meno che non decidano di uccidermi lentamente.

In ogni caso verrei ucciso, e non mi piace mettere a repentaglio la mia vita quando faccio dei piani.

Non ne vale la pena.

— Ho giа osservato che siete un uomo pieno di buon senso.

— Ma c'и una cosa che vorrei sapere.

Perchй dite che dovrei sapere perchй voi ci state facendo la guerra? Io non lo so, e non mi piacciono gli indovinelli.

— Davvero? Avete mai sentito parlare di Hari Seldon? - No.

Vi ho giа detto che non mi piacciono gli indovinelli.

Riose si girт a guardare Ducem Barr.

Questi sorrise per un attimo poi riprese la sua espressione sognante.

Riose disse in tono serio: - Non cercate di fare il furbo, Devers.

Esiste una leggenda, o una diceria o forse si tratta di storia, non mi interessa che cosa sia, circa la Fondazione.

Secondo quel che si dice, un giorno voi fonderete un Secondo Impero.

Conosco tutte le teorie di Hari Seldon.

Le sue fandonie psicostoriche affermano che un giorno voi attaccherete l'Impero.

— Capisco - annuм Devers pensoso. - E chi vi ha raccontato queste storie? - Che importanza puт avere - replicт Riose seccamente. - Voi non siete qui per fare domande.

Voglio sapere che cosa ne sapete della favola di Seldon.

— Ma se si tratta di una favola…

— Non giochiamo sulle parole, Devers.

— Non sto giocando.

Sarт sincero.

Voi conoscete bene tutta la faccenda.

Sono sciocchezze, parti di fantasia.

Ogni pianeta ha la sua leggenda, non lo si puт evitare.

Sм, e vero, ho sentito parlare di Hari Seldon e del Secondo Impero, ma и roba che si racconta ai bambini per mandarli a letto.

I ragazzi si chiudono in camera e con il loro proiettore tascabile rimangono ore a osservare le avventure di Hari Seldon.

Non и una cosa da adulti.

Non per persone intelligenti, perlomeno. - Il mercante scosse la testa.

Il generale aveva l'aria severa. - Le cose starebbero cosм, allora? Giovanotto state perdendo tempo raccontandomi balle.

Sono stato sul pianeta Terminus.

Conosco bene la Fondazione.

Ho osservato tutto con i miei occhi.

— E chiedete informazioni a me? A me, che andrт sul pianeta per due mesi ogni dieci anni.

Non potrт certo darvi informazioni precise, io.

Ma se vi fa piacere continuate pure con la vostra guerra, se desiderate dar retta alle favole.

Barr intervenne per la prima volta. - Siete cosм sicuro che la Fondazione vincerа? Il mercante si girт.

Arrossм leggermente e la vecchia cicatrice che gli attraversava una tempia sembrт diventar piщ bianca. - Ah, l'amico silenzioso! Che cosa vi ha fatto credere che io pensi una cosa del genere? Riose annuм leggermente a Barr, e il siwenniano continuт a bassa voce: - Perchй il pensiero che il vostro mondo dovesse perdere la guerra vi farebbe soffrire.

Io so che cosa significa la sconfitta.

Il mio mondo un tempo dovette soccombere e ancora adesso ne paga le conseguenze.

Lathan Devers si tormentт la barba, guardт prima il generale poi il vecchio, quindi sorrise. - Parlate sempre in questo modo, capo? Ascoltate - disse facendosi serio. - Che cos'и una sconfitta? Io ho visto guerre e ho visto sconfitte.

Che succede se il vincitore invade il mondo? Chi и che ci rimette? Io? La gente come me? - Scosse la testa. - Ricordatevi bene di questo. - Il mercante era eccitato e parlava ad alta voce. - In media, su ogni pianeta ci sono cinque o sei pezzi grossi che mandano avanti la baracca.

Quando questi vengono eliminati, io non perdo certamente il sonno per loro.

Avete capito? E il popolo? E la gente comune? Certo, qualcuno ci rimette la pelle e gli altri pagheranno per alcuni mesi un pт piщ tasse.

Ma in breve tempo la situazione si normalizzerа.

E poi tutto ritornerа come prima solo con cinque o sei pezzi grossi diversi.

Ducem Barr strinse i denti e i muscoli della mano destra si contrassero, ma non disse nulla.

Lathan Devers lo stava osservando.

I suoi occhi erano attenti.

— Ascoltate.

Io passo la vita nello spazio a vendere cianfrusaglie di poco conto e a portare i miei guadagni alla Compagnia.

Laggiщ c'и un grassone - e puntт un dito dietro le sue spalle, - che se ne sta seduto a casa e raccoglie i guadagni di un anno di lavoro di un mucchio di gente come me.

Immaginiamo che a un certo punto siate voi a comandare sulla Fondazione.

Avrete sempre bisogno di noi piщ che non la stessa compagnia, perchй noi conosciamo il nostro mestiere e sappiamo dove vender la merce e come portarvi i soldi.

Puт darsi che sotto l'Impero guadagneremo di piщ.

Io sono un uomo d'affari.

Se la cosa rende, io non ho nulla in contrario.

E li guardт con un sorriso di sfida sulle labbra.

Per alcuni minuti nessuno parlт, poi un messaggio arrivт con uno scatto secco sulla scrivania del generale.

Riose lo aprм, lo lesse rapidamente, poi girт l'interruttore di un citofono.

— Preparate un piano indicando la posizione di ogni nave in azione.

Attendete ulteriori ordini in assetto di guerra.

Si infilт il mantello e a bassa voce rivolto a Barr disse: - Vi lascio quest'uomo.

Mi aspetto dei risultati.

Siamo in guerra e ricordatevi che, se fallite so essere crudele.

Lathan Devers osservт il generale che si allontanava poi disse: - Qualcuno lo deve aver morso in un punto delicato.

Che cosa sta succedendo? - Si tratterа di una battaglia, immagino - disse Barr. - Le forze della Fondazione entrano in campo per la prima volta.

E meglio che mi seguiate.

Nella stanza erano entrati alcuni soldati armati.

L'espressione delle loro facce era dura e decisa.

Devers seguм il vecchio siwenniano fuori della porta.

Furono condotti in una stanza piccola e spoglia.

V'erano due letti, uno schermo, una doccia e i servizi igienici.

I soldati uscirono e la spessa porta metallica si chiuse dietro le loro spalle.

— Ehm - borbottт Devers guardandosi intorno poco soddisfatto.

— Sembra una sistemazione permanente.

— Lo и - rispose Barr secco.

Il vecchio siwenniano gli voltт le spalle.

— E voi, capo, da che parte state? - domandт il mercante irritato.

— Da nessuna.

Ho l'incarico di sorvegliarvi.

Il mercante si alzт e s'avvicinт.

Si piazzт a gambe larghe di fronte al patrizio. - Sм? Ma siete chiuso in cella con me e quando i soldati ci accompagnavano le armi erano puntate anche su di voi.

Perchй vi siete scaldato tanto quando parlavamo della guerra? Aspettт invano una risposta. - D'accordo.

Ma rispondete a questa domanda.

Avete detto che un tempo il vostro paese и stato invaso.

E da chi? Da gente di un'altra nebulosa? Barr alzт gli occhi. - Dall'Impero.

— E che cosa ci fate qui? Barr non rispose e fece un gesto eloquente.

Il mercante sporse le labbra e annuм lentamente.

Si tolse un braccialetto che portava al polso destro e glielo porse. - Che ne dite di questo? - Sul braccio sinistro il mercante ne portava uno uguale.

Il siwenniano prese il bracciale.

Annui al gesto del mercante e se lo infilт.

Provт un leggero formicolio al braccio, ma dopo un po, non sentм piщ nulla.

Devers cambiт tonalitа di voce. - Bravo, dottore vedo che avete capito.

Ora parlate pure.

Se questa stanza и sotto controllo non riusciranno ad afferrare niente.

E un Deviatore di Campo brevetto Mallow.

Costa venticinque crediti, ma a voi lo regalo.

Parlate senza muovere le labbra.

Parlate lentamente.

Ducem Barr era preoccupato.

Il mercante lo fissava negli occhi.

— Che cosa volete? - disse Barr.

Le parole si formarono senza che le labbra si muovessero.

— Ve l'ho giа detto.

Voi prima avete parlato come uno che noi definiamo patriota.

Il vostro pianeta и stato messo sottosopra dall'Impero eppure voi siete dalla parte del nostro caro generale dai capelli biondi.

La cosa non quadra, non vi pare? - Io ho fatto la mia parte - disse Barr. - Un vicerй dell'Impero и morto per mano mia.

— E quando и successo? - Quarant'anni fa.

— Quarant'anni? - Il mercante guardт il siwenniano spalancando gli occhi. - E un bel po, di anni per vivere di memorie.

E il nostro generale lo sa? Barr annuм.

Devers si fece cupo. - Voi vorreste che l'Impero vincesse? Il vecchio siwenniano parlт trattenendo a stento l'ira. - Possa l'Impero esser ridotto in polvere.

Tutti i siwenniani vivono di questa speranza.

Io avevo dei fratelli un tempo, una sorella e un padre.

Ma ora ho dei figli, dei nipoti e il generale sa dove trovarli.

Devers ascoltava attentamente.

Barr continuт con un bisbiglio: - Ma questo non mi fermerebbe se ne valesse la pena.

Saprebbero come morire.

Il mercante parlт gentilmente. - Avete ucciso un vicerй.

Bene…

comincio a capire alcune cose.

Un tempo avevamo un sindaco che si chiamava Mallow.

Visitт Siwenna.

Si chiama cosм il vostro pianeta, vero? Incontrт un uomo che si chiamava Barr.

Ducem Barr lo guardт con sospetto. - Come fate a sapere queste cose.

— Tutti i mercanti della Fondazione lo sanno.

Ma и meglio esser cauti, voi potreste essere un furbo che mi и stato messo accanto per farmi parlare.

Vi puntano le armi addosso, mi dite d'odiare l'Impero e di desiderare di vederlo distrutto.

Io ci casco e vi racconto tutto.

Il generale sarebbe proprio contento.

Ma non sono cosм ingenuo.

Perт mi piacerebbe che voi mi provaste di essere il figlio di Onum Barr di Siwenna, l'ultimo e il piщ giovane, l'unico sopravvissuto al Massacro.

La mano di Ducem Barr tremт mentre afferrava una scatola metallica posata su una mensoletta accanto al letto.

Prese un oggetto da dentro la scatola e lo consegnт al mercante.

— Osservate questo - disse.

Devers spalancт la bocca.

Afferrт la fibbia centrale della catena, chiuse gli occhi e lanciт un'esclamazione soffocata. - Questo и il monogramma di Mallow, ed и un disegno di cinquant'anni fa.

Alzт la testa e sorrise.

— Qua la mano, dottore.

Uno scudo atomico individuale, mi basta come prova. - E tese verso il vecchio la mano robusta.


6. L'osservatore

Le minuscole astronavi apparvero nello spazio e si lanciarono contro il grosso dell'Armate.

Passarono tra le enormi navi senza sparare un colpo, senza lanciare un raggio, e scomparvero, mentre i vascelli imperiali si disponevano all'attacco.

Si videro vampate squarciare il buio dello spazio mentre due minuscole astronavi saltavano in aria, disintegrate, ma le altre sparirono.

Le gigantesche navi si lanciarono all'inseguimento senza risultato, quindi tornarono alla base.

Mondo dopo mondo la flotta Imperiale continuт a costruire la rete che avrebbe circondato del tutto le forze della Fondazione.

Brodrig indossava un'uniforme impeccabile dal taglio perfetto; passeggiava lentamente e pensieroso nei giardini dell'oscuro pianeta Wanda, trasformato ora nel quartier generale della flotta.

Accanto a lui camminava Bel Riose, col colletto dell'uniforme slacciato.

Riose indicт una panchina liscia e nera ombreggiata dalle larghe foglie d'un albero. - Vedete quella panchina, signore? E un relitto dell'Impero.

Le panche ornamentali, costruite per gli innamorati, sono rimaste intatte, mentre le fabbriche e i palazzi cadono in rovina abbandonati.

Si sedette, mentre il segretario privato di Cleon II rimaneva in piedi di fronte a lui e con la canna d'avorio dava colpi secchi alle foglie dell'albero.

Riose accavallт le gambe e offrм una sigaretta all'altro.

Se ne accese una e cominciт a parlare: - Bisogna ammirare l'acume e la saggezza di Sua Maestа per aver mandato una persona tanto competente come osservatore.

La vostra presenza qui mi conforta.

Prima che voi arrivaste temevo che l'urgenza dei problemi piщ importanti e immediati avesse posto in ombra questa piccola campagna militare alla Periferia.

— Gli occhi dell'Imperatore sono onnipresenti - rispose Brodrig meccanicamente. - Noi non sottovalutiamo l'importanza di questa campagna; tuttavia mi sembra che si sia voluto dare troppa enfasi alle vostre difficoltа.

Di certo quelle minuscole navi non costituiscono un ostacolo tanto insormontabile da dover ricorrere a complicate manovre di accerchiamento.

Riose arrossi, ma riuscм a mantenere la calma. - Non posso rischiare la vita dei miei uomini, che sono pochi, nй la distruzione delle mie navi, che sono insostituibili, con un attacco frontale.

Se riesco a completare l'accerchiamento ridurrт di un quarto le perdite nell'attacco finale, per quanto tenace possa essere la resistenza nemica.

Ieri mi son preso la libertа di spiegarvi le ragioni militari.

— Bene, bene, non sono un militare io.

In questo caso, voi mi assicurate che ciт che a prima vista sembra assolutamente giusto и in realtа sbagliato.

Ammettiamolo pure.

Tuttavia le vostre precauzioni vanno al di lа di questo.

In un vostro secondo messaggio, avete chiesto rinforzi.

Rinforzi contro un nemico povero di mezzi, piccolo e barbaro, con il quale non avete ancora combattuto una battaglia.

Chiedere un altro contingente di navi in circostanze del genere avrebbe potuto far dubitare delle vostre capacitа o peggio, se non aveste giа dato, fin dall'inizio della vostra carriera, prove a sufficienza di coraggio e d'intelligenza.

— Grazie - rispose freddamente il generale. - Ma vi ricordo che c'и una bella differenza tra coraggio e incoscienza.

Si puт compiere un'azione rischiosa, quando si conosce il nemico ed и possibile calcolare il rischio perlomeno approssimativamente, e questo и coraggio.

Ma lanciarlo contro un nemico sconosciuto, и incoscienza.

Brodrig lo interruppe con un gesto della mano. - La vostra spiegazione и drammatica ma insoddisfacente.

Voi stesso siete stato su questo pianeta barbaro.

Per giunta avete catturato un prigioniero: questo mercante che curate con tanto amore.

Tra le informazioni raccolte da voi e quelle che dovreste aver strappato al prigioniero non siete certo in un banco di nebbia.

— No? Vi prego di tener presente che non si puт conoscere a fondo tanto da attaccarlo in modo intelligente, un mondo che si и sviluppato solatamente da un palo di secoli, dopo esserci stato solo un mese.

Io sono un soldato, non un eroe da fumetti.

E un unico prigioniero, che tra l'altro appartiene a un gruppo economico separatista di mercanti, non puт certo rivelarmi tutti i segreti della strategia nemica.

— L'avete interrogato? - Si.

— Ebbene? - Mi и stato utile, ma non in modo determinante.

La sua astronave и minuscola.

Il nostro mercante vende giocattoli, se non altro divertenti.

Ho intenzione di spedirne qualcuno dei piщ interessanti a Sua Maestа come curiositа.

Naturalmente l'astronave ha caratteristiche tecniche veramente interessanti, che purtroppo io non riesco a comprendere.

— Ma avrete certamente tra i vostri uomini qualcuno in grado di esaminare la nave - gli fece notare Brodrig.

— Lo credevo anch'io - rispose il generale con accento leggermente ironico. - Ma quegli sciocchi hanno molto da imparare prima di essere in grado di soddisfare le mie esigenze.

Ho giа fatto richiesta di un tecnico qualificato capace di comprendere i complicati circuiti del motore atomico di questa nave.

Purtroppo, non ho ricevuto alcuna risposta.

— Uomini del genere non sono sempre disponibili, generale.

Ma di certo vi sarа una persona in questa vasta provincia che sia capace di capire un motore atomico.

— Se esistesse, farei riparare prima di tutto i motori di due astronavi della mia giа piccola flotta.

Due astronavi, delle dieci che ho in dotazione, che non potranno partecipare all'attacco per insufficienza di energia.

Un quinto delle mie forze и condannato al compito di consolidare le retrovie.

Il segretario fece dondolare la canna seccato. - Il vostro caso, generale, non и certo unico.

Anche l'Imperatore si dibatte in mezzo a simili difficoltа.

Il generale gettт via la sigaretta e se ne accese un'altra, nervosamente.

— Ebbene, questa mancanza di tecnici qualificati и un problema da non trascurare.

Sarei riuscito a fare progressi con il mio prigioniero se fossi stato in possesso di un Rivelatore Psichico efficiente…

Il segretario inarcт le sopracciglia. - Possedete un Rivelatore? - Sм, un modello vecchio.

Tanto vecchio che la volta che ne ho avuto bisogno non mi и servito affatto.

L'ho messo in funzione mentre il prigioniero dormiva e non ha registrato nulla.

Eppure prima l'avevo provato sui miei uomini e aveva funzionato.

Ma anche in questo caso, non possiedo un tecnico che mi sappia spiegare il perchй sia stato inefficace con il prigioniero.

Ducem Barr che и un teorico, anche se non un meccanico dice che la struttura psichica del prigioniero probabilmente non puт venir registrata dal Rivelatore poichй, fin dalla fanciullezza, il soggetto и stato sottoposto a un ambiente differente e a stimoli neutri.

Io non so.

Ma forse un giorno mi potrа essere utile e lo tengo in vita proprio con questa speranza.

Brodrig si appoggiт alla canna. - Vedrт se sarа possibile trovare un tecnico nella capitale.

Ma ditemi, chi sarebbe quest'altro uomo di cui avete parlato poco fa, questo siwenniano? Tenete sotto la vostra protezione troppi nemici.

— Anche lui conosce il nemico.

Forse in seguito potrа essermi sicuramente utile.

— Ma и un siwenniano, e per giunta figlio di un ribelle.

— E' vecchio e inerme, e io tengo come ostaggio la sua famiglia.

— Capisco.

Eppure mi piacerebbe parlare al mercante di persona.

— Certamente.

— Da solo - specificт il segretario, sottolineando la parola.

— Certamente - ripetй Riose. - Come fedele suddito dell'Imperatore, accetto il suo rappresentante come mio superiore.

Tuttavia, poichй il prigioniero si trova alla base permanente, dovrete abbandonare il fronte proprio in un momento cruciale.

— Si? E in che senso? - L'accerchiamento и stato completato oggi.

Tra una settimana, la Ventesima Flotta avanzerа verso il cuore della resistenza nemica.

— Riose sorrise e si allontanт.

Brodrig provт un vago senso d'irritazione.


7. Corruzione

Il sergente Mori Luk era il soldato ideale.

Proveniva dai grandi pianeti agricoli delle Pleiadi dove solo la vita militare permetteva di evadere dal duro lavoro dei campi e da una esistenza monotona.

Era un esemplare tipico di quelle regioni.

Sufficientemente privo di fantasia da affrontare il pericolo senza paura, forte e agile quanto bastava da riuscire a cavarsela con successo.

Accettava gli ordini senza discussioni, guidava i suoi uomini con disciplina inflessibile e adorava il suo generale in modo addirittura patetico.

Eppure, malgrado questo, era di natura allegra e gioviale.

Se doveva uccidere un uomo lo faceva senza un attimo di esitazione, ma anche senza gioirne in modo particolare.

I due prigionieri alzarono gli occhi dal pasto serale e uno dei due allungт un piede per spegnere la radiolina tascabile che gracchiava a pieno volume.

— Altri libri? - chiese Lathan Devers.

Il sergente gli porse un cilindro pieno di pellicole e si grattт il collo.

— E' dell'ingegnere Orre, ma lo vuole indietro.

Ha intenzione di spedirlo ai suoi bambini, come ricordo.

Ducem Barr esaminт il cilindro in questione. - E dove l'ha trovato l'ingegnere? Lui non possiede mica un trasmettitore, vero? Il sergente scosse la testa con enfasi.

Puntт il dito sul proiettore quasi a pezzi appoggiato ai piedi del letto. - Quello и l'unico in funzione da queste parti.

Questo Orre ha rimediato il libro in uno di questi mondi pigmei che abbiamo conquistato.

Lo tenevano conservato in un palazzo e ha dovuto uccidere un gruppetto di nativi che volevano impedirgli di portarlo via.

Guardт il libro dubbioso. - E' proprio un bel regalo da fare ai bambini.

Fece una pausa, poi riprese: - Oggi in giro correvano voci.

Sono solo sciocchezze, ma fa piacere sentirle.

Il generale ce l'ha fatta un'altra volta.

— Ah si? - disse Devers. - A far cosa? - Ha completato l'accerchiamento. - Il sergente sorrise con orgoglio.

— In gamba vero? Ha fatto proprio un bel lavoro.

Un tale che sa dire belle frasi ha detto che и andato tutto liscio come la musica delle sfere; lui saprа di certo che cosa significa.

— E ora comincerа la grande offensiva? - chiese Barr.

— Lo spero - rispose il sergente. - Voglio tornarmene alla mia nave ora che il braccio и di nuovo a posto.

Sono stanco di starmene qui seduto a far niente.

— Anch'io - mormorт Devers.

Poi si morse le labbra e si calmт.

Il sergente lo guardт dubbioso. - Meglio che me ne vada adesso.

Fra poco dovrebbe passare il capitano ed и meglio che non mi trovi qui.

Si fermт alla porta. - Un'altra cosa, signore - disse il sergente, fattosi improvvisamente timido. - Ho ricevuto notizie da mia moglie.

Dice che il piccolo freezer che mi avete dato funziona alla perfezione.

Non le costa niente e riesce a contenere le provviste per un intero mese.

Grazie.

— Non и il caso.

Lasciate perdere - rispose il mercante.

La grande porta si chiuse dietro il sergente.

Ducem Barr si alzт. - Ebbene, ci ha dato qualcosa in cambio del freezer.

Diamo un'occhiata al nuovo libro.

Peccato, il titolo и sparito.

Srotolт un metro o due di pellicola e la esaminт contro luce.

Poi mormorт: - Per tutti i tuoni, come dice il sergente.

Questo и Il Giardino di Summa, Devers.

— Mi fa piacere - rispose il mercante, senza interesse.

Con una mano spinse da parte quello che rimaneva del cibo. - Siediti, Barr.

In questo momento non mi interessa ascoltare brani di letteratura antica.

Hai sentito cos'ha detto il sergente? - Sм, e con questo? - L'offensiva sta per cominciare e noi ce ne rimaniamo qui seduti.

— Perchй, dove vorresti essere seduto? - Sai bene cosa intendo dire.

E' inutile rimanere in attesa.

— Sei sicuro? - Barr stava infilando la pellicola lentamente nel trasmettitore. - In questo ultimo mese mi hai raccontato una quantitа di cose sulla storia della Fondazione e a quanto pare, i grandi capi del passato non hanno fatto proprio un bel niente: soltanto stare seduti ed aspettare.

— Eh giа, ma loro sapevano cosa stava succedendo.

— Davvero? Immagino che dicessero cosм quando ormai tutto era finito.

Ma ammettiamo pure che sapessero in che modo si sarebbero svolti gli avvenimenti.

Non esistono prove che dimostrino che in caso contrario i risultati sarebbero stati differenti.

Le profonde forze economiche e sociologiche non sono dirette da singoli individui.

Devers scosse la testa: - Non abbiamo prove anche del caso contrario: non sappiamo se i leader, non conoscendo la direzione che avrebbero preso gli avvenimenti avrebbero scelto una soluzione disastrosa.

Non facciamo che rivoltare la medaglia. - Poi Devers improvvisamente sembrт eccitarsi. - Ascolta un po'.

E se lo uccidessimo? - Chi? Riose? - Sм.

Barr sospirт.

Il suo sguardo era diventato triste per il ricordo di un lontano passato. - L'assassinio non risolve mai nulla, Devers.

Un tempo, spinto dalla provocazione, ho cercato una soluzione simile, quando avevo vent'anni, eppure non ho risolto niente.

Ho ucciso un tiranno, ma non ho eliminato il gioco imperiale di Siwenna.

In questo caso и il gioco imperiale che dobbiamo allontanare, l'individuo conta poco.

— Ma Riose non и solamente un individuo, dottore.

Lui и tutta l'armata.

Senza di lui, cadrebbe in rovina.

Si aggrappano a lui come bambini.

Il sergente, per esempio, ogni volta che parla di lui sembra cadere in adorazione.

— Ma anche se cosм fosse ci sono altri generali e altre armate.

Devi ragionare con piщ profonditа.

E questo Brodrig, per esempio nessuno piщ di lui e in contatto diretto con l'Imperatore.

Lui potrebbe chiedere all'Imperatore cento astronavi, mentre Riose и costretto a cavarsela con dieci.

Lo conosco per fama.

— E chi sarebbe? - Il mercante guardт il vecchio con interesse.

— Te lo descriverт in poche parole.

E' un arrivista che, partito da zero, и riuscito con l'adulazione ad entrare nelle grazie dell'Imperatore.

E' odiato da tutta l'aristocrazia di corte, che si rode il fegato perchй lui non possiede nй blasone, nй umiltа.

E' il consigliere privato dell'Imperatore, и lo strumento di Sua Maestа quando si tratta di occuparsi di qualche faccenda poco pulita.

Non esiste altro uomo in tutto l'Impero piщ subdolo e crudele.

Dicono che non c'и altro modo di arrivare all'Imperatore se non attraverso lui, e che non c'и altro modo d'arrivare a lui che non attraverso l'infamia.

— Per la Galassia! - esclamт Devers tormentandosi la barba accuratamente sfoltita. - E costui sarebbe l'inviato speciale dell'Imperatore venuto a tener d'occhio Riose.

M'и venuta un'idea.

— Bene.

— E se questo Brodrig prendesse in antipatia il giovane generale? - Probabilmente lo odia giа.

Non и rinomato per aver simpatia per la gente.

— Ma immaginiamo che cominci a odiarlo sul serio.

L'Imperatore forse ne verrа informato e Riose si troverа nei guai.

— Probabile.

Ma come pensi di provocare una cosa del genere? - Non lo so.

Forse corrompendolo.

Il patrizio sorrise. - Sм, sarebbe un sistema, ma non riuscirai mica a comperarlo come il sergente, con un freezer tascabile.

E anche se ci riuscissi, non ne varrebbe la pena.

Probabilmente и la persona piщ facilmente corrompibile, ma non ha neanche quel minimo di onestа per farsi corrompere lealmente.

Sarebbe capacissimo di tradirti non appena tu avessi finito di comperarlo.

Pensa a qualche altra soluzione.

Devers accavallт le gambe e cominciт a battere nervosamente il piede.

— E' una soluzione che potremmo tentare, anche…

S'interruppe.

La spia luminosa sulla porta era nuovamente accesa e poco dopo entrт nella stanza il sergente.

Appariva eccitato e rosso in faccia.

— Signori - cominciт facendo un tentativo di mostrare deferenza, - vi sono molto riconoscente per il freezer, e poi siete sempre stati gentili con me, anche se io sono solamente il figlio di un agricoltore mentre voi siete grandi lord.

Parlava con un forte accento delle Pleiadi, ed era quasi difficile capire le sue parole.

Sopraffatto dall'eccitazione aveva perso ogni vernice cittadina coltivata con lunghi anni di attenzioni per mostrare di nuovo palesemente le sue origini contadine.

Barr gli chiese sottovoce: - Che cosa succede sergente? - Lord Brodrig sta per venire a farvi visita.

Domani! Lo so perchй il capitano mi ha detto di preparare i miei uomini per la rivista militare che ci sarа domani in suo onore.

Ho pensato che forse era meglio che vi avvertissi…

— Grazie, sergente - disse Barr, - ve ne siamo grati.

Ma non vedo Perchй…

Ma la faccia del sergente era contratta dalla paura.

Parlт sottovoce, quasi temesse d'essere ascoltato: - Voi non conoscete le storie che raccontano i soldati su di lui.

Pare che abbia venduto l'anima agli spiriti del male.

No, non ridete.

Si raccontano storie terribili sul suo conto.

Dicono che vada in giro sempre seguito da una guardia del corpo armata, e che quando vuole divertirsi, gli ordini di uccidere la prima persona che incontra.

E quando il poveretto muore, lui scoppia in una gran risata.

Dicono che persino l'Imperatore lo teme, e che sia Brodrig a costringerlo ad aumentare le tasse e a non ascoltare le lamentele del popolo.

—E dicono anche - continuт il sergente, - che odii il generale e che lo vorrebbe uccidere perchй lui и cosм grande e saggio.

Ma il nostro generale sa tener testa a chiunque ed и per questo che non ci riesce.

Il sergente battй le palpebre; sorrise improvvisamente, imbarazzato per questo sfogo incontrollato e indietreggiт verso la porta.

Annuм con la testa arrossм e disse: - Ascoltate le mie parole.

Guardatevi da lui.

Devers guardт fisso il siwenniano. - Questo conferma le mie teorie, non ti pare dottore? - Dipende da Brodrig, non trovi? - rispose Barr.

Ma Devers stava pensando e non l'ascoltava.

Stava pensando intensamente.

Lord Brodrig chinт la testa entrando nella minuscola cabina della nave mercantile, e i due uomini armati lo seguirono con le armi puntate e le facce dure e inespressive.

Il segretario privato non aveva affatto l'aria dell'anima perduta.

Se gli spiriti del male avevano comperato la sua anima, non avevano certo lasciato il marchio di possesso.

Brodrig sembrava piщ che altro un damerino di corte fuori posto nella rude semplicitа di una base militare.

La sua uniforme stretta, dal taglio perfetto e immacolata, lo faceva sembrare piщ alto di quanto non fosse in realtа.

I suoi occhi erano freddi e non tradivano emozione alcuna.

I polsini di madreperla luccicarono mentre dondolava il suo corpo appoggiandosi alla canna d'avorio.

— No, no - disse con un lieve gesto della mano. - Lasciate stare i vostri giocattoli.

Non mi interessano.

Prese una sedia, la spazzolт accuratamente con il pezzo di stoffa attaccato all'estremitа della canna e s'accomodт.

Devers diede un'occhiata all'altra sedia che rimaneva libera, ma Brodrig lo fermт con un lieve gesto.

— Voi dovete rimanere in piedi di fronte a uno Scudiero Imperiale e sorrise.

Devers alzт le spalle. - Se non vi interessa la mia mercanzia perchй mi avete condotto qui? Il segretario privato aspettт guardandolo con occhi gelidi, e Devers aggiunse: - Signore.

— Per poter parlare piщ tranquillamente - rispose il segretario. - Non penserete che abbia viaggiato per duecento parsec nello spazio soltanto per venire a vedere le vostre cianfrusaglie? Volevo parlarvi. - Tolse delicatamente una pastiglia rosa da una scatoletta intarsiata e se la mise fra i denti.

La succhiт lentamente con gusto.

— Tanto per cominciare - disse. - chi siete? Siete veramente un cittadino di questo mondo di barbari per i quali sembrano tutti presi da frenesia militare? Devers annuм.

— E siete stato effettivamente catturato durante una di quelle scaramucce che lui chiama guerra? Mi riferisco al nostro generale.

Devers annuм di nuovo.

— Molto bene, mio prezioso straniero.

Vedo che la vostra capacitа oratoria и ridotta al minimo.

A quanto pare il nostro generale sta combattendo una guerra senza scopo e con grande dispendio di energie, e tutto questo per impadronirsi di un mondo ai confini del nulla.

A rigor di logica, non varrebbe la pena sparare un solo colpo per un mondo del genere.

Eppure il generale non и uno sciocco.

Al contrario io direi piuttosto che и un uomo estremamente intelligente.

Mi seguite? - Non troppo bene, signore.

Il segretario si esaminт le unghie, poi disse: - Allora continuate ad ascoltarmi.

Il generale non sprecherebbe i suoi uomini e le sue navi per la vana ricerca della gloria.

So che lui parla molto spesso di onore militare ma и ovvio che non gli basta essere considerato un semidio dell'ormai tramontata Era Eroica.

In questo caso dev'esserci qualcosa di piщ della gloria… e poi ho notato che si prende troppa cura di voi.

Ora, se voi foste stato mio prigioniero e mi aveste dato cosм poche informazioni come avete fatto con il generale, io vi avrei giа da tempo aperto la pancia e strangolato con le vostre stesse budella.

Devers non battй ciglio.

Osservт con la coda dell'occhio prima l'una, poi l'altra guardia del corpo.

Erano pronti; erano giа pronti ad eseguire l'ordine.

Il segretario sorrise. - Bene, vedo che non vi si и sciolta la lingua.

Secondo il generale, nemmeno il Rivelatore Psichico и riuscito a cavarvi niente; ed и stato un errore, da parte del generale, raccontarmi una cosa del genere, poichй mi ha definitivamente convinto che stava mentendo.

— Sembrava essere di buon umore. - Mio onesto mercante - disse. - Io possiedo un Rivelatore Psichico di mia invenzione, e penso che vi si adatti in modo perfetto.

Vedete questi? Stretti con noncuranza tra il pollice e l'indice, c'erano alcuni rettangoli di carta gialli e rosa dai disegni intricati, facilmente identificabili.

— Sembra denaro - disse Devers.

— Lo и infatti: il denaro migliore dell'Impero garantito dai miei possedimenti, che sono piщ estesi di quelli dell'Imperatore stesso.

Centomila crediti.

Tutto qui! Tra queste due dita.

E sono vostri.

— In cambio di che cosa, signore? Io sono un buon commerciante e nessuno mi ha mai dato nulla per nulla.

— Non avete capito? Voglio la veritа.

Che mire ha il generale? Perchй combatte questa guerra? Lathan Devers sospirт e si lisciт la barba con aria pensierosa, guardandolo.

— Che cosa vuole? - I suoi occhi seguivano le dita del segretario che continuava a contare il denaro, foglio su foglio. - In una parola sola, l'lmpero.

— Come и monotono il mondo! Si arriva sempre alle solite conclusioni.

Ma come? Qual и la strada che partendo dai confini della Galassia conduce in modo cosм invitante all'Impero? - La Fondazione - disse Devers amaramente, - possiede alcuni segreti.

Hanno molti libri, libri tanto antichi che la loro scrittura и compresa solo da poche persone.

Questi segreti vengono protetti da un rituale religioso e nessuno puт servirsene.

Io ci ho tentato e ora mi trovo qui.

Sulla Fondazione c'и una sentenza di morte che mi aspetta.

— Capisco.

E che cosa sono questi segreti? Suvvia, per centomila crediti ho diritto ad informazioni piщ precise.

— La trasformazione degli elementi - disse Devers.

Il segretario socchiuse gli occhi e parve interessato. - Mi hanno detto che una tale trasformazione и impossibile per le leggi della scienza atomica.

— E' vero, sempre che si usi energia atomica.

Ma i nostri padri erano gente in gamba.

Possedevano fonti d'energia piщ potenti dell'atomo.

Se la Fondazione si fosse servita di quest'energia come avevo suggerito io…

— Continuate - lo esortт il segretario improvvisamente. - Sono convinto che il generale sa giа tutto questo.

Ma che cosa ha intenzione di fare quando avrа terminato questa sua missione da operetta? Devers proseguм con voce sicura: - Con la trasformazione degli elementi lui potrа controllare l'intera economia dell'Impero.

Le riserve minerali non varranno un centesimo quando Riose sarа in grado di ricavare il tungsteno dall'alluminio e l'iridio dal ferro.

Un intero sistema economico basato sulla scarsitа di certi elementi e sull'abbondanza di altri puт essere letteralmente rivoluzionato.

Vi sarа la piщ grande crisi economica dell'Impero e solo Riose sarа capace di fermarla.

E inoltre, esiste questa nuova energia che Riose non sfrutterа certo per questioni religiose.

Non c'и nulla che lo potrа piщ fermare adesso.

Ormai ha circondato la Fondazione e una volta che l'avrа conquistata sarа Imperatore in meno di due anm.

— Capisco. - Brodrig scoppiт in una gran risata. - Iridio dal ferro и questo che avete detto, vero? Ebbene vi confiderт un segreto di Stato.

Sapevate che la Fondazione s'и giа messa in comunicazione con il generale? Devers sentм un brivido corrergli lungo la schiena.

— Sembrate sorpreso.

E perchй no? Ora mi pare tutto piщ logico.

Hanno offerto al generale una tonnellata d'iridio all'anno in cambio della pace.

Una tonnellata di ferro mutata in iridio violando i loro principi religiosi pur di salvare la pelle.

Non per nulla il nostro incorruttibile generale ha rifiutato poichй assieme all'iridio puт avere anche l'Impero.

Povero Cleon, che chiamava Riose il suo onesto generale.

Mio caro mercante, vi siete guadagnato il vostro denaro.

Lanciт i biglietti in aria e Devers si precipitт a raccoglierli.

Lord Brodrig guardт il mercante. - Vorrei ricordarvi una cosa.

Questi miei due amici con la pistola non hanno orecchie, nй lingua, nй educazione, nй intelligenza.

Non ascoltano, non parlano, non sanno scrivere e un Rivelatore Psichico, da loro, non ricaverebbe nulla.

Perт sono degli esperti in ogni genere di esecuzioni.

Io vi ho comprato per centomila crediti.

Siete tenuto a valerli.

Se doveste dimenticare di essere stato comprato da me e tentaste di ripetere la nostra conversazione a Riose, verreste ucciso, secondo un mio sistema particolare.

Senza rispondere Devers precedette le guardie del corpo armate e si diresse verso la sua cella.

Due mesi di guerra difficile avevano lasciato la loro impronta su Bel Riose.

Era costantemente scuro in faccia e perdeva facilmente la calma.

Si rivolse al sergente Luk in tono secco e impaziente. - Aspetta fuori, soldato.

Condurrai questi uomini ai loro quartieri quando avrт finito.

Nessuno deve entrare finchй non chiamerт io.

Nessuno, capito? Il sergente salutт, rigido sull'attenti, e uscм.

Riose, con aria disgustata, raccolse i fogli che ingombravano la scrivania e li buttт nel primo cassetto chiudendolo con una manata.

— Sedetevi pure - disse ai due che aspettavano. - Non ho molto tempo da perdere.

Per la veritа non dovrei affatto trovarmi qui, ma avevo bisogno di vedervi.

Si rivolse a Ducem Barr, che stava accarezzando soprappensiero un cubo di cristallo nel quale era raffigurato il volto austero di Sua Maestа Cleon II.

— Come prima cosa, patrizio - disse il generale, - devo comunicarvi che il vostro amato Seldon sta perdendo.

Bisogna ammettere che si batte bene; questi uomini della Fondazione si lanciano all'attacco come vespe impazzite e combattono con coraggio.

Ogni pianeta и difeso fino all'ultimo, e anche una volta conquistatolo continue ribellioni rendono molto difficile l'occupazione.

Ma poco a poco cedono e siamo in grado di controllare la situazione.

Il vostro amico Seldon sta perdendo.

— Ma non ha ancora perso, perт - mormorт Barr sottovoce.

— La Fondazione stessa pare meno ottimista.

Mi hanno offerto milioni perchй firmassi la pace.

— Cosм corre voce.

— Vedo che le notizie non tardano a diffondersi.

Conoscete anche l'ultima novitа? - E quale sarebbe? - Lord Brodrig, il pupillo dell'Imperatore, и diventato ora comandante in seconda.

Devers intervenne: - Comandante in seconda? E come mai? Comincia a piacervi, l'amico? Riose replicт con calma: - No di certo.

Il fatto и che ha comperato il suo incarico ad un prezzo che a me и parso sufficiente.

— Quanto ha pagato? - Ha chiesto i rinforzi all'Imperatore.

Devers sorrise: - E cosм s'и messo in comunicazione con l'Imperatore? E cosм, voi state aspettando i rinforzi.

Verranno da un giorno all'altro, vero? - Non и esatto.

Sono giа arrivati.

Cinque navi da battaglia in perfetta efficienza e con un messaggio personale di congratulazioni dell'Imperatore.

Altre navi sono giа in viaggio, Che cosa vi succede, mercante? chiese il generale in tono Ironico.

Devers rispose a denti stretti: - Niente! Riose avanzт verso il mercante impugnando con forza il fulminatore.

— Ditemi che cosa c'и che non va, mercante.

La notizia sembra avervi sconvolto.

Non credo proprio che cominciate a interessarvi alla sorte della Fondazione.

— Infatti.

— Eppure, il vostro atteggiamento non и chiaro.

— Davvero, capo? - Devers sorrise mentre stringeva i pugni nelle tasche. - Ditemi cosa c'и che non va e io cercherт di chiarirvi ogni dubbio.

— Per esempio, siete stato catturato troppo facilmente.

Vi siete arreso al primo colpo.

Siete stato pronto a tradire il vostro mondo, senza ottenere nulla in cambio.

Interessante, non vi pare? - Mi piace stare dalla parte del vincitore, capo.

Sono una persona di buon senso, l'avete detto voi stesso.

Riose stava perdendo la calma. - E' vero.

Eppure, dopo di voi, nessun altro mercante и stato catturato.

Le astronavi degli altri mercanti, se volevano, sono sempre state in grado di fuggire.

Lo schermo protettivo di queste piccole navi mercantili ha dimostrato di poter sopportare qualsiasi colpo inferto da un incrociatore leggero.

E tutti gli altri, quando hanno deciso di accettare battaglia, hanno sempre lottato fino alla morte.

C'erano sempre dei mercanti a capo di ogni rivolta nei paesi occupati o alla testa dei commandos che attaccavano improvvisamente le nostre retrovie.

"Voi quindi sareste l'unico uomo di buon senso? Non avete combattuto nй siete fuggito, ma siete diventato un traditore senza subire particolari pressioni.

Il vostro atteggiamento и veramente unico, tanto unico da sembrare sospetto".

Devers rispose con calma: - Capisco cosa intendete dire, ma non avete prove contro di me.

Sono qui da sei mesi e mi sono sempre comportato bene.

— Anche questo и vero, e io vi ho ripagato con un buon trattamento.

Ho lasciato la vostra nave intatta e non credo vi possiate lamentare.

Eppure la vostra collaborazione и stata minima.

Se mi aveste dato alcune informaziom sul funzionamento di alcuni oggetti che vendete, la cosa mi sarebbe stata molto utile.

I principi atomici con i quali sono stati costruiti sono gli stessi di alcune delle armi piщ pericolose della Fondazione.

Non и vero, forse? - Sono solo un mercante - rispose Devers, - e non un tecnico qualificato.

Io vendo la merce, non la fabbrico.

— Bene, lo scopriremo tra breve.

Per questo sono venuto fin qui.

Per esempio, abbiamo perquisito la nave per trovarvi un campo protettivo individuale.

Voi non ne avete mai indossato uno; eppure tutti i soldati della Fondazione ne possiedono perlomeno un esemplare.

Sarа interessante vedere che risposta mi darete questa volta.

Non vi fu una risposta e il generale continuт: - E raccoglierт altre prove.

Ho qui con me un Rivelatore Psichico.

Tempo fa non funzionava, ma stando a contatto con il nemico si imparano molte cose.

Il tono della sua voce era minaccioso e Devers sentм la canna del fulminatore premergli contro le costole.

— Ora vi toglierete il bracciale - intimт Riose, - e tutti gli ornamenti metallici e me li consegnerete.

Lentamente! I campi atomici possono essere deviati, questo lo sapete e il Rivelatore Psichico puт dare risultati negativi.

Ecco, cosм va bene.

Li prenderт io.

Il ricevitore del generale che stava sulla scrivania si accese e una capsula contenente un messaggio ne balzт fuori di scatto, proprio vicino a Barr che ancora teneva in mano il busto tridimensionale dell'Imperatore.

Riose si avvicinт alla scrivania, sempre con l'arma puntata.

Disse a Barr: - Anche voi, patrizio.

Il vostro bracciale vi condanna.

Un tempo mi siete stato utile, e io non sono vendicativo, ma giudicherт la sorte della vostra famiglia dai risultati del Rivelatore Psichico.

Mentre Riose si piegava per raccogliere la capsula, Barr sollevт il cubo di cristallo e lentamente, con precisione, lo calт sulla testa del generale.

Era avvenuto tutto cosм in fretta che Devers ne rimase sconcertato.

Era come se una forza demoniaca si fosse impadronita del vecchio.

— Fuori! - disse Barr, con un bisbiglio. - Presto! - Afferrт il fulminatore che Riose aveva lasciato cadere e se lo nascose sotto la giacca.

Il sergente Luk si girт mentre i due uscivano dalla porta in silenzio.

— Cammina, sergente! - disse Barr.

Devers chiuse la porta dietro le sue spalle.

Il sergente Luk li condusse in silenzio ai loro quartieri, poi, dopo una breve pausa, riprese a camminare; la canna del fulmmatore gli premeva sul fianco, e una voce secca gli bisbigliava: - Alla nave del mercante.

Devers superт il sergente e aprм il portello mentre Barr diceva: - Rimani dove sei, Luk.

Tu sei un brav'uomo, e non abbiamo intenzione di ucciderti.

Ma il sergente riconobbe il monogramma sul calcio della pistola.

Lanciт un urlo: - Avete ucciso il generale! Gridando frasi incoerenti si gettт a corpo morto contro l'arma e, straziato, cadde a pochi metri da Barr.

L'astronave mercantile si stava giа sollevando dal pianeta prima che fosse lanciato l'allarme.

I due videro diverse forme scure sollevarsi dal suolo e lanciarsi all'inseguimento.

Devers sorrideva. - Tienti forte, Barr… e vediamo se ce la fanno a starmi dietro.

Sapeva perfettamente che era impossibile.

Una volta raggiunto lo spazio aperto, la voce del mercante sembrт lontana e triste. - La storia che ho raccontato a Brodrig era troppo allettante.

A quanto pare, ha deciso di mettersi d'accordo con il generale.

La nave continuт la sua corsa tra le stelle che popolavano la Galassia.


8. Verso Trantor

Devers era chino su un piccolo globo opaco, aspettando che desse qualche segno di vita.

Il controllo direzionale stava sondando lo spazio lanciando segnali intermittenti.

Barr, seduto su una sedia in un angolo, aspettava pazientemente.

— Nessun segno delle navi nemiche? - chiese.

— Le navi dell'Impero le abbiamo seminate giа da tempo - disse Devers. - Per la Galassia! Con il balzo alla cieca che abbiamo fatto siamo stati fortunati a non finire dentro qualche sole.

Non avrebbero potuto seguirci nemmeno se fossero stati piщ veloci di noi.

Si appoggiт allo schienale della sedia e si slacciт il colletto. - Non riesco a capire che cosa abbiano fatto agli strumenti quelli dell'Impero.

Probabilmente c'и qualche contatto fuori posto.

— Capisco, stai cercando di tornare alla Fondazione.

— No, sto chiamando l'Associazione… o perlomeno ci provo.

— L'Associazione? E di che si tratta? - L'Associazione dei mercanti indipendenti.

Non l'hai mai sentita nominare? Ebbene, non sei il solo.

Non и ancora arrivato il nostro momento.

Rimasero in silenzio, osservando l'indicatore.

Poi Barr disse: - Riesci a captare qualcosa? - Non lo so.

Non ho la minima nozione di dove ci troviamo, e stт provando a caso.

Per questo devo usare il controllo direzionale.

Magari ci impiegheremo anni.

— Davvero? Barr fece un segno e Devers si precipitт allacciandosi la cuffia.

Al centro della piccola sfera opaca apparve una minuscola luce bianca.

Per circa mezz'ora Devers seguм attentamente quel fragile filo che teneva uniti attraverso l'iperspazio due punti distanti tra loro piщ di cinquecento anni-luce.

Poi si tolse la cuffia e s'appoggiт allo schienale della sedia.

— Be', cerchiamo di mangiare qualcosa.

Se vuoi far la doccia, и lа dietro: ma vacci piano con l'acqua calda.

Aprм una serie di armadietti allineati contro il muro e frugт all'interno.

— Non sarai vegetariano, spero? - Mangio di tutto - rispose Barr. - Ma che и successo con l'Associazione? Hai perso il contatto? - A quanto pare.

Erano troppo distanti.

Ma non importa molto perт ho ricevuto tutte le informazioni che desideravo.

Depose due contenitori metallici sulla tavola. - Aspetta cinque minuti, dottore, poi premi il contatto.

Si aprirа la scatola con dentro piatti posate e cibo.

Che ne dici? Mica male, soprattutto quando si ha fretta.

Spero che non ti dispiaccia se non possiedo tovaglioli.

Immagino che vorrai sapere che informazioni ho ricevuto dall'Associazione, vero? - Se non и un segreto.

Devers scosse la testa - Non per te.

Riose aveva detto la veritа.

— Circa l'offerta del tributo? - Giа.

Riose ha rifiutato, perт.

Le cose si mettono male.

Adesso si combatte vicino ai soli esterni di Loris.

— Loris и vicino alla Fondazione? - Eh giа, tu non lo sai.

E' uno dei quattro regni originali.

Si potrebbe definire come una parte delle linee interne di difesa.

Ma non и tutto.

Stanno combattendo contro grosse navi mai viste prima.

Il che significa che Riose non stava raccontandoci storie.

Ha davvero ricevuto rinforzi.

Brodrig ha cambiato bandiera e siamo stati noi a complicare le cose.

Il suo sguardo era cupo.

Toccт il contatto del contenitore del cibo e la scatola si aprм.

Un odore di stufato si sparse per la stanza.

Ducem Barr stava giа mangiando.

— Improvvisare - disse Barr, - non и servito a niente.

Ora non possiamo traversare le linee nemiche per tornare alla Fondazione.

Non ci rimane che aspettare pazientemente.

Tuttavia, se Riose ha giа raggiunto le difese interne non credo che ci sarа piщ molto da aspettare.

Devers posт la forchetta. - Aspettare, aspettare! - esclamт rosso di rabbia. - Per te va bene.

Tu non hai niente da perdere.

— Sei sicuro? - rispose Barr sorridendo.

Devers tratteneva a stento l'irritazione. - Anzi, ti dirт, sono stanco di considerare la situazione come un qualcosa da analizzare freddamente al microscopio.

Io laggiщ ho molti amici che stanno morendo; laggiщ c'и il mio mondo, la mia casa che stanno per essere distrutti.

Tu sei uno straniero.

Non puoi capire.

— Anch'io ho visto i miei amici morire. - Il vecchio aveva appoggiato le mani sulle ginocchia e gli occhi erano chiusi. - Sei sposato? - I mercanti non si sposano - disse Devers.

— Bene, io ho due figli e un nipote.

Li ho avvertiti, ma per ragioni loro non sono potuti fuggire.

La nostra fuga significa la loro morte.

Spero che mia figlia e i suoi due figli siano riusciti a mettersi in salvo, ma anche escludendo loro, non credi che abbia rischiato abbastanza? Devers era infuriato. - Lo so.

Ma tu hai fatto una scelta.

Avresti potuto stare dalla parte di Riose.

Io non ti ho mai chiesto…

Il siwenniano aveva aperto gli occhi e l'espressione della sua faccia era triste. - Un giorno, Riose venne da me; и stato piщ di un anno fa.

Mi ha parlato di un culto basato sui maghi, ma non riuscм a scoprire la veritа.

Non si trattava di un vero e proprio culto.

Vedi, sono cinquanta anni che Siwenna soffre sotto il giogo che ora minaccia voi.

Cinque rivolte sono state soffocate nel sangue.

Poi ho scoperto gli antichi documenti lasciati da Hari Seldon, cosм и incominciato il culto.

Siwenna aspetta l'arrivo dei maghi e per quel giorno sarа pronta.

I miei figli sono i capi di coloro che stanno aspettando.

E' questo il segreto che custodisco nella mia mente e che avrei rivelato sotto l'effetto del Rivelatore Psichico.

Per questa ragione adesso dovranno morire come ostaggi; poichй altrimenti sarebbero morti come ribelli e con loro metа della popolazione di Siwenna.

Come vedi non avevo scelta.

E non sono uno straniero.

Devers abbassт gli occhi e Barr continuт: - E' nella vittoria della Fondazione che i siwenniani sperano.

E' per la vittoria della Fondazione che io sto sacrificando i miei figli.

E Hari Seldon non ha previsto la salvezza di Siwenna come ha previsto la vittoria della Fondazione.

Io non Posso dare al mio popolo una certezza, ma solo una speranza.

— Eppure sembri soddisfatto di rimanere ad aspettare anche quando la flotta Imperiale si trova ormai su Loris.

— Aspetterei con fiducia - disse Barr con semplicitа - anche se gli Imperiali fossero atterrati sullo stesso pianeta Terminus.

Il mercante scosse la testa sconsolato. - Non capisco.

Non puт funzionare a questo modo; non come se si trattasse di magia.

Psicostoria o no loro sono terribilmente forti mentre noi siamo deboli.

In che modo puт aiutarci Hari Seldon? - Non c'и nulla da fare.

Tutto и giа stato fatto.

Ora il Progetto sta semplicemente svolgendosi.

Solo perchй non senti la ruota del destino girare e le campane suonare non significa che esiste minor certezza.

— Puт darsi ma sarebbe stato meglio che avessi dato una bella botta in testa a Riose tanto da farlo fuori per sempre.

Lui rappresenta tutta l'armata.

— Avrei dovuto ucciderlo? Con Brodrig come comandante in seconda? - La faccia di Barr era contratta dall'odio. - Tutta Siwenna sarebbe divenuta un ostaggio.

Brodrig ha dato prova della sua crudeltа giа da tempo.

Un pianeta cinque anni fa perdette un maschio ogni dieci persone semplicemente perchй non erano state pagate le gravissime tasse imposte alla popolazione.

Ed era Brodrig che s'occupava di riscuotere le tasse.

No possa Riose vivere a lungo.

I suoi castighi al confronto sono opere pie.

— Ma siamo stati sei mesi sei mesi alla base nemica senza riuscire a far nulla. - Devers strinse con forza i pugni. - Non abbiamo combinato nulla! - Un momento aspetta.

Mi viene in mente una cosa… - Barr si frugт nelle tasche. - Forse questa servirа a qualcosa. - E lasciт cadere una piccola sfera sulla tavola.

Devers l'afferrт. - Che cos'и? - Un messaggio.

Quello che ha ricevuto Riose prima che lo stordissi.

Pensi che servirа a qualcosa? - Non lo so.

Dipende da cosa c'и scritto. - Devers si sedette e l'esammт accuratamente.

Quando Barr uscм dalla doccia e si pose sotto l'asciugature ad aria calda vide Devers assorto al banco di lavoro.

Il siwenniano massaggiandosi il corpo si rivolse a Devers. - Che cosa stai facendo? Devers sollevт gli occhi.

Goccioline di sudore gli imperlavano la fronte.

— Voglio aprire questa capsula.

— Sei capace di aprirla senza le impronte caratteristiche di Riose? - chiese il vecchio sorpreso.

— Se non ci riuscirт darт le dimissioni dall'Associazione e non salirт mai piщ su un'astronave.

L'ho giа sottoposta ad analisi elettronica e ora mi metterт al lavoro con un aggeggetto che nessuno ha mai visto in tutto l'Impero.

Non и la prima volta che faccio lo scassinatore.

Un mercante deve sapere fare tutti i mestieri.

Si chinт di nuovo sulla capsula e vi appoggiт sopra delicatamente, uno i strumento piatto che ad ogni contatto mandava piccole scintille.

Disse: - Questa capsula и un giochetto da bambini.

Questa gente dell'Impero non sa fabbricare oggetti piccoli.

Lo si vede subito.

Ha, mai visto una capsula della Fondazione? E' grande la metа e all'analisi elettronica dа risultato negativo.

Poi s'irrigidм i muscoli si tesero per lo sforzo.

Aumentт la pressione.

La capsula s'aprм senza rumore e Devers si rilassт.

Tra le mani gli brillava la sfera con il messaggio srotolato.

— E' di Brodrig - disse.

Poi con disprezzo: - E un messaggio permanente.

Nelle capsule della Fondazione il messaggio si ossiderebbe trasformandosi in gas in meno di un minuto.

Ma Ducem gli fece segno di star zitto mentre leggeva rapidamente.

AMMEL BRODRIG, INVIATO STRAORDINARIO DI SUA MAESTA' IMPERIALE, SEGRETARIO PRIVATO DEL CONSIGLIO.

SCUDIERO DEL REAME.

A: BEL RIOSE, GOVERNATORE MILITARE DI SIWENNA, GENERALE DELLE FORZE IMPERIALI E SCUDIERO DEL REAME.

PORGE I SUOI SALUTI.

IL PIANETA n. 1120 HA CESSATO DI RESISTERE.

I PIANI DELL'OFFENSIVA PROCEDONO SENZA SOSTA.

IL NEMICO SI E' INDEBOLITO SENSIBILMENTE E PRESTO RAGGIUNGEREMO LA META FINALE.

Barr alzт gli occhi dalla scrittura quasi microscopica e imprecт amareggiato. - Sciocco! Presuntuoso ignorante! Che razza di messaggio! - Uhm - borbottт Devers anche lui deluso.

— Questo messaggio non ha alcun significato - esclamт Barr. - Il nostro damerino di corte gioca a fare il generale.

Adesso che Riose и lontano si sente comandante in capo e si mette a spedire rapporti pomposi di azioni militari a cui non ha partecipato affatto. "il tale pianeta ha cessato di resistere" "L'offensiva continua" "il nemico s'и indebolito".

Pallone gonfiato.

— Un momento.

Stammi a sentire.

— Getta via quella capsula. - Il vecchio si voltт dall'altra parte seccato. - Per la Galassia, non mi aspettavo certo che fosse una comunicazione di grande importanza, ma in guerra si suppone che anche un messaggio di ordinaria amministrazione che non venga recapitato possa provocare dei disguidi e dei ritardi che possono avere serie ripercussioni.

Ma questo! Forse era meglio che non l'avessi raccolto.

Perlomeno avrebbe fatto perdere a Riose un minuto prezioso che ora puт adoperare in modo piщ costruttivo.

Ma Devers si era alzato. - La vuoi smettere di brontolare? Per Seldon…

Prese la capsula e la mise sotto gli occhi di Barr. - Leggila di nuovo.

Che cosa vuol dire "presto raggiungeremo la meta finale"? - La conquista della Fondazione.

Perchй? - Ah si? Forse vuol dire la conquista dell'Impero.

Tu sai bene che lui crede che sia quella la meta finale.

— Anche se cosм fosse? Devers sorrise. - Guarda qui.

Ora te lo dimostrerт.

Sotto la lieve pressione di un dito il messaggio rientrт nella capsula.

Con un piccolo scatto scomparve e il globo ritornт liscio e senza fessure.

La capsula sembrava non esser mai stata toccata.

— Ora non esiste modo di aprire la capsula senza conoscere le impronte caratteristiche di Riose, vero? - Per gli uomini dell'Impero и cosм - disse Barr.

— Di conseguenza la prova che contiene la capsula и completamente sconosciuta a noi, e quindi autentica.

— Per l'Impero sм.

— E l'Imperatore puт aprirla, vero? Devono possedere uno schedario di tutti i funzionari governativi.

Sulla Fondazione ne esiste uno.

— Anche nella capitale dell'Impero.

— Allora quando tu, patrizio siwenniano e scudiero dell'Impero, dici a Cleon che il suo consigliere privato e il suo piщ onesto generale si sono messi d'accordo per eliminarlo, e gli consegni la capsula come prova, come pensi che interpreterа le parole "la meta finale"? Barr si sedette sorpreso. - Un momento, non riesco a seguirti.

— Si afferrт il mento con una mano e disse: - Non parlerai sul serio, per caso? - Sono serissimo - rispose Devers eccitato. - Ascolta, nove degli ultimi dieci Imperatori hanno avuto la gola tagliata, o la testa spaccata per mano d'uno dei loro generali.

Me l'hai detto tu stesso piщ di una volta.

Il vecchio Imperatore crederebbe a noi immediatamente, e la testa di Riose non rimarrebbe per molto attaccata al collo.

Barr era talmente sorpreso che quasi non riusciva a parlare. - Ma allora dici proprio sul serio.

Per la Galassia, ti rendi conto che non puoi battere una Crisi Seldon con un piano di burletta come il tuo? Immaginiamo che tu non fossi mai venuto in possesso della capsula.

Immagipiamo che Brodrig avesse evitato di scrivere "meta finale".

Il Progetto Seldon non и basato sulla fortuna.

— Ma se un colpo fortunato ci capita tra le mani, non c'и legge di Seldon che ti impedisca di farne uso.

— Certamente.

Ma, ma… - Barr prese fiato e cercт di calmarsi.

Ascolta, in primo luogo, come pensi di arrivare su Trantor? Non sai dove si trovi nello spazio e io di certo non ricordo le coordinate.

Non sai nemmeno dove ti trovi ora nello spazio.

— Non ci si puт perdere nello spazio - rispose Devers.

Si era giа seduto ai comandi. - Ci dirigiamo verso il pianeta piщ vicino, scendiamo a terra e, con i centomila crediti di Brodrig, ci comperiamo la migliore delle carte spaziai.

— E magari ci buschiamo anche un buco nella pancia.

Probabilmente i nostri connotati sono giа stati trasmessi in tutta questa sezione dell'Impero.

— Dottore - disse Devers spazientito, - non cominciamo a fare i guastafeste.

Riose ha detto che questa astronave si и arresa troppo facilmente, e ti assicuro io che non stava scherzando.

Questa astronave ha abbastanza potenza di fuoco per tener testa a qualsiasi nave che possiamo incontrare in questa parte della Galassia.

Inoltre siamo in possesso di scudi protettivi individuali.

I soldati dell'Impero li hanno cercati senza trovarli poichй non era certo nelle mie intenzioni di farglieli trovare.

— Va bene - disse Barr. - Va bene.

Immagina di trovarli su Trantor.

Come credi di riuscire ad avere udienza presso l'Imperatore? Pensi forse che faccia orario d'ufficio? - Ci occuperemo di questo problema quando saremo arrivati su Trantor - rispose Devers.

Barr scosse le spalle scoraggiato. - D'accordo.

In ogni caso era da cinquant'anni che desideravo visitare Trantor prima di morire.

Faremo come vuoi tu.

I motori iperatomici vennero spenti.

Le luci ebbero un tremito e i due provarono la lieve nausea che indicava il balzo dell'astronave nell'iperspazio.


9. Su Trantor

Le stelle nel cielo erano fitte come gramigna in un campo abbandonato.

'Lathan Devers si era accorto dell'importanza dei decimali la prima volta che aveva dovuto calcolare i balzi dell'iperspazio.

Provava una specie di claustrofobia quando doveva compiere voli non piщ lunghi di un annoluce.

C'era qualcosa di impressionante in questo cielo dove si vedevano luci in tutte le direzioni.

Era come perdersi in un mare di radilazioni.

Al centro di quella costellazione formata da diecimila soli ruotava l'immenso pianeta imperiale, Trantor.

Ma era piщ di un pianeta: era il cuore pulsante di un Impero di venti milioni di sistemi stellari.

Aveva una sola funzione: l'amministrazione; un solo scopo: il governo; produceva una sola cosa: la legge.

In quel mondo non esisteva essere vivente all'infuori dell'uomo, del suoi animali domestici, e dei suoi parassiti.

Non esisteva un filo d'erba, ne una zolla di terreno che non fosse ricoperta da cemento o ferro, all'infuori delle cento miglia quadrate di giardini attorno al palazzo Imperiale.

Non esisteva un ruscello, sempre all'infuori dei giardini imperiali, che non fosse stato incanalato e raccolto nelle gigantesche cisterne sotterranee che fornivano acqua alla popolazione del pianeta.

Il lucido, indistruttibile, incorruttibile metallo che copriva tutto il pianeta costituiva l'armatura e le fondamenta di quelle colossali strutture che incastellavano il mondo.

Erano costruzioni collegate fra loro da autostrade, corridoi, giganteschi edifici adibiti a uffici, sotterranei larghi miglia quadrate usati come grandi magazzini; attici destinati a ritrovi che ogni notte si illuminavano di luci.

Si poteva percorrere tutto Trantor senza mai uscire da quell'unico conglomerato di edifici, nй vedere la cittа.

Una flotta di astronavi, la piщ grande di tutte le flotte che l'Impero avesse mai posseduto, atterrava con il suo carico su Trantor ogni giorno per fornire cibo ai quaranta miliardi di persone che non davano altro in cambio che il loro lavoro di burocrati del governo piщ complesso che l'umanitа avesse mai conosciuto.

Il granaio di Trantor era costituito da venti pianeti agricoli.

Un universo intero serviva questa cittа…

Trattenute da ambo i lati dalle poderose braccia d'acciaio, le astronavi venivano lentamente guidate fino agli hangar.

Devers era giа riuscito ad attraversare la barriera di complicazioni burocratiche che circondava questo mondo, dove ogni azione era registrata in quadruplice copia.

Erano stati fermati in un primo tempo ancora nello spazio, dov'era stato riempito il primo della lunga serie di questionari.

Avevano dovuto sottoporsi a centinaia di controlli, alla fotografia della nave, alla compilazione dei dati caratteristici dei due uomini, al conseguente incasellamento nello schedario, all'ispezione anticontrabbando, al pagamento della carta di identitа e del visto turistico.

Ducem Barr era siwenniano e quindi suddito dell'Imperatore, ma Lathan Devers era uno sconosciuto sprovvisto di documenti.

L'ufficiale incaricato era profondamente dispiaciuto, ma Devers non sarebbe potuto entrare.

Anzi, avrebbe dovuto essere sottoposto a indagini ufficiali…

Dal nulla apparve un biglietto da cento crediti, garantiti dai possedimenti di Lord Brodrig, che cambiarono di mano rapidamente.

L'ufficiale borbottт qualcosa e l'espressione dispiaciuta della sua faccia si trasformo in un sorriso.

Apparve una scheda completamente nuova.

Venne riempita rapidamente ed efficientemente, completa delle caratteristiche personali di Devers.

Finalmente il mercante e il patrizio entrarono in Trantor.

Nell'hangar, l'astronave venne nuovamente fotografata, registrata, e il suo contenuto inventariato.

Vennero fotocopiate le carte di identitа dei passeggeri e venne pagata un'altra tassa debitamente registrata.

Finalmente Devers si trovт su un gran terrazzo sotto un sole caldo insieme a donne che parlavano, bambini che urlavano e uomini comodamente seduti che sorseggiavano una bibita ascoltando le notizie dell'Impero trasmesse da un colossale televisore.

Barr pagт il numero di monete di iridio richieste e prese un giornale dalla pila.

Era il Notiziario Imperiale di Trantor, organo ufficiale del governo.

Nel retro del chiosco, si sentiva il leggero ticchettio della macchina che stampava l'edizione straordinaria che veniva contemporaneamente composta negli uffici del Notiziario Imperiale lontani diecimila chilometri di corridoi - seimila in linea d'aria - mentre altri dieci milioni di copie venivano stampati in quello stesso istante in altri dieci milioni di luoghi simili, in tutto il pianeta.

Barr diede una scorsa ai titoli e disse: - Quale sarа la prima mossa? Devers cercт di scrollarsi di dosso lo scoraggiamento che l'aveva preso.

Si trovava in un universo troppo lontano dal suo, in un mondo che lo opprimeva con tutte le sue complicazioni, in mezzo a gente le cui attivitа gli erano incomprensibili e della quale non riusciva quasi ad afferrare il linguaggio.

Le luccicanti torri metalliche che lo circondavano e che si estendevano a perdita d'occhio oltre l'orizzonte gli davano un senso di claustrofobia: la vita intensa e febbrile della capitale lo faceva sentire un pigmeo solo e privo di importanza.

— E meglio che ci pensi tu, dottore - disse.

Barr era calmo.

A bassa voce disse: - Ho cercato di spiegartelo, ma и difficile crederci finchй non lo si sperimenta, lo so perfettamente.

Sai quanta gente chiede udienza all'Imperatore ogni giorno? Un milione di persone all'incirca.

E sai quanta gente l'Imperatore riceve ogni giorno? Dieci individui.

Saremo costretti a passare attraverso i funzionari dell'amministrazione, il che и piщ difficile…

Ma non possiamo permetterci di appoggiarci all'aristocrazia.

— Ma abbiamo quasi centomila crediti.

— Un solo scudiero del regno ti costerebbe quella somma, e ce ne vorrebbero perlomeno tre o quattro per arrivare all'Imperatore.

Forse ci vorranno cinquanta commissari e altrettanti funzionari per arrivare allo stesso risultato, ma loro ci costeranno solo cento crediti ciascuno.

Penserт io a parlare.

In primo luogo, non capirebbero il tuo accento, secondo, non conosci l'etichetta che regola la corruzione.

Si tratta di un'arte, te lo posso assicurare…

Si interruppe.

Nella terra pagina del Notiziario Imperiale aveva visto la notizia che cercava, e passт il giornale a Devers.

Devers lesse lentamente.

Era scritto in uno stile strano per lui ma riuscм a capire.

Alzт gli occhi, il suo sguardo era preoccupato.

Battй un gran colpo con la mano sul giornale ed esclamт: - Pensi che ci si possa fidare di questo giornale? - Entro certi limiti - rispose Barr calmo. - E' molto improbabile che la flotta della Fondazione sia stata completamente distrutta.

Puт darsi che abbiano giа pubblicato una notizia del genere piщ di una volta, sempre che il giornale segua la solita tecnica dei reportage di guerra in uso nella capitale lontana dalla zona di operazione.

Probabilmente significa che Riose ha vinto un'altra battaglia, il che non era del tutto imprevedibile.

Dice anche che Loris и stata conquistata.

Sarebbe la capitale del regno di Loris? - Si - rispose Devers, - o perlomeno di quell'area che un tempo costituiva il regno di Loris.

Non dista piщ di venti parsec dalla Fondazione.

Dottore, dobbiamo muoverci in fretta.

Barr alzт le spalle. - Non si puт lavorare in fretta su Trantor.

Quando ci si prova, si finisce sempre con un fulminatore puntato contro le costole.

— E quanto ci vorrа? - Un mese, se siamo fortunati.

Un mese e centomila crediti, se ci basteranno.

E questo sempre che all'Imperatore non venga in mente, nel frattempo, di trasferirsi nei pianeti estivi, dove non vengono accolte petizioni nel modo piщ assoluto.

— Ma la Fondazione…

— Riuscirа a cavarsela, come sempre.

Vieni, ora dobbiamo andare a mangiare.

Io ho fame.

Poi, la notte sarа nostra, e potremo metterla a frutto.

Ricordati che non vedremo mai piщ un posto come Trantor.

Il commissario incaricato delle province esterne allargт le braccia grassocce in un gesto sconsolato e scrutт i due con sguardo miope. - L'Imperatore и indisposto.

E inutile che sottoponiate il vostro caso ai miei superiori.

E' una settimana che Sua Maestа non riceve visite.

— Ci riceverа - disse Barr, affettando un'aria sicura. - Si tratta di dare udienza a un membro del seguito del segretario privato.

— E' impossibile - disse il commissario con enfasi. - Ci rimetterei l'impiego.

Se foste meno reticenti nello spiegare la natura della vostra richiesta forse si potrebbe fare qualcosa.

Sono prontissimo ad aiutarvi, voi mi capite, ma naturalmente vorrei qualcosa di meno vago, qualcosa da poter presentare ai miei superiori.

— Se la mia missione fosse tale da poter essere comunicata a qualcun altro che non fosse l'Imperatore - rispose Barr con gentilezza, - sarebbe stupido chiedere udienza a Sua Maestа.

Io vi propongo di correre il rischio.

Vi ricordo che se Sua Maestа darа l'importanza che noi garantiamo a questa faccenda, voi verrete certo ricompensato per averci aiutato.

— Si ma… - e il commissario si strinse nelle spalle senza piщ parlare.

— E' un rischio - Ammise Barr. - Naturalmente ogni rischio richiede la sua ricompensa.

E un favore veramente grande quello che vi stiamo chiedendo, e vi siamo giа molto riconoscenti per la gentilezza mostrataci nell'aversi dato l'opportunitа di spiegare il nostro problema.

Ma se vorrete permetterci di esprimere la nostra gratitudine per mezzo di questo modesto…

Devers scrollт le spalle.

Aveva ascoltato quel discorso, con varianti minime, perlomeno venti volte nell'ultimo mese.

Finiva sempre in un rapido scambio di banconote seminascoste.

Ma questa volta l'epilogo cambiт.

Di solito il denaro spariva immediatamente, ora le banconote rimasero in vista mentre il commissario le contava esaminandole accuratamente da ogni lato.

La sua voce cambiт tonalitа. - Garantiti dal segretario privato? Soldi ottimi! - Per tornare alla richiesta… - incalzт Barr.

— No, no.

Un momento - interruppe il commissario. - Andiamo per gradi.

Sinceramente mi piacerebbe sapere di che genere и la vostra missione.

Questi soldi sono nuovi, e voi dovete averne una bella quantitа, poichй mi risulta che avete incontrato parecchi altri funzionari prima di me.

Suvvia, ditemi.

— Non vedo dove volete arrivare - disse Barr.

— Vedete, potrei anche provare che vi trovate sul pianeta illegalmente, poichй la carta d'identitа del vostro amico silenzioso non и certo in regola.

Lui non и un suddito dell'Impero.

— Lo nego nel modo piщ assoluto.

— Non importa quello che voi dite - rispose il commissario, perdendo improvvisamente la calma. - L'ufficiale che ha firmato le sue carte, per la somma di cento crediti, ha confessato, dietro nostre pressioni, e ne sappiamo piщ di quanto voi non immaginiate.

— Se state cercando di farci capire che la somma che vi abbiamo chiesto di accettare и inadeguata in vista del rischio…

Il commissario sorrise. - Al contrario, и piщ che adeguata. - Mise i soldi da un lato. - Per tornare a quanto stavo dicendo, и lo stesso Imperatore che ha cominciato ad interessarsi al vostro caso.

Non и forse vero, signori, che recentemente siete stati ospiti del generale Riose? Non и forse vero che siete scappati in maniera cosм strana e rocambolesca dal suo quartier generale? Non и forse vero che possedete una piccola fortuna in biglietti garantiti dai possedimenti di Lord Brodrig? In breve, non и forse vero che voi siete spie e assassini mandati qui…

Bene, sarete voi stessi a spiegare chi vi ha pagato! - Non posso permettere - disse Barr facendo finta di controllare una falsa ira, - che un piccolo commissario mi accusi di crimini.

Me ne vado.

— Eh no, non ve ne andrete. - Il commissario si alzт e i suoi occhi parvero aver perso ogni miopia. - Per ora non dovrete rispondere a nessuna domanda: a questo penseremo piщ tardi e con metodi piщ convincenti.

Inoltre, io non sono un commissario addetto alle province esterne, ma un tenente della polizia imperiale.

Siete in stato di arresto.

Nella sua mano destra apparve un fulminatore mentre il tenente sorrideva. - In questi giorni ci sono uomini ben piщ importanti di voi agli arresti.

Siamo in procinto di fare un po, di pulizia.

Devers storse la bocca e fece per afferrare la sua arma.

Il tenente di polizia scoppiт in una risata e chiuse il contatto.

Il raggio disintegratore colpi Devers in pieno petto, ma rimbalzт inoffensivo contro il campo di forza protettivo disperdendosi in una miriade di scintille.

Devers sparт a sua volta, e la testa del tenente cadde dal tronco del corpo completamente disintegrato.

Le labbra erano ancora atteggiate al sorriso, mentre un raggio di sole illuminava la sua fronte passando attraverso il buco della parete.

Uscirono dalla porta di servizio.

— Presto, alla nave - disse Devers con voce rauca. - Tra pochi minuti sarа dato l'allarme. - Bestemmiт fra i denti. - E un altro piano che va in fumo.

Potrei giurare che gli spiriti maligni sono contro di noi.

Erano giа fuori quando si accorsero di una grande folla che s'accalcava attorno agli enormi televisori pubblici.

Non avevano tempo da perdere non riuscirono ad afferrare le frasi sconnesse che giunsero alle loro orecchie.

Ma Barr riuscм a impadronirsi di una copia del Notiziario Imperiale poco prima di dirigersi a tutta velocitа verso gli hangar, dove la loro nave torreggiava chiusa in un capannone coperto.

— Pensi di farcela? - gli chiese Barr.

Dieci astronavi della polizia si lanciavano al loro inseguimento.

L'apparecchio in fuga aveva scoperchiato l'hangar e, senza aspettare il segnale di via libera, filava a velocitа superiore a quella consentita dalla legge.

Anche le navi del Servizio Segreto si unirono alla caccia.

— Sta, a vedere - disse Devers, e ingranт il comando che avrebbe lanciato l'astronave nell'iperspazio a sole duemila miglia dalla superficie del pianeta.

Il colpo, provocato dalla vicinanza della massa solida del pianeta, fece svenire Barr mentre Devers si contorceva per la fitta dolorosa, ma alcuni anni-luce piщ in lа, lo spazio era libero.

Devers, provando un senso d'orgoglio per la sua astronave, esclamт: - Non c'и flotta Imperiale capace di fermarmi.

Poi aggiunse amaramente: - Ma dove possiamo scappare? Non possiamo combatterli.

Che faremo ora? Nessuno puт far nulla.

Barr si mosse lentamente gemendo dal dolore.

Gli effetti del contraccolpo ricevuto non erano ancora svaniti.

Aveva i muscoli indolenziti.

— Non dobbiamo far nulla - disse. - E' finita.

Leggi qui! Mostrт a Devers la copia del Notiziario Imperiale che ancora stringeva tra le mani.

A Devers bastт dare un'occhiata ai titoli di testa.

— Riose e Brodrig richiamati in patria e arrestati - mormorт Devers.

Sм volse allibito verso Barr. - E perchй? - L'articolo non lo spiega, ma che importa? La guerra con la Fondazione и finita, e in questo momento Siwenna и in rivolta.

Leggi qua - la sua voce si fece debole. - Ci fermeremo in qualche provincia e c'informeremo su tutti i dettagli.

Se non ti dispiace, ora vorrei sdraiarmi.

S'addormentт di colpo.

Con un balzo improvviso, la mercantile si lanciт nella Galassia diretta verso la Fondazione.


10. La guerra и finita

Lathan Devers non si sentiva a suo agio e provava un vago senso d'irritazione.

Aveva ricevuto la sua medaglia e aveva ascoltato con muto stoicismo il pomposo discorso del sindaco che gli aveva appuntato la decorazione.

Questo avrebbe dovuto porre termine al cerimoniale in suo onore ma, naturalmente, non avrebbe potuto andarsene senza mancare di rispetto alle autoritа.

Ed era soprattutto questa atmosfera di formalismo - di quel genere che non gli permetteva di sbadigliare rumorosamente o di allungare le gambe sulla poltrona - che gli faceva desiderare di essere di nuovo nello spazio.

La delegazione siwenniana, capitanata da Ducem Barr, firmт la Convenzione, e Siwenna divenne la prima provincia a passare dal dominio diretto dell'Impero sotto la sfera di influenza economica della Fondazione.

Cinque astronavi Imperiali - catturate quando Siwenna si era ribellata dietro le linee della flotta Imperiale di Confine - passarono sul cielo di Terminus, enormi e poderose, facendo tuonare le batterie in segno di saluto.

Ora non rimaneva che bere, rispettare l'etichetta, e darsi alla conversazione brillante.

Una voce lo chiamт.

Era Forell.

Quell'uomo, pensт tra se Barr, che poteva comperare dieci persone come lui con i soli guadagni di una giornata, ora gli stava facendo un gesto amichevole, invitandolo ad avvicinarsi.

Devers uscм sul balcone al vento fresco della notte e s'inchinт rispettosamente, mentre si tormentava la barba.

Anche Barr era sul balcone e sorrideva. - Devers - disse quest'ultimo, - devi venire in mio aiuto.

Sono accusato di falsa modestia: un crimine atroce e contro natura.

— Devers - disse Forell mettendo di lato il grosso sigaro che stringeva fra i denti. - Lord Barr pretende di affermare che il vostro viaggio alla capitale di Cleon non ha niente a che vedere con il richiamo di Riose.

— E vero, signore - tagliт corto Devers. - Non abbiamo mai visto l'Imperatore.

I rapporti riguardanti il processo, che abbiamo raccolto sulla via del ritorno, mostrano che si и trattato di una grande montatura.

Si accusa genericamente il generale di essere in contatto con elementi sovversivi della corte.

— E cosм lui era innocente? - Riose? - intervenne Barr. - Ma certo! Brodrig era un traditore nato, ma non certo colpevole delle specifiche accuse che gli sono state contestate.

E stata una farsa giudiziaria, ma tuttavia necessaria e inevitabile.

— Per una necessitа psicostorica, immagino - Forell pronunciт la frase in tono divertito.

— Esatto - rispose Barr. - In un primo tempo non sono stato in grado di afferrare il problema, ma ora, a faccenda conclusa, la risposta mi и apparsa subito chiara.

Voi, ora, potete benissimo rendervi conto come i fattori sociologici dell'Impero gli rendano impossibile una guerra di conquista.

Sotto Imperatori deboli, lo Stato и smembrato da generali ambiziosi alla caccia del trono.

Sotto Imperatori forti, il governo и paralizzato da un immobilismo assoluto dove il processo di disgregazione apparentemente finisce, ma a prezzo di sacrificare ogni possibile espansione.

Forell aspirт due grosse boccate dal sigaro. - Non riesco a capire, Lord Barr.

Barr sorrise. - Lo immaginavo.

E' abbastanza difficile per chi и digiuno di psicostoria.

Le parole sostituiscono troppo poveramente le equazioni matematiche.

Ma vediamo un poco…

Barr si buttт nei suoi ragionamenti mentre Forell si rilassava appoggiandosi alla ringhiera del balcone, e Devers aveva gli occhi fissi nel cielo vellutato considerando il destino di Trantor.

Poi Barr riprese: - Vedete, voi signore, e anche Devers, e tutti gli altri, eravate convinti che per battere l'Impero bisognasse dividere l'Imperatore dai suoi generali.

Ebbene, avevate ragione, per quanto riguardava il principio della discordia.

Tuttavia, sbagliavate pensando che questa frattura interna sarebbe stata provocata da azioni individuali.

"Tu, per esempio, Devers, hai tentato attraverso la corruzione e le bugie.

Ti sei appellato all'ambizione e alla paura.

Eppure, malgrado i tuoi sforzi, non hai ottenuto nulla.

In effetti, dopo ogni tuo tentativo, la situazione sembrava peggiorare.

E mentre ti dibattevi alla cieca alla ricerca disperata di una soluzione, il Progetto Seldon si sviluppava secondo i piani prestabiliti".

Barr voltт le spalle e si affacciт alla balconata che guardava sulle luci della cittа in festa.

Disse: - C'era una traccia ben definita che guidava tutti noi: il forte generale e il grande Imperatore, il mio mondo e il vostro mondo, tutti sulla via che aveva spianato Hari Seldon.

Egli sapeva che un uomo come Riose avrebbe dovuto fallire, poichй era lo stesso successo che comportava il suo fallimento: maggiore il successo, piщ certo era il fallimento.

— Non posso dire che vi siate spiegato molto piщ chiaramente di prima, - disse Forell.

— Un momento - disse Barr. - Esaminate bene la situazione.

Un generale debole non avrebbe mai potuto costituire un pericolo per noi.

E ovvio, mi pare.

Ma neanche un generale forte al servizio dell'Imperatore debole ci avrebbe minacciato, poichй egli avrebbe diretto le sue forze verso un obiettivo ben piщ importante.

"Gli eventi hanno dimostrato che tre quarti degli Imperatori degli ultimi duecento anni erano o generali o vicerй ribelli prima di diventare Imperatori.

Di conseguenza, solo un Imperatore forte che possedesse un generale altrettanto capace avrebbe potuto minacciarci, poichй un Imperatore forte non puт essere detronizzato con facilitа e il generale ambizioso e capace и spinto a volgersi verso i confini al di la delle frontiere.

"Ma che cos'и un Imperatore forte? Che cosa permette a Cleon di sopravvivere? E ovvio.

Egli non permette che fra i suoi sudditi ci sia gente piщ tenace di lui.

Un cortigiano che diventi troppo ricco, o un generale che diventi troppo popolare sono degli elementi pericolosi.

Tutta la storia recente lo dimostra.

"Riose vinceva le battaglie - continuт Barr, - e l'Imperatore diventatava sospettoso.

Tutta l'atmosfera dei tempi lo costringeva al sospetto.

Bel Riose rifiutava di farsi corrompere? La diffidenza aumentava.

Improvvisamente il piщ fidato dei suoi cortigiani cominciava a favorire Riose? L'Imperatore aveva ulteriori motivi di sfiducia.

Non erano le azioni individuali che potevano intimorirlo.

E per questa ragione tutti i nostri tentativi erano inutili.

Era il successo di Riose che lo minacciava.

Per questa ragione l'ha richiamato, l'ha accusato, condannato e giustiziato.

La Fondazione trionfa di nuovo.

Non esistevano combinazioni di eventi che non portassero alla vittoria della Fondazione.

Era inevitabile, qualunque cosa avesse fatto Riose, o qualunque cosa avessimo fatto noi".

Il magnate della Fondazione annuм pensieroso. - Capisco.

Ma che sarebbe accaduto se il generale e l'Imperatore fossero stati la medesima persona? Che sarebbe successo in quel caso? Non avete considerato questo caso.

Non avete provato niente.

Barr scrollт le spalle. - lo non posso provare nulla: non sono addentro nei calcoli della psicostoria.

Tuttavia mi appello alla ragione.

In un Impero dove ogni aristocratico, ogni uomo ambizioso, ogni pirata puт aspirare al trono, e questo la storia ve lo dimostra, che ne sarebbe di quell'Imperatore forte che decidesse di condurre una guerra ai confini della Galassia? Quanto potrebbe rimanere lontano dalla capitale prima che una guerra civile lo costringesse a tornare in patria? Il substrato sociale dell'Impero non gli permetterebbe di star lontano per molto.

Una volta dissi a Riose che nemmeno tutte le forze dell'Impero avrebbero potuto deviare il Progetto Seldon.

— Bene, bene! - esclamт Forell con enfasi. - Intendete dire che l'Impero non ci potrа mai piщ minacciare? - A quanto pare - disse Barr. - Francamente, non credo che Cleon sopravviverа piщ di un anno, e alla sua morte le dispute per la successione al trono potranno significare l'ultima guerra civile dell'Impero.

— Allora - disse Forell, - non esistono piщ nemici.

Barr era pensieroso, - C'и la Seconda Fondazione.

— All'altro capo della Galassia? Passeranno secoli.

Devers si voltт improvvisamente e la sua faccia era scura mentre parlava con Forell. - Forse ci saranno nemici interni.

— E chi sarebbero? - disse Forell con voce gelida.

— Quella gente, per esempio, a cui piacerebbe godere un pт piщ di quella ricchezza che continua ad accumularsi nelle mani di pochi che non lavorano per procurarsela.

Voi mi capite vero? L'espressione soddisfatta di Forell si mutт in odio mentre fissava la faccia di Devers.



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